The Last Son

.

Complice l'efficacia di Dark Night, Tim Sutton è un regista indipendente cui si è pensato a lungo in termini "vansantiani". Del resto quel film, basato sulla strage avvenuta in un cinema del Colorado nel 2012, non era un "semplice" emulo di Elephant ma una sua potente rielaborazione, se non un vero e proprio ripensamento. Tuttavia i più recenti Funny Face e The Last Son ci raccontano di un regista diverso; le sue coordinate restano le stesse - narrazione sospesa, distorsione sonora, frequenti pianisequenza, lenti carrelli in avanti che stringono i confini dell'inquadratura - e uguale è l'interesse per personaggi alienati e sconnessi dallo spazio che li circonda, corpi estranei e congelati, ma l'orizzonte è quello del cinema di genere, il più rarefatto e minimale, attento alle connessioni che intercorrono tra le azioni più che all'azione in sé, ai raccordi spaziali e temporali, in cui le sole direzioni sono quelle tracciate dalla violenza che improvvisamente irrora l'immagine di sangue. [...]

di Matteo Berardini, articolo completo (1713 caratteri spazi inclusi) su Film TV 10 maggio 2022