sergio dal maso
|
lunedì 17 aprile 2023
|
sibilia, il vero originale
|
|
|
|
“Sei nato negli anni sessanta (settanta o ottanta) se … hai ascoltato la musica con il walkman e le musicassette!”
Gruppi Facebook
Sono passati poco più di vent’anni dalla scomparsa delle musicassette, soppiantate dalla modernità dei compact disc. A loro volta questi ultimi sono stati spazzati via, senza che ce ne siamo accorti, dai file digitali e dal “consumo” della musica direttamente dal web. A parte qualche nicchia di appassionati, nostalgici dei dischi in vinile, l’ascolto è diventato immateriale. Pensando alle vecchie musicassette, sembra passato un secolo.
[+]
“Sei nato negli anni sessanta (settanta o ottanta) se … hai ascoltato la musica con il walkman e le musicassette!”
Gruppi Facebook
Sono passati poco più di vent’anni dalla scomparsa delle musicassette, soppiantate dalla modernità dei compact disc. A loro volta questi ultimi sono stati spazzati via, senza che ce ne siamo accorti, dai file digitali e dal “consumo” della musica direttamente dal web. A parte qualche nicchia di appassionati, nostalgici dei dischi in vinile, l’ascolto è diventato immateriale. Pensando alle vecchie musicassette, sembra passato un secolo.
Mixed by Erryci catapulta in quell’epoca, tra la fine degli anni settanta e i primi anni novanta, per raccontare l’incredibile epopea dei fratelli Frattasio, i più grandi falsari musicali della storia. Partiti da un negozietto di elettrodomestici di un rione napoletano sono riusciti a diventare la prima etichetta discografica italiana, ovviamente illegale. Se non fosse una storia vera, tra l’altro nel film poco romanzata, non potrebbe essere stata inventata, tanto è pazzesca.
Il racconto parte dall’epilogo, dall’incarcerazione nel 1991 di Erry, Peppe e Angelo Frattasio, accolti con tutti gli onori dagli altri detenuti, poi, un lungo flashback “riavvolge il nastro” all’inizio.
Negli anni settanta quella dei Frattasio è una famiglia umile, come la maggior parte delle famiglie del quartiere popolare di Forcella. Il padre si arrangia tra lavoretti e piccole truffe al mercato della stazione, come la vendita di thè spacciato per whisky.
Erry, timido e mingherlino, fa l’aiutante tuttofare nella bottega di elettrodomestici del rione. Sogna di diventare un dj, ma viene sbeffeggiato perché gli manca il carisma, non comunica “internazionalità”.
Si accontenta di mixare compilation e duplicare musicassette, con intuizioni brillanti, come proporre in coda alle canzoni di un disco altri pezzi di gruppi emergenti dello stesso genere, un antesignano dei moderni consigli dei siti web “se ti piace prova questo”. Le musicassette Mixed by Erry vanno a ruba.
Quando il titolare della rivendita di elettrodomestici cessa l’attività Erry e i fratelli hanno l’intuizione della vita: mettersi in proprio e trasformare quell’hobby in un lavoro.
Geniali e temerari ai limiti dall’incoscienza iniziano ad acquistare masterizzatori in serie, chiedendo prestiti agli usurai della camorra. Si circondano di collaboratori fidati, adottano la rete di distribuzione delle sigarette di contrabbando smantellata dalla Guardia di Finanza. Riescono a distribuire la musicassetta di Sanremo durante il Festival anticipando di due settimane la distribuzione ufficiale.
Negli anni novanta diventano un impero economico, sancito da almeno un centinaio di milioni di pezzi venduti e, beffa delle beffe, dalla comparsa delle imitazioni del loro marchio, i falsi dei falsi. Una multinazionale di cassette “vergini” stringe con i Frattasio un accordo commerciale miliardario per avere l’esclusiva sulle forniture.
