mondolariano
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giovedì 5 maggio 2011
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lo "007" più bello
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E’ il miglior 007 della serie. C’è il fascino dell’ambientazione veneziana, c’è il sapore classico e quasi storico di un romanzo di viaggi, che nella lunga scena sul treno si svolge proprio a bordo dell’Orient-express. Meno brillante di “Goldfinger” ma proprio per questo più reale, più lineare all’interno di una trama di puro spionaggio che resta comunque di grande inventiva. Interessante anche per le autentiche riprese in esterno di Istanbul.
Connery cade tra le braccia della “Bond girl” di turno e ci cade decisamente troppo presto: una scena che ricalca più del solito la retorica del genere (ma stavolta le braccia della protagonista sono italiane). Colpi di scena fino all’ultimo minuto, con una brutta quanto brava Rosa Klebb, “spregevole donna ma ottimo centro-attacco”.
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E’ il miglior 007 della serie. C’è il fascino dell’ambientazione veneziana, c’è il sapore classico e quasi storico di un romanzo di viaggi, che nella lunga scena sul treno si svolge proprio a bordo dell’Orient-express. Meno brillante di “Goldfinger” ma proprio per questo più reale, più lineare all’interno di una trama di puro spionaggio che resta comunque di grande inventiva. Interessante anche per le autentiche riprese in esterno di Istanbul.
Connery cade tra le braccia della “Bond girl” di turno e ci cade decisamente troppo presto: una scena che ricalca più del solito la retorica del genere (ma stavolta le braccia della protagonista sono italiane). Colpi di scena fino all’ultimo minuto, con una brutta quanto brava Rosa Klebb, “spregevole donna ma ottimo centro-attacco”.
Kerim Bey (l’attore Pedro Armendariz) morì di cancro subito dopo le riprese.
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paolo 67
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sabato 29 ottobre 2011
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il più bel film di james bond
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Il secondo bellissimo film di 007 non si discosta molto dal primo, a cominciare dalla regia elegante e sofisticata di Terence Young, la fotografia chiara, luminosa e dai colori saturi di Ted Moore, il montaggio creativo di Peter Hunt (che ebbe l'idea di mettere una scena prima dei titoli inaugurando una tradizione tutta bondiana). L'unica differenza è la scenografia di Sid Cain, più essenziale ed adatta a una storia che si svolge in gran parte in un treno al posto di quella sontuosa di Ken Adam (impegnato con Kubrick per "Il dottor Stranamore"). Fa la comparsa per la prima volta "Q" interpretato da Desmond Llewelyn, destinato a divenire uno dei personaggi più amati della serie.
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Il secondo bellissimo film di 007 non si discosta molto dal primo, a cominciare dalla regia elegante e sofisticata di Terence Young, la fotografia chiara, luminosa e dai colori saturi di Ted Moore, il montaggio creativo di Peter Hunt (che ebbe l'idea di mettere una scena prima dei titoli inaugurando una tradizione tutta bondiana). L'unica differenza è la scenografia di Sid Cain, più essenziale ed adatta a una storia che si svolge in gran parte in un treno al posto di quella sontuosa di Ken Adam (impegnato con Kubrick per "Il dottor Stranamore"). Fa la comparsa per la prima volta "Q" interpretato da Desmond Llewelyn, destinato a divenire uno dei personaggi più amati della serie. Influenzata (fin dal titolo) dal clima del disgelo tra le superpotenze, la trama si avvale della eccellente trasposizione di Richard Maibaum del romanzo omonimo di Fleming (indicato dal presidente Kennedy come uno dei suoi 10 libri preferiti), che ebbe grande successo perchè ricco di tanti elementi di classe (belle donne, locali esotici, cibi e vini raffinati, macchine veloci) che facevano piacere nel ritrovato benessere dopo anni di guerra e di razionamento. Oltre alla ricchezza della storia, le location (come gli splendidi esterni a Instanbul) offrono tutto per un film di Bond senza bisogno di compensare con ambientazioni fantastiche. Il duello rusticano tra le zingare è girato con colori violenti e accesi che ricordano il primo Technicoior anni '40. Preferito dal regista e da Connery (ma anche in assoluto dal premier sovietico Leonid Brezhnev che come il successore Yuri Andropov andava matto per film che non erano certo considerati ideologicamente adatti al pubblico sovietico!), il film è uno di quelli che reggono oggi la visione a distanza di decenni in prima serata in tv. Eccezionale Lotte Lenya nella parte della sgraziata cattiva Rosa Klebb, anti-Bondgirl per eccellenza. Pur essendo italiana (ex Miss Roma) Daniela Bianchi è chiamata a rappresentare la quintessenza della bellezza dell'Europa orientale, mentre Sean Connery è perfettamente a suo agio nella parte dopo l'esperienza del primo film. "Dalla Russia con amore", il film di 007 che conquistò l'America, fu il trampolino di lancio per il successo sensazionale in tutto il mondo, da vero fenomeno di costume, della serie che arriverà col successivo "Goldfinger" e che sarà ancora più amplificato con "Thunderball".
