figliounico
|
martedì 27 febbraio 2024
|
un fantasy immaginifico
|
|
|
|
Grottesco e surreale film fine anni ’90 diretto da Spike Jonze, al suo esordio alla regia, e scritto da Charlie Kaufman, con un soggetto originale ispirato alla fantascienza o al dramma psicoanalitico o a entrambi i generi e con un finale volutamente ambiguo aperto a tutte le interpretazioni. Ma a parte il significato che gli si vuole attribuire, il film, più divertente che profondo, per la prevalenza dei toni da commedia su quelli drammatici e per il divertissement originato dai viaggi nella mente di Malkovich che offusca la questione angosciosa della ricerca della vera identità dell’individuo, è apparentabile alla saga di Ritorno al futuro e ai suoi analoghi paradossi temporali piuttosto che a Persona di Bergman.
[+]
Grottesco e surreale film fine anni ’90 diretto da Spike Jonze, al suo esordio alla regia, e scritto da Charlie Kaufman, con un soggetto originale ispirato alla fantascienza o al dramma psicoanalitico o a entrambi i generi e con un finale volutamente ambiguo aperto a tutte le interpretazioni. Ma a parte il significato che gli si vuole attribuire, il film, più divertente che profondo, per la prevalenza dei toni da commedia su quelli drammatici e per il divertissement originato dai viaggi nella mente di Malkovich che offusca la questione angosciosa della ricerca della vera identità dell’individuo, è apparentabile alla saga di Ritorno al futuro e ai suoi analoghi paradossi temporali piuttosto che a Persona di Bergman. Nonostante l’originalità della sceneggiatura, Jonze prende tuttavia in prestito qualcosa da Polanski, in particolare la scena in cui il personaggio interpretato da Cameron Diaz è introdotto dal padrone di casa, Orson Bean, nel salone dove sono raccolti tutti i suoi anziani amici ricorda la sequenza finale di Rosemary’s Baby.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a figliounico »
[ - ] lascia un commento a figliounico »
|
|
d'accordo? |
|
carlotrevisan
|
giovedì 1 aprile 2021
|
il regista e lo sceneggiatore più sopravvalutati
|
|
|
|
Spike Jones e Kaufman sono l'evidente prova che le raccomandazioni a Hollywood contano come loro. Il film é un delirio mentale basato sul concetto di maschera pirandelliana, rielaborato in salsa schizofrenica e paranoica. Non c'è nulla di bello o di interessante, tutto un susseguirsi di nonsense (da un mobile alla testa di Malkovich, perché lui? É così via) grotteschi a malati. Ennesimo sfogo psicotico di persone con problemi mentali che esorcizzano tali problematiche nei film. Il regista e lo sceneggiatore, due falliti psicolabili che senza soldi e senza cinema sarebbero al bar a raccontare i loro deliri agli amici, insoddisfatti dei propri psicologi. Il cinema é ben altro.
|
|
[+] lascia un commento a carlotrevisan »
[ - ] lascia un commento a carlotrevisan »
|
|
d'accordo? |
|
marcloud
|
mercoledì 10 giugno 2020
|
allucinazioni visive per spike jonze
|
|
|
|
Il burattinaio Craig Schwarz si trova costretto a trovare un lavoro come archivista in una strana società situata al 7° piano e mezzo di un palazzo di New York. Preso dall'amore per la collega Maxine e dal tentativo di evasione dal rapporto con la moglie, Craig scoprirà una piccola porticina che lo condurrà dentro il corpo di John Malkovich. Spike Jonze ci regala un ottima pellicola surreale e grottesca, dove potrebbero aver pescato tranquillamente sia il Tim Burton di Big Fish che un autore come Wes Anderson. Considerato meritatamente come una piccola perla di fine millennio.
|
|
[+] lascia un commento a marcloud »
[ - ] lascia un commento a marcloud »
|
|
d'accordo? |
|
mikymann
|
sabato 26 ottobre 2019
|
alice malkovich nel paese delle meraviglie
|
|
|
|
Trovate geniali anche se a mio avviso non tanto originali. Si direbbe infatti che anche Alice, vuoi perché passata attraverso lo specchio, vuoi perché imbattutasi nel tunnel scovato nell'ufficio al settimo piano e mezzo, sia entrata nel subconscio di John Malkovich, tanto tempo prima del film...
