stavro
|
mercoledì 2 febbraio 2011
|
avanguardia e profondità psicologica
|
|
|
|
Più leggo i "recensori ufficiali" di mymovies e più mi rendo conto che devono essere stati scelti in mezzo a un manipolo di scommettitori su combattimenti tra galli.
Enter the void è un film controverso, che può non piacere, ma che senza ombra di dubbio offre un'esperienza cinematografica differente da quella offerta dalla normale programmazione delle sale italiane. Gaspar Noé confeziona un prodotto che sa mescolare con sapienza elementi di avanguardia, pescando a piene mani dai capolavori della visione di Kubrick o Lynch, e profonde riflessioni sui drammi dell'infanzia, sulla vita di strada, sul mondo della droga. Il risultato è un film esteticamente potente e nuovo, una regia che, giustificata dall'espediente narrativo della "vita dopo la morte" del protagonista, si permette voli pindarici e piani sequenza altamente spettacolari sopra una tokyo illuminata dai colori saturati delle insegne dei night ma al tempo stesso tetra e spettrale.
[+]
Più leggo i "recensori ufficiali" di mymovies e più mi rendo conto che devono essere stati scelti in mezzo a un manipolo di scommettitori su combattimenti tra galli.
Enter the void è un film controverso, che può non piacere, ma che senza ombra di dubbio offre un'esperienza cinematografica differente da quella offerta dalla normale programmazione delle sale italiane. Gaspar Noé confeziona un prodotto che sa mescolare con sapienza elementi di avanguardia, pescando a piene mani dai capolavori della visione di Kubrick o Lynch, e profonde riflessioni sui drammi dell'infanzia, sulla vita di strada, sul mondo della droga. Il risultato è un film esteticamente potente e nuovo, una regia che, giustificata dall'espediente narrativo della "vita dopo la morte" del protagonista, si permette voli pindarici e piani sequenza altamente spettacolari sopra una tokyo illuminata dai colori saturati delle insegne dei night ma al tempo stesso tetra e spettrale. Onirico e visionario, profondo ma anche disturbante, è sicuramente da vedere.
[-]
[+] bel commento.
(di ablueboy)
[ - ] bel commento.
[+] modera i toni
(di lukemisonofattotuopadre)
[ - ] modera i toni
|
|
[+] lascia un commento a stavro »
[ - ] lascia un commento a stavro »
|
|
d'accordo? |
|
mauro lanari
|
lunedì 14 dicembre 2015
|
tre film in uno
|
|
|
|
In collaborazione con Orietta Anibaldi
Da un punto di vista che però non è quello d'Oscar o di Noé, più arrosto che fumo. A differenza di tanti commenti, abbiamo provato maggior fascino per la 3a parte del film, e un fascino irresistibile. Prendendo in considerazione solo l'ultim'ora ed escludendo l'epilogo, lo giudichiamo un capolavoro nella storia del cinema, e di preciso il controcampo del "Va' e vedi" (1985) d'Elem Klimov. Lì dove il genocidio bielorusso assumeva un valore metafisico, apocalittico e universale grazie soprattutto alla ripetuta scena del bombardiere nazista col suo rombo cupo e lontano, così terribile da bloccare il decorso di storia e Storia, qui la prospettiva dominante diviene alla fine proprio della mdp aerea che, avvoltoio sulla nostra mortalità, ci sorvola in una feroce danse macabre mentr'assiste al nostro cupio dissolvi.