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dragonia
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giovedì 23 giugno 2011
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davvero godibile
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Per certi versi è anche migliore del primo, ha una trama più verosimile e meglio costruita e, nonostante l'azione per lo più manchi, ti fa' restare incollato allo schermo fino alla fine. L'unico problema (e non è il solo 007 nel quale ciò avviene) è che non viene dato abbastanza spazio al cattivo di turno (Lotte Lenya, alias Numero 3). Divertente lo "scontro" finale con quest'ultimo.
Nel complesso, uno dei più "tranquilli" e godibili di Connery.
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nicolòmatta
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domenica 2 maggio 2010
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a 007, dalla russia con amore
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Nel 1963 il mito cinematografico di James Bond era già esploso con Licenza di uccidere e se l'Inghilterra elisabettiana era fiera della spia di Ian Fleming, l'America doveva ancora esserne catturata. Fu nientemeno che JFK a inaugurare il successo statunitense di 007: in una classifica inserì il romanzo A 007, dalla Russia con amore di Fleming tra i suoi dieci libri preferiti. Quel romanzo, fra i meglio riusciti dell'autore nel suo congegno di spionaggio, erotismo e violenza, non poteva che essere la scelta migliore effettuata dai produttori Broccoli e Saltzman per farne il secondo film della serie. E se il detto "Squadra che vince non si cambia" vale anche in Gran Bretagna - non solo a Hollywood - ecco che il nuovo film porta la mano di Terence Young e degli stessi realizzatori di Licenza di uccidere, nonché buona parte del cast.
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Nel 1963 il mito cinematografico di James Bond era già esploso con Licenza di uccidere e se l'Inghilterra elisabettiana era fiera della spia di Ian Fleming, l'America doveva ancora esserne catturata. Fu nientemeno che JFK a inaugurare il successo statunitense di 007: in una classifica inserì il romanzo A 007, dalla Russia con amore di Fleming tra i suoi dieci libri preferiti. Quel romanzo, fra i meglio riusciti dell'autore nel suo congegno di spionaggio, erotismo e violenza, non poteva che essere la scelta migliore effettuata dai produttori Broccoli e Saltzman per farne il secondo film della serie. E se il detto "Squadra che vince non si cambia" vale anche in Gran Bretagna - non solo a Hollywood - ecco che il nuovo film porta la mano di Terence Young e degli stessi realizzatori di Licenza di uccidere, nonché buona parte del cast. Mentre nel romanzo operava la SMERSH, l'organizzazione che si prefiggeva la "Morte alle spie", qui è la volta della SPECTRE del film precedente, dedita a vendicare la morte del dottor No. Il nuovo piano, organizzato dall'agente Kronsteen, tanto abile come giocatore di scacchi quanto malvagio nelle azioni criminali, è una trappola per James Bond: la bella ragazza russa Tatiana Romanova, che lavora al consolato sovietico ed è ignara che il suo ex superiore, il colonnello Rosa Klebb, è passato alla SPECTRE, dovrà consegnare a 007 a Istanbul il Lektor, un prezioso decodificatore di messaggi segreti bramato sia dagli inglesi che dagli americani. Bond intuisce subito che si tratta di una trappola, ma raccoglie la sfida e prende contatto a Istanbul con l'agente Kerim Bey e con Tatiana. Fra campi zingari, killer che escono dalla bocca di Anita Ekberg in un cartellone e assalitori sull'Orient Express, Bond e la ragazza concludono l'tinerario