Pasolini un delitto italiano |
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Un film di Marco Tullio Giordana.
Con Claudio Amendola, Giulio Scarpati, Nicoletta Braschi, Carlo De Filippi, Victor Cavallo.
continua»
Drammatico,
durata 98 min.
- Italia 1995.
- C.G.D - Cecchi Gori Distribuzione
uscita giovedì 7 settembre 1995.
MYMONETRO
Pasolini un delitto italiano
valutazione media:
2,67
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Dai dubbi al crollo della prima ipotesidi Gianni LuciniFeedback: 29144 | altri commenti e recensioni di Gianni Lucini |
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sabato 22 ottobre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Le prime scene del film sembrano quelle tipiche dei polizieschi, con una lunga serie di riprese dall’interno di un’auto che corre veloce sul lungomare di Ostia verso il suo destino. A differenza del ragazzo che è alla guida dell’auto Marco Tullio Giordana non ha fretta. Lascia che lo spettatore assista allo svolgersi dei fatti e si vi si immerga totalmente fino all’enunciazione della versione ufficiale sulla morte di Pier Paolo Pasolini. A partire da quel momento inizia a introdurre alcuni elementi che sembrano contraddire quella che viene presentata come la verità: un magistrato che spiega a Pelosi che se si assume l’intera responsabilità può cavarsela senza troppi danni, errori nell’acquisizione delle prove e qualche dettaglio che non quadra. All’inizio sembrano frutto di dimenticanze o di casualità ma poi si fanno progressivamente più numerosi fino a dare l’idea di un disegno complesso e articolato. Per agevolare la narrazione introduce un paio di personaggi di fantasia cui è affidato il compito che nei documentari ha spesso la voce fuori campo: aiutare lo spettatore a collegare le varie informazioni e a comprendere i passaggi più difficili. Entrambi sono poliziotti ed entrambi non sono troppo convinti della “verità ufficiale”. Il primo è l’ispettore Pigna, un investigatore all’antica che si accorge immediatamente che gli indizi non combaciano con la ricostruzione e l’altro è Trepalle, un agente borderline infiltrato nei gruppetti di bulli dell’estrema destra romana, cui è delegato il compito di dipanare la matassa delle collusioni tra malavita ed estremismo di destra in cui sarebbe maturato l’assassinio di Pasolini. Sono le uniche invenzioni di un film che racconta la realtà alternando spezzoni di cronache dell’epoca a ricostruzioni sceniche così precise da diventare pian piano indistinguibili dai filmati storici. Tutti i personaggi hanno il volto e il corpo di un attore o di un’attrice tranne Pier Paolo Pasolini il cui volto è sempre quello vero, rubato da filmati d’epoca. All’efficacia della narrazione filmica non è estraneo l’eccellente lavoro di montaggio svolto da Cecilia Zanuso che nel 1996 proprio per questo film riceve il David di Donatello per il miglior montaggio.
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