guidopiangatello
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sabato 26 maggio 2012
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un bacio senza sesso per un'altra idea dell'amore
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Dopo un incontro fortuito e una cena insieme piacevole per entrambi, Gabriel desidera dare un bacio a Emilie. Un bacio significa “ti amo” ma ci sono “ti amo” che significano “vorrei fare i miei figli con te” e altri che significano “desidero la tua felicità quanto desidero la mia felicità”. Emilie è felicemente sposata per cui non può ricambiare il primo “ti amo” senza mentire, mentre ricambierebbe volentieri il secondo. Prima di chiedere a Gabriel se è sempre interessato a baciarla escludendo dal loro orizzonte il sesso, però, Emilie gli racconta la storia di Judith e Nicholas.
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Dopo un incontro fortuito e una cena insieme piacevole per entrambi, Gabriel desidera dare un bacio a Emilie. Un bacio significa “ti amo” ma ci sono “ti amo” che significano “vorrei fare i miei figli con te” e altri che significano “desidero la tua felicità quanto desidero la mia felicità”. Emilie è felicemente sposata per cui non può ricambiare il primo “ti amo” senza mentire, mentre ricambierebbe volentieri il secondo. Prima di chiedere a Gabriel se è sempre interessato a baciarla escludendo dal loro orizzonte il sesso, però, Emilie gli racconta la storia di Judith e Nicholas.
Dopo essere stati compagni di banco al liceo, Judith ha sposato un altro e Nicholas è diventato il suo miglior amico. Finita una relazione, Nicholas desidera fare sesso con qualcuna ma non vuole il sesso con una prostituta che non accetta baci da lui e chiede un sesso con baci a Judith, ma “una tantum” ovvero senza dirle “vorrei fare i miei figli con te”, sostenendo che ha bisogno di tale sesso per farsi passare una fissazione che gli impedisce di stabilire nuove relazioni. Judith accetta di farci sesso per una volta e di essere baciata prima di farlo, presentando la cosa a se stessa come un favore fatto ad un amico “una tantum”. Nessuno dei due sente il bisogno di dirlo al marito di lei, come se il fare sesso dopo essersi detti con un bacio un “ti amo” evidentemente del tipo “vorrei fare i miei figli con te” fosse un episodio senza importanza. L’importanza però la stabilisce l’entità delle emozioni provate e se il fare sesso dovesse rivelarsi emozionante sarà tutt’altro che un episodio senza importanza.
Secondo la psicologia clinica fondata sull'analisi della domanda, il segno del finale di una relazione (positivo se le emozioni provate alla fine saranno piacevoli per entrambi e negativo se invece saranno spiacevoli per entrambi) è scritto nell'impostazione emozionale della relazione. Secondo tale clinica l’impostazione emozionale di una relazione può essere positiva o negativa. Se la relazione è positiva comincia sempre piacevolmente, ovvero con un atto di apprezzamento reciproco, e finisce sempre piacevolmente, mentre una impostata negativamente comincia sempre spiacevolmente, ovvero con un atto di disprezzo e finisce sempre spiacevolmente. Se vi fidate di questa clinica, guardate questo film cercando di indovinare il segno iniziale piacevole o spiacevole delle due relazioni e controllate sulla base del finale piacevole o spiacevole se avevate visto giusto.
Perché guardare questo film? Un buon motivo per farlo è quello di vedere che una concezione dell'amore, quella che lo spiega come desiderio di fare sesso, porta a un finale spiacevole. Questo è tutt'altro che una novità, ma il film presenta anche un antidoto al finale spiacevole: considerare bello e piacevole un bacio che, avendo escluso di far sesso insieme, non può che dire un "ti amo" del secondo tipo, quello che significa "desidero la tua felicità come la mia". Ogni genitore ama i figli in questo senso, per cui non dovrebbe meravigliare nessuno che anche un "ti amo" tra Gabriel e Emilie possa significare questo. Però viviamo su una terra che nega la classificazione di amore ad ogni amore tra un uomo e una donna adulti che non finisca col fare sesso, e su questa terra classificare come un piccolo gesto di amore il bacio che si danno Gabriel ed Emilie è una cosa rivoluzionaria.