internazionale a Venezia, dove Klebb armata di stiletti letali nelle scarpe tenta a sue spese di uccidere 007. Scritto da Richard Maibaum e Johanna Harwood, già autori del copione del film precedente, From Russia with Love è senza dubbio il miglior film della lunga serie di James Bond, dove la spy story si mescola sapientemente all'eros e allo humour ed il merito è anche di Connery, meglio calato nella parte. Memorabile galleria di cattivi con la brechtiana Lotte Lenya e il muscoloso Robert Shaw in testa, mentre il capo della SPECTRE Blofeld ha il volto di quell'Anthony Dawson che interpretò il professor Dent in Licenza di uccidere e lo sfortunato killer del Delitto perfetto hitchcockiano. Esordio di "Q", il memorabile Desmond Llewelyn che da ora in poi fornirà a 007 i suoi straordinari gadget, prima fra tutti l'Aston Martin DB5.
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jackpug
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giovedì 13 agosto 2015
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tra i migliori titoli del genere spionaggio
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Secondo me "Dalla Russia con amore" rimane uno tra i migliori film di tutta la saga di James Bond oltre ad essere un notevole film di spy-story e spionaggio e anche thriller.
L'interpretazione di Sean Connery è anche superiore rispetto al precedente "Licenza di uccidere"; per il resto, gli ingredienti sono gli stessi ma con qualche differenza : stavolta troviamo l'organizzazione SPECTRE contro Bond, che dovrà vedersela con la temibile Rosa Klebb ( Lotta Lenya ) e il tirapiedi Red Grant ( Robert Shaw ); ruolo abbastanza misterioso quello della bella Daniela Bianchi ( prima Bond Girl italiana ) nei panni della spia russa Tatiana Romanova.
Anche qui le locations, Venezia e Istanbul, sono bellissime e molte scene in queste due città sono davvero ben girate e perfino ricche di tensione.
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Secondo me "Dalla Russia con amore" rimane uno tra i migliori film di tutta la saga di James Bond oltre ad essere un notevole film di spy-story e spionaggio e anche thriller.
L'interpretazione di Sean Connery è anche superiore rispetto al precedente "Licenza di uccidere"; per il resto, gli ingredienti sono gli stessi ma con qualche differenza : stavolta troviamo l'organizzazione SPECTRE contro Bond, che dovrà vedersela con la temibile Rosa Klebb ( Lotta Lenya ) e il tirapiedi Red Grant ( Robert Shaw ); ruolo abbastanza misterioso quello della bella Daniela Bianchi ( prima Bond Girl italiana ) nei panni della spia russa Tatiana Romanova.
Anche qui le locations, Venezia e Istanbul, sono bellissime e molte scene in queste due città sono davvero ben girate e perfino ricche di tensione.
Inoltre qui è presente la fantastica scena dello scontro tra 007 e Grant sull'Orient Express, che è fonte di ispirazione per molti film d'azione e di altri film di James Bond.
Magnifico capitolo accompagnato da una bellissima theme song di Matt Monro ovvero "From Russia With Love".
Da vedere se ti piace la serie di Bond ma anche si ti piacciono le spy-stories.
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aristoteles
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domenica 1 novembre 2015
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from russia with love
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Probabilmente il migliore della serie,sicuramente uno dei migliori,sinceramente l'agente segreto più famoso del mondo non mi ha mai affascinato particolarmente,però questo film l'ho trovato veramente gradevole.
Credibile,senza effetti speciali o improbabili salvataggi,ma sostanzioso.
