Arriva la bufera |
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Un film di Daniele Luchetti.
Con Diego Abatantuono, Margherita Buy, Angela Finocchiaro, Silvio Orlando, Marina Confalone.
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Commedia,
durata 105 min.
- Italia 1992.
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Straordinaria profezia sulla spazzaturadi PaolodilautreamontFeedback: 440 | altri commenti e recensioni di Paolodilautreamont |
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martedì 26 luglio 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Notevole rivedere oggi Arriva la bufera del regista Daniele Luchetti, con Margherita Buy. Diego Abatantuono, Silvio Orlando. E' un film del 1992 sulla corruzione sociale (quella che ci sfugge e che è molto più grave di quella politica). Film più leggero e ironico del Portaborse, è più realista perché riesce a offrire un ritratto impietoso delle società metropolitane -a 360 gradi e senza indicare una Chiesa in grado di salvarci, col voto o con la correità. Nel pieno di Mani Pulite, Luchetti svela le malinconie superficiali di un giudice con la solita crosta bonapartista e incorruttibile, capitato per caso nel profondo Sud come il comandante dei carabinieri de Il giorno della civetta di Sciascia. Il centro del plot è costituito dalla spazzatura, dal suo trattamento, dagli inceneritori, dal vulcano il cui fuoco simbolico cova al di sotto di ogni cosa. Ottimi i tre protagonisti, buona velocità di scorrimento. Un poco eccessiva/ kitsch/retorica, anche se è la parte più profetica del film, la scena dell'esplosione vulcanica al di sotto delle discariche, con tutta la città sepolta da una pioggia di sacchetti della spazzatura, invece che di cenere e lapilli: da Pompei alla Napoli inizio secondo millennio appunto... Il pregio maggiore del film consiste nel contenimento della tentazione di impartire lezioni di catechismo politico: ci si muove in un clima di antipolitica, di progressismo/neomarxismo, che cerca di combattere contro la suburra etica con la convenzionalità borghese della Legge, illusione messa a nudo e sbeffeggiata dalle figure di Mario Solitudine (Silvio Orlando) e della sua amata Eugenia Fontana (Margherita Buy). I due, schiacciati da un mondo di micragnosi che ruotano attorno all'impero costruito sulla spazzatura dalla famiglia Fontana, sono evasi fin dall'infanzia nel mondo di Dante e Beatrice, Abelardo ed Eloisa, Paolo e Virginia. Nessuna speranza quindi, nessuna salvezza può arrivare da San Marx o Sant'Antonio. Siamo in un à rebours decadentista in cui l'umanità l'individuo è "salvato" dalla poesia e dalla fuga. Film ingenuo, ma davvero profetico nella sua rappresentazione della spazzatura come DNA della società italiana contemporanea. P.S. Voglio un film sulla vita di Luciano Pavarotti, con Diego Abatantuono come protagonista. Regista e produttore mi contattino subito.
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