gabriella
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lunedì 29 maggio 2023
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tutte le persone che non sarò mai
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Freddie è una venticinquenne che per un contrattempo sul volo diretto in Giappone, si trova a fare uno scalo forzato a Seoul, che in realtà sarebbe la sua terra d’origine, essendo stata abbandonata alla nascita dai genitori coreani e adottata da una famiglia francese, Dopo aver fatto amicizia con dei ragazzi del luogo che la indirizzano alla Hammond, un’ agenzia che si occupa di pratiche per le adozioni, decide di voler rintracciare i suoi genitori biologici, ( che sono separati da molti anni ),inizialmente senza troppa convinzione. Il padre risponderà alla richiesta, immediatamente mentre la madre negherà qualsiasi tipo di contatto.
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Freddie è una venticinquenne che per un contrattempo sul volo diretto in Giappone, si trova a fare uno scalo forzato a Seoul, che in realtà sarebbe la sua terra d’origine, essendo stata abbandonata alla nascita dai genitori coreani e adottata da una famiglia francese, Dopo aver fatto amicizia con dei ragazzi del luogo che la indirizzano alla Hammond, un’ agenzia che si occupa di pratiche per le adozioni, decide di voler rintracciare i suoi genitori biologici, ( che sono separati da molti anni ),inizialmente senza troppa convinzione. Il padre risponderà alla richiesta, immediatamente mentre la madre negherà qualsiasi tipo di contatto. La ragazza dovrà confrontarsi con una cultura e un paese diverso e sconosciuto, al quale dimostra apertamente ostilità, la stessa che manifesta verso il padre, già dal momento del loro primo incontro, rivendicando di essere e sentirsi francese. La barriera linguistica ne crea altre, quella emotiva e quella culturale, oltre a quella affettiva, il padre si rivela un uomo desideroso di recuperare il tempo perduto, rivelandosi assurdamente invadente e incontrollato, così come la sua dipendenza dall’alcool, Freddy si dimostra fredda e scostante, infastidita, non avverte e non può avvertire dentro di sé il riempimento di un amore paterno, sorge spontaneo domandarsi se la scelta di abbandonarla in fasce era per salvarla da una vita di stenti e offrirle un futuro con più certezze, forse, non possiamo saperlo, ciò che sappiamo è di una ragazza in cerca di una sua identità, che abita una terra di mezzo senza capire dove desidera mettere radici. Il suo esibito attaccamento alla Francia , rivela invece quanto se ne stia gradatamente allontanando, Freddie sembra voglia confermare di appartenere unicamente a sé stessa, di non avere bisogno di nessuno ( nella scena iniziale si versa il soju da sola), intreccia relazioni effimere senza curarsi di far soffrire le persone, nasconde le sue emozioni dietro una sfrontatezza che appare irritante, si muove con indifferenza e glaciale tristezza. Nell’arco temporale di otto anni, Seul sarà il desolante luogo cui tornare e scappare continuamente , in una dicotomia di appartenenza, sempre con un senso di incompiutezza e l’incapacità di trovare il suo linguaggio. L’esordiente Park Ji Min è bravissima a mostrare i molteplici volti di una irrequietezza congenita e l’incompatibilità a relazionarsi per timore di un rifiuto, come quello ostinato della madre naturale, il cui eccesso di assenza di forma si cristallizza in un vuoto insaziabile, e con la costante paura di stare troppo vicino alla vita.
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cinzia
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mercoledì 14 giugno 2023
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la ferita dell''abbandono
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Ritorno a Seoul di Davy Chou
(non vi preoccupate non faccio spoiler - #nospoiler) Freddy, di origini coreane, felicemente adottata da piccolissima da una famiglia francese, vive alla giornata, non ha un obiettivo o una meta a cui tendere; a seconda di quello che le capita nella vita, nel quotidiano, decide cosa fare, dove andare, come comportarsi. Da musicista, lo racconta lei stessa a una decina di minuti dall’inizio del film, quando ancora lo spettatore non sa dove parare e si sente un po’ sperduto nel cercare di interpretare il suo comportamento, adorava gli spartiti nuovi, da “annusare al volo” e cercare di interpretare a prima vista, seguendo le vibrazioni del momento.
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Ritorno a Seoul di Davy Chou
(non vi preoccupate non faccio spoiler - #nospoiler) Freddy, di origini coreane, felicemente adottata da piccolissima da una famiglia francese, vive alla giornata, non ha un obiettivo o una meta a cui tendere; a seconda di quello che le capita nella vita, nel quotidiano, decide cosa fare, dove andare, come comportarsi. Da musicista, lo racconta lei stessa a una decina di minuti dall’inizio del film, quando ancora lo spettatore non sa dove parare e si sente un po’ sperduto nel cercare di interpretare il suo comportamento, adorava gli spartiti nuovi, da “annusare al volo” e cercare di interpretare a prima vista, seguendo le vibrazioni del momento. Questa spiegazione placa momentaneamente l’ansia di chi guarda e spiega il perché lei abbia deciso, prendendo spunto dalla cancellazione del suo volo per il Giappone, di partire per la sua terra natale, la Corea, e poi, da una conversazione con dei ragazzi appena conosciuti a Seoul, ha l’idea di conoscere chi sono i suoi genitori biologici e decide alla stessa maniera la sua vita sentimentale e lavorativa. Il suo modo di agire crea sofferenza e astio nelle persone con cui entra in contatto, in un paese orientale, come la Corea, dove tutto sembra molto ovattato e la gente fa fatica ad agire spontaneamente perché è sempre molto attenta alle conseguenze delle proprie azioni e rispettosa della sfera personale altrui. Freddy invece si comporta come un elefante in una cristalleria, e il suo modo di fare peggiora ogni volta che negli anni seguenti decide di ritornare a Seoul “questo Paese è tossico per me” dice ad un amico e suona come una richiesta di aiuto.La ferita dell’abbandono è sempre aperta, nonostante l’adozione sia stata un successo e la sua famiglia francese sia adorabile, perché sembra non esserci una spiegazione al fatto che i suoi genitori biologici l’abbiano abbandonata o se c’è, vista e razionalizzata con il cannocchiale degli anni passati, sembra irrisoria, senza senso, immotivata. La conseguenza è questo comportamento autodistruttivo di Freddy che non trova pace e si agita come una farfalla impazzita sbatacchiando continuamente le ali contro il vetro della finestra facendo male a chi le vuole bene oltre che a se stessa
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