E una volta addentratici in queste logiche possiamo sbizzarrirci con infiniti esempi, il più audace di tutti è forse quello di far entrare proprio lo stesso John Malkovich all'interno della sua testa.
[+]
Trovate geniali anche se a mio avviso non tanto originali. Si direbbe infatti che anche Alice, vuoi perché passata attraverso lo specchio, vuoi perché imbattutasi nel tunnel scovato nell'ufficio al settimo piano e mezzo, sia entrata nel subconscio di John Malkovich, tanto tempo prima del film...
E una volta addentratici in queste logiche possiamo sbizzarrirci con infiniti esempi, il più audace di tutti è forse quello di far entrare proprio lo stesso John Malkovich all'interno della sua testa...
Deludente, invece, il finale, come di chi, una volta proiettatosi in una dimensione troppo elevata, non sia più in grado di controllare il mezzo da se stesso creato e di trovare un "campo di atterraggio" all'altezza della situazione
[-]
|
|
[+] lascia un commento a mikymann »
[ - ] lascia un commento a mikymann »
|
|
d'accordo? |
|
mikymann
|
giovedì 24 ottobre 2019
|
alice malkovich nel paese delle meraviglie
|
|
|
|
Trovate geniali anche se a mio avviso non tanto originali. Si direbbe infatti che anche Alice, vuoi perché passata attraverso lo specchio, vuoi perché imbattutasi nel tunnel scovato nell'ufficio al settimo piano e mezzo, sia entrata nel subconscio di John Malkovich, tanto tempo prima del film...
E una volta addentratici in queste logiche possiamo sbizzarrirci con infiniti esempi, il più audace di tutti è forse quello di far entrare proprio lo stesso John Malkovich all'interno della sua testa...
Deludente, invece, il finale, come di chi, una volta proiettatosi in una dimensione troppo elevata, non sia più in grado di controllare il mezzo da se stesso creato e di trovare un "campo di atterraggio" all'altezza della situazione.
[+]
Trovate geniali anche se a mio avviso non tanto originali. Si direbbe infatti che anche Alice, vuoi perché passata attraverso lo specchio, vuoi perché imbattutasi nel tunnel scovato nell'ufficio al settimo piano e mezzo, sia entrata nel subconscio di John Malkovich, tanto tempo prima del film...
E una volta addentratici in queste logiche possiamo sbizzarrirci con infiniti esempi, il più audace di tutti è forse quello di far entrare proprio lo stesso John Malkovich all'interno della sua testa...
Deludente, invece, il finale, come di chi, una volta proiettatosi in una dimensione troppo elevata, non sia più in grado di controllare il mezzo da se stesso creato e di trovare un "campo di atterraggio" all'altezza della situazione...
[-]
|
|
[+] lascia un commento a mikymann »
[ - ] lascia un commento a mikymann »
|
|
d'accordo? |
|
|
venerdì 21 giugno 2019
|
recensione
|
|
|
|
La keener non ha vinto nessun Oscar...informati bene
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
great steven
|
lunedì 12 gennaio 2015
|
un tunnel che porta nel cervello di john malkovich
|
|
|
|
ESSERE JOHN MALKOVICH (USA, 1999) diretto da SPIKE JONZE. Interpretato da JOHN CUSACK, CAMERON DIAZ, CATHERINE KEENER, JOHN MALKOVICH, ORSON BEAN, MARY KAY PLACE, CHARLIE SHEEN
Craig è un burattinaio di talento che si trova spesso senza un lavoro da svolgere, e nessun guadagno da accumulare. Il suo matrimonio con Lotte è ormai scaduto nella routine e nella noia. Improvvisamente, trova un posto di archivista in un’azienda al settimo piano e mezzo di un misterioso palazzo di Manhattan, con dei soffitti ad altezza di nano; il suo direttore è il signor Lester, un vecchio sessuomane spiritoso e dissacrante. Casualmente, Craig scopre un passaggio segreto che conduce nel cervello dell’attore John Horatio Malkovich, dove si rimane ogni volta per quindici minuti.