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vyc2886
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mercoledì 28 marzo 2012
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irreale commedia sul "potere" di un bacio.
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Commedia romantica, surreale e quasi "fiabesca" sugli effetti che può provocare un bacio,
Il filo conduttore del film lascia un pò perplessi: un bacio può fare cambiare i sentimenti che ci legano a qualcuno tramutandoli in amore.. anche nel caso in cui si ami già qualcun'altro. Probabilmente i nostri protagonisti Judith e Nicolas si amavano gia (?) ma che dire della paura di Emilie di baciare Gabriel?
A parte l'incomprensibilità e la irrealtà di certe situazioni il film è carino, leggero, l'inizio ci fa sperare in qualcosa di più, ma pazienza.
Gli attori sono bravi, Mouret è perfetto nella parte.
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Commedia romantica, surreale e quasi "fiabesca" sugli effetti che può provocare un bacio,
Il filo conduttore del film lascia un pò perplessi: un bacio può fare cambiare i sentimenti che ci legano a qualcuno tramutandoli in amore.. anche nel caso in cui si ami già qualcun'altro. Probabilmente i nostri protagonisti Judith e Nicolas si amavano gia (?) ma che dire della paura di Emilie di baciare Gabriel?
A parte l'incomprensibilità e la irrealtà di certe situazioni il film è carino, leggero, l'inizio ci fa sperare in qualcosa di più, ma pazienza.
Gli attori sono bravi, Mouret è perfetto nella parte. Accorsi bravissimo come sempre, il suo viso e le sue espressioni le più vere del film.
Belli gli ambienti, le musiche e i colori. Voto 2 stelle e 1/2!
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francesco2
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domenica 21 novembre 2010
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altri cambi di indirizzo
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Il titolo della mia recensione è banale, ma Mouret, che non avrà moltissime frecce al suo arco, sa come giocarsele. Nel suo film precedente, "Cambio d'indirizo"(Appunto), mostrava due persone che forse erano innamorate sin dall'inizio, poi un pò annoiandosi ed annoiandoci complicavano la loro vita a sé stessi ed agli altri; gli sviluppi non sempre erano forse verosimili, ma lo stile nel raccontare l'assurdità insita nelle nostre piccole(?) storie mi pareva innegabile, e poi non sceglieva il lieto fine a tutti costi. Anche qui abbiamo persone che cercan di mentire a loro stesse sulle loro geometrie amorose(A proposito, avete notato come proprio la Matematica sia la materia studiata dalla prostituta?): mancano doppiamente di coraggio, perché, senza condannarle, ingannano loro stesse e non hanno il coraggio per essere sincere con gli altri.
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Il titolo della mia recensione è banale, ma Mouret, che non avrà moltissime frecce al suo arco, sa come giocarsele. Nel suo film precedente, "Cambio d'indirizo"(Appunto), mostrava due persone che forse erano innamorate sin dall'inizio, poi un pò annoiandosi ed annoiandoci complicavano la loro vita a sé stessi ed agli altri; gli sviluppi non sempre erano forse verosimili, ma lo stile nel raccontare l'assurdità insita nelle nostre piccole(?) storie mi pareva innegabile, e poi non sceglieva il lieto fine a tutti costi. Anche qui abbiamo persone che cercan di mentire a loro stesse sulle loro geometrie amorose(A proposito, avete notato come proprio la Matematica sia la materia studiata dalla prostituta?): mancano doppiamente di coraggio, perché, senza condannarle, ingannano loro stesse e non hanno il coraggio per essere sincere con gli altri. L'attore e regista gioca benino coi paradossi delle situazioni, come l'atteggiamento delle menzionate "professioniste", e ci sorprende quando sembra annoiarci (La "confessione" della Ledoyen, che poi si scopre solo immaginaria).
Ma in più, il film ci mostra una seconda storia nella prima( o una prima nella seconda), dato che l'inizio farebbe pensare al simpatico "Mademoiselle", ma poi la donna non ha rimpianti per il passato, anzi cerca m di non provarne e di non farne provare. Alla fine vuole convincere e convincersi che, a differenza di Sandrine Bonnaire nel film che ho citato, non ci sarà nessuna conseguenza. Ma in fondo lei stessa aveva approfittato delle disavventure di Accorsi & c., quindi se il finale resta relativamente aperto, lei
stessa forse non è convintissima di ciò che diceva.
