blaster
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martedì 21 novembre 2006
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il miglior western americano
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Il miglior western americano che abbia visto. Lontano dai classici che esaltano l'eroismo. Cane non è un "eroe" lo mostra più volte e lo dice lui stesso che ha paura. E' un uomo solo tradito da quelli che riteneva amici. Convinto inizialmente che quello in cui crede sia giusto e valga la pena lottare per ciò, una lotta che poi alla fine non è neanche tanto sua. E chi dovrebbe combatterla si defila vigliaccamente. Alla fine, sia nel discorso col vecchio ex sceriffo che lui ammirava e poi con la stella gettata per terra, non da classico western americano o meglio non da eroe americano, qualcosa deve esser mutato. La sua fede sembra esser venuta meno ha fatto il suo lavoro ma non riconosce più il simbolo che rappresenta la legge.
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Il miglior western americano che abbia visto. Lontano dai classici che esaltano l'eroismo. Cane non è un "eroe" lo mostra più volte e lo dice lui stesso che ha paura. E' un uomo solo tradito da quelli che riteneva amici. Convinto inizialmente che quello in cui crede sia giusto e valga la pena lottare per ciò, una lotta che poi alla fine non è neanche tanto sua. E chi dovrebbe combatterla si defila vigliaccamente. Alla fine, sia nel discorso col vecchio ex sceriffo che lui ammirava e poi con la stella gettata per terra, non da classico western americano o meglio non da eroe americano, qualcosa deve esser mutato. La sua fede sembra esser venuta meno ha fatto il suo lavoro ma non riconosce più il simbolo che rappresenta la legge. Possiamo parlare di gesto anarchico. Possiamo chiederci per chi vale la pena o per cosa combattere nel 1952 ma anche nel 2006 ma anche nel 3010. Il mondo è dei vili e dei mediocri, loro vincono sempre perchè c'è sempre un martire di turno che gli para il culo anche da morto. La chiusura del film qualsiasi interpretazione le si voglia dare non lascia aperto nessun lato positivo. Cane è consapevole che la sua non è una vittoria. Ha sconfitto i "cattivi"? E se i cattivi fossero i cittadini. Qualcuno di loro lo ammette anche di preferire a Cane Frank Miller. E se il "cattivo" Frank Miller non fosse che il riflesso più abbagliante, ma solo un riflesso, di tutta la città e dei suoi abitanti. L'umanità gratifica spesso se stessa scegliendo un grupetto, che nella varie epoche cambia faccia, di brutti, sporchi e cattivi a cui addossare tutte le colpe del mondo e con cui scaricarsi la coscienza per essere lindi e puliti esteriormente e in modo tale da rappresentarsi "migliori" e più "buoni". Con queste fesserie abbiamo liquidato interi periodi della storia, con le balle dei pazzi e dei folli tiranni ci siamo assicurati che il "cattivo" sconfitto e spazzato via non avesse lasciato dietro di se nulla, o meglio ci siamo ripuliti e ne siamo usciti lindi più di prima e perchè no anche eroicamente rivoluzionari. La favola del lupo cattivo ci dice che speso il cattivo non è ciò che sembra e che può apparire con sembianze benevole. Chi è il cattivo Frank Miller o tutta la popolazione? Purtroppo però non si può fare quello che Cane ha fatto a Frank Miller a tutta la popolazione altrimenti qualche benpensante parlerebbe di genocidio. Però è così. Quelli che col megafono vanno in giro a dirsi e spacciarsi come buoni e migliori, in ogni epoca, non sono convincenti come ha detto qualcuno c'è del marcio...
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tony montana
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mercoledì 24 novembre 2010
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il leggendario western in tempo reale
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Lo sceriffo Willy Cane si dimette dal suo incarico il giorno delle sue nozze con Amy, una ragazza quacchera, ma, avendo saputo che sta per tornare in città (con il treno di mezzogiorno) un pericoloso fuorilegge, decide di rimanere e affrontarlo. I concittadini, a uno a uno, gli negano l'aiuto ed egli si ritrova a confrontarsi da solo contro il malvivente e la sua banda. Dopo averli eliminati tutti, se ne va via per sempre con la moglie che lo ha aiutato nella difficile impresa.
