luigi chierico
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martedì 14 luglio 2015
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indimenticabile
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L’anno 1952 il cinema rimane contrassegnato da una serie di famosi film su cui spiccano per affinità: “Gli occhi che non sorrisero”, con Jennifer Jones e Laurence Olivier, e “Luci della ribalta”, con Claire Bloom e Charles Chaplin. In entrambi una appassionata storia d’amore tra persone di diversa estrazione ed età, entrambe in un’altalena tra povertà e ricchezza, di miseria ed abbandoni,di successi ed insuccessi. Il bianco e nero la fa da padrone, impossibile pensare questo stupendo film a colori. I sentimenti delicati che nutre Calvero per Terry sono raffinati,di un candore sfumato di grigio, come la malinconia. I due grandissimi attori vi partecipano con tale vigore espressivo ed impegno professionale e sensibilità da strappare l’applauso a scena aperta, ma il cuore tenero dello spettatore si ferma, dagli occhi scende una lacrima e si è inermi, immobilizzati ad attendere.
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L’anno 1952 il cinema rimane contrassegnato da una serie di famosi film su cui spiccano per affinità: “Gli occhi che non sorrisero”, con Jennifer Jones e Laurence Olivier, e “Luci della ribalta”, con Claire Bloom e Charles Chaplin. In entrambi una appassionata storia d’amore tra persone di diversa estrazione ed età, entrambe in un’altalena tra povertà e ricchezza, di miseria ed abbandoni,di successi ed insuccessi. Il bianco e nero la fa da padrone, impossibile pensare questo stupendo film a colori. I sentimenti delicati che nutre Calvero per Terry sono raffinati,di un candore sfumato di grigio, come la malinconia. I due grandissimi attori vi partecipano con tale vigore espressivo ed impegno professionale e sensibilità da strappare l’applauso a scena aperta, ma il cuore tenero dello spettatore si ferma, dagli occhi scende una lacrima e si è inermi, immobilizzati ad attendere. Una musica deliziosa tocca le corde dell’anima in subbuglio, entra nella memoria per accompagnarti fuori dalla sala e per lungo tempo. La riascolti dopo decenni e la riconosci, un momento di tristezza e commozione. E così la musica sulle premiate note di “Limelight” ti segue eternamente con le parole:”Nei miei sogni ancor ti rivedrò…dove tu sarai io sarò…sempre tu lo sai ti attenderò.…se mi chiami da te verrò…finchè un battito di vita sentirò sarà per te…eternamente.”
La vita per molti è anche un’altalena per le condizioni di salute, purtroppo spesso il male che non viene dall’ignoto se lo crea l’uomo con il fumo, con l’alcool,con la droga, ecc. La vicenda si svolge un secolo fa, nel 1914 alla vigilia della Grande Guerra,quanti morti! Calvero dopo aver mietuto grandi successi da clown, come Charles Chaplin nelle vesti del celeberrimo comico Charlot, cede irrimediabilmente all’alcool che come sempre conduce l’individuo al suo totale annullamento, torna a mente il personaggio di Fran Algin, magistralmente interpretato da Bing Crosby nel capolavoro di Grace Kelli:”La ragazza di campagna”. Per Terry invece è la vita che ha infierito:orfana a pochi anni, vita di stenti, lasciata dalla sorella costretta a prostituirsi,cade in depressione sino a tentare il suicidio. Si dice che ci vuole più coraggio a vivere che a morire, ma chi lo dice non ha forse provato il buio totale attorno a sé che non fa vedere più nulla, nel vano buio un solo spiraglio di luce, lo cerchi ed è la fine. Terry invece incontra Calvero, un altro genere di disperato. La vita in due da malato a malata è un susseguirsi di momenti bellissimi e toccanti. Il tentativo di ridare luce a chi è stato nel buio lo dà il clown con le sue trovate. Il sorriso torna sul volto della non più disperata Terry,gli occhi tornano a sorridere e lei a ballare. La riconoscenza si trasforma in amore anche perché a sentire la voce del cuore l’amore non ha età. La ragione, che invece deve governare le azioni secondo le decisioni prese col cervello,induce ad una scelta terribile. Occorre vivere ed affrontare la realtà che può ancora portare al successo e alla fama. Lo spettacolo continua e sotto gli applausi di un pubblico entusiasta deve continuare, non così per lo spettatore che pur applaudendo al fotogramma “The end” deve abbandonare il locale con tante lacrime quanti sono gli applausi. E’ finito uno dei film della Storia del Cinema, Buona fortuna dolcissima Terry dalle “Scarpette rosse”, addio Calvero, vi ricorderemo sempre insieme all’altro famoso comico, suo partner,Buster Keaton.chibar22@libero.it
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renato c.