[+]
In collaborazione con Orietta Anibaldi
Da un punto di vista che però non è quello d'Oscar o di Noé, più arrosto che fumo. A differenza di tanti commenti, abbiamo provato maggior fascino per la 3a parte del film, e un fascino irresistibile. Prendendo in considerazione solo l'ultim'ora ed escludendo l'epilogo, lo giudichiamo un capolavoro nella storia del cinema, e di preciso il controcampo del "Va' e vedi" (1985) d'Elem Klimov. Lì dove il genocidio bielorusso assumeva un valore metafisico, apocalittico e universale grazie soprattutto alla ripetuta scena del bombardiere nazista col suo rombo cupo e lontano, così terribile da bloccare il decorso di storia e Storia, qui la prospettiva dominante diviene alla fine proprio della mdp aerea che, avvoltoio sulla nostra mortalità, ci sorvola in una feroce danse macabre mentr'assiste al nostro cupio dissolvi. Eccezionale nel progressivo avanzare del nero su cromatismi, forme di vita e vitalità, del distacco e verticalizzazione da lineamenti, corpi e fattezze umane, del sonoro che si distorce in rumore sordo, ovattato e straniante, è fra le migliori rese artistiche mai realizzate sulla condizione di noi dannati su questa terra. Il crescendo giunge al vertice esplosivo nei circa ultimi 20 minuti di sesso: corpi illuminati quasi dall'interno ed emananti fluidi ectoplasmatici libidici e nefasti, voluttuosi e ferali, irredenta simbiosi d'Eros e Thanatos. A tutto ciò s'era avvicinato a malapena il video girato da Stéphane Sednaoui per "Lotus" (1998) dei R.E.M.. La coniunctio oppositorum tra fotografia dechirichiana e ultrarealistica esclude qualsiasi propensione retorica, enfatica, pedante e lo stile di regia ricercatissimo, sperimentale, avanguardistico è perfetto per supportare una poetica da descensio ad inferos, dove primi piani d'aborti e d'eiaculazioni vaginali creano un unicum inscindibile, memorabile, imperdibile. Però il film dura oltr'il doppio, ci sono anche la sciocca storia d'Oscar, ventenne tossico pusher orfano traumatizzato con sorella diciottenne, e frattaglie di vulgata psicoanalitica, un tot d'Edipo e un tot d'incesto. Peggio ancora, c'è Noé che prend'a prestito le proprie esperienze di viaggi extracorporei sott'effetto dell'ayahuasca per rifilare un pippone buddhista alla Castaneda, vincolando "Entro il vuoto" a un'antropologia dualista pretenziosa quanto sempliciotta. Almeno Russell basava i trip d'"Altered States" (1980) sugl'esperimenti scientifici compiuti nelle vasche di deprivazione sensoriale. Il vero fardello della pellicola sono dunque il protagonista e l'autore: più s'allontana dalla loro soggettiva pre- e post-mortem, 1a e 2a parte del film, più acquista una qualità oggettiva grandiosa, 3a parte. L'happy ending vanifica l'intero precedente clima disperato e nichilista, obbligando a reinterpretare l'orgia del Love Hotel com'Oscar che passa di stanza in stanza per scegliere dove reincarnarsi e decidendosi per il neonato della sorella. Orribile: ricorda lo starchild d'un certo "2001".
[-]
|
|
[+] lascia un commento a mauro lanari »
[ - ] lascia un commento a mauro lanari »
|
|
d'accordo? |
|
giacomogabrielli
|
martedì 20 dicembre 2011
|
l'arca di noe' *****
|
|
|
|
Noè torna, ancora più immenso, unico e sorprendente. Un'opera d'arte rara ed inimitabile, con una grandezza che solo chi il cinema lo ama e lo sa fare davvero può donargli. Piani sequenza infiniti, situazioni estreme e fotografia eccezionale. Le scene sono anche stavolta coreografate magicamente. Un 'Irreversible' evoluto alla massima potenza, all'avanguardia e pornografico, in senso lato. L'Odissea Nello Spazio di Noè, che esplora l'uomo come mai fatto prima; da dentro, da fuori, da sopra e da sotto. Gli aspetti più imprevedibili e incredibili di ciò che l'uomo crea e poi distrugge: sè stesso. Violento e trasgressivo, potente e indelebile.
