Commedia,
durata 107 min.
- Italia 2007.
- Medusa
uscita venerdì 9novembre 2007.
MYMONETROCome tu mi vuoi
valutazione media:
2,23
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Film per un target molto giovanile, che vorrebbe mostrarci la generazione dei giovani di oggi, che sono vuoti. Ma il film vorrebbe avere delle velleità di analisi sociale. La racchia interpretata dalla Capotondi accusa il mondo femminile che si mercifica senza nessun valore, combattendo il sistema dall’esterno. Lei è una studentessa modella che oltre ad essere brutta si veste male. Da contraltare c’è Vaporidis, giovane, bello, ricco; ma senza alcuna voglia di studiare, che mente ai genitori sui suoi studi. Il padre lo becca e l’unica via d’uscita è farsi aiutare proprio dalla cozza. Lui riesce ad irretirla e si fa aiutare facendogli credere di essersi innamorata di lei.
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Film per un target molto giovanile, che vorrebbe mostrarci la generazione dei giovani di oggi, che sono vuoti. Ma il film vorrebbe avere delle velleità di analisi sociale. La racchia interpretata dalla Capotondi accusa il mondo femminile che si mercifica senza nessun valore, combattendo il sistema dall’esterno. Lei è una studentessa modella che oltre ad essere brutta si veste male. Da contraltare c’è Vaporidis, giovane, bello, ricco; ma senza alcuna voglia di studiare, che mente ai genitori sui suoi studi. Il padre lo becca e l’unica via d’uscita è farsi aiutare proprio dalla cozza. Lui riesce ad irretirla e si fa aiutare facendogli credere di essersi innamorata di lei. Qui avviene il primo stop: lei che è contro la mercificazione del corpo delle donne, al primo appuntamento si concede e questo risulta quantomeno strano.
La racchietta poi decide che il bel Vaporidis l’apprezzerebbe di più se fosse bella e del suo rango; così fa la cresta nel ristorante dove lavora e con l’aiuto di un amica di lui, da brutto anatroccolo, diventa un cigno.
Nel film emergono tanti argomenti forti, che però alla fine si perdono per strada, perchè alla fine (salvo l’odioso Happy end), quello che rimane impresso è che se sei allineato al mondo che ti circonda tutto va bene.
Gli argomenti forti sono proprio il rapporto fra Vaporidis ed il padre, che non è stato mai presente e lui stesso alla fine è un senza valori, ma si permette di giudicare il figlio. La compagnia di Vaporidis, che si ammazza di noia e proprio per questo l’amica splendida aiuta la racchia a trasformarsi, come se fosse un esperimento sociologico. I rapporti fra i giovani, che non hanno più valori e che sacrificano anche i rapporti familiari, per essere acettati dagli altri.
Il cedere a compromessi e perfino rubare, sempre per essere accettati.
Per concludere il film se lo spetttaore ci riflette, ti fa riflettere su questi temi, ma la confezione seppur ben fatta, si rivolge ad un target, che vedrà solo il mutamento della racchia ed il finale accomodante che vedrà coronare l’amore fra i due protagonisti.
Una menzione alla Capotondi, che mi è piaciuta particolarmente nel ruolo dell’anattroccolo e per la Steigerwalt nel ruolo dell’amica di Vaporidis. CINEMATIK.IT
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"Come tu mi vuoi" sembra una storia banale e noiosa, ma in realtà se guardi più attentamente noti come tutto quello che viene descritto rispecchia la realtà...purtroppo la nostra società riconosce solo l'IMMAGINE e nient'altro, tutto ciò che possiamo fare è seguire la massa oppure non vieni neppure preso in considerazione neanche per il lavoro più banale come l'assistente di un professore all'università...la nostra società ha creato così l'immagine della DONNA OGGETTO,nonostante abbiamo fatto molto per arrivare alla parità dei sessi..tutto questo a portato soltanto ad una cosa: "se non sei bello non ti guardo nemmeno!"."Insomma il mondo va davvero così??"e la risposta a questa domanda è "SI".
