Dies Irae |
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Un film di Carl Theodor Dreyer.
Con Thorkild Roose, Lisbeth Movin, Anna Svierkier, Kirsten Andreasen, Sigurd Berg.
continua»
Titolo originale Vredens Dag.
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
b/n
durata 105 min.
- Danimarca 1943.
MYMONETRO
Dies Irae
valutazione media:
4,83
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Opera d'arte.di Julien SorelFeedback: 20653 | altri commenti e recensioni di Julien Sorel |
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venerdì 18 giugno 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Assai lungamente si potrebbe scrivere e discutere dinanzi a opere cinematografiche del genere, i diversi livelli di analisi infatti,proporrebbero infinite questioni da analizzare e svariate considerazioni su cui soffermarsi. Tuttavia prima d'ogni cosa, cercando il pìù possibile di evitare eventuali digressioni, vale la pena enunciare alcune premesse. Il cinema oggi, nella maggior parte dei casi, si propone perlopiù l'intento di "dilettare e soddisfare" lo spettatore, si esprime attraverso nuovi linguaggi e spesso, subisce e assimila contaminazioni più o meno piacevoli. Il cinema di oggi racconta storie interessanti, talvolta profonde e impegnate, altre meno, servendosi di canoni e registri oramai collaudati e in taluni casi anche corrosi. Il merito che appartiene a pellicole come Dies Irae, è quello innanzitutto di riuscire a rappresentare un'opera assoluta che innalza ai massimi livelli la completezza cinematografica, riuscendo a superare i confini e limiti del cinema stesso. Dies Irae descrive e imprime un periodo, un'idea, una corrente artistica, non soffermandosi su dettagli o pretesti limitati a contensti sociali, ma raccontando tematiche e pensieri universali e anacronistici. Merito principale è senza dubbio quello del regista, precursore e sperimentatore di un cinema sino ad allora mai visto. Le sue opere richiamano l'arte tipica dei luoghi e del tempo a lui vicini, il nord europa e l'espressionismo. Espressionismo che come nella pittura, anche nel cinema ben si adatta e sviluppa. Il film viene realizzato nel 1943, data significativa poichè in piena occupazione tedesca, collocazione cronologica questa che fa assumera al film una rilevanza ancora maggiore e significativa. La tematica fondamentale, già trattata in pellicole precedenti da Dreyer, è il rapporto dell'uomo dinanzi alla morte e all'ultraterreno, la superstizione, l'intolleranza e i pregiudizi. Notevole inoltre è il richiamo della vicenda alla tragedia classica Ellenica. Ambinetato nella Danimarca del 1632, ultimi feroci anni dell'inquisizione, il film racconta la storia di una giovane donna, Ann, sposata per obbligo morale ad un pastore il quale, anni prima le risparmiò la madre dal rogo a cui era stata condannata. Privata della giovinezza e costretta a vivere con un uomo troppo lontano e disinteressato, la donna riversa l'amore nel figlio del pastore. Come una sorta di vendetta e maledizione, la giovane donna sceglierà per se ciò che più ama, condannando ad una tragica fine l'equilibrio ed il destino della famiglia. Finale dai tratti epici, in cui la protagonista Ann, assume il ruolo di icona rivoluzionaria e "demolitrice" di ogni ipocrisia del tempo e dell'uomo, rivelandosi massimo esempio di libertà ed indipendenza. Sarebbero ancora tante le tematiche e dettagli su cui ci si potrebbe soffermare, tuttavia l'ipotesi più giusta è semplicemente quella di guardare il film e lasciarsi tresportare dall'impeto e dalla drammaticità di questa storia. Opera d'arte.
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