[+]
Noè torna, ancora più immenso, unico e sorprendente. Un'opera d'arte rara ed inimitabile, con una grandezza che solo chi il cinema lo ama e lo sa fare davvero può donargli. Piani sequenza infiniti, situazioni estreme e fotografia eccezionale. Le scene sono anche stavolta coreografate magicamente. Un 'Irreversible' evoluto alla massima potenza, all'avanguardia e pornografico, in senso lato. L'Odissea Nello Spazio di Noè, che esplora l'uomo come mai fatto prima; da dentro, da fuori, da sopra e da sotto. Gli aspetti più imprevedibili e incredibili di ciò che l'uomo crea e poi distrugge: sè stesso. Violento e trasgressivo, potente e indelebile. Un film che contiene tutto ciò che un appassionato si aspetta da un film. La durata di quasi tre ore è alleggerita da tocchi di stile e trovate geniali che segneranno il cinema dei nostri tempi. Un autore, Noè, ancor troppo sconosciuto e sottovalutato che, nonostante distribuzioni limitate e critiche aggressive, è pressochè l'unico, oggi, a fare del cinema una vera e propria esperienza. L'ARCA DI NOE' *****
[-]
|
|
[+] lascia un commento a giacomogabrielli »
[ - ] lascia un commento a giacomogabrielli »
|
|
d'accordo? |
|
filippomazz
|
martedì 21 dicembre 2010
|
un film davvero coraggioso
|
|
|
|
Rare volte nella storia del cinema si sono visti film talmente all’avanguardia e tanto coraggiosi da lasciare gli spettatori sbigottiti e deliziosamente confusi, uno di questi è senza dubbio il capolavoro 2001:Odissea nello Spazio di Kubrick, un altro, appartenente al più recente passato, potrebbe essere il geniale Inland Empire di Lynch. Ebbene, anche se forse non raggiunge la grandezza delle opere appena citate, Enter the Void di Gaspar Noé merita senza dubbio un posticino al loro fianco, perché di coraggio, questa pellicola, ne ha davvero da vendere. Due ore e mezza quasi totalmente raccontate in modalità prima persona, al fine di far immedesimare lo spettatore con il protagonista Oscar, che vedremo in faccia pressoché unicamente quando si trova di fronte allo specchio.
[+]
Rare volte nella storia del cinema si sono visti film talmente all’avanguardia e tanto coraggiosi da lasciare gli spettatori sbigottiti e deliziosamente confusi, uno di questi è senza dubbio il capolavoro 2001:Odissea nello Spazio di Kubrick, un altro, appartenente al più recente passato, potrebbe essere il geniale Inland Empire di Lynch. Ebbene, anche se forse non raggiunge la grandezza delle opere appena citate, Enter the Void di Gaspar Noé merita senza dubbio un posticino al loro fianco, perché di coraggio, questa pellicola, ne ha davvero da vendere. Due ore e mezza quasi totalmente raccontate in modalità prima persona, al fine di far immedesimare lo spettatore con il protagonista Oscar, che vedremo in faccia pressoché unicamente quando si trova di fronte allo specchio. Ma questa non è certo la caratteristica più fulminante del film, ciò che veramente lascia senza parole è l’enorme lavoro di computer grafica, tinte, colori, neon, riflessi e radiazioni luminose che sommergono e stordiscono senza scampo lo spettatore per l’intera durata della vicenda, creando un vero e proprio viaggio sensoriale.
Oscar e la sorella Linda, orfani di padre e madre vivono da qualche tempo in un micro-appartamento a Tokyo e tirano avanti spacciando droga lui, e ballando in uno strip club lei. La loro situazione sembra alquanto problematica ma ciò che davvero conta è di esserci l’uno per l’altra. La sorte dei due ragazzi verrà stravolta una notte, quando carico di droga da smerciare, Oscar viene attirato in un’imboscata ed ucciso da degli agenti di polizia dal grilletto facile. Benchè il trip surrealistico fosse già cominciato precedentemente, a causa dello sballo del protagonista, la vera esperienza soprannaturale inizia solo ora, cioè quando l’anima (o qualunque cosa sia) di Oscar si stacca dalle sue spoglie mortali e comincia a fluttuare per una sempre più vacua ed eterea Tokyo, così tramite lo sguardo onnipresente di questa entità, continuiamo a seguire le vicende degli altri personaggi, in particolare di Linda.
Il contenuto di Enter the Void non è affatto da prendere alla leggera, ciò di cui tratta, ciò a cui assisteremo durante la visione, viene esplicato in modo semplicemente geniale nei primi 10 minuti del film quando Alex, amico di Oscar, discute con lui del libro ‘The Tibetan Book of the Dead’ nel quale si parla del viaggio dell’anima dopo la morte. Oltre che una splendida esperienza surreale ed un tentativo di rappresentare ciò che avviene nell'aldilà, Enter the Void è anche un profondo ed appassionante dramma con al centro l’indissolubile legame dell’amore fraterno, cullato dalle soavi note di Bach.
[-]
[+] pazzesco!!!