[+]
ESSERE JOHN MALKOVICH (USA, 1999) diretto da SPIKE JONZE. Interpretato da JOHN CUSACK, CAMERON DIAZ, CATHERINE KEENER, JOHN MALKOVICH, ORSON BEAN, MARY KAY PLACE, CHARLIE SHEEN
Craig è un burattinaio di talento che si trova spesso senza un lavoro da svolgere, e nessun guadagno da accumulare. Il suo matrimonio con Lotte è ormai scaduto nella routine e nella noia. Improvvisamente, trova un posto di archivista in un’azienda al settimo piano e mezzo di un misterioso palazzo di Manhattan, con dei soffitti ad altezza di nano; il suo direttore è il signor Lester, un vecchio sessuomane spiritoso e dissacrante. Casualmente, Craig scopre un passaggio segreto che conduce nel cervello dell’attore John Horatio Malkovich, dove si rimane ogni volta per quindici minuti. Scoperto questo fantastico tunnel, ne fa parola con la moglie, che vuole subito provare anche lei quest’emozionante esperienza. Dopo averne parlato anche con l’avvenente e cinica collega Maxine, Craig riesce a mettere in piedi un affare vantaggiosissimo per la ditta, offrendo a molti clienti la possibilità di accedere alla testa di Malkovich. Ma ben presto sorgeranno problemi di portata non indifferente quando Lotte si innamorerà di Maxine e Craig, impossessatosi della mente di Malkovich per gestirla a suo piacimento allo scopo di diventare ricco come burattinaio di successo, non vorrà più uscire dal tunnel. A complicare ulteriormente la faccenda, ci saranno Lester e i suoi decrepiti amici, intenzionati ad entrare nel cervello del povero attore (martoriato da questa agghiacciante novità per lui sfibrante) per scampare alla morte. Debutto nella regia di S. Jonze (il cui vero nome è Adam Spiegel), ingegnoso regista di spot pubblicitari e video musicali, nonché genero di Francis Ford Coppola. La sceneggiatura è nata dalla mano del fantasioso e bizzarro Charlie Kaufman, il quale, oltre a dare spessore ad una celebre affermazione di Andy Warhol («In futuro ognuno potrà avere il suo quarto d’ora di notorietà»), crea un labirintico universo parallelo che sfida le convenzioni del fantasy più spudorato e dissacra i dettami della commedia, ribaltandoli e capovolgendo la funzione ideologica sui temi dell’io, del soddisfacimento sessuale, delle duplici identità e della ricerca della felicità. Kaufman crea un miscuglio di commedia fantastica, dramma apologetico e satira scatenata dove l’assurdo diventa più credibile dell’ordinario e nel quale le apparenze vengono immediatamente sradicate e distrutte per far posto a certezze che non si confermano mai tali, ma vengono di continuo contraddette e smentite. L’unica pecca è da riscontrare nel secondo tempo: dopo il primo, infatti, ricco di ironia e irresistibile buffoneria, il film s’ingorga nella ridondanza e accentua un certo autocompiacimento troppo fine a sé stesso che risulta a tratti irritante e imbarazzante. Le interpretazioni sono senza ombra di dubbio uno dei punti di forza salienti di questo apologo a diversi piani sui temi del narcisismo e della personalità: Cusack è un eccellente burattinaio che trova dopo tanta fatica il suo ruolo dopo aver preso possesso della mente di un attore rinomato e rispettato; la Diaz (quasi irriconoscibile, con i capelli ricci, lunghi e rossi) è una moglie vivace e allegra con un’identità sessuale trasgressiva che va contro la natura della sua femminilità; la Keener è una dark lady con tutte le carte in regola, scostante e manipolatrice, che riesce a comandare gli uomini secondo il suo appetito erotico e in base alle voglie da soddisfare; infine, anche Malkovich, intorno a cui ruota tutta la pellicola, appare meno scontato di quanto si può credere ad un primo acchito, e recita la parte dell’uomo crudelmente sfruttato dall’ideologia del successo con l’ottima professionalità di un attore esperto che fa sé stesso sbarazzandosi di tutti i veli, di ogni timidezza e ritrosia di sorta. Peccato che un film del genere risulti troppo sofisticato e intelligente per riscuotere un successo straordinario, e infatti il pubblico non l’ha premiato con un incasso stupefacente.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a great steven »
[ - ] lascia un commento a great steven »
|
|
d'accordo? |
|
filippo catani
|
venerdì 20 dicembre 2013
|
un grande esordio per jonze
|
|
|
|
Un burattinaio apatico e squattrinato non riesce a venire a capo della propria banale esistenza condivisa con una donna che ha trasformato la casa in una sorta di zoo. Un giorno però l'uomo legge un annuncio per un posto da archivista e, una volta assunto, scoprirà che esiste nell'ufficio un piccolo pertugio che offre la possibilità di vivere per 15 minuti nella mente di John Malkovich.
