Sucker Punch |
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Un film di Zack Snyder.
Con Abbie Cornish, Oscar Isaac, Daniel Bristol, Malcolm Scott, Lee Tomaschefski.
continua»
Azione,
durata 105 min.
- USA, Canada 2011.
- Warner Bros Italia
uscita venerdì 25 marzo 2011.
MYMONETRO
Sucker Punch
valutazione media:
3,27
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La liberazione della donna dal ruolo di oggettodi Riccardo76Feedback: 6592 | altri commenti e recensioni di Riccardo76 |
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lunedì 4 aprile 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Non è passato nemmeno un anno dall'uscita di "Inception" e già si vedono le sue influenze nel cinema americano. L'ultimo film di Zack Snyder riprende infatti la stratificazione della realtà adottata da Nolan nel suo capolavoro. Sono infatti tre i livelli di narrazione che si intrecciano in "Sucker Punch", un action-fantasy movie tutto al femminile, che narra il tentativo disperato di Baby Doll di evadere da una realtà orribile, violenta e oppressiva, rappresentata in tre modi diversi, ma al contempo in relazione tra loro: un manicomio - il primo livello, la cornice, vale a dire la realtà effettiva - dove la protagonista viene fatta rinchiudere dopo aver accidentalmente ucciso la sorellina, nel tentativo di salvarla dalle grinfie del patrigno; un postribolo - il secondo livello, una realtà immaginata dalla ragazza - ; un mondo post-atomico in guerra - il terzo livello, un ulteriore frutto dell'immaginazione di Baby Doll - dove si mescolano guerrieri ed armi appartenenti alle più svariate tipologie, senza limiti di tempo né di spazio. Anche se apparentemente diversi, i tre mondi sono uniti dallo stesso senso di oppressione e di imprigionamento, da cui si può fuggire soltanto utilizzando l'astuzia, la forza e la propria femminilità (l'astuzia adottata da Baby Doll per superare le cinque prove, necessarie al recupero di oggetti indispensabili per la fuga, è infatti quella di distrarre il nemico attraverso la sensualità della propria danza). I tre mondi sono inoltre uniti dalla inaudita violenza perpetrata dai pesonaggi maschili, che detengono il potere e sono i responsabili dell'imprigionamento. Il fatto che il regista accentui fino all'esagerazione le caratterizzazioni degli uomini, raffigurati estremamente crudeli e disgustosi, acquista un senso se si considera il film nell'ottica di un manifesto della liberazione della donna dal ruolo di oggetto, che da sempre le è stato imposto dall'uomo. Non a caso si trattano temi come la violenza sessuale sulle figlie, o la prostituzione, qui in un postribolo gestito da un pappone senza scrupoli, che vede effettivamente le proprie donne soltamente come fonti di guadagno. Quello che risulta geniale è il modo in cui questi mondi entrano in contatto: la protagonista nei momenti più difficili ricerca il coraggio nell'immaginarsi ora come prigioniera di un bordello ora come guerriera infallibile; non a caso l'evasione prevede una lotta continua, perciò l'immagine della combattente, abile anche nelle arti marziali, è certamente emblematica. Sorprendente è anche il fatto che la protagonista riesca a trascinare nei suoi mondi anche altre quattro ragazze.
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