Ma la parabola dei ragazzi diventati i re della pirateria non poteva durare. Il “nastro” della loro storia imprenditoriale finisce con l’epilogo iniziale del film: con l’arresto e la condanna a quattro anni e sei mesi per associazione a delinquere e violazione della legge sul diritto d’autore.
Al quinto film, dopo il “botto” con la trilogia di Smetto quando voglio e la conferma con L’incredibile storia dell’isola delle rose, Sydney Sibilia aggiunge un altro capolavoro alla sua sorprendente filmografia. E sempre raccontando storie apparentemente strampalate di outsider che trovano una forma di riscatto di fronte alle storture della società. Ovviamente Sydney, come gli spettatori, guarda con simpatia ai tre protagonisti. Ma non li mitizza, né legittima in alcun modo la contraffazione e la pirateria. Dei suoi antieroi fa un ritratto sincero, ironico e dissacrante.
D’altro canto, il suo è un cinema squisitamente pop, modernamente popolare. E di grandissima qualità.
La scrittura è brillante e mai banale, il ritmo a tratti travolgente, le scenografie e i costumi curati con grande attenzione. Senza scordare l’eccellente uso della fotografia, viva e satura, e il perfetto mix di canzoni che accompagnano la storia.
Sibilia disegna personaggi fumettistici che non diventano mai macchiette, come il villain di turno, il finanziere Ricciardi, interpretato da uno strepitoso Francesco Di Leva, che sembra uscito da un cartone animato di Lupin III. Non si possono non citare le straordinarie interpretazioni del terzetto di giovani attori scoperti dal regista: Luigi D’Oriano – che ricorda Troisi – Giuseppe Arena ed Emanuele Palumbo sono incredibilmente affiatati ed espressivi.
E poi c’è la magia di Napoli, di una città rinata in quegli anni. Seppur con forti contraddizioni, ostinatamente vitale e passionale. Sospesa tra il folklore calcistico e una cultura popolare autentica. E sempre con quell’ironia, tipicamente napoletana, che fa interpretare i giudici del processo ai veri fratelli Frattasio, facendogli pronunciare una solenne autocondanna.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a sergio dal maso »
[ - ] lascia un commento a sergio dal maso »
|
|
d'accordo? |
|
luca scialo
|
lunedì 6 marzo 2023
|
l'impresa illegale di chi voleva essere solo un deejay
|
|
|
|
La pellicola ripercorre la vita di Enrico Frattasio, primogenito di tre figli. Gli altri due fratelli sono Peppe e Angelo. Loro padre, Pasquale, contrabbanda bottiglie di whisky e loro gli danno una mano, realizzando un piccolo opificio in casa.
Erry è dunque un “figlio d’arte“, sebbene il padre gli insegni, a suo modo, cosa sia l’onestà.
Vivono a Forcella, quartiere nel cuore di Napoli, nel periodo in cui costituiva il regno del clan Giuliano. Enrico ha la passione per la musica e lavora come commesso in un negozio di elettrodomestici, abbinandoci la creazione di musicassette su richiesta. Durante l’arresto del capoclan, viene pestato da alcuni bulli del posto e il fratello Angelo, per difenderlo, ferisce quasi mortalmente uno di loro, finendo in carcere per tentato omicidio.
[+]
La pellicola ripercorre la vita di Enrico Frattasio, primogenito di tre figli. Gli altri due fratelli sono Peppe e Angelo. Loro padre, Pasquale, contrabbanda bottiglie di whisky e loro gli danno una mano, realizzando un piccolo opificio in casa.
Erry è dunque un “figlio d’arte“, sebbene il padre gli insegni, a suo modo, cosa sia l’onestà.
Vivono a Forcella, quartiere nel cuore di Napoli, nel periodo in cui costituiva il regno del clan Giuliano. Enrico ha la passione per la musica e lavora come commesso in un negozio di elettrodomestici, abbinandoci la creazione di musicassette su richiesta. Durante l’arresto del capoclan, viene pestato da alcuni bulli del posto e il fratello Angelo, per difenderlo, ferisce quasi mortalmente uno di loro, finendo in carcere per tentato omicidio.