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mercoledì 27 marzo 2013
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che cavolo c'entra!?
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Questa è la recensione che ho fatto per "Luci della ribalta" di Charles Chaplin! Cosa c'entra con "I fiori di Kirkuk"?
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trimegisto85
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lunedì 30 luglio 2012
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il cuore e la mente, che grande enigma...
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La riflessione di un vecchio artista, che ha visto tanto e ha tanto da raccontare/lasciare al suo pubblico: lo fa grazie a Calvero, un comico semplice, un domatore di pulci che ormai vive grazie ai ricordi del suo successo ormai lontano ed è vittima di questi, quando gli portanono alla mente quelle stesse sale ormai vuote; tant'è che spesso vediamo il bastone del vagabondo di Chaplin appeso all'appendiabiti, lo impugna solo nei suoi sogni.
Così, perso il personaggio che dava peso alla sua persona, si presenta un Chaplin vecchio, stanco e ubriaco che barcollando incontra Terry (Claire Bloom), una ballerina distrutta nel corpo e nella mente che sceglie la strada più comoda, il suicidio, fallito grazie a Calvero; tuttavia, sarà proprio quest'incontro di due persone sull'orlo del precipizio a cambiare entrambi.
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La riflessione di un vecchio artista, che ha visto tanto e ha tanto da raccontare/lasciare al suo pubblico: lo fa grazie a Calvero, un comico semplice, un domatore di pulci che ormai vive grazie ai ricordi del suo successo ormai lontano ed è vittima di questi, quando gli portanono alla mente quelle stesse sale ormai vuote; tant'è che spesso vediamo il bastone del vagabondo di Chaplin appeso all'appendiabiti, lo impugna solo nei suoi sogni.
Così, perso il personaggio che dava peso alla sua persona, si presenta un Chaplin vecchio, stanco e ubriaco che barcollando incontra Terry (Claire Bloom), una ballerina distrutta nel corpo e nella mente che sceglie la strada più comoda, il suicidio, fallito grazie a Calvero; tuttavia, sarà proprio quest'incontro di due persone sull'orlo del precipizio a cambiare entrambi.
Mentre Calvero si prende cura di Terry durante la convalescenza, la ribilita nella mente e nello spirito, prima che nel corpo.
E la storia di due anime perse che si sostengono, si incoraggiano, si capiscono, perché vittime dello stesso male: il mal di vivere.
Ma una volta uniti, Terry trova la forza per tornare a ballare e Calvero tornerà per l'ultima volta a divertire il suo pubblico, il saluto di cui aveva bisogno prima di uscire di scena.
C'è tutto Chaplin in questo film con la sua forza e la sua maturità: nei monologhi sulla vita con Terry lancia ai giovani un messaggio che vuol dire lotta, grida e piangi ma vivi; un malinconico vecchio che da sinceramente tutto per il prossimo a tal punto da far nascere l'amore: amore per quella forza e quella bontà, amore intellettuale più che romantico...quest'ultimo destinato ad un giovane che si dichiarerà al crepuscolo.
Ma una recensione non può bastare a descrive del tutto un film che attinge al cinema muto: si, perché fatta eccezione per i monologhi, pregne come lettere testamentarie, i dialoghi sono scarni, essenziali: meglio parlare con uno sguardo, con il viso o con un gesto che usare parole fuori luogo, regola che vale anche nella vita.
Le emozioni sono ancora incastonate nel muto, non quello delle scenette buffe ma il muto che ascolta la musica e guarda la leggerezze del ballo, scene che comunicano senza dire niente, incantando e ammutolendo: lascia pietrificati davanti lo schermo; l'arlecchinata con la morte di Colombina e il ballo nel cimitero sono il miglior esempio.
Ed è allora che può calare il sipario, con un Calvero che non aggiunge nulla alla sua ultima bella serata, ormai non soffre più, e desidera solo poter godere di un'arte muta: il ballo della sua Terry.
