bomber89
|
sabato 7 novembre 2015
|
dignità umana calpestata
|
|
|
|
Un appunto doveroso bisogna anzitutto fare sul titolo del film, la cui versione italiana "L'isola dell'ingiustizia (Alcatraz)" a mio avviso gli fá perdere l'appeal che invece avrebbe avuto una traduzione letterale del titolo originale "Murder in the first", ossia "Omicidio di primo grado". Passando ad un'analisi meramente di contenuto, le vicende narrate (tratte da una storia realmente accaduta) sono quelle di Henry Young, un uomo rinchiuso ad Alcatraz in giovanissima età per una bravata e trovatosi all'interno di un sistema carcerario che con i suoi metodi trasforma i detenuti in soggetti molto lontani da sembianze e contenuti umani.
[+]
Un appunto doveroso bisogna anzitutto fare sul titolo del film, la cui versione italiana "L'isola dell'ingiustizia (Alcatraz)" a mio avviso gli fá perdere l'appeal che invece avrebbe avuto una traduzione letterale del titolo originale "Murder in the first", ossia "Omicidio di primo grado". Passando ad un'analisi meramente di contenuto, le vicende narrate (tratte da una storia realmente accaduta) sono quelle di Henry Young, un uomo rinchiuso ad Alcatraz in giovanissima età per una bravata e trovatosi all'interno di un sistema carcerario che con i suoi metodi trasforma i detenuti in soggetti molto lontani da sembianze e contenuti umani. Young è spesso picchiato a morte, passa anni rinchiuso in celle di isolamento e quando viene riammesso ad uno status carcerario normale, ormai lontano parente della persona che era prima, uccide un suo compagno detenuto reo di essere stato causa della sua pena di isolamento, per averlo accusato di tentata evasione. Sarà difeso dall'accusa di omicidio di primo grado da un giovane avvocato alle prime armi mandato "al macello" per una causa sulla carta dall'epilogo scontato e già scritto. Ma non sarà così, egli avrà la forza di scavare nel passato di Young e nel suo percorso all'interno di Alcatraz, questo lo porterà durante lo svolgimento della causa a mettersi contro quel sistema che ha trasformato Henry in un mostro. L'interpretazione di Kevin Bacon (H.Young) è quasi commovente, ha dell'incredibile per immedesimazione e carica di realismo e drammaticità che trasmette fuori dallo schermo. Stride forte e indubbiamente ci tocca il rapporto che si crea tra detenuto e avvocato, due coetanei che nonostante l'incomunicabilita iniziale riescono ad avere un rapporto che, seppur molto travagliato, è accostabile ad un'amicizia, termine fin lí sconosciuto da Henry, vittima sacrificale di un sistema che lo ha inghiottito e trasformato, in maniera inesorabile e permanente. Lo svolgimento della causa, con annessi colpi di scena che si susseguono, portano lo spettatore quasi a tifare e caldeggiare per qull'esordiente avvocato che, con immenso coraggio e determinazione, lotta per qualcosa di più importante della difesa di un uomo, per qualcosa di più "alto": diritti e dignità umana.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a bomber89 »
[ - ] lascia un commento a bomber89 »
|
|
d'accordo? |
|
treffoli
|
mercoledì 20 maggio 2015
|
per molte persone, un film incredibile, troppo...
|
|
|
|
difficile camminare col tallone d'achille
reciso e due annetti di cella di isolamento
per poi ottenere quella libertà ambita da tente persone ma della
quale al galeotto, per un crimine fantomatico,
sembrano una barzelletta, in un paese di criminali
dei quali non si sa o non si vorrebbe sapere niente, come
dei replicanti ingrati capaci solo a vagare coi tratti del genio
e pagare coi tratti loro sconosciuti, sicchè quando assolto perchè
quei fatti non sembrano sussistere ottiene la libertà, questo
galeotto abituato al carcere prefersice
finire i giorni che gli rimangono tornando in
cella, come una specie di
pirla.