Erry sogna di fare il deejay ma manca del “physique du role“. Tuttavia, la sua produzione di musicassette sta iniziando a crescere e così insieme al fratello Peppe decidono di ampliare la loro attività dotandosi di tecnologie più importanti. Pur costretti a ricorrere a prestiti presso uno strozzino.
L’attività cresce a dismisura, al punto da sostituire quella del contrabbando di sigarette, in calo. Arrivando a coprire oltre l’80% della fruizione musicale al Sud e il 27% a livello nazionale. La loro è ormai una casa discografica con tanto di marchio, siglando anche accordi con una multinazionale milanese per la fornitura di musicassette.
Non solo. Arrivano al punto di immettere sul mercato anche una versione non originale delle proprie musicassette. Quindi un falso del falso, anticipando quindi anche la pirateria di se stessi.
Tuttavia, compiono il passo più lungo della gamba e la Finanza li sta alle calcagna…
Il salernitano Sydney Sibilia è sicuramente una interessante realtà della cinematografia italiana. Il suo modo ricercato di raccontare le storie non disdegna altresì un taglio di tipo sorrentiniano. Pur senza scimmiottarlo e dosandolo come si dice in gergo culinario “quanto basta“.
Oltre alla saga succitata di Smetto quando voglio, che ha ottenuto un buon riscontro commerciale, ha segnato il salto di qualità con L’incredibile storia dell’Isola delle Rose, come riporta Wikipedia, uscito nel 2020.
Mixed by Erry non cede alla tentazione di ricalcare le caratteristiche che contraddistinguono recenti produzioni di successo, che hanno alimentato oltremodo gli stereotipi su Napoli (vedi Gomorra, Mare fuori e tutti i film e le serie Tv che hanno sfruttato la coda).
Bensì, ci riporta ad una cinematografia più vicina ai grandi del passato, come quella di De Crescenzo e Troisi. I quali, pure parlavano dei problemi e dei difetti di Napoli e dei napoletani, ed anche in modo grottesco, ma non perdendo l’attenzione verso il lato poetico e romantico di questa città. Lo stesso gesticolare ed esprimersi dei protagonisti rievoca il grande Massimo.
Sullo sfondo la Napoli degli anni ’80. Non solo palcoscenico delle sanguinose guerre tra clan, ma anche della grande illusione di quegli anni per questa città. Tra le prodezze sul campo di Maradona, i film del succitato Troisi e la musica di Pino Daniele (illusione raccontata qui).
Il cast ben si collima, dove non mancano tanti volti noti della copiosa produzione cinematografica made in Naples dell’ultimo decennio. Per una città diventata la Hollywood italiana. Sebbene buona parte dei film, purtroppo, ne raffiguri soprattutto il lato povero e criminale. Tanto che il già citato Sorrentino, con il suo E’ stato la mano di Dio, risplende come una eccellente eccezione che conferma la regola.
Certo, inevitabilmente la storia è stata romanzata, ma ci sta, non essendo un documentario. Ma riesce a preservare il giusto equilibrio tra cronaca ed esigenze tipiche del mondo in celluloide.
Il regista cerca per tutta la durata del lungometraggio di non commettere l’errore di mitizzare i protagonisti della vicenda. I quali restano comunque dei fuorilegge. Riuscendoci abbastanza, facendo venir fuori soprattutto il loro lato più ingenuo e sognatore. Di chi voleva solo essere un deejay di successo ed invece, con le dovute proporzioni, si è ritrovato a diventare un Escobar della pirateria discografica.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a luca scialo »
[ - ] lascia un commento a luca scialo »
|
|
d'accordo? |
|
mauridal
|
lunedì 27 marzo 2023
|
mix by musicarello
|
|
|
|
LA STORIA raccontata nel film è una storia vera , così come scritto nei titoli di apertura,.