(di noisevideo)
[ - ] pazzesco!!!
|
|
[+] lascia un commento a filippomazz »
[ - ] lascia un commento a filippomazz »
|
|
d'accordo? |
|
chry75
|
martedì 10 maggio 2011
|
splendido
|
|
|
|
E' una trasposizione cinematografica in chiave moderna, del bardo tibetano, quindi e' gia' di per se' stesso, un film coraggioso; la chiave di lettura fornita da Noe', personalmente mi e' molto piaciuta, non e' facile, trasporre un argomento cosi' complesso e sfaccettato, in maniera cosi' fluida, la durata del film, non si avverte, perche' l'abilita' del regista, sta prpoprio nel riuscire a condurre lo spettatore, nella dimensione temporale del protagonista, grazie alle tecniche di inquadratura e agli ottimi effetti visivi,credo che questo sia un film, che lo si ami o lo si odi, ma comunque un film che fa riflettere e destinato a far discutere.
|
|
[+] lascia un commento a chry75 »
[ - ] lascia un commento a chry75 »
|
|
d'accordo? |
|
julien
|
sabato 21 settembre 2013
|
"chi è il tuo amico?" "gaspar".
|
|
|
|
Considerate un banale film sulla droga e sul disagio adolescenziale, riempitelo di sesso e condite il tutto con un pizzico di filosofia buddista, e sarete ben lontani dall'avere le chiavi di lettura per questo film.
E' un film immenso. A partire dal modo in cui è girato: non c'è una scena in cui sia trascurato l'impatto visivo della stessa, con l'inizio del film girato in prima persona, e il resto girato in prima persona dallo spirito di Oscar fuoriuscito dal corpo. Un vero colpo di genio, una vera rivoluzione. Una tecnica che permette al regista di creare dei "trip" all'interno del film, durante i quali lo spettatore può perdersi nelle immagini o nei propri pensieri. Vediamo ora i temi trattati del film.
[+]
Considerate un banale film sulla droga e sul disagio adolescenziale, riempitelo di sesso e condite il tutto con un pizzico di filosofia buddista, e sarete ben lontani dall'avere le chiavi di lettura per questo film.
E' un film immenso. A partire dal modo in cui è girato: non c'è una scena in cui sia trascurato l'impatto visivo della stessa, con l'inizio del film girato in prima persona, e il resto girato in prima persona dallo spirito di Oscar fuoriuscito dal corpo. Un vero colpo di genio, una vera rivoluzione. Una tecnica che permette al regista di creare dei "trip" all'interno del film, durante i quali lo spettatore può perdersi nelle immagini o nei propri pensieri. Vediamo ora i temi trattati del film. La pellicola è di una crudezza estrema, ma senza vera esagerazione: è la crudezza propria della realtà, scene che probabilmente accadono tutti i giorni, raccontate dal regista in nome del realismo del film. Dire che scene del genere sono un'esagerazione sarebbe come dire che la realtà stessa è un'esagerazione. E forse è davvero così, ma a maggior ragione questo legittima l'uso che ne fa il regista, che ci costringe a guardare in faccia una realtà che non vorremmo vedere. Una realtà fatta di droghe, sesso e morte in questo caso. E sono proprio sesso e morte ad essere i principali motori delle azioni dei protagonisti, tanto che il regista sembra reinventare il classico binomio amore-morte in chiave moderna: possiamo parlare ora del binomio sesso-morte. È infatti la morte dei genitori che farà approdare i due ragazzi a Tokyo, che li renderà quello che sono: entrambi sono individui emotivamente devastati, i quali si sfogano in modi diversi, Oscar soprattutto con la droga, Linda soprattutto col sesso. Anche Oscar troverà sollievo nel fare sesso con la madre di Victor, molla che farà scattare l'odio di Victor nei confronti di Oscar, e che porterà alla sua morte. E non è superfluo il fatto che nella scena in cui Oscar fa sesso con la madre di Victor,abbia dei flash in cui rivede l'immagini della madre, come accade d'altronde per tutto l'arco del film, a sottolineare il Vuoto lasciato dall'assenza della figura materna nella sua vita. Noè ci presenta un mondo in cui è il destino a prevalere sulle persone: emblematica in questo senso la scena in cui Oscar vede il suo corpo dall'esterno, nel bagno del The Void, quando un poliziotto tira la catena che avrebbe potuto scaricare nella fogna le pasticche e salvarlo, e questa volta, lo scarico funziona. Non si risparmia neanche da trovate metacinematografiche Noè: fantastica la scena in cui Oscar, rivolgendosi a uno spacciatore, gli dice che lo manda un suo amico di cui