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gianni lucini
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giovedì 22 dicembre 2011
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la malinconia non rassegnata di charlot
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Nel 1952 Charlie Chaplin porta sugli schermi di tutto il mondo la vicenda di Calvero, un artista di varietà sulla strada del declino che ridà un senso all’esistenza della ballerina Terry. Il film “Luci della ribalta” consacra l’ex enfant terrible del cinema hollywoodiano cacciato per sospette simpatie comuniste come uno dei più geniali personaggi del cinema del Novecento. Dopo l’amarezza sarcastica di “Monsieur Verdoux” torna a far capolino nel personaggio di Calvero la malinconia non rassegnata di Charlot, quell’omino con la bombetta, i baffi e il bastoncino che ha caratterizzato tutta la sua esistenza. Lo svolgersi della narrazione è accompagnato da una struggente colonna sonora scritta dallo stesso Chaplin.
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Nel 1952 Charlie Chaplin porta sugli schermi di tutto il mondo la vicenda di Calvero, un artista di varietà sulla strada del declino che ridà un senso all’esistenza della ballerina Terry. Il film “Luci della ribalta” consacra l’ex enfant terrible del cinema hollywoodiano cacciato per sospette simpatie comuniste come uno dei più geniali personaggi del cinema del Novecento. Dopo l’amarezza sarcastica di “Monsieur Verdoux” torna a far capolino nel personaggio di Calvero la malinconia non rassegnata di Charlot, quell’omino con la bombetta, i baffi e il bastoncino che ha caratterizzato tutta la sua esistenza. Lo svolgersi della narrazione è accompagnato da una struggente colonna sonora scritta dallo stesso Chaplin. Il tema principale è costituito da Eternamente, un valzer lento capace di coniugare insieme malinconia e speranza, gioia e tristezza, allegria e disperazione. Il brano, considerato da gran parte della critica come il migliore tra i tanti scritti da Chaplin, è diventato anche un classico della musica destinata ai balli di sala. Eseguito dalle migliori orchestre del genere continua a godere di una sorprendente vitalità.
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mondolariano
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sabato 16 aprile 2011
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una perla di saggezza
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E’ sempre rischioso tentare di accostare il cinema al teatro, ma in questo caso non dubito ad assegnare a “Luci della ribalta” la medaglia di bronzo di tutta la storia della filmografia. Certo, è teatrale e melodrammatico, ma quel particolare tipo di melodramma che assurge a capolavoro anche se ripreso dietro una cinepresa. Al massimo si può obiettare che il teatro come unica forma di spettacolo è cosa d’altri tempi, e dunque la recita dell’Arlecchinata può risultare noiosa al gusto moderno dello spettatore. Ma questi personaggi suscitano la nostalgia di un mondo passato, nella crisi di valori del giorno d’oggi, così che anche le velleità di Calvero sembrano simboleggiare una perdita umana insostituibile.
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E’ sempre rischioso tentare di accostare il cinema al teatro, ma in questo caso non dubito ad assegnare a “Luci della ribalta” la medaglia di bronzo di tutta la storia della filmografia. Certo, è teatrale e melodrammatico, ma quel particolare tipo di melodramma che assurge a capolavoro anche se ripreso dietro una cinepresa. Al massimo si può obiettare che il teatro come unica forma di spettacolo è cosa d’altri tempi, e dunque la recita dell’Arlecchinata può risultare noiosa al gusto moderno dello spettatore. Ma questi personaggi suscitano la nostalgia di un mondo passato, nella crisi di valori del giorno d’oggi, così che anche le velleità di Calvero sembrano simboleggiare una perdita umana insostituibile. Nasceranno altri Calvero in futuro? Nasceranno altre perle di saggezza, a cominciare dalle memorabili frasi con cui Charlie Chaplin richiama a nuova vita la ragazza? Forse no, nonostante la presenza del giovane musicista accompagnato dal leitmotiv “lui ti dirà che ti ama”. Nell’ora della morte, l’attore recita un copione che si fa tragica, ineluttabile realtà.