Folgorante esordio alla regia per Jonze che fino a quel momento si era prevalentemente occupato di videoclip. Il film inizialmente mantiene un ritmo molto soft da commediola leggera con alcune gag impareggiabili (su tutte il video che spiega il perchè i soffitti dell'archivio siano così bassi e i dialoghi tra Malkovich e un tassista e un avventore in un ristorante).
[+]
Un burattinaio apatico e squattrinato non riesce a venire a capo della propria banale esistenza condivisa con una donna che ha trasformato la casa in una sorta di zoo. Un giorno però l'uomo legge un annuncio per un posto da archivista e, una volta assunto, scoprirà che esiste nell'ufficio un piccolo pertugio che offre la possibilità di vivere per 15 minuti nella mente di John Malkovich.
Folgorante esordio alla regia per Jonze che fino a quel momento si era prevalentemente occupato di videoclip. Il film inizialmente mantiene un ritmo molto soft da commediola leggera con alcune gag impareggiabili (su tutte il video che spiega il perchè i soffitti dell'archivio siano così bassi e i dialoghi tra Malkovich e un tassista e un avventore in un ristorante). Quindi poi il film vira su temi decisamente più forti mostrando inizialmente quante persone, anche se a pagamento e per i più svariati motivi, sarebbero disposte a mettersi in fila per vivere quindici minuti di un'altra vita. Siamo però sicuri che tutto questo non porti effetti collaterali nell'ospite e nell'ospitato? Diciamo che guardando lo sviluppo del film la risposta è più che positiva. Il tutto è garantito da una spiegazione intrigante e spesso l'essere nella mente di Malkovich viene proprio reso con una inquadratura che ci fa vedere attraverso gli occhi dell'attore fino a raggiungere un finale forte. Se per molti la scena più tosta è quella dei Malkovich replicanti per me è invece la sequenza finale la più provocatoria. Bravissimo Cusak, straordinario Malkovich nell'interpretare se stesso e curioso lo scambio dei ruoli al femminile dove la femme fatale diventa la Keener mentre Cameron Diaz scompigliata più che mai è quasi irriconoscibile.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a filippo catani »
[ - ] lascia un commento a filippo catani »
|
|
d'accordo? |
|
mystic
|
martedì 12 febbraio 2013
|
un film originale, il cui finale farà discutere
|
|
|
|
Craig Schwartz (John Cusack), burattinaio in costante ricerca di un'occupazione stabile dopo i miseri tentativi di fare della propria arte incompresa un mestiere, trova finalmente un comodo lavoro d'ufficio. Scopre per caso, nascosto dietro ad una cassettiera, un tunnel che porta chiunque vi entri nella mente di Malkovich, il che spinge Craig a mettersi in affari con la collega di cui si è recentemente invaghito offrendo al pubblico la possibilità di vivere il mondo attraverso gli occhi di una star del cinema di fama mondiale.
Il film di Spike Jonze, qui al suo debutto, si rifiuta categoricamente di appartenere ad un genere definito.