[+]
difficile camminare col tallone d'achille
reciso e due annetti di cella di isolamento
per poi ottenere quella libertà ambita da tente persone ma della
quale al galeotto, per un crimine fantomatico,
sembrano una barzelletta, in un paese di criminali
dei quali non si sa o non si vorrebbe sapere niente, come
dei replicanti ingrati capaci solo a vagare coi tratti del genio
e pagare coi tratti loro sconosciuti, sicchè quando assolto perchè
quei fatti non sembrano sussistere ottiene la libertà, questo
galeotto abituato al carcere prefersice
finire i giorni che gli rimangono tornando in
cella, come una specie di
pirla... il tallone d'achille
reciso e quei 500 giorni d'isolamento
sembrano essere l'unico motivo d'esistere,
la reale condanna, qualcuno sembra dire, isolamento?
tre o quettro anni... di buio? un
andrea doria... surreale e futile della legalità a
tal punto da sentirmi vivo ovunque!
sei il prezzo di quel che ho comprato, col credito
conferito dai cittadini, la società, sembra dire
quel detenuto, vi hanno
condannato... altrettanto, il miglior modo d'essere una
persona esemplare, come una sfida, un duello, per non essere come
lo sfidante... quei diecimila...( in un
duello quasi pari... dove sembra dire, sono quel che sono
sei quel che siete... ) questo è da sempre così,
circa detenuti e manipolati dal loro carceriere che si sono
ripercossi anche sulle psiche di poveri cittadini... che camminano
altrettanto storpiati nascondendosi e portando
dentro di sè quel peso terribile,
per scaricarlo chissà dove, alcatraz, è un film incredibile,
col soltio savoir faire del movie americano
impegnato e delimitato soltanto dal non dispensare il
solito inseguimento con fracasso e numeri per le vendite di
pop corn, ma voi che ne sapete di cinema?
direbbe sornione mio nonno all'equinozio... da cui si
vede l'alba boreale i veri tratti dell'arco... baleno, e non
teste mozze, ogni vs momento di
sconforto... si sente da lontano miglia, non è di mio gradimento, costruisco!
perchè ne ho facoltà, sembra dire un illuminato per un film
verità, che seppur impegnativo non da divertimento
direi quanto il solito action movie mito di holliwood.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a treffoli »
[ - ] lascia un commento a treffoli »
|
|
d'accordo? |
|
salva66
|
sabato 13 settembre 2014
|
le percosse hanno attinenza con...
|
|
|
|
Si...Percosse hanno attinenza con lo stato mentale di un uomo. Tre anni al buio, hanno attinenza con il suo stato mentale. Bisogna essere psicologi per intuirlo??? Cosi si rivolgeva un ottimo Christian Slater, nella parte dell'avvocato difensore, al giudice! Anche se, la trama del film appare un po troppo forzata, perchè, si che è tratto in parte da una storia vera "la fuga di alcuni detenuti con susseguente cattura", però ci sono alcuni passaggi non veritieri perloppiù romanzati. Voglio sottolineare, che nulla toglie alla bellezza del film questo mio appunto. Girato con maestria e con attori molto bravi, con sopra le righe oltre al citato Slater, un Kevin Bacon, se pur giovane con una magistrale interpretazione del carcerato.