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il cinefilo
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giovedì 24 febbraio 2011
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chaplin sul viale del tramonto...ma splendidamente
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Chaplin,con LUCI DELLA RIBALTA(e,in buona parte ma in maniera diversa,anche con il precedente e bellissimo film MONSIEUR VERDOUX)certifica ufficialmente la"morte"del personaggio che lo ha reso celebre per una generazione e cioè il vagabondo Charlot protagonista di un infinità dei suoi classici...tanto che,si potrebbe dire,avrebbe potuto essere una forma di alter ego del leggendario regista e attore.
La riflessione sulla vecchiaia con tutti i suoi pregi e difetti(in questo caso sembrerebbero prevalere gli aspetti negativi malgrado il grande Chaplin abbia inniettato una travolgente vena di ottimismo che è quanto basta per abbandonare la tristezza,elemento più filosofico che psicologico,costante in tutto il film,e far emergere un profondo inno alla vita e alla gioia di godere i frutti della propria esistenza)è piuttosto interessante malgrado l'intera operazione soffra,nel suo complesso,una durata veramente eccessiva.
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Chaplin,con LUCI DELLA RIBALTA(e,in buona parte ma in maniera diversa,anche con il precedente e bellissimo film MONSIEUR VERDOUX)certifica ufficialmente la"morte"del personaggio che lo ha reso celebre per una generazione e cioè il vagabondo Charlot protagonista di un infinità dei suoi classici...tanto che,si potrebbe dire,avrebbe potuto essere una forma di alter ego del leggendario regista e attore.
La riflessione sulla vecchiaia con tutti i suoi pregi e difetti(in questo caso sembrerebbero prevalere gli aspetti negativi malgrado il grande Chaplin abbia inniettato una travolgente vena di ottimismo che è quanto basta per abbandonare la tristezza,elemento più filosofico che psicologico,costante in tutto il film,e far emergere un profondo inno alla vita e alla gioia di godere i frutti della propria esistenza)è piuttosto interessante malgrado l'intera operazione soffra,nel suo complesso,una durata veramente eccessiva.
Il mestiere del clown e il teatro sono le due"porte"metaforiche che Chaplin utilizza per riflettere non soltanto sul personaggio da lui interpretato ma anche sulla sua vita privata e la sua carriera...e tutto perfettamente in linea con il discorso del"tramonto"dello spumeggiante,mitico e assolutamente unico vagabondo Charlot.
P.S:Claire Bloom nei panni della ballerina innamorata di Calvero e Buster Keaton nel ruolo del partner di Calvero sono anch'essi molto ammirevoli nei loro rispettivi ruoli.
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toty bottalla
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sabato 6 novembre 2010
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il grande chaplin!...ma!...
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Confesso che è sempre un'emozione particolare vedere un film del grande CHAPLIN, tuttavia trovo che nelle sue opere lunghe e sonore ci sia sempre qualcosa che forse poteva essere fatta meglio, in questo caso, per esempio, il suo incontro con la ballerina dopo averla lasciata è ripreso male, lei si vede di spalle e in una scena così importante non ci sono primi piani che evidenzino quel momento importante, la scena del sogno sembra lunga e in qualche caso c'è troppa melodrammaticità. Il grande CHARLES però inquadra ed evidenzia in maniera forte la difficoltà di essere artisti spece quelli condannati a far ridere sempre e comunque lì al centro di un palcoscenico bersaglio della loro vita!
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luca scialò
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sabato 10 aprile 2010
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il lato umano degli artisti
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Calvero è un ex clown di successo, ora solo dedito all'alcool perchè nessun impresario lo assume per qualche spettacolo, essendo i suoi numeri ormai ritenuti superati e per nulla divertenti (ne è la riprova il fatto che il pubblico abbandona sovente anzitempo il suo numero). Egli prende però a cuore il caso di una ragazza che vive nell'appartamento sottostante al suo, Thereza Ambrose, che aveva tentato il suicidio. Scopre presto che è un'ex ballerina caduta in depressione per un trauma adolescenziale, e Calvero riesce a scuoterla e a farle riprendere la sua attività. Quando poi sarà lui a scoraggiarsi e ributtarsi nell'alcolismo, sarà lei ad incoraggiarlo.
