La storia racconta di una ragazzina di nome Baby Doll incolpata dell'uccisione della sorella dal malvagio patrigno e rinchiusa da questi in un istituto mentale.
A rischio di sevizie e lobotomizzazione da parte di inservienti corrotti Baby Doll si rifuggia in un mondo fantastico creato dalla sua mente per sfuggire alla sua realtà da incubo e nel contempo architettare un piano di fuga. Il manicomio diventa così un club in cui le pazienti sono ballerine costrette alla prostituzione e dove Baby Doll riesce a incantare i clienti con straordinarie danze, ognuna delle quali a loro volta equivalgono ad un altro mondo di fantasia.
Nel suo film più personale, perchè completamente ideato da lui stesso e non tratto da un fumetto come "Watcheman" o "300", Zack Snyder si lascia andare senza porsi dei limiti partorendo così la sua opera meno riuscita.
I primi dieci minuti sono assolutamente perfetti, abbiamo una notevolissima dimostrazione delle capacità artistico visive del regista igrazie ad una lunga sequenza priva di dialoghi dove fanno da padrone le immagini e una cover di "Sweet Dreams". Sequenza dalla fotografia cupa e suggestiva, ricca di scelte stilistiche e trovate originali; qui Snyder si lascia andare a virtuosismi a dir poco efficaci.
Peccato che dopo questa parte introduttiva la mano di Snyder si lasci andare esageratamente, perdendo quel senso della misura presente in quei primi 10 minuti, inseguendo chissà quali ambiziosi obbiettivi e finendo con strafare clamorosamente."Sucker Punch" si presenta così come una "inutile" accozzaglia di roba: tra citazioni, omaggi, fusioni di generi, sexy ragazze uscite da manga giapponesi, mescolando videogame a fumetti, Kill Bill a Moulin Rouge e chi più ne ha più ne metta. Tutte cose che vanno ad ammassarsi l'una sull'altra arrivando a soffocare un film tanto sfarzoso a livello estetico quanto debole nei contenuti. Intento ad agghindare in maniera confusionaria la "superficie" della sua creatura Snyder trascura infatti la sfera emotiva ma soprattutto evidenzia la fiacchezza di una sceneggiatura che sembra non sapere che strada prendere, che evita di approfondire certe tematiche o di dare spessore ai personaggi puntando invece all'azione e allo spettacolo, una sceneggiatura dove a volte sembra assente un nesso logico tra le diverse scene e che procede in maniera stanca e forzata verso un finale non banale ma frettoloso nella sua costruzione e per questo incapace di colpire a dovere.
Anche la colonna sonora per quanto sia bella il più delle volte è invasiva, dà l'impressione di assistere a un lungo montaggio di videoclip. Zack Snyder eccede anche nelle scene d'azione frenetiche e martellanti, troppo presenti, troppo monotone, difficili da seguire, per questo poco coinvolgenti e dunque nella loro abbondanza portatrici di noia. L'azione schiaccia i dialoghi, vediamo le protagoniste imbracciare fucili e sparare a ripetizione senza mai proferire mezza parola, alle prese con le missioni belliche nei diversi mondi paralleli creati dalla immaginazione di Baby Doll che si succedono come i livelli di un videogame sparattutto.
Così facendo Sucker Punch si riduce quasi esclusivamente ad un misero stratagemma commerciale studiato a tavolino per attirare più spettatori possibili.
Sulla carta le potenzialità di questo progetto erano altissime, Zack Snyder a causa di troppa foga nel voler dimostrare il suo talento registico e forse anche con un pò troppa presunzione ha affondato il tutto. Un peccato.
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