Un appuntamento al buio pieno di segreti e bugie
di Emiliano Morreale La Repubblica
Fin dalle prime immagini del film, che ha aperto il Torino Film Festival appena concluso, la musica e il montaggio ci dicono che assisteremo a una schermaglia d'inganni, e che il tono sarà di subdola ironia. Un uomo e una donna avanti negli anni, Roy (Ian McKellen) e Betty (Helen Mirren) si contattano tramite un sito di appuntamenti, dando informazioni quantomeno parziali o distorte su sé stessi. Niente di che, si dirà piccole bugie, ben presto confessate da entrambi. Ma in realtà dietro c'è una finzione ben più grossa. L'uomo è infatti un truffatore professionista, che ha intenzione di impossessarsi del patrimonio della ricca vedova. Betty, però, ha anche lei qualche segreto, ancor più sorprendente. Scatole cinesi, gatto col topo, doppi fondi: si usi la metafora preferita. Il film diretto da Bill Condon (autore tra l'altro di Uomini e dei, sempre con McKellen, sulla genesi del Frankenstein cinematografico) e tratto dal romanzo omonimo di Nicholas Searle (Rizzoli) è un gioco non sgradevole ma forzato, tutto già visto, e visibilmente al servizio di due grandi vecchi attori britannici (da ascoltare preferibilmente in versione originale). È comunque un piacere vederli sullo schermo, nei loro duetti sornioni: lui, Sir Ian (80 anni) gioca su una camminata da vecchio che si fa poi agilissima, lei, Dame Helen (74, Orso d'oro alla carriera al prossimo festival di Berlino), radiosa e decisa, è ormai una campionessa del fascino della terza età. I due sono però da subito costretti a un gioco un po' monotono, quando a ogni fine di scena cambiano espressione, facendo la faccia pensierosa di quelli che "tramano qualcosa". Per chi poi non capisse che sotto c'è un bell'intrigo, le musiche sottolineano ogni volta che qualcosa deve inquietarci. E insomma alla fine ci si aspetta un po' di tutto, e di tutto avviene. Anche troppo: alla fine il gioco funziona solo in parte, specie man mano che il marchingegno si avvicina allo scioglimento, che è davvero, pur se ironico, troppo esorbitante e contorto.
Da La Repubblica, 5 dicembre 2019
di Emiliano Morreale, 5 dicembre 2019