paolo ciarpaglini
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domenica 27 maggio 2007
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le radici dell'odio.
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Film ottimamente diretto da un'Alan Parker in grande spolvero. La storia (realmente accaduta), narra le indagini che seguirono in una cittadina del Mississipi, dopo l'assassinio di tre attivisti per l'integrazione raziale. Guardando alcuni film, e questo è uno di essi, si ha le netta percezione di trovarsi nel 'bel' mezzo della vicenda. Sarà per la maestria del montaggio, del copione, degli attori(grandi!), ma poche sono le pellicole che ti prendono per la camicia e sbattono in viso la realtà nuda e cruda, con tale forza. Correva l'anno 1964, non stiamo parlando dei Barbari. Mentre io nascevo, oltreoceano e non solo, c'era ancora chì in modo inspiegabile ma profondamente radicato, 'temeva' non solo gli uomini di colore, ma tutto ciò che non rappresentasse appieno l'ideale Americano degli Stati del Sud.
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Film ottimamente diretto da un'Alan Parker in grande spolvero. La storia (realmente accaduta), narra le indagini che seguirono in una cittadina del Mississipi, dopo l'assassinio di tre attivisti per l'integrazione raziale. Guardando alcuni film, e questo è uno di essi, si ha le netta percezione di trovarsi nel 'bel' mezzo della vicenda. Sarà per la maestria del montaggio, del copione, degli attori(grandi!), ma poche sono le pellicole che ti prendono per la camicia e sbattono in viso la realtà nuda e cruda, con tale forza. Correva l'anno 1964, non stiamo parlando dei Barbari. Mentre io nascevo, oltreoceano e non solo, c'era ancora chì in modo inspiegabile ma profondamente radicato, 'temeva' non solo gli uomini di colore, ma tutto ciò che non rappresentasse appieno l'ideale Americano degli Stati del Sud. Purtroppo, e non si spiegano le ragioni, i 'bianchi' hanno da sempre dominato, discriminato tutto ciò che non è la loro immagine riflessa nello specchio. Vuoi per un'ancestrale quanto infondata paura nel 'diverso', per arretratezza culturale, o per il dominio. Forse nella loro follia i Cristiani, credono da sempre che Dio abbia le loro stesse sembianze, poichè alla 'radice' delle più grandi, sanguinose battaglie, c'è sempre e comunque la croce del Cristo. Adesso i tempi sono mutati e lo scettro di tanta ignoranza è conteso anche da 'altri'. Che dire se non che l'umana ragione, è anche il peggiore dei morbi che questa splendida Terra abbia conosciuto?. Nient'è mutato in 2000 anni, nient'è mutato in 40 anni o poco più da quei fatti, e niente cancellerà una volta per tutte, la malvagità opprimente, insopportabile del caos che pervade la mente umana.
Come ebbe a Dire un Uomo inchiodato ad una croce molti anni or sono: "Padre, abbi pietà di loro, perchè non sanno quel che fanno". Non 'credo' nei Vangeli, così come non credo in nessun altra Verità che non sia frutto del buon senso. E non parlo di scienza, ma del senso di Universale fratellanza che vive nei 'templi', e che si dissolve fuori di essi, non appena varcati gli ultimi gradini. Vergognamoci!!!!!!!.
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l. rendine
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giovedì 4 settembre 2008
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obbligatorio per chi è nato dopo il 1955!
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IL FILM. Sono prevenuto (in bene) con Alan Parker da quando ho visto Evita, gli devo delle emozioni e in questo film non mancano: penso che i ragazzi nati dopo il '60, che quindi erano troppo piccoli o non erano nati ai tempi di M.L. King, Kennedy, Johnson, KKK e i fatti (ahimé veri!) narrati nel film, dovrebbero essere obbligati a vederlo, e farsi un'idea di cosa fosse possibile, quarant'anni fa o poco più, nei civilissimi USA, seppure in quegli stati del Sud
Confederato, che, schiavisti, avevano perso la guerra di Secessione SOLO 100 anni prima dei fatti narrati! E ancora espongono (l'ho viste ancora in Florida, nel 2002!) le bandiere Confederate (come nella scena del film si vede nel "bar") e non certo in un museo!! Vero è che sono Americani anche i "buoni" pur se, come il personaggio di Hackman, provenienti da quelle lande, ma nulla toglie alla sensazione agghiacciante di una virulenza d'odio gratuito e immotivato che si esprime anche, e forse soprattutto, nella inquadratura iniziale con i lavandini separati per bianchi e neri (anzi, come si diceva allora anche da noi, "negri").