L'organizzazione criminale "Spectre" fa paura,anche grazie a personaggi fisicamente brutti e antipatici (ma bravissimi nella recitazione) come Rosa Klebb.
La trama è divertente e l'azione coinvolgente,ottima la fotografia,che sostiene immagini veramente accattivanti come Venezia e il campo degli zingari.
Ottima la colonna sonora e ottime le interpretazioni di Connery e della bella Daniela Bianchi.
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Probabilmente il migliore della serie,sicuramente uno dei migliori,sinceramente l'agente segreto più famoso del mondo non mi ha mai affascinato particolarmente,però questo film l'ho trovato veramente gradevole.
Credibile,senza effetti speciali o improbabili salvataggi,ma sostanzioso.
L'organizzazione criminale "Spectre" fa paura,anche grazie a personaggi fisicamente brutti e antipatici (ma bravissimi nella recitazione) come Rosa Klebb.
La trama è divertente e l'azione coinvolgente,ottima la fotografia,che sostiene immagini veramente accattivanti come Venezia e il campo degli zingari.
Ottima la colonna sonora e ottime le interpretazioni di Connery e della bella Daniela Bianchi.
Uno dei pochi Bond,forse l'unico,dove non si "ESAGERA" e questo ,secondo me,aiuta veramente tanto la visione.
Consigliatissimo,sopratutto per gli amanti del genere e complessivamente della serie 007.
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fedeleto
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domenica 21 maggio 2017
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il ritorno di bond
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La perfida organizzazione Spectre deve impadronirsi di un codificatore chiamato il Lektor. Bond andrà ad Istambul per conoscere una donna(ingaggiata dalla spectre) che lo aiutera a rubare l'oggetto, ovviamente l'impresa non sarà facile ma Bond non fallisce mai. Terence Young (licenza di uccidere) dirige il secondo capitolo del celebre agente segreto, la formula funziona ancora, e le scene buone ci sono( il combattimento nel vagone del treno, l'inseguimento con l'elicottero che ricorda intrigo internazionale) e Sean Connery sembra essere nato per il ruolo, in bilico tra ironIco e gentiluomo.Bond girl italiana Tatiana as Daniela Bianchi, soggetto tratto dal romanzo di Fleming, e sceneggiatura di Johanna Harwood e Richard Maibaunt.
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La perfida organizzazione Spectre deve impadronirsi di un codificatore chiamato il Lektor. Bond andrà ad Istambul per conoscere una donna(ingaggiata dalla spectre) che lo aiutera a rubare l'oggetto, ovviamente l'impresa non sarà facile ma Bond non fallisce mai. Terence Young (licenza di uccidere) dirige il secondo capitolo del celebre agente segreto, la formula funziona ancora, e le scene buone ci sono( il combattimento nel vagone del treno, l'inseguimento con l'elicottero che ricorda intrigo internazionale) e Sean Connery sembra essere nato per il ruolo, in bilico tra ironIco e gentiluomo.Bond girl italiana Tatiana as Daniela Bianchi, soggetto tratto dal romanzo di Fleming, e sceneggiatura di Johanna Harwood e Richard Maibaunt.Ottima Lotte Lenya nella parte di numero 3.Forse il miglior film di Bond.
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attiliocoppa
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domenica 24 gennaio 2016
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il mondo é un gioco a scacchi
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Il film non si discosta molto dal primo. Se ne doveva fare uno almeno altrettanto buono e nè uscì migliore, forse il migliore della serie di Bond, specialmente se si preferisce lo 007 soave e minimalista prima del roboante spettacolo degli episodi successivi. L'impresa fu difficile e travagliata, ma grazie all'impegno degli straordinari talenti del primo film, con l'eccellente Syd Cain che sostituisce Ken Adam, impegnato con Kubrick per "Il dottor Stranamore", con maggiore importanza alla colonna sonora di John Barry (che ha inventato il tema "007" che si ascolterà spesso nei film successivi) e un contributo eccezionale dell'ingegnoso montatore Peter Hunt, che risolve non pochi problemi brillantemente con un montaggio creativo (e inventando la scena prima dei titoli, che sarà una costante in tutti gli 007 a venire), riuscì come un esempio di cosa possa fare l'unione di talenti dove il risultato complessivo vale più della somma dei singoli apporti.
