andrea romeo
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lunedì 27 dicembre 2021
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un film sulla società dello spettacolo in cui viviamo
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1821 ma sembra di vedere l’anno appena trascorso tra fake news, flame sui social media, editori che non leggono i libri e per pubblicarli con successo si affidano alle polemiche costruite ad arte dalla stampa, sempre all’inseguimento di un finanziamento pubblicitario.
Un cast senza precedenti per un film che io trovo ambiziosamente sospeso tra Barry Lindon e Amadeus. un opera colossale che rivela il più fresco talento del nuovo cinema francese Benjamin Voisins. Sono di parte ma penso sia uno dei film più riusciti di questo 2021 e certamente la migliore occasione di tornare al cinema questo Natale.
In fondo anche questa mia recensione è perfettamente in linea con l’euforia del film che racconta un mondo di continui interessi incrociati che stritolano il protagonista soffocando per sempre le sui Illusioni… ormai perdute.
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ralphscott
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venerdì 31 dicembre 2021
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racine in salsa di pomodoro
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Voisin,esordiente di lusso,dopo il riuscito Estate 85 é protagonista assoluto in questa ricca produzione. Conteso da donne ed uomini - anche oggetto del desiderio di Lucien del bravissimo Xavier Dolan, con momenti di tensione omoerotica di densità da fare a fette - viaggia fiero ed inarrestabile sino ad avvilupparsi vittima dei suoi stessi ideali, solo apparentemente sopiti. Indimenticabile la perfida marchesa di Jeanne Balibar. L'attualità dei temi trattati, la suadente messa in scena, il cast superlativo ed il ritmo mai calante fanno di questo filmone qualcosa da vedere e rivedere. .
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mauro.t
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domenica 16 gennaio 2022
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arte e mercato, informazione e corruzione.
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Liberamente tratto dal romanzo di Honoré de Balzac. La storia è ambientata nella Francia del 1820, in epoca di Restaurazione. Lucien, un giovane e talentuoso poeta che per campare fa l’operaio nella tipografia del cognato, ha il suo piccolo e poco gratificante palcoscenico presso il salotto di madame de Bargeton, sua mentore e amante. Le chiacchiere della gente e l’ira dell’anziano marito della dama lo costringono a fuggire e a cercare fortuna a Parigi. Lucien rivendica la nobiltà della madre cha fa de Rubenprè, ma porta, ahimè, il nome del padre, che nobile non era. E il mondo della nobiltà lo respinge come un corpo estraneo. In seguito inizia una relazione con una attricetta onesta ma di talento limitato e incontra casualmente Luosteau, un giornalista di una testata repubblicana, che lo introduce al mestiere.
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Liberamente tratto dal romanzo di Honoré de Balzac. La storia è ambientata nella Francia del 1820, in epoca di Restaurazione. Lucien, un giovane e talentuoso poeta che per campare fa l’operaio nella tipografia del cognato, ha il suo piccolo e poco gratificante palcoscenico presso il salotto di madame de Bargeton, sua mentore e amante. Le chiacchiere della gente e l’ira dell’anziano marito della dama lo costringono a fuggire e a cercare fortuna a Parigi. Lucien rivendica la nobiltà della madre cha fa de Rubenprè, ma porta, ahimè, il nome del padre, che nobile non era. E il mondo della nobiltà lo respinge come un corpo estraneo. In seguito inizia una relazione con una attricetta onesta ma di talento limitato e incontra casualmente Luosteau, un giornalista di una testata repubblicana, che lo introduce al mestiere. Lucien, con la sua abilità di scrittore, si fa notare, ma scopre un mondo completamente guasto, fatto di editori analfabeti, di giornalisti al soldo di politici e nobili, di recensioni comprate. Lui si adegua e adotta gli stessi sistemi per vendicarsi della nobiltà che lo ha respinto, mettendo in secondo piano i suoi obiettivi artistici. E persistendo, sopravvaluterà la capacità di dirigere la sua vita in quel contesto corrotto.
Accuratissime le ricostruzioni di ambienti come le sedi dei giornali e le tipografie, con la citazione dell’invenzione della pressa piano-cilindrica in quell’epoca. Personaggi ben delineati, tutti di spessore.
Tra le tre generazioni di attori (per lo più) francesi, tutti bravi, segnalerei una splendida e convincentissima Cecile de France nei panni di madame de Bargeton.
Molti i temi del film: il rapporto tra arte e mercato, l’ambizione sociale, e soprattutto la (in)dipendenza dell’informazione. Afferma il corrotto Lousteau: “Il nostro giornale prenderà per vero tutto quello che è probabile”, e anche: “Il mio lavoro non è informare, è arricchire gli azionisti del giornale!”.
Il regista, pur prendendosi ampie libertà, attinge almeno in parte dalla poetica di Balzac, lo scrittore reazionario più ammirato da Marx ed Engels: l’umanità è mossa molto più efficacemente dagli interessi che dagli ideali. In questa idea però vi è forse l’unico limite del film: il mondo degli operatori di cultura raffigurati sarà (stato) brutto, ma non può esserlo (stato) in modo così schematico: la realtà è più complessa di quella rappresentata.
Giannoli ha comunque l’accortezza di lasciare uno spiraglio ai valori del talento e dell’onestà. Lo scrittore rivale Nathan attesterà a Lucien l’ammirazione sincera per le sue poesie, e Lucien ricambierà con la stima (e una recensione positiva) per il romanzo di Nathan. Per la vera arte alla fine qualcosa rimane. Niente male.
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emanuele 1968
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venerdì 31 dicembre 2021
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penso sia un buon film, però 144 minuti sono tanti
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in multisala alle 20:30 ero l'unico cliente, e la situazione mi aveva insospettito , pensavo........ se non mi piace mi alzo e me ne vado come gia successo per altri film, invece l'ho trovato un film attuale, però ambientato in epoche diverse, certo che144 minuti sono tanti, fortunatamente il film e anche narrato , quindi si segue anche più facilmente, penso sia un buon lavoro sotto tutti i punti di vista, il finale a discrezione dello spettatore.
Benjamin Voisin il bello e dannato, bellissimo anche in estate 85. Strepitoso Xavier Dolan, mi ricordava Billy Zane in titanic.
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