[+]
LA STORIA raccontata nel film è una storia vera , così come scritto nei titoli di apertura,. E’ stata una vera realtà per tutti gli anni 70/80, dove la città di Napoli, era immersa nella più completa illegalità, controllata dai clan camorristici, operanti nei quartieri popolari, con attività tra le più diverse, ma economicamente redditizie, vendite di ogni tipo, dalle sigarette di contrabbando, all’alcol, alla contraffazione di abiti o accessori, borse e scarpe griffate. Attività che oltre ad arricchire i clan, lasciavano un largo margine di guadagno alla popolazione che vi lavorava con umile accettazione di tutte le condizioni. Anche la fascia giovanile poco Istruita di origine popolare , aderiva spesso alle prospettive di guadagno con il malaffare , della malavita. Poi vi erano delle eccezioni. In questo film, dunque si racconta di Erry , appunto , un giovane, nato nel quartiere Forcella, il più compromesso con i clan, dove tutto è controllato e dovuto alla camorra . Erry tuttavia è un giovane semplice e buono d ‘animo , dotato solo di talento e fantasia per la musica, non poteva che coltivare la passione della musica per conto suo , ma all’inizio , si inventa di essere un disc jockey, per lavorare in discoteca. Ovviamente non riesce , ma la fantasia galoppa, e cerca con i fratelli e i suoi coetanei di diffondere la “sua” musica ovvero quella che conosce ascoltandola con i dischi nel negozio dove fa le pulizie, ma poi registrandola sulle famose musicassette, tramite i registratori , mangianastri, portatili oppure no. Chi non ha avuto in quegli anni , come tanti di noi la voglia di compilare la propria musica, su nastro? Ecco il merito di questo film ,è di raccontare un esempio di una generazione di giovani che chiusi nelle proprie fantasie, da soli o in compagnia cercavano una realtà magari differente dalla propria vissuta , nel bene o nel male. Dunque Erry non entra direttamente nella malavita, anzi, quando inizia a diffondere le cassette registrate, Mixed by Erry, vendendo ai suoi coetanei, cerca di non aver contatti, ma dopo aver ottenuto un grande successo, e volendo insieme ai fratelli, espandere la sua attività riesce ad ottenere un grosso prestito da un boss per acquistare attrezzature e materiale . Intanto il giovane Erry ,non agisce per ingannare il pubblico che lo segue, le sue sono opere di autentica riproduzione di musica ,registrata da altrettanti originali, solo che vengono riprodotte senza alcuna autorizzazione da autori e case discografiche. Ecco che Il caso diventa da locale a nazionale ovvero le cassette sono diffuse oltre il confine di quartiere , e cittadino, la musica compilata da mixed by Erry diventa un affare nazionale. Nel film , che non intende essere una indagine sociologica o politica o una denuncia , assistiamo alla ascesa e alla fortuna di Erry ma al contempo alla nascita e crescita della cosiddetta pirateria di opere musicali o di film Tutto il racconto del film, è come un flashback , inizia infatti, all’interno di una cella del carcere , dove Erry, entra come detenuto, condannato dal giudice per pirateria, reato che allora venne istituito in seguito al fenomeno . Da lì si sviluppa tutta la storia a ritroso .E’ anche vero che il racconto poi, delinea la fine della pirateria , a causa oltre che delle denunzie dell’industria discografica e degli autori musicali , anche dei voltafaccia degli industriali che fornivano i materiali , cassette e quant’altro per la riproduzione della musica. Dunque un film che poteva prendere una svolta molto seria o drammatica, ma tuttavia , si mantiene con un sottofondo di tono semi serio, a volte scherzoso e comico ,che non guasta nel complesso, del tema trattato, pur sempre un fenomeno culturale direi , che non di criminalità organizzata. alla fine Erry infatti si dichiara solo un D. J. non un malfattore Gli interpreti ,di Erry e fratelli , attori giovani, e bravi , fanno il paio con gli interpreti più navigati ed esperti come Francesco di Leva e Cristiana dell’Anna, ma , una nota gradita è Fabrizio Gifuni, ottimo nell’industriale milanese truffatore e traditore dei ragazzi , di una Napoli , lontana dall’Italia dai veri affari, che in seguito saranno multinazionali. ( Mauridal)
[-]
|
|
[+] lascia un commento a mauridal »
[ - ] lascia un commento a mauridal »
|
|
d'accordo? |
|
jonnylogan
|
mercoledì 31 maggio 2023
|
pirati legali
|
|
|
|
Un impero costruito sulla “pirateria legale” sfruttando un vuoto normativo che permise a tre ragazzi del quartiere Forcella di creare una fortuna su una loro passione, e di uno di loro in particolare: Enrico, capace di conoscere e memorizzare gusti, passioni e mode musicali di ciascun cliente.