Zinnemann firma uno dei suoi migliori film e uno dei più grandi western che ilcinema abbia mai visto. Il film, che è fra i più influenti mai realizzati, ha la stessa durata della storia che racconta, è narrato in tempo reale: unità di tempo quindi ma anche di luogo, regola aurea del teatro greco.
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Lo sceriffo Willy Cane si dimette dal suo incarico il giorno delle sue nozze con Amy, una ragazza quacchera, ma, avendo saputo che sta per tornare in città (con il treno di mezzogiorno) un pericoloso fuorilegge, decide di rimanere e affrontarlo. I concittadini, a uno a uno, gli negano l'aiuto ed egli si ritrova a confrontarsi da solo contro il malvivente e la sua banda. Dopo averli eliminati tutti, se ne va via per sempre con la moglie che lo ha aiutato nella difficile impresa.
Zinnemann firma uno dei suoi migliori film e uno dei più grandi western che ilcinema abbia mai visto. Il film, che è fra i più influenti mai realizzati, ha la stessa durata della storia che racconta, è narrato in tempo reale: unità di tempo quindi ma anche di luogo, regola aurea del teatro greco. Lo sceriffo Gary Cooper è il primo antieroe del western americano, troppo onesto per fuggire di fronte al bandito che torna in città col treno di mezzogiorno per ucciderlo, ma capace anche di aver paura e di chiedere aiuto alla sua città, un nido di ipocriti, opportunisti e vigliacchi che invece lo ha lascia solo. Ce la farà,ma al prezzo di scoprirsi fragile come tutti gli uomini. Il direttore della fotografia Floyd Crosby non usò filtri perché le immagini della città vuota e assolata accentuavano il senso di solitudine del protagonista. L'inesorabile scorrere del tempo nell'attesa del sempre più imminente mezzogiorno "di fuoco"... cattura lo spettatore. Infiniti gli omaggi e le parodie a questo leggendario film che ha fatto storia. Capolavoro. La bellissima canzone High Noon che fa da colonna sonora al film e che si è aggiudicata l’Oscar è cantata da Tex Ritter.
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samanta
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giovedì 16 agosto 2018
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non abbandonarmi o mio tesoro
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il film è un capolavoro assoluto del cinema, lo ritengo uno dei migliori western mai realizzati accanto al Cavaliere della valle solitaria e a Sentieri Selvaggi. Siamo in un paese degli USA vicino al Messico lo sceriffo Willy Kane (Gary Cooper) alla fine del XIX secolo, è una domenica e lo sceriffo si sposa (sono le h 10,30) con Amy (Grace Kelly) giovane e bella quacchera. Ha dato le dimissioni e sta per partire per il viaggio di nozze. Ma un telegramma lo avverte che il criminale Miller che spadroneggiva nel paese ed era in carcere inopinatamente è stato ringraziato e ritorna con il treno di mezzogiorno dove alla stazione lo aspettano già tre complici.
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il film è un capolavoro assoluto del cinema, lo ritengo uno dei migliori western mai realizzati accanto al Cavaliere della valle solitaria e a Sentieri Selvaggi. Siamo in un paese degli USA vicino al Messico lo sceriffo Willy Kane (Gary Cooper) alla fine del XIX secolo, è una domenica e lo sceriffo si sposa (sono le h 10,30) con Amy (Grace Kelly) giovane e bella quacchera. Ha dato le dimissioni e sta per partire per il viaggio di nozze. Ma un telegramma lo avverte che il criminale Miller che spadroneggiva nel paese ed era in carcere inopinatamente è stato ringraziato e ritorna con il treno di mezzogiorno dove alla stazione lo aspettano già tre complici. Decide di rimanere contro la volontà della moglie per affrontarlo. Spera di trovare dei cittadini che lo aiutino, visto il fatto che aveva reso tranquillo il paese, ma tutti lo abbandonano compresa la moglie e rimane solo ad affrontare i criminali le li ucciderà tutti con l'aiuto della moglie che all'ultimo minuto si ricrede.