[+]
Si...Percosse hanno attinenza con lo stato mentale di un uomo. Tre anni al buio, hanno attinenza con il suo stato mentale. Bisogna essere psicologi per intuirlo??? Cosi si rivolgeva un ottimo Christian Slater, nella parte dell'avvocato difensore, al giudice! Anche se, la trama del film appare un po troppo forzata, perchè, si che è tratto in parte da una storia vera "la fuga di alcuni detenuti con susseguente cattura", però ci sono alcuni passaggi non veritieri perloppiù romanzati. Voglio sottolineare, che nulla toglie alla bellezza del film questo mio appunto. Girato con maestria e con attori molto bravi, con sopra le righe oltre al citato Slater, un Kevin Bacon, se pur giovane con una magistrale interpretazione del carcerato. Una storia cruda e toccante, la quale si denuncia i sopprusi e le violenze, molte volte gratuite delle carceri di una volta, in queso caso ad Alcatraz del post Al Capone. A me il film è piaciuto molto,sia per il legame umano che si è instaurato tra detenuto -avvocato, che è diventato di amicizia profonda, sia e soprattutto per l'arringa difensiva in tribunale. Un caso perso per molti, non per l'avvocato in erba il quale ha sacrificato la vita familiare, almeno per non far prendere la pena di morte. Ingiustizie, violenze, crudeltà per un furto di 5 dollari, anche se dopo tre anni c'è un omicidio all'interno del carcere, ma dopo che cosa???...."Una riflessione al giudicare qualcuno"...Nella fossa, nelle segrete o nella cella di isolamento, al buio per più di TRE anni, Chi non si sentirebbe destabilizzato a diventare catatonico e fuori di testa??!!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a salva66 »
[ - ] lascia un commento a salva66 »
|
|
d'accordo? |
|
filippo catani
|
martedì 9 settembre 2014
|
crudeltà e disperazione
|
|
|
|
1938. Un gruppetto di detenuti prova scappare dal supercarcere di Alcatraz. Uno di questi, dopo la cattura, passerà tre anni in isolamento prima di aggredire e uccidere il compagno che lo aveva tradito. L'uomo, in carcere per un furto da cinque dollari in un emporio, verrà difeso da un avvocato alle prime armi che accuserà i responsabili del carcere per i trattamenti inumani del carcere.
Il film è liberamente ispirato a una storia vera anche se ne romanza una discreta parte. Resta il fatto che il film raggiunge il suo obbiettivo e cioè quello di mostrare le terribili condizioni carcerarie e l'ottusità di certi personaggi del tempo che si preoccupavano solo di mostrarsi efficenti e crudeli verso i criminali per rassicurare l'opinione pubblica.
[+]
1938. Un gruppetto di detenuti prova scappare dal supercarcere di Alcatraz. Uno di questi, dopo la cattura, passerà tre anni in isolamento prima di aggredire e uccidere il compagno che lo aveva tradito. L'uomo, in carcere per un furto da cinque dollari in un emporio, verrà difeso da un avvocato alle prime armi che accuserà i responsabili del carcere per i trattamenti inumani del carcere.
Il film è liberamente ispirato a una storia vera anche se ne romanza una discreta parte. Resta il fatto che il film raggiunge il suo obbiettivo e cioè quello di mostrare le terribili condizioni carcerarie e l'ottusità di certi personaggi del tempo che si preoccupavano solo di mostrarsi efficenti e crudeli verso i criminali per rassicurare l'opinione pubblica. Questo al netto degli incredibili costi che gli stessi cittadini dovevano sostenere per il mantenimento del penitenziario. La pellicola si inserisce in quel filone carcerario che ha avuto nuova linfa dopo lo splendido Le Ali della libertà. Allo spettatore non vengono risparmiati dettagli cruenti e soprattutto sembra quasi di soffocare anche a lui quando ci si ritrova chiusi in un minuscolo buco con mezz'ora d'aria solo a Natale. Impossibile non identificarsi da una parte con un ragazzo imprigionato per un reato federale solo perchè l'emporio dove ha rubato i 5 dollari, per fare mangiare lui e la sorella orfani, fungeva anche da ufficio postale e che non ha mai vissuto nessuna esperienza come andare a vedere una partita di baseball piuttosto che stare con una donna. E dall'altra anche con il giovane avvocato che contro il parere del capo e del proprio potente fratello decide di sfidare l'amministrazione carceraria e quindi anche la politica e il potentissimo Hoover. Merito di ciò va sicuramente ai due protagonisti Slater nei panni dell'avvocato e un bravissimo Bacon in quelli del carcerato. Una menzione anche per il perfido Oldman.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a filippo catani »
[ - ] lascia un commento a filippo catani »
|
|
d'accordo? |
|
mauro lanari
|
lunedì 9 giugno 2014
|
le ali spezzate dell'albatros
|
|
|
|
Mauro Lanari e Davide Schiavoni (un grazie a Orietta Anibaldi) - Agl'antipodi in confronto al sin troppo celebre e celebrato "Le ali della libertà" di Darabont (e Stephen King), l'opera di Rocco è il più probabile bel "jail movie" nella storia del cinema, uno straordinario biopic dove il melodramma lascia spazio alla tragedia nuda e cruda. L'atroce vicenda di Henri Young (interpretato da Kevin Bacon al vertice delle proprie capacità attoriali) è l'esemplare riprova della non condannabilità d'un soggetto, dal momento che, secondo una concezione deterministica degl'eventi, i suoi atti sono causati dall'ineluttabile catena comportamentale ("a ogni tipo di azione corrisponde una reazione").