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"Come tu mi vuoi" sembra una storia banale e noiosa, ma in realtà se guardi più attentamente noti come tutto quello che viene descritto rispecchia la realtà...purtroppo la nostra società riconosce solo l'IMMAGINE e nient'altro, tutto ciò che possiamo fare è seguire la massa oppure non vieni neppure preso in considerazione neanche per il lavoro più banale come l'assistente di un professore all'università...la nostra società ha creato così l'immagine della DONNA OGGETTO,nonostante abbiamo fatto molto per arrivare alla parità dei sessi..tutto questo a portato soltanto ad una cosa: "se non sei bello non ti guardo nemmeno!"."Insomma il mondo va davvero così??"e la risposta a questa domanda è "SI".
Mi sento in dovere di rivalutare la frase: "ah hai scelto scienze della comunicazione perchè è la più facile non c'è niente da studiare..." insomma non avrete notato che non è così..studiare la comunicazione, i mass media...e tutto ciò che ne concerne non è affatta semplice..e soprattutto guardare una persona o più nel loro comportamento in ogni singolo movimento e prenderne appunti ti fa capire come ogni singolo individuo venga influenzaro dagli altri.Tutto questo tramite la televisione, la radio, il pc...ma soprattutto la pubblicità...essa infatti influenza il singolo individuo o la massa in generale ha comprare un prodotto, ad indossare quel determinato indumento o gioiello...è tutto prestabilito dalla pubblicità e quindi dalle aziende che pubblicizzano e chi più ne ha più ne metta...
quanto scritto non vuole essere un'accusa alla nostra società ma ai singoli individui che in realtà non sembrano avere un proprio cervello per pensare, vestire,divertirsi...
Così dicendo non voglio dire che non ci siano belle persone esteriormente ed interiormente, dico solo che l'accoppiata bello/intelligente non è molto comune,per la maggiorparte dei casi o sei intelligente o sei bello...credo che in molti converranno con me su questa affermazione.
Il mondo va così....
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[+] l'immagine nn è vita (di gray88)[ - ] l'immagine nn è vita
[+] esagerato (di ale)[ - ] esagerato
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Giada è una giovane studentessa di scienze delle comunicazioni, bruttina, povera, poco "cool" ma molto intelligente e diligente negli studi. Riccardo è anche lui uno studente della stessa facoltà con poca voglia di studiare ma anche un ricco figlio di papà, pieno di donne e re delle notti romane. I due dopo un fugace incontro in facoltà sono destinati a reincontrarsi quando lui è costretto a prendere ripetizioni e a migliorare i suoi voti per non perdere i soldi di papà. Inevitabilmente dopo varie vicissitudini arriverà l'amore ma per avere ciò sarà necessario un cambiamento radicale.
Film dove trionfano i luoghi comuni e dove secondo il mio punto di vista, pericoloso per un film adolescenziale, che solo se ci si adegua alla mentalità corrente si può ottenere amore e successo professionale.
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Giada è una giovane studentessa di scienze delle comunicazioni, bruttina, povera, poco "cool" ma molto intelligente e diligente negli studi. Riccardo è anche lui uno studente della stessa facoltà con poca voglia di studiare ma anche un ricco figlio di papà, pieno di donne e re delle notti romane. I due dopo un fugace incontro in facoltà sono destinati a reincontrarsi quando lui è costretto a prendere ripetizioni e a migliorare i suoi voti per non perdere i soldi di papà. Inevitabilmente dopo varie vicissitudini arriverà l'amore ma per avere ciò sarà necessario un cambiamento radicale.
Film dove trionfano i luoghi comuni e dove secondo il mio punto di vista, pericoloso per un film adolescenziale, che solo se ci si adegua alla mentalità corrente si può ottenere amore e successo professionale. Quindi mentre il lui nel film, rimane sempre costante, accorgendosi solo nel finale del suo vuoto esistenziale ma con una condanna lieve del suo mondo fatto di discoteche, droga e apparenza, è lei che deve cambiare e diventare bella, vestirsi alla moda e adeguarsi alla mentalità comune per essere accettata non solamente dall'uomo che ama ma addirittura per ottenere un lavoro all'università! Solo se si è "cool" si hanno delle possibilità di successo anche nel mondo della cultura.