Il film deve essere depurato da fantasiose interpetazioni politiche (si era nel periodo del maccartismo), il vero tema è da una parte l'uomo solo che cerca, contro i suoi interessi, di fare ciò che è giusto anche se questo costa sofferenza ed angoscia. Dall'altra sono evidenziate le motivazioni di chi lo abbandona, alcune nobili come l'odio per le armi di Amy, ma altre di convenienza economica: il mellifluo sindaco (Thomas Mitchell) che sembrava aiutarlo teme per gli investimenti, tanti lo abbandonano per vigliaccheria , per amicizia con il criminale che in fin dei conti faceva lavorare i saloon e girare i soldi, per malamino come il vice sceriffo, per disillusione il vecchio sceriffo, per rancore la vecchia amante (Katy Jurado da lui abbandonata), insomma si trovano sempre infinite ragioni per non fare il proprio dovere. Il film è caratterizzato dall'unità temporale dell'azione e del film (circa 1 ora e mezza) ed ha un ritmo serrato e ossessionante caratterizato dallo scorrere implacabile dei minuti nei molteplici orologi che si vedano nei vari ambienti e dal sottofondo tambureggiante della colonna sonora (splendida la canzone) di Dimitri Tiomkin. Indimenticabile è l'interpretazione di Gary Cooper il cui volto passa dalla felicità del matrimonio, all'ansia di trovare aiuti o appoggi, alla disillusione, all'amarezza dell'abbandono, alla paura, alla decisione di combattere per un solo motivo: fare ciò che è giusto, l'attore riceverà il premio Oscar. Il film non solo ha un ritmo serrato con dialoghi senza una parola di troppo, le scene sono coinvolgenti non un minuto della pellicola è sprecato. Buona l'interpretazione degli altri attori specie di Thomas Mitchell e di Katy Jurado. Un pò legnosa l'interpretazione di Grace Kelly al suo primo effettivo film, che durante le riprese ebbe una relazione con Cooper (che finito il film la scaricò allo scrittore Robert Slatzer) e con il regista Zinnemann che la gratificò con una serie inusuale di primi piani suscitando l'ira di Katy Jurado che aveva una parte più importante ed era più anziana cinematograficamente. DO NOT FORSAKE ME, OH MY DARLING.
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chriss
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mercoledì 18 agosto 2010
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breve storia di una psicosi di massa...
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L' ex sceriffo amico di Kane:"Che bella vita! Si rischia la pelle per acciuffare degli assassini; i giurati li mandano via assolti, quelli tornano e ti fanno la festa. Sei onesto, resti povero per tutta la vita e finisci col morire assassinato come un cane in un angolo di strada. E perché? Per niente: per un distintivo!" Tre banditi, Ben Miller, Jim Pierce e Jack Colby, si riuniscono, assieme ad un quarto, Frank Miller, che arriverà col treno di mezzogiorno, per regolare un vecchio conto con lo sceriffo di Hadleyville. Will Kane, lo sceriffo che si è appena sposato, riceve un telegramma che lo informa che Miller ed i suoi scagnozzi stanno per giungere in città.
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L' ex sceriffo amico di Kane:"Che bella vita! Si rischia la pelle per acciuffare degli assassini; i giurati li mandano via assolti, quelli tornano e ti fanno la festa. Sei onesto, resti povero per tutta la vita e finisci col morire assassinato come un cane in un angolo di strada. E perché? Per niente: per un distintivo!" Tre banditi, Ben Miller, Jim Pierce e Jack Colby, si riuniscono, assieme ad un quarto, Frank Miller, che arriverà col treno di mezzogiorno, per regolare un vecchio conto con lo sceriffo di Hadleyville. Will Kane, lo sceriffo che si è appena sposato, riceve un telegramma che lo informa che Miller ed i suoi scagnozzi stanno per giungere in città. Per un motivo imprecisato Miller è stato rilasciato dalle autorità (doveva essere impiccato): ora vuole la sua vendetta. Will dà le dimissioni, ma poi ci ripensa e torna indietro deciso ad eliminarli assieme ad una squadra di pistoleri. Ma il tempo stringe, manca poco più di un' ora all' arrivo del treno. La moglie lo lascia, ma solo in apparenza, in quanto resterà a girare per il paese. Ed è proprio in paese che accade l' impensabile. Il giudice fugge via a gambe levate. Anche la signora Ramirez, proprietaria