Prima la trama, poi il fondo

(segue) Basti pensare alle animazioni - prese in prestito dalle opere di Renata Pfeiffer -  della bicicletta verde (il colore della speranza) e dell’aquilone giallo (il colore dell’oro, quindi della luce e del dialogo) che diventano trasfigurazioni prima del bambino e in seguito dell'uomo. E del suo desiderio di andare. Di crescere. Di oltrepassare le barriere dell’indifferenza per capire cosa ci accomuna. Sia esso bambino, sia esso anziano. Per scoprire che la bellezza si manifesta intorno a noi attraverso simboli che ci appartengono e che ci individuano come esseri. Come creature degli abissi: cieche eppure limpide fino a diventare trasparenti. Come gioielli presenti in natura: che si possono cogliere come il frutto di un albero, purchè gli si restituisca la cortesia dello stesso rispetto che esso ci riserva per darci nutrimento. Come punti individuali che hanno il potenziale di espandersi fino a diventare linee, forme ed orizzonti.
Perché l’orizzonte è commovente da qualsiasi prospettiva lo si guardi. Basta solo ammirarlo ed ascoltarlo. Lui ci racconterà del nostro vissuto, del nostro domani e ci donerà la poesia dell’infinito. Quello delle possibilità che ognuno di noi può scorgere davanti a sè nella propria vita fino a riconoscersi in quella degli altri. Dandoci il conforto e la speranza di non sentirsi mai incompresi.