Parlare dopo di ciò di regia, recitazione diventa difficile.
De Biasi è un regista alla sua opera prima ma se deve continuare a fare film del genere spero che sia l'ultima.
Cristiana Capotondi con la sua voce da bambina idiota è inascoltabile ma almeno tenta di recitare ma Vaporidis, oltre al mal recitare, è assolutamente poco credibile nel ruolo di ricco figlio di papà e quando balla come un Tony Manero de' noartri è assolutamente ridicolo!
Un film da dimenticare.
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GIADA NON VUOLE LA GIOSTRINA – di MATILDE PERRIERA
Giada Ferretti, Cristiana Capotondi, studentessa universitaria intelligente ma “schifata da tutti come se avesse la lebbra”; si dedica all'apprendimento delle Scienze della Comunicazione a Roma, ha un curriculum da lode, esiste solo per le sue teorie sui media, scrive con rabbia sui taccuini che nasconde gelosamente. Brufoli, coda di cavallo, occhiali grandi e spessi, abbigliamento dimesso: l’archetipo della secchiona trasandata, contraria a ogni aprioristica forma di mercificazione e di conformazione alla “gioventù bruciata” incapace di “chiedersi cosa hai dentro”. Riccardo Croce, Nicolas Vaporidis, studente svogliato, spaccone, “abituato a stare sulla giostrina”, in conflitto con il padre deciso a tagliargli i fondi perchè deluso dai fallimenti accademici del figlio.
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GIADA NON VUOLE LA GIOSTRINA – di MATILDE PERRIERA
Giada Ferretti, Cristiana Capotondi, studentessa universitaria intelligente ma “schifata da tutti come se avesse la lebbra”; si dedica all'apprendimento delle Scienze della Comunicazione a Roma, ha un curriculum da lode, esiste solo per le sue teorie sui media, scrive con rabbia sui taccuini che nasconde gelosamente. Brufoli, coda di cavallo, occhiali grandi e spessi, abbigliamento dimesso: l’archetipo della secchiona trasandata, contraria a ogni aprioristica forma di mercificazione e di conformazione alla “gioventù bruciata” incapace di “chiedersi cosa hai dentro”. Riccardo Croce, Nicolas Vaporidis, studente svogliato, spaccone, “abituato a stare sulla giostrina”, in conflitto con il padre deciso a tagliargli i fondi perchè deluso dai fallimenti accademici del figlio. Netto il contrasto tra la “sostanza” di lei, “homo sapiens”, impiegata part-time in una trattoria per mantenersi agli studi, e “l’apparenza” di lui, “homo ridens”, spregiudicato “succhiasoldi” che raggiunge il “venti” a stento. Le strade dei due si intrecciano quando Riccardo, per tacitare il genitore e garantirsi la vacanza a Ibiza, chiede a Giada di impartirgli lezioni private. Gli amici gli consigliano di sedurre la ragazza in modo da ottenere le ripetizioni gratuitamente. Le ore passate sui libri li avvicinano. Giada si innamora di Riccardo e, per conquistarlo, si affida allo stilista John Richmond, mettendo in moto uno dei temi centrali della trama in cui l’abbigliamento si trasfigura in protagonista implicito. Le “nuove abitudini vestimentarie” (Marcella Sardo, Moda – identità e comunicazione) trasformano il brutto anatroccolo in teenegers alla moda, ammirata e apprezzata, cigno dalle ali bianche librate nell’aria. La metamorfosi fisica, però, non basta, anche Riccardo deve mettere in discussione i propri valori e maturare insieme a lei una fresca filosofia di vita. Dall’amore reciproco scaturisce una morale profonda: la “nuova” Giada, al di là dei successi, deve recuperare il suo io più profondo ed essere amata per quella che è realmente, mentre il “nuovo” Riccardo, abbandonata, “grazie a lei”, la condotta dissipata, si accorge di amare la Cristiana “di prima”, quella che c’è all’interno. Volfango De Biasi, insomma, ha dato vita a un film di notevole spessore socio-antropologico perchè fa risalire in superficie l’identico patrimonio cromosomico degli adolescenti del XXI secolo, coinvolge il pubblico di giovanissimi e aiuta gli storici a disegnare la nuova Italia in cui, purtroppo, “non si comunica più con la parola ma con l’immagine”. Il tempo della storia, certo, non può coincidere con il tempo del discorso; impossibile, in 107 minuti, elaborare modelli propositivi in un’età in cui “la comunicazione sociale funziona a piramide e al vertice siede chi non fa nulla”. Basilare il messaggio che il regista, pur con le macroscopiche ellissi e l’esteriore entertainment, trasmette; la progressione in climax di emozioni che lo esplicitano, infatti, se, da un lato sottolinea la demistificante etica che antepone l’apparire all’essere “in un mondo abbastanza crudele, anche peggio di come appare nella pellicola” (De Biasi), dall’altro, vuole risalire la china, riallacciare i rapporti umani e far risplendere la luce che alberga in ogni animo.