del saloon ed ex compagna sia di Kane, sia di Miller, ha deciso di far fagotto ed andarsene. Quello che dovrà diventare il nuovo sceriffo, Harvey, si dimostrerà un vigliacco. Ma è solo l' inizio di una crisi collettiva. Addirittura l' oste del saloon predice a Kane che morirà cinque minuti dopo che Miller sarebbe sceso dal treno. Sempre nel saloon cercherà sostegno in qualcuno, ma pure in quel caso verrà abbandonato al suo destino. Un uomo si nasconde dentro casa pur di non parlare con Kane, il quale capisce invece benissimo. Incredibilmente uno zoppo, ubriaco e mezzo ceco, si offre a Kane, il quale, ovviamente, rifiuta. In una discussione in Chiesa, gli viene addirittura chiesto di andarsene, nonostante gli sia riconosciuto di esser stato un ottimo sceriffo. Anche il suo miglior amico, l' ex sceriffo, gli dirà: "La lotta è troppo impari!" Persino un albergatore confessa ad Amy Kane che suo marito non gli è per niente simpatico. L' ultimo ad arrendersi è un volontario che, appena saputo che saranno solo in due ad affrontare la banda, molla Kane senza salvare la faccia. Intanto, l' orologio dice che è arrivato mezzogiorno. E Frank Miller è appena sceso dal treno... Mezzogiorno di fuoco è la breve storia di una psicosi di massa. Will Kane, anche se è un uomo onesto e coraggioso, è stato letteralmente abbandonato da tutti. Solo la moglie lo aiuterà: infatti, la quacquera ucciderà un uomo per lui. E' assurdo tutto ciò, nonostante tutto quel che Will abbia fatto in passato per loro. Sono tutti, improvvisamente, diventati vigliacchi. Tecnicamente il film è perfetto, in quanto, in meno di un' ora e trenta, riesce a trasmetterci le sensazioni dei cittadini che hanno all' arrivo in paese di Miller. La vicenda, infatti, si svolge tra le dieci e trentacinque e le dodici. Quattro Oscar e quattro Golden Globe per questo film angosciante. E' proprio quest' ultima la parola giusta: angosciante! L' intero paese, in preda al panico ed alla paura di soccombere, si ritira, finché non si vedrà, proprio a mezzogiorno, una città deserta. Bel film, peccato duri così poco. Da notare che Lee Van Cleef non dirà nemmeno una parola durante la sua non brillante performance. Forse era l' esordio? Solo Sergio Leone ha potuto, in seguito, dargli il ruolo che gli competeva: quello di prima star! Chriss
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oronzo canà
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lunedì 4 febbraio 2013
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quando il cinema diventa mito
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Se un film diventa un mito,un'icona del cinema,ammirato da generazioni e sempre emozionante,un motivo ci sarà.
E nel nostro caso i motivi sono più di uno,ma il motivo fondamentale è che in questo film capolavoro del genere western,l'eroe è quanto di più lontano dall'icona dello sceriffo pistolero che siamo abituati a vedere.
E' un antieroe,ha paura,è angosciato,chiede aiuto perchè sa che senza aiuto potrebbe non vedere la luce di domani e questo lo si evince dal sudore che cola dalla fronte di uno straordinario Gary Cooper,nei suoi sguardi speranzosi che si tramutano in sguardi di disprezzo quando l'aiuto gli viene negato.
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Se un film diventa un mito,un'icona del cinema,ammirato da generazioni e sempre emozionante,un motivo ci sarà.
E nel nostro caso i motivi sono più di uno,ma il motivo fondamentale è che in questo film capolavoro del genere western,l'eroe è quanto di più lontano dall'icona dello sceriffo pistolero che siamo abituati a vedere.
E' un antieroe,ha paura,è angosciato,chiede aiuto perchè sa che senza aiuto potrebbe non vedere la luce di domani e questo lo si evince dal sudore che cola dalla fronte di uno straordinario Gary Cooper,nei suoi sguardi speranzosi che si tramutano in sguardi di disprezzo quando l'aiuto gli viene negato.
Ma il suo compito è rimanere ed affrontare il suo destino,perchè troppo forte è il senso di dovere e giustizia...e allora da uomo normale,ma dallo straordinario coraggio,affronterà il cammino solitario che lo porterà alla sfida finale.
Autentico capolavoro,da gustare in ogni scena,ogni espressione,ogni pausa,ogni dialogo..perchè raramente il coraggio avrà un volto così normale..e quindi così vicino a noi.
