Hellzapopping

Hellzapoppin' rivela già nel titolo il suo programma di opera "infernale" e rocambolesca - e a scanso di equivoci proprio un diavolo, nei titoli di testa, invita a lasciare da subito ogni speranza: "Ogni somiglianza tra Hellzapoppin' e un film è puramente casuale" - essenzialmente anomala rispetto ai canoni hollywoodiani dell'epoca. Immediatamente catapultati nel caos di una commedia senza trama (e senza l'intenzione di averne una, nonostante le vivaci proteste del regista), assistiamo al rincorrersi di personaggi improbabili impegnati in gag e coreografie surreali, battute sguazzanti nel non-sense e spassose sperimentazioni visive (gli attori si rivolgono direttamente al pubblico in sala, litigano col proiezionista del film che per ripicca infligge loro inaspettate sovraimpressioni e rewind di pellicola). Il ritmo indiavolato delle prime sequenze indulge ai toni piu' rilassati della seconda parte, film nel film che lascia piu' spazio a equivoci amorosi, numeri musicali e danze acrobatiche, sempre venati dalla spiazzante assurdità che rende questo film - a dispetto e sberleffo della sua stessa età - ancora unico e memorabile.