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[+] una farfalla che sa dove volare. (di federic?
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ci troviamo di fronte all'ennesima storiella d'amore stile la bella e la bestia in cui l'apparenza come sempre trionfa. Quando in un primo momento sembra nascere l'accettazione dell'altro in forma d'affetto è in realtà la conquista dell'esteriore bellezza che trasforma il rapporto in amore. La storia è abbastanza inverosimile, priva di organicismo, in cui i fatti si susseguono senza essere sottoposti ad un reale processo temporale così che i cambiamenti avvengono magicamente dall'oggi al domani. é un film sull'orlo della banalità, di un'insensatezza che definirei quasi comicità gratuita al pari di film idioti (ma simpatici) come zoolander, austin power ecc. Nonostante sia mediocre ho trovato degli spunti interessanti: la superficialità che pervade tutto il film è quella propria della "roma bene", quasi disarmante quando Fiamma afferma di aiutare la ragazza bruttina a diventare "figa" perchè si annoia! Oppure quando le insegna un certo tipo di comunicazione assolutamente vuota, quando vaporidis accusa i suoi amici di non essere veri ottenendo una reazione di assoluta noncuranza.
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ci troviamo di fronte all'ennesima storiella d'amore stile la bella e la bestia in cui l'apparenza come sempre trionfa. Quando in un primo momento sembra nascere l'accettazione dell'altro in forma d'affetto è in realtà la conquista dell'esteriore bellezza che trasforma il rapporto in amore. La storia è abbastanza inverosimile, priva di organicismo, in cui i fatti si susseguono senza essere sottoposti ad un reale processo temporale così che i cambiamenti avvengono magicamente dall'oggi al domani. é un film sull'orlo della banalità, di un'insensatezza che definirei quasi comicità gratuita al pari di film idioti (ma simpatici) come zoolander, austin power ecc. Nonostante sia mediocre ho trovato degli spunti interessanti: la superficialità che pervade tutto il film è quella propria della "roma bene", quasi disarmante quando Fiamma afferma di aiutare la ragazza bruttina a diventare "figa" perchè si annoia! Oppure quando le insegna un certo tipo di comunicazione assolutamente vuota, quando vaporidis accusa i suoi amici di non essere veri ottenendo una reazione di assoluta noncuranza.
Ho trovato questo tipo di relazioni (volutamente esasperate)assolutamente reali. é un film in cui l'estrema idiozia e la rimarcazione dei personaggi spinge a pensare come non è il film in realtà ad essere banale e ipocrita, ma siamo noi (noi giovani) ad essere così e rappresentati di conseguenza.