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Il film non si discosta molto dal primo. Se ne doveva fare uno almeno altrettanto buono e nè uscì migliore, forse il migliore della serie di Bond, specialmente se si preferisce lo 007 soave e minimalista prima del roboante spettacolo degli episodi successivi. L'impresa fu difficile e travagliata, ma grazie all'impegno degli straordinari talenti del primo film, con l'eccellente Syd Cain che sostituisce Ken Adam, impegnato con Kubrick per "Il dottor Stranamore", con maggiore importanza alla colonna sonora di John Barry (che ha inventato il tema "007" che si ascolterà spesso nei film successivi) e un contributo eccezionale dell'ingegnoso montatore Peter Hunt, che risolve non pochi problemi brillantemente con un montaggio creativo (e inventando la scena prima dei titoli, che sarà una costante in tutti gli 007 a venire), riuscì come un esempio di cosa possa fare l'unione di talenti dove il risultato complessivo vale più della somma dei singoli apporti. Ciò vale anche per la fotografia di Ted Moore, dai colori pieni ma chiara, pulita. Terence Young, che é stato molto sottovalutato come regista, conferma la sofisticata eleganza e la finezza del gusto mentre l'erotismo non ancora in stile "Playboy" prevede addirittura un nudo integrale della protagonista, anche se appena visibile (non Daniela Bianchi ma una controfigura). Lo sguardo freddo di Syd Cain (che aveva lavorato in "Lolita") si adatta a meraviglia un film che ha nella storia - uno dei libri preferiti del presidente Kennedy - tutto ciò che ha bisogno senza sontuose artificiosità, di cui alcuni episodi della serie più tardi sembrano soprattutto costituiti. Connery é ormai sciolto nel personaggio mentre Lotte Lenya, che nella vita era l'esatto contrario della orribile sadica che interpreta, é perfetta come anti-Bond. Fa la comparsa "Q" (Desmond Llewelyn), ancora come maggiore Boothroyd, che insieme a "M" (Bernard Lee) e "Moneypenny" (Lois Maxwell) forma un gruppo di caratteristi che, come per gli altri pregi, valgono da soli la visione del film. Daniela Bianchi, che era arrivata seconda a Miss Universo 1960, pare che ottenne il ruolo per la preferenza di Connery rispetto alle altre ragazze in lizza. Dal primo film torna l'affascinante Eunice Gayson, nel compito di alzare la dose di sesso, prima che fosse politicamente scorretto proporre donne che sembra esistano soltanto perchè Bond le seduca. La partita di scacchi che si svolge a Venezia riproduce le stesse mosse finali di una celebre sfida tra Boris Spassky e David Bronstejn. Come ha scritto un altro grande scacchista russo, Garry Kasparov: "La storia del film contiene chiari riferimenti a una visione metaforica degli scacchi, come quando uno dei colleghi di Bond gli ricorda: «I russi sono giocatori di scacchi formidabili. Quando si mettono in testa un complotto, lo realizzano in modo magistrale. Pianificano la partita in ogni dettaglio, prevedono le mosse del nemico»." Uno dei 007 più seri. Bond e Tatiana sono pedine di un gioco più grande, con la differenza che Bond ne é cosciente e sta al gioco per poter capire come stanno le cose. Robert Shaw, che era un uomo di cultura, é bravissimo nei panni dell'assassino pazzo Grant mentre un già gravemente malato Pedro Armendariz interpreta Karim Bey, uno dei personaggi più amati dal pubblico bondiano.