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Calvero è un ex clown di successo, ora solo dedito all'alcool perchè nessun impresario lo assume per qualche spettacolo, essendo i suoi numeri ormai ritenuti superati e per nulla divertenti (ne è la riprova il fatto che il pubblico abbandona sovente anzitempo il suo numero). Egli prende però a cuore il caso di una ragazza che vive nell'appartamento sottostante al suo, Thereza Ambrose, che aveva tentato il suicidio. Scopre presto che è un'ex ballerina caduta in depressione per un trauma adolescenziale, e Calvero riesce a scuoterla e a farle riprendere la sua attività. Quando poi sarà lui a scoraggiarsi e ributtarsi nell'alcolismo, sarà lei ad incoraggiarlo.
Chaplin ci parla degli artisti, ritraendone la sfaccettatura più umana: i successi, le ansie, le disperazioni, le rivincite, gli ideali, le delusioni. Ci dà ancora un saggio della sua maestria nell'alternare momenti di comicità a momenti drammatici e struggenti. Riesce anche ad inserire spazi di alto teatro, tra cui la "Arlecchinata", che gli farà guadagnare l'Oscar per la musica nel 1972. Charlotte trova dei ritagli anche per i figlioletti e...Buster Keaton nel ruolo del suo partner nell'ultimo numero; forse il più riuscito di tutta la sua vita, che dimostrerà a lui stesso e soprattutto agli altri, che non era finito.
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renato c.
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mercoledì 3 marzo 2010
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il capolavoro di charles chaplin
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Veramente un capolavoro! Chaplin lascia i panni di Charlot per vestire quelli di un anziano clown un tempo famoso ed ora impoverito perchè non trova più lavoro! E mentre ricorda i tempi passati Calvero è praticamente uno Charlot un po' invecchiato. Un giorno salva dal suicidio ls bella Terry (Claire Bloom) e, nonostaste povero, la ospita e le fa da psicologo incoraggiandola all'ottimismo. La scena più bella è quando Terry, che si credeva paralizzata alle gambe non voleva entrare in scena (era solo un fattore psicosomatico) Calvero la schiaffeggia obbligandola a ballare e lei danza magnificamente! Quando poi la vede innamorata di lui ma corteggiata dal giovane Neville (interpretato da suo figlio Sydney), si fa da parte e sparisce per non tenere una giovane donna legata ad un anziano! Triste, ma bellissimo, il finale! E non possiamo dire che non sia meravigliosa la colonna sonora composta dallo stesso Chaplin, forse la colonna sonora più famosa della storia del cinema, che ci fa conoscere un Chaplin oltre che grande attore e grande regista, anche un grande compositore! Comporrà la colonna sonora dei suoi due films successivi, ed in età avanzata musicherà i suoi vecchi films muti (ne "Il circo" canterà anche la canzone dei titoli di testa!).
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Veramente un capolavoro! Chaplin lascia i panni di Charlot per vestire quelli di un anziano clown un tempo famoso ed ora impoverito perchè non trova più lavoro! E mentre ricorda i tempi passati Calvero è praticamente uno Charlot un po' invecchiato. Un giorno salva dal suicidio ls bella Terry (Claire Bloom) e, nonostaste povero, la ospita e le fa da psicologo incoraggiandola all'ottimismo. La scena più bella è quando Terry, che si credeva paralizzata alle gambe non voleva entrare in scena (era solo un fattore psicosomatico) Calvero la schiaffeggia obbligandola a ballare e lei danza magnificamente! Quando poi la vede innamorata di lui ma corteggiata dal giovane Neville (interpretato da suo figlio Sydney), si fa da parte e sparisce per non tenere una giovane donna legata ad un anziano! Triste, ma bellissimo, il finale! E non possiamo dire che non sia meravigliosa la colonna sonora composta dallo stesso Chaplin, forse la colonna sonora più famosa della storia del cinema, che ci fa conoscere un Chaplin oltre che grande attore e grande regista, anche un grande compositore! Comporrà la colonna sonora dei suoi due films successivi, ed in età avanzata musicherà i suoi vecchi films muti (ne "Il circo" canterà anche la canzone dei titoli di testa!). Grazie caro Charlot! Sei stato uno dei più grandi artisti del XX° secolo!
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tony71
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venerdì 27 novembre 2009
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capolavoro
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Il capolavoro di Chaplin. Il film testamento che racchiude tutte le mediatazioni sulla vecchiaia, una sorta di viale del tramonto della vita. Con un indimenticabile tema musicale
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