adriana moltedo
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domenica 8 dicembre 2019
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a me gli occhi
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Al centro della narrazione de L’inganno perfetto, due grandi attori inglesi shakespeariani, che si sono allenati a teatro per lungo tempo, Mckellen ed Hellen Mirren.
Lei interpreta Betty McLeish,una ricca vedova che finisce nelle mani di un truffatore seriale, scaltro ed esperto Roy Courtmay, che la seduce per arrivare al suo patrimonio.
I due si trovano bene tra loro e l’impresa è sempre più difficile. I due vecchi astuti si rincorrono ma mai il pubblico arriverà a capire cosa bolle in pentola, cosa succederà al finale così come ci viene presentato.
Ian McKellen e Hellen Mirren, lavorano soprattutto con gli occhi.
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Al centro della narrazione de L’inganno perfetto, due grandi attori inglesi shakespeariani, che si sono allenati a teatro per lungo tempo, Mckellen ed Hellen Mirren.
Lei interpreta Betty McLeish,una ricca vedova che finisce nelle mani di un truffatore seriale, scaltro ed esperto Roy Courtmay, che la seduce per arrivare al suo patrimonio.
I due si trovano bene tra loro e l’impresa è sempre più difficile. I due vecchi astuti si rincorrono ma mai il pubblico arriverà a capire cosa bolle in pentola, cosa succederà al finale così come ci viene presentato.
Ian McKellen e Hellen Mirren, lavorano soprattutto con gli occhi.
Occhi innamorati, occhi che ingannano, occhi dì solitudine occhi cerulei di sgomento, di cattiveria, di vendetta.
La loro è una truffa con gli occhi che non si sa dove va a parare.
Attori di altissimo livello diretti a dovere.
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eugenio
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mercoledì 18 dicembre 2019
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due attori d’annata in un robusto heist-movies
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Ian McKellen e Helen Mirren. Due giganti del cinema/teatro famosi nelle loro interpretazioni (fra i tanti Il signore degli anelli- Gandalf e Il diavolo veste Prada- Miranda) che li hanno resi celebri al grande pubblico.
Che ci fanno insieme in un film di inganni e menzogne?
La parola a Bill Condon, il regista de L’inganno perfetto, che lascia spazio a un duello alla Carnage (nonostante le riprese non siano prepotentemente da dramma da camera alla Ibsen ma più aperte a un passato fatto di guerra e sopraffazioni e un presente complicato e difficile) in cui niente è ciò che sembra e nella quale ogni imbroglio nasconde dietro di se una matassa difficile da districare.
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Ian McKellen e Helen Mirren. Due giganti del cinema/teatro famosi nelle loro interpretazioni (fra i tanti Il signore degli anelli- Gandalf e Il diavolo veste Prada- Miranda) che li hanno resi celebri al grande pubblico.
Che ci fanno insieme in un film di inganni e menzogne?
La parola a Bill Condon, il regista de L’inganno perfetto, che lascia spazio a un duello alla Carnage (nonostante le riprese non siano prepotentemente da dramma da camera alla Ibsen ma più aperte a un passato fatto di guerra e sopraffazioni e un presente complicato e difficile) in cui niente è ciò che sembra e nella quale ogni imbroglio nasconde dietro di se una matassa difficile da districare.
La trama di Inganno perfetto è tutta qui, nella sua semplicità disarmante di due ottuagenari che si incontrano in una chat di incontri, si scoprono, iniziano a piacersi. Peccato che uno dei due, il buon Gandalf- Ian McKellen- Roy Courtnay- non sia non proprio uno stinco di santo in cerca dell’amore perduto ma un truffatore che campa col suo complice, Jim Carter, di investimenti azzardati e veda nel denaro la sua unica fonte “di andrenalina”, un personaggio che gode delle truffe e che quasi le ricerca come fossero la sua ragione di vita. Pertanto quando vede una facile “preda”, Helen Mirren- Betty McLeish, dal cospicuo capitale e dall’ingente eredità, ecco che il falco spicca un volo radente per ghermirla tra le sue spire. Facilitato dalla condizioni di salute della donna (dalle sue presunte crisi ischemiche) e dalla sua abilità frutto di una duplice natura: da una parte vecchietto claudicante indifeso e stordito dagli eventi, timido e assai riservato (che inevitabilmente mostra compassione), e dall’altra essere spietato pronto a uccidere per raggiungere i suoi interessi, Roy si insinua nella vita della ricca ereditiera, nella noiosa borghese casa di campagna dove ben presto, strani figuri iniziano a gravitare attorno.