[+]
Mauro Lanari e Davide Schiavoni (un grazie a Orietta Anibaldi) - Agl'antipodi in confronto al sin troppo celebre e celebrato "Le ali della libertà" di Darabont (e Stephen King), l'opera di Rocco è il più probabile bel "jail movie" nella storia del cinema, uno straordinario biopic dove il melodramma lascia spazio alla tragedia nuda e cruda. L'atroce vicenda di Henri Young (interpretato da Kevin Bacon al vertice delle proprie capacità attoriali) è l'esemplare riprova della non condannabilità d'un soggetto, dal momento che, secondo una concezione deterministica degl'eventi, i suoi atti sono causati dall'ineluttabile catena comportamentale ("a ogni tipo di azione corrisponde una reazione"). Se noi siamo il risultato dell'esperienze accumulate durante la nostra vita, ciò significa che esistono soltanto individui non migliori o peggiori di altri, bensì banalmente più o meno fortunati rispetto a quanto il Caso ci attribuisce nell'inestricabile rete di relazioni e situazioni costitutive delle nostre esistenze. "Pensa se casa mia era vicina alla tua, e se ci avessero scambiati da piccoli: io sarei diventato come te, e tu saresti finito nella fossa". Un'analisi tanto potente da far giungere alla conclusione che, volendo emettere una sentenza, allora o tutti rei oppure assoluzione piena accordata senza la minima distinzione di sorta. L'avvocato Stamphill racconterà che Henri Young ha avuto la fortuna di non vivere invano, poiché la sua disavventura, il suo martirio e il suo coraggio hanno assunto la portata d'una conquista della civiltà, così come sembrerebbe attestare l'ultima sequenza: la mdp scorre riprendendo di fianco il detenuto mentre procede arrancando e curvo quasi alla maniera d'un ominide, ma poco alla volta si raddrizza fino ad assumere fieramente la postura eretta. Ciononostante, niente e nessuno a tutt'oggi può risarcire il calvario di Young, restituirgli l'esistenza negata, indennizzarlo consegnandogli il bene infinito che gli spettava di diritto e a priori. Per giunta l’epilogo del film costituisce l’ennesima testimonianza di quanto il corrotto ordine precostituito prevalga sui buoni propositi. Young era stato aiutato dal giovane legale poiché questi era appena un debuttante, un esordiente, quindi non ancora contaminato dalle sudice logiche della sua casta: vale a dire la massima espressione di quel mercimonio professionale che proprio il fratello maggiore di Slater, potente e politicizzato avvocato, incarna. Invece la riconciliazione dei consanguinei segna il definitivo e pieno reintegro dell'"iniziato" nelle marcescenti strutture comunitarie (il nucleo familiare, il sistema forense, la collettività nel suo complesso), a discapito del patto stretto col povero carcerato che terminerà nuovamente abbandonato al suo tragico destino. "La famiglia è la famiglia". E le ali, non "della libertà" ma dell'albatros, traduzione di "alcatraz", finora rimangono brutalmente spezzate.