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il cinefilo
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domenica 3 ottobre 2010
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la leggenda del cinema western americano
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TRAMA:Lo sceriffo Will Kane(Gary Cooper)si ritrova,nel giorno del suo matrimonio,a tentare di reclutare alcuni suoi amici cittadini per affrontare un pericoloso bandito e la sua banda ma tutti gli volteranno le spalle...COMMENTO:Si tratta di uno dei più famosi film western americani di sempre e la sua fama può dirsi pienamente meritata grazie alla straordinaria bravura dimostrata dal regista e dagli interpreti per la sua realizzazione.
L'intero impianto narrativo del film assume,progressivamente,la tonalità di una grande allegoria sui temi del coraggio,della vigliaccheria e sull'ideale della giustizia che,in numerose sequenze,viene espresso con un intensità e una sincerità assolutamente unici all'interno di questo,oggi tramontato,filone cinematografico.
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TRAMA:Lo sceriffo Will Kane(Gary Cooper)si ritrova,nel giorno del suo matrimonio,a tentare di reclutare alcuni suoi amici cittadini per affrontare un pericoloso bandito e la sua banda ma tutti gli volteranno le spalle...COMMENTO:Si tratta di uno dei più famosi film western americani di sempre e la sua fama può dirsi pienamente meritata grazie alla straordinaria bravura dimostrata dal regista e dagli interpreti per la sua realizzazione.
L'intero impianto narrativo del film assume,progressivamente,la tonalità di una grande allegoria sui temi del coraggio,della vigliaccheria e sull'ideale della giustizia che,in numerose sequenze,viene espresso con un intensità e una sincerità assolutamente unici all'interno di questo,oggi tramontato,filone cinematografico.
All'epoca la pellicola venne"perseguitata"(a causa,forse,di alcuni"simbolismi"ideologici)dalle autorità a causa della situazione politica legata al senatore MacCarthy e alla famosa"caccia alle streghe"contro i comunisti.
Una curiosità per i cinefili più esperti:se si osserva con attenzione il cast si potranno notare,oltre a i due attori protagonisti(l'altra è Grace Kelly)anche alcune note figure quali Lee Van Cleef e Lon Chaney(il leggendario interprete del vecchio film intitolato L'UOMO LUPO).
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il cinefilo
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venerdì 25 marzo 2011
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mezzogiorno di fuoco:la solitudine di uno sceriffo
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L'elemento forse più costante che caratterizza l'immagine del protagonista Will Kane è la solitudine della quale si ritrova perennemente a essere vittima...per"solitudine"si intende,in questo caso,il ritrovarsi abbandonato nel momento del bisogno dai compagni,dai cittadini e dagli amici più cari...nonchè dalla moglie ma per ragioni diverse(e,farci caso,comunque molto più nobili di quelle additate da tutti gli altri)e solo inizialmente...poichè,alla fine,ella sarà l'unica a restare al suo fianco di fronte al pericolo.
Quella descritta dal film è la solitudine di un eroe dinanzi a una grave minaccia.
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L'elemento forse più costante che caratterizza l'immagine del protagonista Will Kane è la solitudine della quale si ritrova perennemente a essere vittima...per"solitudine"si intende,in questo caso,il ritrovarsi abbandonato nel momento del bisogno dai compagni,dai cittadini e dagli amici più cari...nonchè dalla moglie ma per ragioni diverse(e,farci caso,comunque molto più nobili di quelle additate da tutti gli altri)e solo inizialmente...poichè,alla fine,ella sarà l'unica a restare al suo fianco di fronte al pericolo.
Quella descritta dal film è la solitudine di un eroe dinanzi a una grave minaccia...la solitudine di un eroe dinanzi alla cieca ottusità di un intera comunità che,se riuscisse ad essere unita,potrebbe affrontare qualsiasi ostacolo ma non potrà mai esserlo a causa di ogni possibile forma di meschinità o astuzia che pervade la personalità di quasi tutti coloro che circondano Will Kane e la sequenza dell'incontro con i cittadini in chiesa è esemplare per capire questa realtà delle cose.
Helen Ramirez(l'attrice è Katy Jurado)odia lo sceriffo a causa di una loro possibile relazione sentimentale...il compagno di Helen e vicesceriffo ambisce al posto di vicesceriffo ma,a fronte del rapporto tra kane e la donna,si sente un"bambino spaesato"che deve"per forza"dimostrare quanto vale...queste sono le due principali vicende personali che Will kane si ritrova a subire ma quello che interessa al regista è l'analisi,sopra citata,della società che circonda l'eroe.