Quale ragazza non si rispecchierebbe nella capotondi? Nella voglia di essere bella, desiderata, ammirata, anche solo per un attimo. Di poter avere un assaggio della vita di chi "invidiamo", di non accontentarsi mai sia che siamo ricchi o poveri, belli o brutti. Ma non per questo la capotondi vende la propria anima, non uccide nessuno per questo, è solo una comprensibile e umana debolezza. Lo studente vaporidis invece riassume il quadro di molti studenti universitari di oggi, un po' fannulloni, immaturi, bugiardi nel dire ai genitori gli esami sostenuti. Ed è allora una parodia di noi tutti che non avrebbe potuto essere scritta se non nella nostra italia, non in america. Il cinema italiano ha sempre avuto un carattere estremamente comico-critico: dal fantozzi che prende in giro la classe medio-piccola, all'abatantuono che delinea i caratteri del tifoso, al carlo verdone, al christian de sica,al massimo boldi eccecc, ci fanno ridere perchè sono drammaticamente comici, veri.
Questo film non aggiunge nulla nè toglie niente al nostro cinema, molti sono gli stereotipi già fatti, già scritti. Ma non mi sento di criticarlo eccessivamente vista la caricatura esplicita dei personaggi. Sicuramente migliore dei film tratti dai romanzi di moccia in cui la smielatura e stucchevolezza non pone riflessioni.
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[+] nn la penso così (di lizzi)[ - ] nn la penso così
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Giada e Riccardo non potrebbero essere più diversi, ma in realtà, dietro le loro “maschere” si somigliano profondamente: entrambi hanno deciso di non giocare il gioco “sporco” della vita mettendoci la faccia!
Continuano a mentire a loro stessi. Giada mente a sua madre, alla sua migliore amica, all'oste-datore di lavoro, che deruba sistematicamente nel tentativo d'indossare l'ennesima maschera, quella della bellezza.
Giada vuol diventare bella per conquistare Riccardo, per avere finalmente ciò che le spetta per merito (ma che per merito le è negato), arruffianandosi il bavoso professore o per cambiare scenario, anche se il gioco è sempre lo stesso: quello del travestimento.
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Giada e Riccardo non potrebbero essere più diversi, ma in realtà, dietro le loro “maschere” si somigliano profondamente: entrambi hanno deciso di non giocare il gioco “sporco” della vita mettendoci la faccia!
Continuano a mentire a loro stessi. Giada mente a sua madre, alla sua migliore amica, all'oste-datore di lavoro, che deruba sistematicamente nel tentativo d'indossare l'ennesima maschera, quella della bellezza.
Giada vuol diventare bella per conquistare Riccardo, per avere finalmente ciò che le spetta per merito (ma che per merito le è negato), arruffianandosi il bavoso professore o per cambiare scenario, anche se il gioco è sempre lo stesso: quello del travestimento. Riccardo mente a suo padre, ai suoi professori, ai suoi amici. Vive dentro un delirio narcisistico che somiglia fin troppo al suo opposto: la bruttezza secchiona, occhialuta e brufolosa di Giada. Anche Riccardo impara a vendersi, per quasi niente, delle lezioni private. Tanto, anche se cambia lo scenario il gioco è sempre lo stesso: quello del travestimento. Questi due esperti di menzogna in fondo non sono poi così diversi.
Come cantilenano le streghe di Macbeth: «Il bello è brutto e il brutto è bello!»; e Volfango De Biasi lo conosce Shakespeare...vedi il suo secondo film... Non sono affatto diversi...
Ma, grazie alla vita, i nodi vengono al pettine: Giada e Riccardo vengono scoperti, smascherati e le loro miserevoli menzogne non possono più tenere insieme il puzzle delle loro fragilità. Devono finalmente fare i conti con una realtà dura e meravigliosa. Finalmente assaggiano il sapore (lui) di ricevere un meritato 30 all'esame; (lei) di essere non considerata perché brutta o considerata solo per i suoi abiti, ma per se stessa.
Finalmente sono liberi d'innamorarsi disarmati.
Peccato per la voluta superficialità di certe scelte, perché questo regista avrebbe dei numeri.