Ps: peccato per i cambiamenti apportati alla vera storia di Henri Young. Da Wikipedia: "Nella realtà però Alcatraz, era solitamente l'ultimo di una lunga serie di carceri, e Young non faceva eccezione: aveva alle spalle una lunga sequela di crimini, anche violenti.
Anche altre circostanze non secondarie sono ampiamente romanzate. Nel film Henri Young si vendica di Rufus McCain pugnalandolo con il manico di un cucchiaio nella mensa. In realtà, Young uccise McCain infiggendogli dei colpi con un coltello mentre erano nella sartoria del carcere. Inoltre anche le modalità dell'isolamento risulterebbero diverse né gli fu mai reciso il tendine d'Achille dal sadico condirettore che sarebbe una figura di pura fantasia. Nel film, poi, dopo che Young ottiene la definitiva vittoria in tribunale, viene di nuovo condotto in isolamento, e perisce nelle segrete. Si sa invece con certezza che Henri Young restò ad Alcatraz fino al 1948 quindi scontò le condanne precedenti in altri penitenziari fino al 1972, quando uscì dal carcere sulla parola; dopodiché di lui non si seppe più niente."
[-]
|
|
[+] lascia un commento a mauro lanari »
[ - ] lascia un commento a mauro lanari »
|
|
d'accordo? |
|
mauro lanari
|
lunedì 9 giugno 2014
|
le ali spezzate dell'albatros
|
|
|
|
Mauro Lanari e Davide Schiavoni (un grazie a Orietta Anibaldi) . Agl'antipodi in confronto al sin troppo celebre e celebrato "Le ali della libertà" di Darabont (e Stephen King), l'opera di Rocco è il più probabile bel "jail movie" nella storia del cinema, uno straordinario biopic dove il melodramma lascia spazio alla tragedia nuda e cruda. L'atroce vicenda di Henri Young (interpretato da Kevin Bacon al vertice delle proprie capacità attoriali) è l'esemplare riprova della non condannabilità d'un soggetto, dal momento che, secondo una concezione deterministica degl'eventi, i suoi atti sono causati dall'ineluttabile catena comportamentale ("a ogni tipo di azione corrisponde una reazione").
[+]
Mauro Lanari e Davide Schiavoni (un grazie a Orietta Anibaldi) . Agl'antipodi in confronto al sin troppo celebre e celebrato "Le ali della libertà" di Darabont (e Stephen King), l'opera di Rocco è il più probabile bel "jail movie" nella storia del cinema, uno straordinario biopic dove il melodramma lascia spazio alla tragedia nuda e cruda. L'atroce vicenda di Henri Young (interpretato da Kevin Bacon al vertice delle proprie capacità attoriali) è l'esemplare riprova della non condannabilità d'un soggetto, dal momento che, secondo una concezione deterministica degl'eventi, i suoi atti sono causati dall'ineluttabile catena comportamentale ("a ogni tipo di azione corrisponde una reazione"). Se noi siamo il risultato dell'esperienze accumulate durante la nostra vita, ciò significa che esistono soltanto individui non migliori o peggiori di altri, bensì banalmente più o meno fortunati rispetto a quanto il Caso ci attribuisce nell'inestricabile rete di relazioni e situazioni costitutive delle nostre esistenze. "Pensa se casa mia era vicina alla tua, e se ci avessero scambiati da piccoli: io sarei diventato come te, e tu saresti finito nella fossa". Un'analisi tanto potente da far giungere alla conclusione che, volendo emettere una sentenza, allora o tutti rei oppure assoluzione piena accordata senza la minima distinzione di sorta. L'avvocato Stamphill racconterà che Henri Young ha avuto la fortuna di non vivere invano, poiché la sua disavventura, il suo martirio e il suo coraggio hanno assunto la portata d'una conquista della civiltà, così come sembrerebbe attestare l'ultima sequenza: la mdp scorre riprendendo di fianco il detenuto mentre procede arrancando e curvo quasi alla maniera d'un ominide, ma poco alla volta si raddrizza fino ad assumere fieramente la postura eretta. Ciononostante, niente e nessuno a tutt'oggi può risarcire il calvario di Young, restituirgli l'esistenza negata, indennizzarlo consegnandogli il bene infinito che gli spettava di diritto e a priori. Per giunta l’epilogo del film costituisce l’ennesima testimonianza di quanto il corrotto ordine precostituito prevalga sui buoni propositi. Young era stato aiutato dal giovane legale poiché questi era appena un debuttante, un esordiente, quindi non ancora contaminato dalle sudice logiche della sua casta: vale a dire la massima espressione di quel mercimonio professionale che proprio il fratello maggiore di Slater, potente e politicizzato avvocato, incarna. Invece la riconciliazione dei consanguinei segna il definitivo e pieno reintegro dell'"iniziato" nelle marcescenti strutture comunitarie (il nucleo familiare, il sistema forense, la collettività nel suo complesso), a discapito del patto stretto col povero carcerato che terminerà nuovamente abbandonato al suo tragico destino.