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IL FILM. Sono prevenuto (in bene) con Alan Parker da quando ho visto Evita, gli devo delle emozioni e in questo film non mancano: penso che i ragazzi nati dopo il '60, che quindi erano troppo piccoli o non erano nati ai tempi di M.L. King, Kennedy, Johnson, KKK e i fatti (ahimé veri!) narrati nel film, dovrebbero essere obbligati a vederlo, e farsi un'idea di cosa fosse possibile, quarant'anni fa o poco più, nei civilissimi USA, seppure in quegli stati del Sud
Confederato, che, schiavisti, avevano perso la guerra di Secessione SOLO 100 anni prima dei fatti narrati! E ancora espongono (l'ho viste ancora in Florida, nel 2002!) le bandiere Confederate (come nella scena del film si vede nel "bar") e non certo in un museo!! Vero è che sono Americani anche i "buoni" pur se, come il personaggio di Hackman, provenienti da quelle lande, ma nulla toglie alla sensazione agghiacciante di una virulenza d'odio gratuito e immotivato che si esprime anche, e forse soprattutto, nella inquadratura iniziale con i lavandini separati per bianchi e neri (anzi, come si diceva allora anche da noi, "negri"). Si dirà che in Sudafrica è andata anche peggio
(e non ne sono sicuro a livello di torture), ma saperlo e "vederlo" negli Stati Uniti degli anni '60 (ed essere ben consapevoli che NON E' ANCORA FINITA!) fa male, pur se rende la varietà di "anime" che convivono nel corpaccione Americano. E ci si rende conto che Bush non viene dal nulla... COMUNQUE IL FILM, NELLA SUA SEMPLICITA' E PUR CON QUALCHE "ingenuità", TI PRENDE E NON TI MOLLA. E ALLA FINE PROVI RABBIA E IMPOTENZA! Quindi ti fa "vivere" la storia e per me, uomo di Teatro appassionato di Cinema e buona recitazione, vuol dire che è OK!
LA TRAMA. Semplice, ma avvincente, seppur, come detto, con qualche "?" : 1) perché la moglie del vice-sceriffo, la strepitosa Frances McDormand al suo SECONDO film dopo 4 anni, cede senza protezioni e senza "cadute" o contropartite sentimentali a un corteggiamento-interrogatorio alla David Niven? 2) Non ricordo, ma potrei sbagliare, uno spiegamento di forze cosi ostentato nella ricerca, né mi sembra credibile la teoria di funzionari che guadano il fiume in grisaglia e piombano nel letame dei maiali in abiti impeccabili (ma forse, e voglio crederlo, è una
metafora...).
LA REGIA. Luci, inquadrature, scene, direzione attori, tutto impeccabile!
FRANCES McDORMAND. Strepitosa, come sempre sarà in seguito (cito solo "City by the sea", 12 anni dopo con De Niro e James Franco, titolo orrendamente tradotto in Italia - come al solito - con "Colpevole d'omicidio". Quando i nostri distributori si convinceranno che il pubblico non è cretino, almeno non riguardo al titolo, che non è il motivo per
cui sceglie un film?
WILLEM DAFOE. Imperdibile! Giovane, in una parte diversa dallo "psicopatico omicida". E' a posto, ma, ovviamente, quando c'e Gene (Hackman) non ce n'è per nessuno....
GENE HACKMAN. Mitologico! Purtroppo ormai attori così non se ne fanno più!
MUSICA. Adeguata e scioccante, coi pestaggi sui "blues"...
COSA CAMBIEREI. Qualcosa della sceneggiatura (vedi Trama...)
VOTO: Decisamente Buono.
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luigi chierico
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domenica 4 ottobre 2015
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usque tandem
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Il 9 aprile del 1965 termina in America la Guerra di secessione tra il Nord ed il Sud,viene abolita la schiavitù,i negri sono liberi cittadini americani. Un secolo dopo nel 1964 assistiamo alla vicenda di questo film che non è tutta fantasia,anzi quasi tutta verità di fatti accaduti e di responsabili individuati e condannati che il coraggioso bravo regista Alkan Parker propone nel 1989.
Un film sull’emarginazione,sulla xenofobia, avversione contro qualunque straniero: dagli uomini di colore agli ebrei, da coloro che professano una diversa fede, a chi non è del posto, della contea di Neshoba nel Mississippi.
I fatti narrati sono di una violenza inaudita,l’intolleranza raggiunge chiunque e con ogni mezzo, il Ku Klux Klan non è una setta,sono tutti i cittadini dal sindaco allo sceriffo.
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Il 9 aprile del 1965 termina in America la Guerra di secessione tra il Nord ed il Sud,viene abolita la schiavitù,i negri sono liberi cittadini americani. Un secolo dopo nel 1964 assistiamo alla vicenda di questo film che non è tutta fantasia,anzi quasi tutta verità di fatti accaduti e di responsabili individuati e condannati che il coraggioso bravo regista Alkan Parker propone nel 1989.