non vuole dire il nome. Ma poi lo sapcciatore insiste: "Dai dimmi, chi è il tuo amico?", e Oscar, dopo un attimo di esitazione, risponde: "Gaspar". E il film può riprendere, come se gli attori avessero bisogno veramente del consenso del regista, per continuare la loro tragica commedia. Arriviamo alla scena finale, in cui sorprendiamo i personaggi del film a fare sesso all'interno del Love Hotel. Dopo aver visto tutto, Oscar se ne sta per andare, quando la forza di una promessa fatta alla sorella lo richiama nella stanza dove lei sta facendo sesso con Alex. Le aveva promesso che non si sarebbero mai separati: così si reincarna nel figlio che la sorella avrà con Alex. Ma al momento del parto, non si capisce se sia Linda o la vera madre di Oscar ad aver partorito. Lasciandoci nel dubbio che sia destinato alla stessa sofferenza, per sempre.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a julien »
[ - ] lascia un commento a julien »
|
|
d'accordo? |
|
l alterita
|
martedì 27 gennaio 2015
|
un "bad trip" per il cinema commerciale
|
|
|
|
Un eccentrico e provocante Gaspar Noè ci proietta in una Tokyo contorniata di colori e luci psichedeliche in un'opera che fonde un forte spirito di sperimentalismo cinematografico insieme all'illuminazione di un viaggio che prende l'anima e che rischia di portarla via , lasciandola intrappolata nello schermo.
L'azzardo del film ,per larghe parti girato in prima persona, si dimostra una scelta azzeccata , ma è solo una delle scelte visionarie del regista e sceneggiatore argentino.
[+]
Un eccentrico e provocante Gaspar Noè ci proietta in una Tokyo contorniata di colori e luci psichedeliche in un'opera che fonde un forte spirito di sperimentalismo cinematografico insieme all'illuminazione di un viaggio che prende l'anima e che rischia di portarla via , lasciandola intrappolata nello schermo.
L'azzardo del film ,per larghe parti girato in prima persona, si dimostra una scelta azzeccata , ma è solo una delle scelte visionarie del regista e sceneggiatore argentino.
E' un film che cambia conformazione a seconda dello spettatore , i temi sono variegati : dalla famiglia alla morte , dagli stupefacenti alla trasmigrazione delle anime.
Tante le accuse della critica , sopratutto di quella parte più tradizionalista , che lo taccia di narcisismo , di "aver creato un mostro che non è altro che lo specchio del suo modo di fare cinema".
In realtà però molteplici sono i punti i forti della pellicola di produzione franco-canadese, in particolare le psicheliche riprese lasciano sbigottito una parte di pubblico (sopratutto italiano) del tutto assopito tra le braccia del conservatorismo cinematografico. Ma si sa che le avanguardie sono tali in quanto non immediatamente recepite e comprese dai più. Tant'è che l'unico "difetto" (che per mio personalissimo parere non è tale) sta nel fatto che non è un film che può essere recepito ed apprezzato da larghe fette di pubblico, anche se Noè sembra non essersi mai curato nella sua carriera di questo fattore e per questo merita tanta stima.
Tanto da risultare uno dei pochi registi rimasti nel panorama cinematografico mondiale ad aver mantenuto una certa integrità intellettuale in un mondo ormai dominato dalle logiche di profitto e quindi di commercializzazione.
Piuttosto continua a crogiolarsi nella sua alterità regalando questo gran bel "bad trip" a chi continua a credere ai canoni più tradizionali di un cinema che, per fortuna, continua a concedersi piccole dosi di anarchia creativa.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a l alterita »
[ - ] lascia un commento a l alterita »
|
|
d'accordo? |
|
dandy
|
martedì 12 gennaio 2016
|
il vuoto più totale.
|
|
|
|
Escludendo le differenze di trama,è lo stesso identico discorso di "Irreversible".Ancora una volta una vicenda tragica(qui con svolta soprannaturale)diventa il pretesto per un'overdose di virtuosismi con la macchina da presa(audaci e inutili),interminabili siparietti psichedelici,punti di vista di ogni tipo(incluso un orgasmo ripreso "dall'interno"),luci colorate e di contorno tanti BLA BLA BLA BLA BLA .In altre parole la convinzione presuntuosa(ma purtroppo affatto infondata)del regista che per fare cinema basti mostrare le cose sopraelencate con qualche sprazzo hard e splatter occasionale,e tanto per gradire appiccicarci le solite citazioni(ancora "2001:Odissea nello spazio",basta!).