[+]
Craig Schwartz (John Cusack), burattinaio in costante ricerca di un'occupazione stabile dopo i miseri tentativi di fare della propria arte incompresa un mestiere, trova finalmente un comodo lavoro d'ufficio. Scopre per caso, nascosto dietro ad una cassettiera, un tunnel che porta chiunque vi entri nella mente di Malkovich, il che spinge Craig a mettersi in affari con la collega di cui si è recentemente invaghito offrendo al pubblico la possibilità di vivere il mondo attraverso gli occhi di una star del cinema di fama mondiale.
Il film di Spike Jonze, qui al suo debutto, si rifiuta categoricamente di appartenere ad un genere definito. Si presenta piuttosto come un accurato studio del regista sull'accettazione del proprio essere (come testimonia il sottotitolo della locandina del film) e sull'amore, che in una cornice sinistra e vagamente comica, e quel 7 1/2 piano ne è l'immagine più emblematica, riesce a portarci dentro le menti dei protagonisti, non soltanto in quella di Malkovich. Cusack, si scopre fin dai primi minuti, è l'eroe frustrato soffocato dalle sue stesse ambizioni, la Keener (nei panni della collega) è una perfetta arpia opportunista e la Diaz (quasi irriconoscibile mentre interpreta la moglie di Cusack) contribuisce a rendere ancor più estenuante la vita del protagonista.
I temi in cui sfocia la vicenda, senza però mai giungere a conclusioni affrettate, sono quasi tabù (come la transessualità), fintanto che ci viene presentata una versione decisamente laica e materialista della metemsicosi.
Ma l'ammettere che i temi trattati non riguarderanno gran parte degli spettatori e il chiarire che la follia unica dell'opera è una caratteristica imprescindibile del film stesso non servono a spiegare fino in fondo il patetico ma umano comportamento dei personaggi. Spesso non capiamo l'implicazione tra cause e dirette conseguenze (soprattutto nel modus pensandi dei personaggi), ma è in qualche modo impossibile non coglierne un filo logico.
Essere John Malkovich vanta un cast d'eccezione che assicura allo spettatore un'esperienza senza pari. Rimane, pur essendo tutt'altro che violento, un'opera forte che non può e non deve lasciare indifferenti. La stessa interpretazione di Malkovich, naturale e perfetta, che piaccia o meno, ci fa capire quanto questo film sia uno tra i più ambigui mai girati, con un finale che vi farà discutere per giorni.
Alcuni lo ricorderanno come una cocente delusione, ma saranno in molti a riconoscerne i tratti geniali. In un universo cinematografico dominato dai cinecomics, dai remake e reboot vari, anche a distanza di 15 anni dalla sua uscita, Essere John Malkovich rimane un'opera originale e sorprendente.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a mystic »
[ - ] lascia un commento a mystic »
|
|
d'accordo? |
|
mauro bologna
|
domenica 15 gennaio 2012
|
genialità allo stato puro!
|
|
|
|
L' HO RIGUARDATO DOPO 12 ANNI, L'AVEVO VISTO IN PRIMA VISIONE AL CINEMA, MI è ADDIRITTURA PIACIUTO DI PIU', REPUTO UN GENIO CHE SIA STATO CAPACE DI CREARE UNA SCENEGGIATURE COME QUESTA , UNICA, CHE NON ASSOMIGLIA A NULLA CHE è GIA' STATO VISTO PRIMA, E UN GENIO SPIKE JONZE CHE è STATO CAPACE DI RAPPRESENTARLA AL MEGLIO, GEIALE IL MEZZO PIANO IN UN GRATTACIELO, BRAVI TUTTI GLI ATTORI AL TOP, SPECIE LA DIAZ IMBRUTTITA E FUORI DAI SUOI RUOLI DI GIRL, LE MARIONETTE MOSSE DA CUSAK SEMBRANO VIVE..... UN FILM CHE TI LASCIA SBIGOTTITO MAN MANO CHE SCORRE PIENO DI RITMO E STRANO DA ENTRARE NELLA FANTASCENZA PUR NON APPARENDO COME TALE, ORA PER IL REGISTA SARA' DIFFICILE FARNE UN ALTRO COSì, AUGURI A JONZE! 5 STELLE PER ME.
|
|
[+] lascia un commento a mauro bologna »
[ - ] lascia un commento a mauro bologna »
|
|
d'accordo? |
|
|