Dopo una sanguinosa rapina, Seth e Richard Gecko, due dei più pericolosi killer degli USA, fuggono verso la frontiera messicana, braccati dall’FBI. Durante il viaggio, prendono in ostaggio un ex prete che ha perso la fede, con i suoi due figli e giungono alla frontiera dove il misterioso Carlos, offre loro protezione in un bordello per camionisti chiamato Titti Twister, locale aperto dal tramonto all’alba. Ma il locale è il covo di un esercito di vampiri assetati di sangue. I quattro improbabili eroi, sono costretti a lottare per la loro vita contro un male di cui non sospettavano nemmeno l’esistenza…
Nove anni prima di Sin City, e undici prima di Grindhouse, Robert Rodriguez e Quentin Tarantino, i due cineasti più geniali e folli della storia del cinema, collaborarono nel lontano 1996, e il frutto di quella collaborazione fu Dal tramonto all’alba.
Questa pellicola ha mozzato come un’accetta, in due parti, la critica: da una parte chi lo considerava un film squallido con spunti geniali, e chi lo ha definito un capolavoro.
A parer mio, Dal tramonto all’alba è esattamente l’unione delle due cose, non film squallido, ma neanche capolavoro.
Certamente non è il miglior horror mai girato ( ce ne vuole di strada per arrivare al Shining di Kubrick ), ma è un prodotto di genere che sicuramente è degno di nota.
Dal tramonto all’albaè un film abbastanza difficile da recensire, per questo lo analizzo fase per fase.
Innanzitutto, questo movie è scritto da Quentin Tarantino e per le quasi due ore di visione se ne sente, e anche bene, lo stile: violenza surreale, situazioni grottesche e geniali, improbabili antieroi che acquistano combattendo, la redenzione, dolci fanciulle che diventano spietate amazzoni, citazioni dai B-movie anni 70 e dai capolavori del cinema a piene mani, scene di lotta alla Chuck Norris e, forse la cosa migliore, dialoghi lunghi fino all’inverosimile, contorti e allo stesso tempo illuminanti: « Io ho capito, fuori c'è un branco di vampiri del cazzo che vengono qui per succhiarci un bel po' di sangue e questo è tutto, chiaro e semplice. Non voglio sentire nessuno che dica "ma io non ci credo ai vampiri del cazzo" perché io non ho mai creduto ai vampiri del cazzo ma credo a quello che vedo negli occhi e quello che ho visto erano dei vampiri del cazzo. Allora siamo tutti d'accordo nell'affermare che abbiamo a che fare con dei vampiri del cazzo? ».
La fonte d’ispirazione per Tarantino è stato scrivere un horror simile a L’alba dei morti viventi solo che al posto degli zombie, ci mette i vampiri ( geniale ).
Inoltre, ha utilizzato lo stile narrativo che usa Stephen King nei suoi libri ad esempio Cujo dove una gran parte di romanzo ci presenta i protagonisti, raccontandoci le loro avventure quotidiane, i loro problemi e le loro gioie, per poi aggiungere la componente horror ( in Cujo è il cane affetto da rabbia che uccide le persone ) in modo che il lettore, resta coinvolto nella vicenda, e segue con coinvolgimento il destino dei personaggi. Nel film di Rodriguez succede la stessa cosa.
Ma ecco come Rodriguez imposta nel suo film lo stile di King: la pellicola si apre come un hard boiled degno di Brian De Palma o di Martin Scorsese, è un susseguirsi di rapine, inseguimenti e sparatorie sanguinose e tensione a non finire.
Verso il 70° minuto, invece, la parte thriller ( che resta la migliore ), si evolve in maniera naturale, in un horror alla Carpenter, un truculento massacro fatto di squartamenti, decapitazioni, sangue, ossa e arti che schizzano via, il sangue verde dei vampiri ( in questo film sono utilizzati gli effettacci splatter che riescono a farti sbellicare dalle risate ).
In questa parte, George Clooney da veramente prova di essere un bravo attore, Juliette Lewis, si è dimostrata ancora una volta, un’ottima attrice emergente ( ve la ricordate in Cape Fear? ), Harvey Keitel non apro bocca, straordinario come sempre.
Ma il mio personaggio preferito è sicuramente quello di Tom Savini, troppo spassoso quando cerca di nascondere la sua identità da vampiro ai compagni mentre viene raccontato un aneddoto sul Vietnam.
Il clima di paranoia presente nella parte horror è paragonabile a quella de La cosa di Carpenter.
Guardatelo questo film, che mischia l’horror con il noir e il film on the road, perché, mai, lo splatter è stato così divertente.
E per i musicofili più accaniti, li attende una colonna sonora atomica e straordinaria.
Vietato, in Italia, ai minori di 18 anni.
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