[+]
Escludendo le differenze di trama,è lo stesso identico discorso di "Irreversible".Ancora una volta una vicenda tragica(qui con svolta soprannaturale)diventa il pretesto per un'overdose di virtuosismi con la macchina da presa(audaci e inutili),interminabili siparietti psichedelici,punti di vista di ogni tipo(incluso un orgasmo ripreso "dall'interno"),luci colorate e di contorno tanti BLA BLA BLA BLA BLA .In altre parole la convinzione presuntuosa(ma purtroppo affatto infondata)del regista che per fare cinema basti mostrare le cose sopraelencate con qualche sprazzo hard e splatter occasionale,e tanto per gradire appiccicarci le solite citazioni(ancora "2001:Odissea nello spazio",basta!).Beh,vi piaccia o meno,non è così.Tutto questo non conta un accidente dal momento che la trama è un'idiozia insensata(un fantasma che si mette a fare il guardone,sta accanto alla sorella,rivive la propria vita e sceglie proprio un bel modo per reincarnarsi...),i personaggi sono i soliti sbandati insulsi già visti un milione di volte,e che le loro disgrazie personali sono sempre ostentate nel modo più cinico e gratuito(vedi la scena dell'aborto).E la durata è eccessiva.A conti fatti si direbbe che Noè si sia sparato tutte le droghe che vediamo nel film poco prima di mettersi a girare.Peccato che abbia dimenticato che i trip,per quanto magnifici,intensi e fuori di testa,non funzionano sullo schermo.Allo spettatore serio basteranno i rintronanti titoli di testa per capire cosa seguirà dopo:eccesso sfrenato di forma per mascherare la mancanza totale di sostanza.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a dandy »
[ - ] lascia un commento a dandy »
|
|
d'accordo? |
|
iuriv
|
mercoledì 9 novembre 2016
|
ipnotico.
|
|
|
|
Fin dai titoli di testa si capisce subito che Enter The Void non è un film comune. Gaspar Noè affronta la pellicola libero da compromessi e aggredisce lo spettatore attraverso un'esperienza diversa rispetto ai classici canoni del cinema.
La trama che il regista vuole raccontare è in realtà piuttosto banale e già vista. Ma la scelte che ruotano attorno al punto di vista donano a questo lavoro un fascino magnetico dal quale è stato difficile staccarmi. Ogni suono, ogni colore, ogni scelta stilistica, affrontano l'argomento trattato in modo unico, tanto da renderlo un film che non lascia indifferenti. Può piacere davvero molto, come è accaduto a me, così come può diventare una marmellata indigeribile.
[+]
Fin dai titoli di testa si capisce subito che Enter The Void non è un film comune. Gaspar Noè affronta la pellicola libero da compromessi e aggredisce lo spettatore attraverso un'esperienza diversa rispetto ai classici canoni del cinema.
La trama che il regista vuole raccontare è in realtà piuttosto banale e già vista. Ma la scelte che ruotano attorno al punto di vista donano a questo lavoro un fascino magnetico dal quale è stato difficile staccarmi. Ogni suono, ogni colore, ogni scelta stilistica, affrontano l'argomento trattato in modo unico, tanto da renderlo un film che non lascia indifferenti. Può piacere davvero molto, come è accaduto a me, così come può diventare una marmellata indigeribile.
Il regista non si concede mai una ripresa convenzionale. Lascia che sia il suo immaginario visivo a riempire lo schermo. Voyerismo forse, ma la forza del film sta tutta qui.
Chiaramente scelte così estreme nella messa in scena si portano dietro qualche controindicazione: durante i viaggi lisergici che coinvolgono il protagonista nella parte iniziale sembra di osservare il salvaschermo di una vecchia edizione di Windows. La ridondanza di certe scene, a volte, spezza il legame ipnotico che incolla lo spettatore allo schermo. E la sensazione che il complesso sia troppo lungo, rendendo il lavoro meno intenso, nella parte finale si respira.