I particolari necessari a permettere al film di classificarsi come il miglior western di tutti i tempi ci sono tutti poichè la sua grandezza è a livello simbolico più che estetico...quello che conta non è l'azione in sè...ma il significato che si cela dietro quell'azione o quella determinata immagine...le strade vuote in cui si aggira lo sceriffo,verso la fine,in attesa dell'arrivo dello spietato bandito rappresentano la vigliaccheria e il tradimento...gli"interessi di bottega"che prevalicano i valori e la dignità intellettuale...questi che ho elencato sono solamente alcuni dei significati che scaturiscono da una sola singola immagine che è quella della città che si fa improvvisamente desertica a fronte dell'arrivo del gruppo di criminali.
Merita,a questo proposito,una menzione speciale la scena finale in cui gli abitanti,vedendo i banditi morti,escono subito come"topi"dalle loro case provocando il disgusto dell'eroe il quale getta sul terreno la stella da sceriffo per poi andarsene,forse per sempre,insieme alla coraggiosa moglie...quella stella lanciata a terra segna la parte più bella in assoluto di MEZZOGIORNO DI FUOCO.
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domenico rizzi
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giovedì 8 gennaio 2015
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un uomo solo, ma con una donna al fianco
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Difficile trovare aggettivi per questo autentico capolavoro del western, a suo tempo destinatario di ben 4 Oscar e di moltissime critiche da parte dei conservatori: John Wayne lo definì addirittura “il film più antiamericano che sia mai stata realizzato”. Il motivo risiede principalmente nel comportamento della cittadinanza di Hadley, che pianta in asso il proprio marshal Will Kane (sceriffo, nell’edizione italiana) di fronte al ritorno di quattro pericolosi criminali, ciò che fa gridare allo scandalo la gente convinta che gli uomini del West non siano dei codardi. In realtà, l’intento del regista Fred Zinneman è più sottile e vuole rappresentare la storia di un uomo solo che si ritrova, quale unica alleata, la propria giovane moglie, per giunta di fede quacchera, cioè non violenta.
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Difficile trovare aggettivi per questo autentico capolavoro del western, a suo tempo destinatario di ben 4 Oscar e di moltissime critiche da parte dei conservatori: John Wayne lo definì addirittura “il film più antiamericano che sia mai stata realizzato”. Il motivo risiede principalmente nel comportamento della cittadinanza di Hadley, che pianta in asso il proprio marshal Will Kane (sceriffo, nell’edizione italiana) di fronte al ritorno di quattro pericolosi criminali, ciò che fa gridare allo scandalo la gente convinta che gli uomini del West non siano dei codardi. In realtà, l’intento del regista Fred Zinneman è più sottile e vuole rappresentare la storia di un uomo solo che si ritrova, quale unica alleata, la propria giovane moglie, per giunta di fede quacchera, cioè non violenta. Del resto il medesimo tema verrà trattato molti anni dopo da Clint Eastwood ne “Lo straniero senza nome”, senza suscitare alcuno scalpore perché i tempi erano ormai cambiati e il maccartismo – che negli Anni Cinquanta inquisiva e perseguiva tutti i sospettati di attività antiamericane – era ormai un triste ricordo del passato. In poche parole, si potrebbe definire questo film come perfetto, sia per l’intensa caratterizzazione dei personaggi, quanto per il suo svolgimento generale: in “Mezzogiorno di fuoco” non vi è infatti una sola scena superflua, e la sua durata corrisponde effettivamente a quella della finzione cinematografica. All’impeccabile recitazione degli attori – Gary Cooper, Lloyd Bridges, Grace Kelly, Katy Jurado, Lon Chaney, Lee Van Cleef – si aggiunge una scenografia in bianco e nero molto efficace, che tratteggia con sapienti inquadrature i luoghi di questa cittadina del New Mexico, dalla stazione dove i banditi attendono l’arrivo del loro complice per consumare la vendetta ai danni di Kane, alle vie polverose del centro, all’interno del saloon, dove fervono le discussioni e fioriscono le scommesse su chi riuscirà a spuntarla fra i contendenti. Il Gary Cooper piuttosto anziano (all’epoca 53 enne) lega benissimo, contro tutte le previsioni di una produzione abbastanza scettica, con la 22 enne Grace Kelly, che recita la parte della moglie Amy. Molto efficaci le parti di Katy Jurado (Helen Ramirez) ex amante di Kane e del bandito Frank Miller (Ian Mc Donald) una messicana che è riuscita a farsi una posizione in una città di gringos prevenuti verso la gente meticcia (otterrà il Golden Globe come miglior attrice non protagonista) e di Lloyd Bridges (vicesceriffo Harvey Pell) padre dell’attore Jeff Bridges non ancora affermato. Essenziale, quasi si tratti di un film di John Ford, il duello finale, nel quale anche la timida e apparentemente tremebonda Amy dà una mano al marito uccidendo un fuorilegge con una pistolettata alla schiena. Kane affronta i delinquenti eliminandoli uno ad uno – tranne quello abbattuto da Amy – senza la consueta ritualità teatrale che accompagnerà molti film western, particolarmente quelli italiani, in seguito. Meritati i 4 Academy Award a Cooper (miglior attore protagonista)Williams e Gerstad (miglior montaggio) Dimitri Tiomkin (colonna sonora) Ned Washington e Dimitri Tiomkin (miglior canzone: Do not Forsake me oh my Darling, divenuta successo mondiale per merito del cantante italo-americano Frankie Laine). Ad essi si aggiungono 4 Golden Globe, a Cooper, alla Jurado, a Floyd Crosby per la fotografia e al solito Tiomkin. Grande risposta anche del pubblico. Costato poco più di 700.000 dollari, il film ne incassò 12 milioni soltanto in USA e Canada. “Mezzogiorno di fuoco” rimane, con la sua lineare semplicità, un modello che tutti i cineasti di western, soprattutto quelli molto inclini alle esagerazioni, dovrebbero tenere sempre in considerazione. L’American Film Institute lo ha collocato al 27° posto nella classifica dei 100 migliori film americani di ogni tempo.
Domenico Rizzi, scrittore
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andrea alesci
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mercoledì 8 luglio 2015
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l’ardua solitaria attesa dei giusti
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Le lancette degli orologi di Hadleyville battono il medesimo tempo di quelle ai nostri polsi in una coincidenza fra realtà e narrazione che è forza motrice di High Noon (questo il titolo originale di Mezzogiorno di fuoco). E dall’alto di un cielo ferocemente terso ci gettiamo a piombo sopra una cittadina qualsiasi del West, scortati dal motivo conduttore di Dimitri Tiomkin e da un trio di personaggi poco raccomandabili.
Fred Zinnemann descrive con artificiosa perfezione il canone western della vendetta, governante silente dell’azione sotto le misteriose spoglie di Frank Miller. Con quel nome che spaventa tutta Hadleyfield, il nome che scuote Will Kane (Gary Cooper) e lo fa rinunciare alla partenza con la novella sposa Amy (Grace Kelly) per obbedire al dovere morale di difendere la comunità nel suo ultimo giorno da sceriffo.
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Le lancette degli orologi di Hadleyville battono il medesimo tempo di quelle ai nostri polsi in una coincidenza fra realtà e narrazione che è forza motrice di High Noon (questo il titolo originale di Mezzogiorno di fuoco). E dall’alto di un cielo ferocemente terso ci gettiamo a piombo sopra una cittadina qualsiasi del West, scortati dal motivo conduttore di Dimitri Tiomkin e da un trio di personaggi poco raccomandabili.
Fred Zinnemann descrive con artificiosa perfezione il canone western della vendetta, governante silente dell’azione sotto le misteriose spoglie di Frank Miller. Con quel nome che spaventa tutta Hadleyfield, il nome che scuote Will Kane (Gary Cooper) e lo fa rinunciare alla partenza con la novella sposa Amy (Grace Kelly) per obbedire al dovere morale di difendere la comunità nel suo ultimo giorno da sceriffo.
Ecco il duello che prende corpo: tra il difensore della legge Will Kane e il trasgressore Frank Miller. Duello incrociato tra la presenza greve di un uomo solitario e l’assenza evanescente di un uomo spietato. Duello che si ricompone nel tempo, riemergendo dal passato di un arresto (fu Kane a mettere in manette Miller) e proiettandosi nel futuro di un mezzogiorno che accorre sui binari della ferrovia.