Un film sull’emarginazione,sulla xenofobia, avversione contro qualunque straniero: dagli uomini di colore agli ebrei, da coloro che professano una diversa fede, a chi non è del posto, della contea di Neshoba nel Mississippi.
I fatti narrati sono di una violenza inaudita,l’intolleranza raggiunge chiunque e con ogni mezzo, il Ku Klux Klan non è una setta,sono tutti i cittadini dal sindaco allo sceriffo. L’intolleranza diventa odio spietato che non si ferma neanche dinanzi ai bambini e alle donne. La cosa che più stupisce è prendere atto che i fatti non risalgono a tempi lontani un secolo ma tempi recenti. addirittura al pdriodo successivo all’assassinio di John Kennedy avvenuto il 22 novembre del 1963. E’ lo stesso odio che nel 1968 porterà ad uccidere Martin Luther King, leader dei diritti civili della sua gente, proprio a Memphis, cittadina del Mississippi vicino al paese in cui si svolgono i fatti narrati nel film.
Tutto questo per meglio comprendere la portata di questo ottimo film,il cui risultato è esaltato dalla presenza di tanti attori di rilievo, tutti bravissimi:
Gene Hackman,Brad Dourif,Willem Dafoe,Frances McDormand,Stephen Tobolowsky. Una lode al regista per la scelta delle centinaia di comparse, tutte perfettamente inserite nel contesto dei fatti, luoghi e sentimenti.
Questi ultimi raggiungono momenti di grandissimo valore umano ed artistico nei diversi canti spirituals ad una o più voci. Momenti toccanti che hanno di certo contribuito, insieme al resto, a farlo candidare per l’Oscar.
A sottolineare l’incompatibilità c’è anche il difficile rapporto tra i due agenti FBI Anderson,interpretato ottimamente da Gene Hackman,e Alan Word,
il bravissimo Willem Dafoe, tra i coniugi Pell, un veramente eccellente Brad Daurif, nella parte del vice sceriffo, e la brava Frances McDormand, nella parte della moglie.
Un ottimo film che fa meditare: usque tandem non saremo in grado di debellare dall’animo umano quella naturale xenofobia che ci pervade allorché ci tocca da vicino? Non era xenofobia quella di coloro che chiamavano terroni i meridionali e non li volevano per casa? E quanti si comporterebbero come i coniugi Matt e Christina Drayton, , Spencer Tracy e Katharine Hepburn, nel famoso film “Indovina chi viene a cena ?”
chibar22@libero.it
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the fool on the hill
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sabato 19 dicembre 2009
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film doveroso
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Un giovane e inedito(almeno per tutti quelli che lo conoscono per Spiderman)Dafoe,in coppia con un cinico e freddo Gene Hackman danno la caccia agli assassini di tre ragazzi,attivisti politici, freddati nel pieno delle loro vite.
L' incipit perfetto per un thriller,ma "Mississippi Burning" è più di un thriller, è una denuncia contro il razzismo pesante di quell' America (del sud) e di tutte le nefandezze che lo stato(polizia,giustizia) compiva per nascondere il problema.
Detto questo,la trama scopritela da soli,stilisticamente il film possiede un buon potenziale che purtroppo non è valorizzato.I protagonisti sono uno l'antitesi dell'altro: Hackman, il detective "di mondo" ormai stanco,privo ormai di quell'energia che invece pervade il giovane collega(Dafoe),idealista convinto di poter cambiare il mondo nel nome di una giustizia che risulta essere con lo svolgersi dei fatti un concetto molto relativo.
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Un giovane e inedito(almeno per tutti quelli che lo conoscono per Spiderman)Dafoe,in coppia con un cinico e freddo Gene Hackman danno la caccia agli assassini di tre ragazzi,attivisti politici, freddati nel pieno delle loro vite.
L' incipit perfetto per un thriller,ma "Mississippi Burning" è più di un thriller, è una denuncia contro il razzismo pesante di quell' America (del sud) e di tutte le nefandezze che lo stato(polizia,giustizia) compiva per nascondere il problema.
Detto questo,la trama scopritela da soli,stilisticamente il film possiede un buon potenziale che purtroppo non è valorizzato.I protagonisti sono uno l'antitesi dell'altro: Hackman, il detective "di mondo" ormai stanco,privo ormai di quell'energia che invece pervade il giovane collega(Dafoe),idealista convinto di poter cambiare il mondo nel nome di una giustizia che risulta essere con lo svolgersi dei fatti un concetto molto relativo.