"La famiglia è la famiglia". E le ali, non "della libertà" ma dell'albatros, traduzione di "alcatraz", finora rimangono brutalmente spezzate.
Ps: peccato per i cambiamenti apportati alla vera storia di Henry Young. Da Wikipedia: "Nella realtà però Alcatraz, era solitamente l'ultimo di una lunga serie di carceri, e Young non faceva eccezione: aveva alle spalle una lunga sequela di crimini, anche violenti.
Anche altre circostanze non secondarie sono ampiamente romanzate. Nel film Henri Young si vendica di Rufus McCain pugnalandolo con il manico di un cucchiaio nella mensa. In realtà, Young uccise McCain infiggendogli dei colpi con un coltello mentre erano nella sartoria del carcere. Inoltre anche le modalità dell'isolamento risulterebbero diverse né gli fu mai reciso il tendine d'Achille dal sadico condirettore che sarebbe una figura di pura fantasia. Nel film, poi, dopo che Young ottiene la definitiva vittoria in tribunale, viene di nuovo condotto in isolamento, e perisce nelle segrete. Si sa invece con certezza che Henri Young restò ad Alcatraz fino al 1948 quindi scontò le condanne precedenti in altri penitenziari fino al 1972, quando uscì dal carcere sulla parola; dopodiché di lui non si seppe più niente."
[-]
|
|
[+] lascia un commento a mauro lanari »
[ - ] lascia un commento a mauro lanari »
|
|
d'accordo? |
|
mauro lanari
|
lunedì 9 giugno 2014
|
le ali spezzate dell'albatros
|
|
|
|
Mauro Lanari e Davide Schiavoni (un grazie a Orietta Anibaldi) - Agl'antipodi in confronto al sin troppo celebre e celebrato "Le ali della libertà" di Darabont (e Stephen King), l'opera di Rocco è il più probabile bel "jail movie" nella storia del cinema, uno straordinario biopic dove il melodramma lascia spazio alla tragedia nuda e cruda. L'atroce vicenda di Henri Young (interpretato da Kevin Bacon al vertice delle proprie capacità attoriali) è l'esemplare riprova della non condannabilità d'un soggetto, dal momento che, secondo una concezione deterministica degl'eventi, i suoi atti sono causati dall'ineluttabile catena comportamentale ("a ogni tipo di azione corrisponde una reazione").
