simone
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martedì 20 febbraio 2007
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proietto il film
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Per cortesia aiutatemi a mettermi in contatto con la produzione del film. Vorrei proiettarlo all'interno del programma culturale dell'associazione di cui sono il presidente.
Mi rendo conto che questa non è la sede adatta ma hanno eliminato il sito del film e non riesco più a rapportarmi con loro.
Grazie per la collaborazione
Simone Ciprian - Udine
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miulan
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sabato 3 febbraio 2007
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bello
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un buon film considerato che è a basso baget e che in questo periodo per quanto la precarietà sia un vero problema non esistono film che ne parlino, si preferisce la storiellina d'amore o la tipa che sogna di fare la ballerina o la cantatnte e che poi alla fine ce la fa. Io ho apprezzato il tentativo di un film realistico, in cui è facile rivedersi e che denuncia la politica lavorativa attuale che sta facendo collassare l'Italia.
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francesco
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venerdì 28 aprile 2006
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occasione persa
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Grande rispetto e affetto per chi ha avuto il coraggio, la fantasia, la volontà di girare questo film ma anche tanti dubbi e la sensazione che sia un'occasione (in parte) persa.
"Il vangelo..." offre ottimi spunti, come la perdita di identità causata dalla mancanza di un lavoro che permetta di realizzarsi umanamente e la "guerra fra poveri" scatenata dal precariato. Diluiti, però, nello sforzo di seguire e legare quattro storie, che si rivela troppo impegnativo.
Nessuno si domanda perché il mondo del lavoro sia così: ci viene solo raccontato un campo di battaglia diviso fra datori di lavoro viscidi, immorali e quasi tutti coetanei (ma è possibile?) di dipendenti chiamati a scelte morali (la ragazza che fa le inchieste, l'avvocato).
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Grande rispetto e affetto per chi ha avuto il coraggio, la fantasia, la volontà di girare questo film ma anche tanti dubbi e la sensazione che sia un'occasione (in parte) persa.
"Il vangelo..." offre ottimi spunti, come la perdita di identità causata dalla mancanza di un lavoro che permetta di realizzarsi umanamente e la "guerra fra poveri" scatenata dal precariato. Diluiti, però, nello sforzo di seguire e legare quattro storie, che si rivela troppo impegnativo.
Nessuno si domanda perché il mondo del lavoro sia così: ci viene solo raccontato un campo di battaglia diviso fra datori di lavoro viscidi, immorali e quasi tutti coetanei (ma è possibile?) di dipendenti chiamati a scelte morali (la ragazza che fa le inchieste, l'avvocato). A parte lo schematismo mostri-angeli che è troppo semplicistico, il problema più diffuso e urgente è essere chiamati a una scelta morale o, ben prima... riuscire a essere chiamati a un colloquio? Anche io, nella mia esperienza lavorativa, ho trovato gente che ha fatto strada più con la lingua che con la testa ma è illusorio far credere che basti saper "ungere" per sistemarsi.
E poi, perché il film racconta solo storie di laureati? Dietro, non c'è nessuno? Mai stati in un McDonald? O in call center?
A parte la vicenda dell'avvocato, che richiama certe commedie all'italiana anni '60 ma in modo veramente piatto, le altre trame si concludono in modo frustrante (dal punto di vista del racconto, non dei contenuti). Invece della trasformazione in un mucchio di feci del produttore tv molto "attento" alle sue dipendenti (problema che indubbiamente esiste ma qui allontana dalla questione centrale) e della scelta dell'aspirante scrittore di fare famiglia con ottimismo verso il futuro (ma cos'è, uno sceneggiato scritto da Ruini?) mi sarebbe piaciuto che il film affondasse fino in fondo le mani in quelle feci (vere). Raccontando che sentirsi chiedere 4000 euro per fare un libro non è una barzelletta e che nel mondo "vero" è pieno di gente che si divide fra un lavoro "per mangiare" e uno "per sperare di farcela", con il risultato che, a lungo andare, gli entusiasmi iniziali si esauriscono e resta una profonda amarezza. Che il film non ha il coraggio di mostrare. Fosse dipeso da me, le scarpe magiche di Dora avrebbero solo fatto rumore. E Franco, lo scrittore, avrebbe gettato il suo romanzo in un cassonetto. Perché le cose stanno così.
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giano
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lunedì 14 novembre 2005
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film precario
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ho visto il film a roma, l'atmosfera era bella, è vero, però se dobbiamo parlare di cinema è vero, il film è deboluccio...
il pugile non c'entra molto, e l'attore è anche molto poco credibile in quel ruolo.
per di più gli "incontri" con i precari sono quasi sempre inutili.
I "4 cortometraggi" però sono piacevoli, magari non coraggiosi, ma i protagonisti sono trascinanti
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cw
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giovedì 10 novembre 2005
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un altro punto di vista
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http://ilvangelosecondosanprecario.org
qui ci sono risvolti interessanti su quest'operazione
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una precaria
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lunedì 31 ottobre 2005
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ma ha visto il film?
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mi chiedo se lei abbia visto il film... io ero a roma ed ho seguito la proiezione del 24 con emozione per l'entusiasmo che si viveva in sala, con applausi a scena aperta!
la sua è una visione fredda e sterile, senza la minima attenzione alla forza di questo prodotto, la solita recensione di un critico cinico e forse, me lo consenta, un po' frustratello, che come al solito si trova ad anni luce dal pubblico che per i film riesce ancora ad emozionarsi e considera belli solo film criptici ed elitari.
Considerata l'attuale produzione italiana dovrebbe solo gioire per un film del genere ed evitare battute sulla ricordabilità del film... le assicuro che chi il 24 c'era, ricordera per molto questo bel film.
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mi chiedo se lei abbia visto il film... io ero a roma ed ho seguito la proiezione del 24 con emozione per l'entusiasmo che si viveva in sala, con applausi a scena aperta!
la sua è una visione fredda e sterile, senza la minima attenzione alla forza di questo prodotto, la solita recensione di un critico cinico e forse, me lo consenta, un po' frustratello, che come al solito si trova ad anni luce dal pubblico che per i film riesce ancora ad emozionarsi e considera belli solo film criptici ed elitari.
Considerata l'attuale produzione italiana dovrebbe solo gioire per un film del genere ed evitare battute sulla ricordabilità del film... le assicuro che chi il 24 c'era, ricordera per molto questo bel film.
mi dispiace per lei.
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