Mixed By Erry |
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Un film di Sydney Sibilia.
Con Luigi D'Oriano, Giuseppe Arena, Emanuele Palumbo, Francesco Di Leva.
continua»
Commedia,
durata 110 min.
- Italia 2023.
- 01 Distribution
uscita giovedì 2 marzo 2023.
MYMONETRO
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Un film che mira solo al lato comico della vicenda
di darkglobeFeedback: |
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martedì 7 marzo 2023 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Sono più che perplesso in merito all’operazione che è stata compiuta nella trasposizione filmica condotta da Sydney Sibilia (Smetto quando voglio) della storia Mixed by Erry di Simona Frasca. Parlare di "storia" oltretutto potrebbe risultare piuttosto riduttivo visto che il testo da cui è tratto questo film contiene una interessante analisi sociologica e per certi versi da antropologia culturale sul fenomeno della pirateria musicale napoletana e nazionale. La storia evolve quando i tre, a metà dei '70, mettono in piedi una vera e propria attività illegale di produzione di musicassette false marcate “Mixed by Erry”, allestendo dal nulla intere fabbriche di clonazione dei supporti originali con apparecchiature via via più sofisticate in fabbriche fantasma che sfuggono all’individuazione dell’ispettore Fortunato Ricciardi (Francesco Di Leva). Quel business ha una crescita esplosiva quando il responsabile di un'azienda produttrice di supporti vergini, Arturo Barambani (Fabrizio Gifuni), stringe un patto di ferro con gli Attanasio per la fornitura di centinaia di migliaia di cassette: a quel punto l’attività illecita dei Frattasio, ripulitane progressivamente l’immagine con alcune ditte di facciata, arriva ad una produzione capace di coprire quasi il 30% del mercato nazionale, dando lavoro e tutela legale ad una marea di gente, con una massiccia copertura distributiva nell’intero centro-sud italiano. La parabola dei nostri eroi termina negli anni ‘90, periodo nel quale l’avvento del CD, su cui pure i Frattasio si daranno alla duplicazione, e l’inasprimento delle leggi porteranno questi instancabili creativi direttamente in carcere, soccombendo alle iniziative legali di SIAE ed FPM. Indubbiamente bravi i tre misconosciuti attori protagonisti, Palumbo in particolare, anche se l’ammiccamento a Troisi di D’Oriano è a tratti indigeribile. Di Leva sembra purtroppo solo la parodia di un ispettore con il suo parrucchino, il baffo alla Borodin e certe sfuriate da avanspettacolo. Molto divertente il passaggio con Fabrizio Gifuni e la Milano opulenta, di cui convincono gli atteggiamenti istrionici con cui conquista i giovani ragazzi di Forcella in nome di una presunta amicizia, salvo poi tradirli in fase processuale per salvarsi la pelle, nonostante abbia sempre chiuso entrambi gli occhi sul mercato illecito che lui stesso alimentava. Le storie d’amore narrate, tra una “cazziata” dal balcone, un accompagnamento in Lamborghini ed una cuffia messa in testa in stile Tempo delle mele paiono quasi addolcire ulteriormente la melassa comica, con quella piccola ma non necessaria dose di romanticismo che sembra deviare ulteriormente l’originario intento del libro. Tra le musiche spiccano brani assai popolari di Frankie Goes to Hollywood, Run DMC, Eurythmics, Visage, Kim Wilde oltre agli italianissimi Peppino Di Capri, Fiorella Mannoia e Raf. Simpatico il cameo di Raiz degli Almamegretta nel ruolo del titolare di un locale che mortifica le aspirazioni da DJ di Enrico. Nel film emerge solo a tratti la portata innovativa della storia di questa impresa assai artigianale, fatta di registrazioni musicali spesso cucite su misura, che affondava le radici nell’illegalità totale (anche se all’epoca i reati contestabili erano irrisori), anticipando però da un lato la moda del mixing e delle compilation, dall’altro consentendo la fruizione capillare e alla portata della tasca dei giovani della musica, anche in luoghi dove la distribuzione regolare sarebbe stata improponibile; promuovendo infine, nei 15 minuti liberi in coda al registrato di ogni cassetta, brani consigliati di artisti dello stesso genere o cantanti emergenti che, privi del cannone internet, non avevano all’epoca alcuna possibilità di essere distribuiti ed ascoltati. In sintesi un film gradevole e divertente, che mira esclusivamente al lato tragi-comico della vicenda, mettendo da parte gli elementi più aspri e sconcertanti e fugando ogni intento di approfondimento sociologico. Mi piace in conclusione utilizzare le parole della Frasca affermando che “ciò che riguarda la vicenda è legato alla musica quale oggetto complesso, capace di connettere attività corporee, mentali, stati emotivi, idee, sogni come in un campo di risonanze. […] In una città in cui il delitto e la cronaca efferata e dolorosa sono ovunque, la trasfigurazione della realtà nei codici dell’arte e della creatività è l’unica consolazione possibile. A Napoli le manifestazioni espressive sembrano così assolvere a una funzione specifica e per questo motivo appaiono ancora più indispensabili”. Ma di queste considerazioni nel film non vi è traccia.
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