Ritorno a Seoul |
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Un film di Davy Chou.
Con Ji-min Park, Kwang-rok Oh, Guka Han, Kim Sun-Young.
continua»
Titolo originale Retour À Séoul.
Drammatico,
durata 117 min.
- Francia, Cambogia 2022.
- Mubi
uscita giovedì 11 maggio 2023.
MYMONETRO
Ritorno a Seoul
valutazione media:
3,90
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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tutte le persone che non sarò maidi gabriellaFeedback: 17297 | altri commenti e recensioni di gabriella |
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lunedì 29 maggio 2023 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Freddie è una venticinquenne che per un contrattempo sul volo diretto in Giappone, si trova a fare uno scalo forzato a Seoul, che in realtà sarebbe la sua terra d’origine, essendo stata abbandonata alla nascita dai genitori coreani e adottata da una famiglia francese, Dopo aver fatto amicizia con dei ragazzi del luogo che la indirizzano alla Hammond, un’ agenzia che si occupa di pratiche per le adozioni, decide di voler rintracciare i suoi genitori biologici, ( che sono separati da molti anni ),inizialmente senza troppa convinzione. Il padre risponderà alla richiesta, immediatamente mentre la madre negherà qualsiasi tipo di contatto. La ragazza dovrà confrontarsi con una cultura e un paese diverso e sconosciuto, al quale dimostra apertamente ostilità, la stessa che manifesta verso il padre, già dal momento del loro primo incontro, rivendicando di essere e sentirsi francese. La barriera linguistica ne crea altre, quella emotiva e quella culturale, oltre a quella affettiva, il padre si rivela un uomo desideroso di recuperare il tempo perduto, rivelandosi assurdamente invadente e incontrollato, così come la sua dipendenza dall’alcool, Freddy si dimostra fredda e scostante, infastidita, non avverte e non può avvertire dentro di sé il riempimento di un amore paterno, sorge spontaneo domandarsi se la scelta di abbandonarla in fasce era per salvarla da una vita di stenti e offrirle un futuro con più certezze, forse, non possiamo saperlo, ciò che sappiamo è di una ragazza in cerca di una sua identità, che abita una terra di mezzo senza capire dove desidera mettere radici. Il suo esibito attaccamento alla Francia , rivela invece quanto se ne stia gradatamente allontanando, Freddie sembra voglia confermare di appartenere unicamente a sé stessa, di non avere bisogno di nessuno ( nella scena iniziale si versa il soju da sola), intreccia relazioni effimere senza curarsi di far soffrire le persone, nasconde le sue emozioni dietro una sfrontatezza che appare irritante, si muove con indifferenza e glaciale tristezza. Nell’arco temporale di otto anni, Seul sarà il desolante luogo cui tornare e scappare continuamente , in una dicotomia di appartenenza, sempre con un senso di incompiutezza e l’incapacità di trovare il suo linguaggio. L’esordiente Park Ji Min è bravissima a mostrare i molteplici volti di una irrequietezza congenita e l’incompatibilità a relazionarsi per timore di un rifiuto, come quello ostinato della madre naturale, il cui eccesso di assenza di forma si cristallizza in un vuoto insaziabile, e con la costante paura di stare troppo vicino alla vita.
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