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e. hyde
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sabato 18 giugno 2016
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la fantasia come realtà (o viceversa)
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Il regista Terence Young ha messo tutta la sua sofisticatezza e eleganza al servizio di uno 007 minimalista ma estremamente creativo che prefigura gli sviluppi futuri. La sceneggiatura di Richard Maibaum e Johanna Harwood è snella ma robusta e intrigante con molte sfumature. Vivace e avvincente dall'inizio alla fine, il film riguarda la ricerca della verità in una vicenda d'inganno. C'è un senso di giocosità, ma non va fuori controllo, e un forte spirito ironico britannico. La trama è sulla base della strategia di spionaggio di "trappola di miele", cioè la seduzione e la compromissione di funzionari occidentali con avvenenti agenti russi. Le scene iniziali dal punto di vista della SPECTRE danno il tono generale.
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Il regista Terence Young ha messo tutta la sua sofisticatezza e eleganza al servizio di uno 007 minimalista ma estremamente creativo che prefigura gli sviluppi futuri. La sceneggiatura di Richard Maibaum e Johanna Harwood è snella ma robusta e intrigante con molte sfumature. Vivace e avvincente dall'inizio alla fine, il film riguarda la ricerca della verità in una vicenda d'inganno. C'è un senso di giocosità, ma non va fuori controllo, e un forte spirito ironico britannico. La trama è sulla base della strategia di spionaggio di "trappola di miele", cioè la seduzione e la compromissione di funzionari occidentali con avvenenti agenti russi. Le scene iniziali dal punto di vista della SPECTRE danno il tono generale. Non c'è molta azione per due terzi del film ma quando finalmente arriva è con alcune delle migliori sequenze della serie. La scenografia di Syd Cain e la fotografia di Ted Moore sono così eccezionali da non farsi notare. Un film sofisticato, con posti meravigliosi (come la Basilica di Santa Sofia a Istanbul, uno dei luoghi più sacri della terra per i primi millecinquecentosettantuno anni). La storia offriva un ambiente originale e molto attraente. Nei primi anni '60 viaggiare da un paese all'altro non era di moda; il pubblico era affascinato da un viaggio al prezzo di un biglietto del cinema, lasciando la vita quotidiana e apprezzando i paesi attraversati contemporaneamente all'agente segreto. Questo è stato un aspetto cruciale per il successo della saga. L'accattivante colonna di John Barry presenta l'entusiasmante tema “007”. “Q” doveva ancora essere completamente definito ma in 5 minuti Desmond Llewelyn ne fa già un personaggio da ricordare, così come Vladek Sheybal nei panni sinistri di Kronsteen in sole tre scene. Miss Roma, seconda a Miss Universo, Daniela Bianchi è una Tatiana Romanova molto bella; di tutte le ragazze di Bond (almeno tra quelle bionde) forse la più bella. E non si può dimenticare, già apparsa in alcune delle scene più sofisticate del primo film, Eunice Gayson, la sexy Sylvia Trench. Innovativo montatore del Bond precedente, Peter Hunt fa ancora meglio; incoraggiato da Young a sperimentare, ha messo tutta la sua ingegnosità rendendo il film più teso, nervoso, aggressivo. Il numero 3 della SPECTRE è la formidabile Lotte Lenya nei panni di Rosa Klebb, sadica, rabbiosa e molto intelligente. Geni maligni e maligni all'ultimo stadio sono una delle forze se non la forza del film. Notevole l'inventiva nel carattere di Red Grant, un formidabile Robert Shaw in vigore contenuto, un'ombra silenziosa, sempre più pericoloso, macchina per uccidere senza umorismo e umanità, animato da un odio brutale e maligno. La sua lotta fisica con Bond è una delle migliori della serie, eccezionalmente coreografata e montata. Un mondo duro ideale per il carisma di Connery, perfetto equilibrio tra forza e raffinatezza, un Bond incredibilmente carismatico. Pedro Armendariz è il meraviglioso Kerim Bey, dall'umorismo impassibile e malizioso, elegante, intelligente, amabile, brioso ma anche una ferreamente determinato. Molto bello, si può definire confortante, il rapporto di complicità e di amicizia che si sviluppa tra lui e Bond. Bernard Lee incarna alla perfezione un “M” molto britannico mentre Lois Maxwell in Miss Moneypenny ha spazio per l'umorismo come quando ascolta il messaggio registrato. Forse l'unico film della serie di spionaggio vero e proprio, per i puristi del Bond, da degustare come un forte caffè turco.