La fotografia è notevole premiata pertanto con un oscar (celebre la scena dell' impiccagione), il film possiede un atmosfera cupa e inquietante per tutta(o quasi)la sua durata, questa sua pesantezza quasi ossessiva ne fa un film di denuncia, la storia è spesso frammentaria e forse non troppo coinvolgente,tuttavia il suo urlo di denuncia contro il fenomeno razzista di quegli anni è vivo e si sente ancora oggi a distanza di dieci anni.
Mississippi Burning è un film da far vedere agli studenti (delle medie in poi), è uno di quei film (non altrettanto grande)come "La grande guerra" o "Arancia Meccanica", che possono formare a fare la scelta giusta giovani menti facilmente impressionabili, è un film "doveroso" in questo senso,perchè spesso i film aiutano a maturare.
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jacopo b98
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domenica 8 giugno 2014
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un film radicale sul razzismo!
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A Jessup, Mississippi, la sparizione di tre attivisti dei diritti civili, due bianchi e un afro-americano, fa intervenire l’FBI: arrivano perciò in città i due agenti Anderson (Hackman) e Ward (Dafoe), entrambi contrari al razzismo, ma diversi nel loro modo di fare. Ward è infatti un giovane neo-laureato, rispettoso di tutto e tutti, seppur deciso a perseguire il suo scopo, Anderson è invece un vecchio veterano che non si fa problemi a usare le maniere forti. Alla fine, quando si capirà che nella sparizione è implicata anche la polizia locale, Ward si deciderà a usare anche i metodi violenti e intimidatori di Anderson pur di perseguire i colpevoli.
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A Jessup, Mississippi, la sparizione di tre attivisti dei diritti civili, due bianchi e un afro-americano, fa intervenire l’FBI: arrivano perciò in città i due agenti Anderson (Hackman) e Ward (Dafoe), entrambi contrari al razzismo, ma diversi nel loro modo di fare. Ward è infatti un giovane neo-laureato, rispettoso di tutto e tutti, seppur deciso a perseguire il suo scopo, Anderson è invece un vecchio veterano che non si fa problemi a usare le maniere forti. Alla fine, quando si capirà che nella sparizione è implicata anche la polizia locale, Ward si deciderà a usare anche i metodi violenti e intimidatori di Anderson pur di perseguire i colpevoli. Tratto da un fatto di cronaca vero avvenuto a Neshoba, sceneggiato molto bene da Chris Gerolmo, è uno dei migliori film di A. Parker. È un film radicale nel suo essere violento e sgradevole (e gira voce che Parker abbia peraltro smorzato parecchio alcune parti del ben più agghiacciante script di Gerolmo), affronta infatti con crudo realismo il tema del razzismo evitando sempre buonismi o smorzature: è un film che non indietreggia. Mai. I pestaggi dei neri, gli incendi a cui si riferisce il titolo, la terrificante scena dell’impiccagione notturna del nero padre di famiglia sono tutte sequenze di tremendo realismo. I personaggi sono poi ben caratterizzati, a partire dai due poliziotti, che si avvalgono delle straordinarie interpretazioni di tutti gli attori: Hackman in primis, spalleggiato dai bravissimi Dafoe e dalla McDormand, interprete del personaggio forse più interessante del film, quello della moglie impotente del vice-sceriffo Pell (Dourif), protagonista di un dialogo con Hackman di rara intensità. E alla fine resta solo lo sdegno per una tragedia, la segregazione razziale, che si spera non si debba mai più verificare! Peccato solo per il finale, non brutto di per sé, ma vagamente buonista nel mostrare la comunità di bianchi e neri parzialmente unita per la prima volta. Un po’ inverosimile, dopo aver visto tutto il film. Con ciò Mississippi Burning è e resta un grande film, uno dei migliori sul difficile tema del razzismo e dell’odio razziale. Sette nomination agli Oscar, una sola statuetta per la fotografia. Orso d’argento a Berlino a Gene Hackman. R. Lee Ermey, il sergente istruttore di Full Metal Jacket, interpreta il sindaco razzista di Jessup.
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dario
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domenica 19 settembre 2010
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vibrante
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Troppo lungo e sicuramente scontato, ma la regia sa il fatto suo, coinvolge, intriga e svolge correttamente il suo ruolo civile, con evidente e sincero calore. L'indignazione prende la mano e un certo semplicismo finisce con l'avere la meglio, tuttavia gli attori ci credono (grande Hackman, ma anche Dafoe sa il fatto suo) e i comprimari fanno una gran bella figura. Film da vedere comunque perchè raro esempio di un impegno particolarmente intenso, che la superficialità della trattazione del tema non riesce a scalfire.
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