[+]
Un impero costruito sulla “pirateria legale” sfruttando un vuoto normativo che permise a tre ragazzi del quartiere Forcella di creare una fortuna su una loro passione, e di uno di loro in particolare: Enrico, capace di conoscere e memorizzare gusti, passioni e mode musicali di ciascun cliente.
Sibilia affida la sua quinta pellicola, che dopo “L'incredibile storia dell'Isola delle Rose” (2020) è ancora ispirata a un fatto realmente accaduto, a tre protagonisti interpretati dagli esordienti Luigi D’Oriano (Enrico), Giuseppe Arena (Peppe) ed Emanuele Palumbo (Angelo) scelti perché fisicamente simili ai loro omologhi e immediatamente costretti a convivere per qualche mese per abituarli alla vita simbiotica alla quale la famiglia Frattasio era da sempre consona, prima assieme ai genitori; padre ambulante e madre casalinga, e poi sempre insieme in ogni spostamento di lavoro sino all’incarcerazione per reato di violazione dei diritti d’autore; se però vi aspettate un ritorno alle origini del regista Salernitano, con le medesime atmosfere dramedy alle quali ci aveva abituato con la trilogia di “Smetto quando voglio” rimarrete delusi. Come la precedente pellicola interpretata da Elio Germano e Matilda De Angelis la trema risulta lineare, molto fissa sulle vicende e meno sui pensieri in particolare di Enrico, vera mente musicale della famiglia Frattasio e a tutti gli effetti creatore ante litteram dell’algoritmo di Spotify, con i gusti degli utenti impiegati per suggerire nuovi artisti. Questo passaggio colpevolmente manca, ma non la musica, non gli imperdibili anni ‘80 e nemmeno l’intraprendenza di tre ragazzi capaci di creare dal nulla e da situazioni d’indigenza un’idea vincente. Al cast si aggiunge Fabrizio Gifuni nella parte di un dirigente di una multinazionale musicale, mai nominata, prima nel ruolo di fornitore e alleato dei tre protagonisti e successivamente come loro accusatore.
Pellicola da vedere se siete nostalgici dei patinatissimi anni ‘80, se non conoscevate una vicenda che ha inevitabilmente modificato la legge sui diritti d’autore di casa nostra, ma anche se la conoscevate perché comunque pur con tutti i limiti la visione attraversa con freschezza la storia della nostra penisola declinata attraverso lo sguardo disincantato di tre ragazzi pieni di passione.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a jonnylogan »
[ - ] lascia un commento a jonnylogan »
|
|
d'accordo? |
|
eugenio
|
venerdì 2 giugno 2023
|
musicassette cercasi
|
|
|
|
E’ Il Sibilia che ci piaceparafrasando un noto commentatore sportivo della nazionale di pallavolo. Sì, perché il regista rivelazione della trilogia Smetto quando voglio, riprende il filone di storie quasi dimenticate e ai limiti del grottesco, raccontandole e con esse parlandoci del nostro paese con ritmo, gusto barocco nell’esagerazione. In una parola: dando spettacolo.