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Sta messo malissimo, a giudicare da questo esordio di De Biasi. Senz'altro non riuscirei a farmi bastare queste 3000 e passa battute a mia disposizione per dire tutto quello che non va in una pellicola del genere. Una cosa però è certa: sono straconvinto che ciò nonostante il film al botteghino incasserà bene, perchè l'operazione di marketing alla fine pagherà, e i suoi produttori ne saranno contenti. È triste doverlo ammettere, ma tutto è infatti improntato a questo, per rivolgersi ad un pubblico pseudo-adolescenziale, meglio se fruitore superficiale dell'arte cinematografica (...e, perchè no, televisiva), che ne condivide l'estetica e che in un film del genere vuole rispecchiarsi senza porsi troppe domande all'uscita dalla sala.
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Sta messo malissimo, a giudicare da questo esordio di De Biasi. Senz'altro non riuscirei a farmi bastare queste 3000 e passa battute a mia disposizione per dire tutto quello che non va in una pellicola del genere. Una cosa però è certa: sono straconvinto che ciò nonostante il film al botteghino incasserà bene, perchè l'operazione di marketing alla fine pagherà, e i suoi produttori ne saranno contenti. È triste doverlo ammettere, ma tutto è infatti improntato a questo, per rivolgersi ad un pubblico pseudo-adolescenziale, meglio se fruitore superficiale dell'arte cinematografica (...e, perchè no, televisiva), che ne condivide l'estetica e che in un film del genere vuole rispecchiarsi senza porsi troppe domande all'uscita dalla sala. Io però continuo a voler credere che da un film si debba pretendere di più e davanti a tanta assurdità e pochezza filmica non riesco a non indignarmi. Per me non è dunque che vada dato solo un giudizio negativo (potrebbe esser letto come un incoraggiamento per il regista a migliorarsi), no... va assolutamente considerato per quello che esso è: un film pessimo nella sua globalità... in termini più spicci, una ciofeca colossale che non promette nulla di buono per il futuro dei suoi autori.
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Una ragazza brillante a scuola ma che non cura minimamente il look (dubbio gusto nel vestirsi e brufoli come se non ci fosse un domani) a un certo punto si trasforma in un'oca mangiauomini e ottiene tutto, un buon lavoro, la stima della madre e l'amore della sua vita. La morale quindi, in soldoni, è questa: ragazze, il cervello è una cosa frivola e inutile, puntate tutto sull'apparenza e la vita vi sorriderà. No ma complimenti, proprio quello che ci vuole a questa Italia in cui i giovani hanno sempre meno voglia di studiare e a questa società in cui già la sostanza vale davvero poco in confronto all'apparenza. Il tutto coadiuvato da dei personaggi macchiettistici al massimo e, a esser buoni, fastidiosi che sembrano fuoriusciti da un cartone animato e una recitazione al limite della sufficienza.
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Una ragazza brillante a scuola ma che non cura minimamente il look (dubbio gusto nel vestirsi e brufoli come se non ci fosse un domani) a un certo punto si trasforma in un'oca mangiauomini e ottiene tutto, un buon lavoro, la stima della madre e l'amore della sua vita. La morale quindi, in soldoni, è questa: ragazze, il cervello è una cosa frivola e inutile, puntate tutto sull'apparenza e la vita vi sorriderà. No ma complimenti, proprio quello che ci vuole a questa Italia in cui i giovani hanno sempre meno voglia di studiare e a questa società in cui già la sostanza vale davvero poco in confronto all'apparenza. Il tutto coadiuvato da dei personaggi macchiettistici al massimo e, a esser buoni, fastidiosi che sembrano fuoriusciti da un cartone animato e una recitazione al limite della sufficienza. Un filmetto smelenso di bassa lega con una morale di fondo sbagliatissima e diseducativa. E poi non dovremmo avere una considerazione negativa del cinema italiano? Non voglio dire che in un film ci debba per forza essere la morale, ma se proprio ce la devi mettere almeno guarda di promuovere dei comportamenti esemplari. Così si alimenta solo quello che sarebbe meglio debellare. Film da evitare.