L’inganno perfetto o The good liar, nonostante le quasi due ore, regge e intriga lo spettatore grazie non tanto a uno sviluppo di una trama in cui ben presto diviene tutto chiaro quanto per un andamento ondivago che fa dei due attori il punto di forza del film. Nell’inganno e nel gioco delle parti tra rapitori e rapiti, con echi di spionaggio e giallo classico, contraccolpi accusatori di un passato distante che torna prepotentemente quanto forzatamente a galla, Mc Kellen e Mirren si scontrano, si amano, gigioneggiano. In altre parole, duettano e duellano, in un ribaltamento di colpi di scena che farebbe contento il Tenente Colombo presente in noi stessi, elegantemente e finemente girato con tanto di giacche, abiti e cappelli anni ’30.
Sfiancati e arrivati al termine di una vendetta gustata freddissima, quasi come se fosse vinavil, a noi spettatori, al termine ci rimane quel retrogusto amarissimo di un redde rationem artefatto dal gioco da camera su cui spicca una luna di dicembre, luna dell'inverno, passero e tigre, pesantezza lieve, che non sappiamo se vedere come paradiso o inferno.
Non resta che andare avanti, in direzione ostinata e contraria all’umano squallore, diretti all’effimero bianco della neve, purtroppo tinto di rosso sangue.
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[+] il diavolo veste prada
(di mana1971)
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nadia meden
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martedì 17 dicembre 2019
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inganno e vendetta
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Ho potuto assistere al film "L' inganno perfetto". Due strepitose interpretazioni di due grandissimi attori : Helen Mirren e Ian Mc Kellen, Roy e Betty nel film. Due persone anziane, un uomo e una donna , chattano. Si conoscono, decidono di incontrarsi. Lei bella, di classe, semplice ed amabile. Lui un bel signore, dai modi galanti. Lui un impostore seriale, bugiardo e truffatore. La storia li riporta indietro di una sessantina d'anni, nell' immediato dopoguerra. Ho trovato una trama sicuramente originale però devo dire che qualunque fosse stata la storia su cui si fosse incentrato il film, sarebbe comunque passata in secondo piano di fronte alla bravura e all' interpretazione dei due grandi attori .
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Ho potuto assistere al film "L' inganno perfetto". Due strepitose interpretazioni di due grandissimi attori : Helen Mirren e Ian Mc Kellen, Roy e Betty nel film. Due persone anziane, un uomo e una donna , chattano. Si conoscono, decidono di incontrarsi. Lei bella, di classe, semplice ed amabile. Lui un bel signore, dai modi galanti. Lui un impostore seriale, bugiardo e truffatore. La storia li riporta indietro di una sessantina d'anni, nell' immediato dopoguerra. Ho trovato una trama sicuramente originale però devo dire che qualunque fosse stata la storia su cui si fosse incentrato il film, sarebbe comunque passata in secondo piano di fronte alla bravura e all' interpretazione dei due grandi attori . Buona la fotografia , belle le riprese incentrate sui volti dei protagonisti tali da mettere in risalto ogni loro espressione. Un film da vedere, grazie.
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felicity
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lunedì 22 giugno 2020
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impeccabile, ma privo di forza
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L’inganno perfetto si interroga sulla memoria, sulle condanne, sui rimorsi.
Girato con esperienza, Condon sa sempre dove mettere la macchina da presa. E la coppia di divi non fa rimpiangere i tempi passati. Oggi per la prima volta conquistano insieme lo schermo, con il talento e la sicurezza dei grandi.
Difficile scegliere per chi parteggiare, decidere dove finisce la realtà e inizia la finzione.
Un brivido moderno, dove l’identità dei popoli sorge dalle tragedie del Novecento. Una vicenda che vive dell’acume dei suoi interpreti.
Tuttavia, di fronte a questo giallo letterario, dagli sviluppi narrativi piuttosto convenzionali, sembra che il film scivoli tra le dita, sempre impeccabile ma privo di forza.
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L’inganno perfetto si interroga sulla memoria, sulle condanne, sui rimorsi.
Girato con esperienza, Condon sa sempre dove mettere la macchina da presa. E la coppia di divi non fa rimpiangere i tempi passati. Oggi per la prima volta conquistano insieme lo schermo, con il talento e la sicurezza dei grandi.
Difficile scegliere per chi parteggiare, decidere dove finisce la realtà e inizia la finzione.
Un brivido moderno, dove l’identità dei popoli sorge dalle tragedie del Novecento. Una vicenda che vive dell’acume dei suoi interpreti.
Tuttavia, di fronte a questo giallo letterario, dagli sviluppi narrativi piuttosto convenzionali, sembra che il film scivoli tra le dita, sempre impeccabile ma privo di forza.
La sceneggiatura punta più sulla sorpresa che sulla suspense: seguiamo l’inganno di Roy senza avere la versione di Betty, privando così di mistero e fascino il personaggio di Mirren. Con una duplice focale il plot avrebbe avuto una struttura più hitchcockiana e allora sì che i chiaroscuri di Condon, la sua indubbia capacità di muoversi elegantemente negli interni che uniscono e dividono i personaggi, avrebbero avuto una resa più cinematografica.
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