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paolopace
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mercoledì 19 ottobre 2016
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il miglior film seriale di tutti i tempi
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Il secondo film della serie non si discosta molto dal primo: per lo stesso regista la differenza era nel budget, doppio rispetto al precedente. L'idea di aprire con la morte (apparente) di Bond appartiene ad Harry Saltzman, così come la scuola di combattimento dei cattivi, che gli fu ispirata da Kubrick. La scena del duello tra le zingare (dove appare Martine Beswick, che tornerà in "Thunderball") è stata realizzata con i colori del Techcnicolor tradizionale: un esempio di tecnica al servizio dell'espressione - con un colore che alcuni considerano, con la sua dominante rosso-qrancione e il suo antinaturalismo il migliore della storia del cinema -. Vero e proprio secondo episodio, il film è collegato al primo da Eunice Gayson, mentre si presenta per la prima volta Desmond Llewelyn, nel ruolo di capo dell'ufficio equipaggiamento.
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Il secondo film della serie non si discosta molto dal primo: per lo stesso regista la differenza era nel budget, doppio rispetto al precedente. L'idea di aprire con la morte (apparente) di Bond appartiene ad Harry Saltzman, così come la scuola di combattimento dei cattivi, che gli fu ispirata da Kubrick. La scena del duello tra le zingare (dove appare Martine Beswick, che tornerà in "Thunderball") è stata realizzata con i colori del Techcnicolor tradizionale: un esempio di tecnica al servizio dell'espressione - con un colore che alcuni considerano, con la sua dominante rosso-qrancione e il suo antinaturalismo il migliore della storia del cinema -. Vero e proprio secondo episodio, il film è collegato al primo da Eunice Gayson, mentre si presenta per la prima volta Desmond Llewelyn, nel ruolo di capo dell'ufficio equipaggiamento. Colpì molto all'epoca che il libro da cui è stato tratto il film fosse tra i preferiti del presidente John Fitzgerald Kennedy. Il colore di Ted Moore è ancora più vivido, pieno, corposo che nel film precedente. John Barry compone un secondo tema per 007 e conferma la sua grande maestria nell'arrangiamento. Peter Hunt spinge ancora di più il suo montaggio creativo con alcuni "trucchi" del mestiere geniali, che troveranno apoteosi in "Goldfinger", mentre rimaneggia in modo geniale ed entusiasmante un materiale a un certo punto non facile da rendere (sua la idea di un prologo prima dei titoli di testa). Chi ama il Bond soave e minimale, non troppo esagerato, troverà in questo film il massimo - cosa che il Bond cinematografico successivo non sara più -. La raffinatezza, il buon gusto di Terence Young fanno miracoli (come nell'inserto di un nudo velato al millimetro - della controfigura di Daniela Bianchi, che pare fu scelta da Connery tra varie in lizza e che seppur italiana, romana, riesce a esprimere benissimo la bellezza dell'Est (a conferma che nel cinema la realtà è l'impressione, l'apparenza, l'inganno se si vuole, la sensazione, come affermava Fellini, grande fan di 007). Le componenti variegate del Bond sono ancora in maggiore equilibrio in questo titolo, che il regista Terence Young privilegiava (come lo privilegia Connery). Le scenografie, con Ken Adam occupato con Kubrick, sono dello stilisticamente meno sontuoso e fiammeggiante ma egualmente eccezionale Syd Cain (anche lui sceneggiatore Kubrickiano con "Lolita") nel trovare le soluzioni giuste per ogni scena (mentre Bob Simmons venne sostituito da Peter Perkins, altro coreografo delle scene di lotta). Grandissima performance del malato terminale Pedro Armendariz nel ruolo di Kerim Bey (che spiega a Bond come avviene la "partita" con i russi nei Balcani). Genialissima la scelta di Lotte Lenya, anti-Bond (e anti-Bond girl per eccellenza). Sublime la scelta delle location.
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