Ogni cosa mira a quel momento in una tensione crescente, mentre i minuti trascorrono uguali sia per noi che per Kane, errabondo in cerca di sodali per far fronte alla banda di Miller. Ma più passa il tempo più capiamo che Will Kane rimarrà solo, lasciato anche da Amy, virginale principio della non violenza e pure lei in attesa di quel mezzogiorno fatale per salire sul treno.
Andarsene come intende fare la messicana Helen Ramirez (Katy Jurado), già donna di Kane, quindi di Miller, prima di accompagnarsi brevemente all’inaffidabile vicesceriffo Harvey Pell (un giovane Lloyd Bridges, che molti ricorderanno poi come McCroskey ne L’aereo più pazzo del mondo), simbolo di una gioventù pretenziosa che vuole arrogarsi il potere per diritto acquisito.
Zinnemann è un geometra puntiglioso, che nulla lascia al caso e tutto riveste di simbolismi chiari come l’accecante luce del West: il vigliacco egoismo degli abitanti che non vogliono aiutare chi caparbiamente aveva riportato l’ordine; la politica menefreghista incarnata da Henderson, allorché nella chiesa prende le difese di Kane salvo concludere l’arringa dicendo che la sua presenza in città mette a rischio l’incolumità di tutti; infine, la (ir)responsabilità dei giudici che hanno mutato l’ergastolo di Miller in libertà condizionata.
Will Kane rimane solo, solo a lottare contro tutti, solo a rappresentare il paradosso di una società nella quale rispetto della legge e civiltà sono garantiti soltanto dall’esercizio delle armi. Solo ad attendere Frank Miller. Lì, da solo, mentre un abile dolly lo inquadra di spalle nel deserto piattume del nulla, nella polvere inerte della cittadina di Hadleyville.
Ma il fischio del treno che infine ci rivela i tratti di Frank Miller (Ian MacDonald) non è soltanto l’allarme di un destino che incombe: è anche il suono dell’amore di Amy per Will. Lo sceriffo combatte la banda di Miller, ma non è più solo a far fuoco: la giustizia si ricompone nel succedersi degli spari, un matrimonio si ricompone davanti al cadavere di Frank Miller. Una società però si spezza nel luccichio spento di una stella gettata a terra; poi la voce di Tex Ritter ci riporta lontano, oltre il mezzogiorno infuocato di un uomo tradito da troppi ma salvato dall’amore.
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il cinefilo
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giovedì 9 giugno 2011
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mezzogiorno di fuoco:il valore della giustizia
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Quando la giustizia smette di essere un principio di valore teso a unire tutta la società civile accade quello che succede in MEZZOGIORNO DI FUOCO...essa,probabilmente,non si"estingue"ma perde la sua importantissima carica idealistica la cui essenziale priorità è quella di dimostrare che quando il popolo di una qualsivoglia nazione democratica(e non solo un piccolo paese)si unisce nel momento del bisogno nessuna minaccia potrà riuscire a devastarne lo spirito unitario.
L'universalità del valore della giustizia la si può riscontrare ovunque essa sia saldamente radicata nella"personalità"di chiunque sia disposto,addirittura,a morire per essa(Will Kane,nel film).
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Quando la giustizia smette di essere un principio di valore teso a unire tutta la società civile accade quello che succede in MEZZOGIORNO DI FUOCO...essa,probabilmente,non si"estingue"ma perde la sua importantissima carica idealistica la cui essenziale priorità è quella di dimostrare che quando il popolo di una qualsivoglia nazione democratica(e non solo un piccolo paese)si unisce nel momento del bisogno nessuna minaccia potrà riuscire a devastarne lo spirito unitario.
L'universalità del valore della giustizia la si può riscontrare ovunque essa sia saldamente radicata nella"personalità"di chiunque sia disposto,addirittura,a morire per essa(Will Kane,nel film).
I grandi uomini della storia(Gandhi,Martin Luther King e numerosi altri)hanno retto le loro convinzioni su questo principio di base unico e indissolubile.
Il film di Fred Zinneman è un western in apparenza"piccolo"ma,in realtà,grande nella sua statura morale quanto potrebbe esserlo,in termini architettonici e ideologici,la statua della libertà negli Stati Uniti...e quando questi valori vengono a mancare(troppo spesso,pultroppo)la civiltà moderna diventa esattamente come una delle sequenze finali del film in cui è coinvolto lo sceriffo:un deserto in cui le coscienze sono sprofondate nel nulla e la fratellanza sociale rasenta l'estinzione.
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