[+]
Mauro Lanari e Davide Schiavoni (un grazie a Orietta Anibaldi) - Agl'antipodi in confronto al sin troppo celebre e celebrato "Le ali della libertà" di Darabont (e Stephen King), l'opera di Rocco è il più probabile bel "jail movie" nella storia del cinema, uno straordinario biopic dove il melodramma lascia spazio alla tragedia nuda e cruda. L'atroce vicenda di Henri Young (interpretato da Kevin Bacon al vertice delle proprie capacità attoriali) è l'esemplare riprova della non condannabilità d'un soggetto, dal momento che, secondo una concezione deterministica degl'eventi, i suoi atti sono causati dall'ineluttabile catena comportamentale ("a ogni tipo di azione corrisponde una reazione"). Se noi siamo il risultato dell'esperienze accumulate durante la nostra vita, ciò significa che esistono soltanto individui non migliori o peggiori di altri, bensì banalmente più o meno fortunati rispetto a quanto il Caso ci attribuisce nell'inestricabile rete di relazioni e situazioni costitutive delle nostre esistenze. "Pensa se casa mia era vicina alla tua, e se ci avessero scambiati da piccoli: io sarei diventato come te, e tu saresti finito nella fossa". Un'analisi tanto potente da far giungere alla conclusione che, volendo emettere una sentenza, allora o tutti rei oppure assoluzione piena accordata senza la minima distinzione di sorta. L'avvocato Stamphill racconterà che Henri Young ha avuto la fortuna di non vivere invano, poiché la sua disavventura, il suo martirio e il suo coraggio hanno assunto la portata d'una conquista della civiltà, così come sembrerebbe attestare l'ultima sequenza: la mdp scorre riprendendo di fianco il detenuto mentre procede arrancando e curvo quasi alla maniera d'un ominide, ma poco alla volta si raddrizza fino ad assumere fieramente la postura eretta. Ciononostante, niente e nessuno a tutt'oggi può risarcire il calvario di Young, restituirgli l'esistenza negata, indennizzarlo consegnandogli il bene infinito che gli spettava di diritto e a priori. Per giunta l’epilogo del film costituisce l’ennesima testimonianza di quanto il corrotto ordine precostituito prevalga sui buoni propositi. Young era stato aiutato dal giovane legale poiché questi era appena un debuttante, un esordiente, quindi non ancora contaminato dalle sudice logiche della sua casta: vale a dire la massima espressione di quel mercimonio professionale che proprio il fratello maggiore di Slater, potente e politicizzato avvocato, incarna. Invece la riconciliazione dei consanguinei segna il definitivo e pieno reintegro dell'"iniziato" nelle marcescenti strutture comunitarie (il nucleo familiare, il sistema forense, la collettività nel suo complesso), a discapito del patto stretto col povero carcerato che terminerà nuovamente abbandonato al suo tragico destino.
"La famiglia è la famiglia". E le ali, non "della libertà" ma dell'albatros, traduzione di "alcatraz", finora rimangono brutalmente spezzate.
Ps: peccato per i cambiamenti apportati alla vera storia di Henry Young. Da Wikipedia: "Nella realtà però Alcatraz, era solitamente l'ultimo di una lunga serie di carceri, e Young non faceva eccezione: aveva alle spalle una lunga sequela di crimini, anche violenti.
Anche altre circostanze non secondarie sono ampiamente romanzate. Nel film Henri Young si vendica di Rufus McCain pugnalandolo con il manico di un cucchiaio nella mensa. In realtà, Young uccise McCain infiggendogli dei colpi con un coltello mentre erano nella sartoria del carcere. Inoltre anche le modalità dell'isolamento risulterebbero diverse né gli fu mai reciso il tendine d'Achille dal sadico condirettore che sarebbe una figura di pura fantasia. Nel film, poi, dopo che Young ottiene la definitiva vittoria in tribunale, viene di nuovo condotto in isolamento, e perisce nelle segrete. Si sa invece con certezza che Henri Young restò ad Alcatraz fino al 1948 quindi scontò le condanne precedenti in altri penitenziari fino al 1972, quando uscì dal carcere sulla parola; dopodiché di lui non si seppe più niente."
[-]
|
|
[+] lascia un commento a mauro lanari »
[ - ] lascia un commento a mauro lanari »
|
|
d'accordo? |
|
mister-pippo
|
giovedì 24 aprile 2014
|
l'apparenza inganna
|
|
|
|
Un gran film incentrato sulla giustizia, una formidabile interpretazione su Kevin Bacon
[+]
Un gran film incentrato sulla giustizia, una formidabile interpretazione su Kevin Bacon
Un film che denuncia i maltrattamenti ad Alcatraz, fiore all'occhiello di uno Stato Americano che sa come apparire patria integerrima della giustizia e della legalità, ma che in fondo, in questo caso nelle segrete di un carcere, sa manifestare tutta la propria violenza, tutte le proprie ipocrisie.