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COME TU MI VUOI (IT, 2007) diretto da VOLFANGO DE BIASI. Interpretato da CRISTIANA CAPOTONDI – NICOLAS VAPORIDIS – GIULIA STEIGERWALT – ELISA D'EUSANIO – PAOLA CARLEO § Giada è bruttina, occhialuta e brufolosa, molto intelligente e bravissima all’università che frequenta, alla facoltà di scienze della comunicazione. Riccardo è ricco, superficiale, viziato, dongiovanni e asino. Minacciato dal padre che intende impedirgli la vacanza ad Ibiza in mancanza di buoni risultati nello studio, si fa dare ripetizioni da lei, che si presta con riluttanza e malvolentieri al ruolo di insegnante privata. Tra i due nasce una forte passione, che si traduce in amore, ma Giada capisce che piacerebbe di più al suo fidanzato se cambiasse il proprio aspetto fisico.
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COME TU MI VUOI (IT, 2007) diretto da VOLFANGO DE BIASI. Interpretato da CRISTIANA CAPOTONDI – NICOLAS VAPORIDIS – GIULIA STEIGERWALT – ELISA D'EUSANIO – PAOLA CARLEO § Giada è bruttina, occhialuta e brufolosa, molto intelligente e bravissima all’università che frequenta, alla facoltà di scienze della comunicazione. Riccardo è ricco, superficiale, viziato, dongiovanni e asino. Minacciato dal padre che intende impedirgli la vacanza ad Ibiza in mancanza di buoni risultati nello studio, si fa dare ripetizioni da lei, che si presta con riluttanza e malvolentieri al ruolo di insegnante privata. Tra i due nasce una forte passione, che si traduce in amore, ma Giada capisce che piacerebbe di più al suo fidanzato se cambiasse il proprio aspetto fisico. Così, grazie ai consigli di Fiamma, amica di Riccardo che le dà consigli su come migliorarsi e valorizzarsi, diventa una meravigliosa ragazza (almeno fisicamente parlando) ed entra a far parte di quel mondo di frivolezze e pettegolezzi che costituisce la realtà in cui Riccardo e i suoi scialbi ed edonistici amici si muovono. Ma lui non abbandonerà il suo modo menefreghista e inconsistente di vivere, tanto che la relazione con lei vacillerà, finché i due non si riavvicineranno dopo diversi scontri, la bocciatura di lui agli esami universitari e la defezione di lei al rapporto amoroso. Insaccato di sequenze languide, scene debolmente produttive, azioni odiabili e spezzoni pieni fin sopra i capelli di buonismi sbilenchi, è una brutta copia di Notte prima degli esami: stavolta non è più il palcoscenico della scuola superiore e degli esami di maturità, ma si entra nel teatro universitario, dove i voti positivi fioccano da una parte e quelli negativi impregnano l’altra, e il bisogno di integrazione e socializzazione si traduce soprattutto in una becera omologazione al ribasso (diventata carina, Giada non esita un momento a vendersi per quel che c’è di nuovo nella sua esistenza e che vuole arditamente sperimentare). Il basso livello interpretativo degli attori di questo film è figlio di una sceneggiatura malservita, instabile, barcollante e perbenista, che non sfrutta con le dovute maniere la ricchezza che si può trarre da uno studio sociologico sulla mutevolezza e sulla contraddittorietà del mondo giovanile del XXI secolo, tutto popolato da discoteche, musica a palla, droga, esperienze infantilmente eccitanti, esuberanze da scemi, elettronica e informatica a manetta (spesso a spese inutili e infruttuose), comunanze ridicole di interessi e passioni troppo insignificanti e anonimi e insulsaggini che farebbero drizzare i capelli alle generazioni passate che hanno tanto tribolato per costruire ai loro figli una realtà nella quale potessero muoversi senza eccessivi problemi e preoccupazioni. De Biasi non sa dirigere con la dovuta maestria un’opera che poteva assurgere a gioiello di indagine psicologica inghirlandato di analisi approfondite sul comportamento dei giovani nelle complicate e multiformi dimensioni del mondo globalizzato, tra cui non manca la mercificazione del corpo femminile e l’utilizzo abbondante degli stereotipi nella pubblicità, nelle comunicazioni telematiche e nell’immaginario collettivo dei ragazzi. La regia non è sicura e denota una mano malferma nella rappresentazione di un inventario che poteva sicuramente