Una leggerezza tutta francese, un pò macchinosa e verbosa, specie nel secondo tempo....... ma in Italia, se pensassimo una storiella del genere, tutto si risolverebbe(?) nel solito apologo con i Mastrandrea e le Mezzogiorno di turno.
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dario
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sabato 14 marzo 2009
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garbato
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Prodotto elegante, garbato, con la giusta dose d'ironia. Molto buona la prima parte, tutta giocata su equivoci voluti e intervenuti per esigenze affettive. Convince meno la seconda, che si conclude con un pounto interrogativo, più cercato che trovato. All'altezza gli interpreti, non proprio Stefano Accorsi, misurato quanto impacciato, poco espressivo rispetto all'attore-regista e alla prima interprete femminile. Regia sicura, ispirata quanto smaliziata.
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ottavia
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martedì 2 settembre 2008
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ah... questi baci!
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film molto carino e diverso, bella l'analisi del bacio e delle sue conseguenze. Per riscoprire il valore di un gesto piccolo ma immenso quale un bacio.Che di valore e di conseguenze ne ha eccome!
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cecnes@libero.it
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domenica 24 agosto 2008
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la profondità delle cose semplici
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Ho appena finito di vedere il film ... delizioso ... delicato .... così come solo il cinema francese sa esserlo
Cicci
Cagliari
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mari
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martedì 12 agosto 2008
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orrendo...
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Stupido noioso e finto al massimo grado...vai a fidarti dei critici...amo il cinema francese ma questa è una farsa inguardabile...non si merita neanche una stella ma l'ho data per rendere l'idea.Non buttate via il tempo!!!
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mic
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venerdì 1 agosto 2008
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vuoto
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Un filmaccio. Spero che la Francia possa regalare di meglio. Dal punto di vista artistico, non c'è nulla: vuoto. E siccome forma e contenuto non sono scindibili in campo artistico, bisogna dire che anche la storia è insulsa, con una confusione senza precedenti tra amore-amorazzi-pruritisessuali-amicizia etc... Un vuoto umano che fa spavento. Continui insulti a Schubert, Chopin, Verdi..
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musa
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giovedì 22 maggio 2008
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sensibile
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olimpia
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venerdì 16 maggio 2008
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"l'insolito sesso" di mouret
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Sceneggiatura intelligente che assomiglia per la complessità della costruzione ad un trattato filosofico ma sorretta da uno sguardo ironico e tagliente. E' una verbosità impetuosa ma sul filo del paradosso, piena di senso dell'umorismo (a volte quasi inglese) ma terribilmente seria. Ci dimostra come la vita sia strana, come le etichette che ci assegnamo l'un l'altro siano rassicuranti espedienti per controllare la realtà, e forse... non vivere appieno. Questa è la morale che tutti sperimentano (nel senso di mettersi alla prova): sia chi il coraggio di cedere alla tentazione l'ha avuto (la coppia di amici che si interroga razionalmente sull'amore essendone immersa fino al collo) sia la voce narrante (la moglie cioè dell'abbandonato della coppia) che avendo usufruito del dramma scaturito da una rottura sa dove fermarsi.
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Sceneggiatura intelligente che assomiglia per la complessità della costruzione ad un trattato filosofico ma sorretta da uno sguardo ironico e tagliente. E' una verbosità impetuosa ma sul filo del paradosso, piena di senso dell'umorismo (a volte quasi inglese) ma terribilmente seria. Ci dimostra come la vita sia strana, come le etichette che ci assegnamo l'un l'altro siano rassicuranti espedienti per controllare la realtà, e forse... non vivere appieno. Questa è la morale che tutti sperimentano (nel senso di mettersi alla prova): sia chi il coraggio di cedere alla tentazione l'ha avuto (la coppia di amici che si interroga razionalmente sull'amore essendone immersa fino al collo) sia la voce narrante (la moglie cioè dell'abbandonato della coppia) che avendo usufruito del dramma scaturito da una rottura sa dove fermarsi...
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