Il protagonista è finito dentro per aver rubato 5 dollari, rubò per necessità, per sfamare la giovane sorella, quest'ultima verrà portata in un orfanotrofio, lui finirà ad Alcatraz. Dopo aver tentato la fuga, finirà per 3 anni in una cella di isolamento ( per legge nel film si dice che l'isolamento non debba superare i 19 giorni ) e vedrà la luce solo per 30 minuti ogni anno
finiti i 3 anni di isolamento, si scaglierà contro un detenuto, uccidendolo, reo di aver denunciato la fuga in cui il protagonista partecipò.
Ed è cosi che fini sotto processo per omicidio di primo grado; grazie ai dati raccolti da un giovane avvocato difensore, riuscirà a tramutare un semplice caso di omicidio, in una denuncia al sistema carcerario di Alcatraz...riusciranno a convincere la giuria che il protagonista è solo stata un'arma innescata da anni di sevizie? scopritelo :D ps: comunque è assurdo come mymovies faccia recensioni striminzite e superficiali di molti film in questo sito, la cosa è davvero triste :S
[-]
|
|
[+] lascia un commento a mister-pippo »
[ - ] lascia un commento a mister-pippo »
|
|
d'accordo? |
|
onufrio
|
domenica 24 novembre 2013
|
le pene dell'inferno di alcatraz
|
|
|
|
Henri Young è un giovane ragazzo che per un furto di 5 dollari, si ritrova rinchiuso nella tembibile prigione di Alcatraz, lì vi tenterà la fuga, ma verrà ripreso e viene messo in isolamento per oltre 3 anni subendo ogni tipo di violenza sotto la supervisione del malefico direttore interpreto da Gary Oldman, appena uscito dall'isolamento uccide in sala mensa, con un cucchiaio, il "compagno" che l'aveva tradito. Si va in tribunale, chiaro omicidio, pena di morte assicurata, ma il giovane avvocato James Stamphill alla sua prima causa, vuole approfondire i fatti, ed è qui che entra in gioco la prigione di Alcatraz ed i suoi metodi poco ortodossi per mantenere l'ordine all'interno del carcere: l'avvocato lancia il guanto di sfida alla prigione ed ai loro"capi".
[+]
Henri Young è un giovane ragazzo che per un furto di 5 dollari, si ritrova rinchiuso nella tembibile prigione di Alcatraz, lì vi tenterà la fuga, ma verrà ripreso e viene messo in isolamento per oltre 3 anni subendo ogni tipo di violenza sotto la supervisione del malefico direttore interpreto da Gary Oldman, appena uscito dall'isolamento uccide in sala mensa, con un cucchiaio, il "compagno" che l'aveva tradito. Si va in tribunale, chiaro omicidio, pena di morte assicurata, ma il giovane avvocato James Stamphill alla sua prima causa, vuole approfondire i fatti, ed è qui che entra in gioco la prigione di Alcatraz ed i suoi metodi poco ortodossi per mantenere l'ordine all'interno del carcere: l'avvocato lancia il guanto di sfida alla prigione ed ai loro"capi". Kevin Bacon in stato di grazia, regalo allo spettatore un'interpretazione da oscar. Finale agrodolce.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a onufrio »
[ - ] lascia un commento a onufrio »
|
|
d'accordo? |
|
etabeta
|
mercoledì 20 novembre 2013
|
ottimo
|
|
|
|
Ottimo film made in USA. Quello che a mio giudizio è davvero rilevante è la strepitosa interpretazione di Kevin Bacon
|
|
[+] lascia un commento a etabeta »
[ - ] lascia un commento a etabeta »
|
|
d'accordo? |
|
|