elargire e diffondere da più pori un messaggio di denuncia delle pericolose futilità che vengono gratuitamente appioppate nella vita adolescenziale e dei giovani adulti, anche con lo scopo di veicolare un monito di possibile salvezza per coloro che non vogliono adeguarsi a queste situazioni ben poco gradevoli (nel profondo, non certo in superficie). La Capotondi è bravina e si farà le ossa, ma senza dubbio non ha stile nella scelta dei film da fare, e dovrebbe prediligere opere che si propongono di trattare un tema con la debita serietà e non con la leggerezza atona e distonica che caratterizza questa pellicola, quasi la stessa superficialità che si riscontra nei comportamenti di questi personaggi insopportabili e totalmente negativi. Quindi, in conclusione, un maggior rigore registico e un copione scritto meglio e più particolareggiato avrebbero fatto di Come tu mi vuoi un’opera apprezzabile che non mirerebbe certo a vincere riconoscimenti o a fregiarsi del titolo di capolavoro, ma che si farebbe notare per il vigore e la vitalità stilistici e attirerebbe l’attenzione degli studiosi (non solo di cinema o di sociologia) per la sua pienezza analitica e la sua profonda ambiguità. [-]
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Giada e Riccardo vivono nello stesso mondo, ma in dimensioni parallele che, prolungate indefinitamente, finiscono non solo per incontrarsi, ma anche per scambiarsi i posti. Quello che subito salta all'occhio di questa pellicola è proprio l'ambiguità di fondo del sistema; la profonda ma bruttina Giada non subisce solo un cambio estetico, ma finisce per trasformarsi completamente anche nello spirito, aderendo, e per di più consapevolmente, al processo di mercificazione dell'essere umano che oggi è uno dei punti fondanti della nostra società. E' curiosa, intelligente, eppure la sua anima cede subito alle allettanti tentazioni propinatele dai vestiti firmati, dai trattamenti estetici, dalle serate passate a costruire vacui discorsi e ad andare a letto con il primo che capita, dimenticando chi è veramente.
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Giada e Riccardo vivono nello stesso mondo, ma in dimensioni parallele che, prolungate indefinitamente, finiscono non solo per incontrarsi, ma anche per scambiarsi i posti. Quello che subito salta all'occhio di questa pellicola è proprio l'ambiguità di fondo del sistema; la profonda ma bruttina Giada non subisce solo un cambio estetico, ma finisce per trasformarsi completamente anche nello spirito, aderendo, e per di più consapevolmente, al processo di mercificazione dell'essere umano che oggi è uno dei punti fondanti della nostra società. E' curiosa, intelligente, eppure la sua anima cede subito alle allettanti tentazioni propinatele dai vestiti firmati, dai trattamenti estetici, dalle serate passate a costruire vacui discorsi e ad andare a letto con il primo che capita, dimenticando chi è veramente. Alla fine perde la sua gara personale contro la società consumista, edonista, in cui "bello" e "raccomandato" sono i nuovi requisiti che spalancano le porte del Paradiso Terreno. L'unico che invece sembra svegliarsi dal suo torpore intellettuale è proprio Riccardo, colui che trascina Giada nel vortice della vacuità. Solo quando comincia a guardare il mondo dalla prospettiva di chi deve faticare peggio di Ercole per studiare e lavorare, Riccardo si rende conto della nullità della sua vita, di non aver costruito nulla di concreto. Resosi conto, torna sui suoi passi, cercando di far valere le sue potenzialità. Nessuna perdita, nessun guadagno: Giada perde un po' della sua sostanza, Riccardo ne trae giovamento. Sono gli unici, però, a mostrare cambiamenti: il resto della squadra di personaggi si mescolano, entrano ed escono da questi micromondi paralleli, finendo per rendersi uno uguale all'altro, senza personalità, carattere, essenza.
Non prendiamocela col regista, se il film ci ha irritato un po'... egli ci ha semplicemente mostrato il nostro vero volto: manichini, con lo stesso taglio di capelli, gli stessi abiti e lo stesso, indefinibile modo di "non-essere". [-]
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