Però è difficile immaginare come l'autore di un film come Enter The Void possa lasciarsi condizionare da qualche appiglio per rendere il suo lavoro più appetibile. Noè ha preso una posizione netta nei confronti della sua opera, forse persino coraggiosa. Ed è giusto che abbia costruito il film senza filtri.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a iuriv »
[ - ] lascia un commento a iuriv »
|
|
d'accordo? |
|
alberto
|
giovedì 1 giugno 2017
|
magnifico "melodramma psichedelico"
|
|
|
|
Il film si apre con dei titoli di testa magnifici, confusionari, frettolosi e stereoscopici, che rendono lo spettatore quasi epilettico e lo catapultano attraverso la parola "Enter" (entrare) in una vicenda che definire insolita sarebbe un eufemismo: infatti troviamo il giovane Oscar, spacciatore che riempe le sue giornate "vuote" (void) con trip psichedelici e, tra le altre, con la sua droga preferita, la Dtm. Un giorno di questi, dopo una di queste esperienze, sperimenta proprio l'argomento tanto citato dal suo amico Alex, ovvero ciò che avviene dopo la morte secondo i tibetani: la reincarnazione.
[+]
Il film si apre con dei titoli di testa magnifici, confusionari, frettolosi e stereoscopici, che rendono lo spettatore quasi epilettico e lo catapultano attraverso la parola "Enter" (entrare) in una vicenda che definire insolita sarebbe un eufemismo: infatti troviamo il giovane Oscar, spacciatore che riempe le sue giornate "vuote" (void) con trip psichedelici e, tra le altre, con la sua droga preferita, la Dtm. Un giorno di questi, dopo una di queste esperienze, sperimenta proprio l'argomento tanto citato dal suo amico Alex, ovvero ciò che avviene dopo la morte secondo i tibetani: la reincarnazione. Il protagonista, a causa di un tragico incidente per l'improvviso arrivo della polizia durante i suoi sporchi affari, si ritrova così a fluttuare nel cielo di Tokyo, coinvolgendoci in un percorso della sua triste vita e mostrandoci cosa accade ai suoi conoscenti subito dopo il tragico avvenimento, attraverso una concitata visuale dall'alto, che ci permette di passare da un palazzo all'altro, da muro a muro, da strada a strada. Il primo aspetto che rende questa pellicola un (quasi) capolavoro è l'esplicito desiderio del regista, l'argentino Gaspar Noé, di eliminare ogni stereotipo, ogni elemento che il pubblico potrebbe definire "già visto", grazie ad uno stile originale e molto personale, sempre in una vera soggettiva, non come i mockumentary, ma prima volendo quasi far diventare lo spettatore protagonista, mediante anche la chiusura delle palpebre, facendolo quindi immedesimare nella fase allucinogena, che mai sarebbe uscita così bene se il regista non avesse davvero fatto uso di queste sostanze (si vede che c'è la mano di uno che non è nuovo alle sostanze stupefacenti), e in seguito buttandoci nel passato, nel presente e nel futuro di questo uomo, che ovviamente riserva una vita burrascosa, nella solitudine e nel tentativo di cacciarla con l'aiuto dell'affezionata sorella Linda. Un presente in cui Oscar è un essere onnisciente, un fantasma completamente libero ma allo stesso tempo vincolato dalla ricerca di risposte, un passato visto con sé stesso di spalle e un futuro incerto, ancora da scrivere, nella speranza di non entrare in un circolo vizioso e anzi di rompere le proprie (troppe) sofferenze. Un comparto tecnico tra l'altro molto efficace e innovativo, con inquadrature ricercate e difficili da realizzare, ottenute attraverso delle grù. Di considerevole lunghezza, tanto che la versione originale è di 163 minuti, mentre in quella italiana manca mezz'ora, ma pur sempre col massimo divieto, a causa delle numerose ed esplicite scene di sesso e dell'utilizzo di droghe, e a mio parere anche del fastidio che potrebbe causare a qualcuno nella visione, soprattutto per le lunghe sequenze psichedeliche. Gli attori protagonisti, Nathaniel Brown e Paz de la Huerta, sono esordienti e l'intricata sceneggiatura è del regista, con la collaborazione di Lucile Hadzihalilovic. Un'esperienza cinematografica da vivere, che non apprezzeranno tutti ma che comunque non può non rimanere impressa.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a alberto »
[ - ] lascia un commento a alberto »
|
|
d'accordo? |
|
|