Il film s'è rivelato piacevole e divertente, pieno di trovate e di citazioni tratte dal filone più serio delle avventure di spionaggio "per adulti". Ma, d'altra parte, non bisogna dimenticare che i film d'azione basati sulle opere letterarie che rappresentano il mondo delle spie possono spaziare da visioni tetre, sanguinarie e violente (in cui l'intrigo è una mera scusa per introdurre il lettore/spettatore in un mondo violento e in una visione della vita che contrappone in maniera netta i buoni ai cattivi) a quelle di tipo più "conradiano" in cui il protagonista è fondamentalmente un personaggio "esistenziale" e tormentato, a quelle in cui il racconto si dispiega tra trovate mirabolanti e un po' fantasmagoriche e un tocco di leggera ironia nel tratteggiare i personaggi (dalla spia che non si prende troppo sul serio e ironizza su se stesso al nemico dell'umanità intera di turno che viene dipinto in modo grottesco e paradossale). Le storie di Alex Rider (che non ho mai letto e che potrò esplorare proprio grazie a questo film) e dunque questo stesso film sembrano appunto appartenere a questa terza categoria. La serie di "Spy Kids", altrettanto: ma questa - come osserva mio figlio ormai alle soglie dell'adolescenza- offre delle storie rivolte essenzialmente a bambini e agli adulti che li accompagnano (sono storie che fanno sorridere, se non ridere, ma che comunque con le loro trovate avvincono). Già Alex Rider si fa più serio ed è decisamente adatto ad un adolescente che inizia il suo percorso di individuazione e di costruzione dell'identità: adatto, dunque, questo film ad un pubblico di adolescenti, ma anche piacevole per gli adulti, poichè il protagonista e i suoi avversari si muovono a metà (sono perfettamente d'accordo con altri recensori) tra il mondo degli Spy Kids e quello del più adulto 007): vi è ironia, levità, ma nello stesso una sufficiente forza nel ritmo narrativo da attrarre gli spettatori più esigenti.
Bella l'idea della trasmissione dell'addestramento da una generazione all'altra attraverso forme inapparenti (e non consapevoli) di apprendimento: la formazione al ruolo attraverso il gioco. Ci si forma a qualcosa senza sapere che ci sta formando: molto orientale come concezione (che rimanda alla serie di Karate Kid).
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