Il cattivo tenente |
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Un film di Abel Ferrara.
Con Harvey Keitel, Frankie Thorn, Victor Argo, Zoë Lund, Frank Adonis.
continua»
Titolo originale The Bad Lieutenant.
Drammatico,
durata 96 min.
- USA 1992.
MYMONETRO
Il cattivo tenente
valutazione media:
3,48
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Cattivo tenentedi G. RomagnaFeedback: 16232 | altri commenti e recensioni di G. Romagna |
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sabato 23 gennaio 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un film crudo, truce e di una potenza trascinante. La parabola di questo tenente drogato, alcolizzato e cattolico è una vera e propria via crucis di un peccatore che, prigioniero del vizio umano, non riesce a redimersi. Il suo percorso è una completa esplorazione, terribile e quantomai realistica e calzante, del peccato in tutte le sue forme, un'esplorazione che penetra sin nell'abisso della bassezza, ma che, perlomeno sino al dirompente arrivo del finale, non riesce mai, come invece riusciva a fare il Dmitrij Karamazov dostoevskijano, a tuffarsi al contempo in quello, altrettanto profondo, della virtù e della salvazione. Il film è organizzato in vere e proprie tappe, come quelle che condussero Cristo sul Calvario, che guidano il protagonista in un progressivo cammino verso la disperazione assoluta (simboleggiata dalle scommesse sulle partite di baseball tra Mets e Dodgers) alla quale si affianca, negli ultimi minuti, il contatto con quella pura ed immacolata virtù cattolica che egli ha sempre invano inseguito (di dirompente forza la scena della visione di Gesù in chiesa) ed il breve, ma significativo e definitivo avvento della redenzione nell'abbracciare attivamente il supremo dono del perdono, lo stesso che il Redentore dimostrò di fronte all'umanità, salvandola, dopo il suo martirio. Il Cattivo Tenente è senza dubbio un piccolo capolavoro di una violenza illustrativa (per la crudezza delle immagini) e simbolica (per il suo significato) inaudite, che riesce ad esplorare in maniera lucida ed illuminante i due abissi del sacro e del profano con un fare assolutamente dostoevskjiano, quantunque più crudele e, appunto, violento. Il dipanarsi degli eventi è intriso della travagliata vita, della filosofia e del credo del regista, il cattolico Abel Ferrara, che racconta con terribile efficacia delle tappe di esplorazione del peccato per le quali egli stesso è passato. Harvey Keitel, semplicemente magnifico nel ruolo del tenente, ci regala probabilmente la sua miglior interpretazione. Bellissima infine la colonna sonora, con la voce di Johnny Ace in Pledging My Love che accompagna il protagonista nel suo ultimo, definitivo ed inconsapevole passo verso la raggiunta redenzione. Straordinario. Quattro stelle e mezzo.
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