E Mixed by Erry come del resto, L’incredibile storia dell’Isola delle Rose, suo precedente lavoro con uno straordinario Elio Germano, ancora una volta vede protagonista una storia di riscatto e rivalsa sociale di personaggi “fuori dagli schemi”, spesso ai margini di una società che non comprendono e alla quale si ergono, a modo loro, oltrepassando imposizioni e regole in virtù di una dignità personale.
[+]
E’ Il Sibilia che ci piaceparafrasando un noto commentatore sportivo della nazionale di pallavolo. Sì, perché il regista rivelazione della trilogia Smetto quando voglio, riprende il filone di storie quasi dimenticate e ai limiti del grottesco, raccontandole e con esse parlandoci del nostro paese con ritmo, gusto barocco nell’esagerazione. In una parola: dando spettacolo.
E Mixed by Erry come del resto, L’incredibile storia dell’Isola delle Rose, suo precedente lavoro con uno straordinario Elio Germano, ancora una volta vede protagonista una storia di riscatto e rivalsa sociale di personaggi “fuori dagli schemi”, spesso ai margini di una società che non comprendono e alla quale si ergono, a modo loro, oltrepassando imposizioni e regole in virtù di una dignità personale.
La vicenda dei tre fratelli Frattasio cresciuti nel rione Forcella nella Napoli degli anni Ottanta, con una madre giovane e protettiva e un padre che campa “onestamente” vendendo al mercato agli acquirenti whisky a base di tè, e con un personaggio, il più Enrico, appunto dalla passione per la musica e dal sogno infranto di diventare dj, lui timido e incerto, è esemplare e coinvolgente.
Perché Enrico, per scherzo, respinto da quel mondo cui aspira, si mette per passione a creare musicassette (come suona obsoleto questo mezzo oggi!) sino a fondare, con l’appoggio dei fratelli, una vera e propria impresa, la Mixed by Erry, dando lavoro a persone sottratte al contrabbando di sigarette e riuscendo a mettere sul mercato, audiocassette contraffatte con una naturalezza e una facilità quasi sorprendenti.
Un’ascesa esponenziale che Sibilia ci racconta grazie alla bravura attori esordienti (su tutti D’Oriano che gigioneggia il primo Troisi), delineando uno spaccato di un momento storico, quello della creatività, che vedeva in Napoli campione d’Italia nel 1987, il cuore del fermento di un riscatto sociale, esaltando quell’assoluto divertissement, melodico e sorprendente. Dove le bancarelle, non esistendo una legge che tutelava il diritto d’autore dalla pirateria, esplodevano di nastri vergini con tanto di compilation dei brani di Sanremo in corso opportunamente contraffatti in tempo reale, dando origine a copie di copie false vendute a cinquemila lire al pezzo; dove l’amicizia, la parola e la fiducia divenivano cruciali più della stessa vita famigliare, dove la musica era esperienza tattile più che digitale e dove, infine, l’originalità riusciva ancora a infrangere quel noioso diritto all’omologazione di chi oggi iperconnessi siamo assuefatti.
Non è nostalgico Mixed by Erry ma grottescamente realistico, convincente grazie a co-primari di eccellenza come l’imprenditore, simbolo della Milano da Bere interpretato da Gifuni e l’ostinato finanziere, Fortunato Ricciardi, reso da un convincente e ostinato, Di Leva disposto a tutto pur di tre fratelli. Un film scanzonato nelle sue musiche ottimamente mixate con tanto di titoli di coda che scimmiottano i film Marvel. E sì, proprio un puro divertissement. Ad avercene oggi così!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a eugenio »
[ - ] lascia un commento a eugenio »
|
|
d'accordo? |
|
|