È stata la mano di Dio |
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Un film di Paolo Sorrentino.
Con Toni Servillo, Filippo Scotti, Teresa Saponangelo, Marlon Joubert.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 130 min.
- Italia 2021.
- Lucky Red
uscita mercoledì 24 novembre 2021.
MYMONETRO
È stata la mano di Dio ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Biografia di un immaginario autoriale
di Moon in JuneFeedback: |
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venerdì 6 maggio 2022 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
“È stata la mano di Dio” è un romanzo di formazione, uno spaccato di vita che ci racconta da dove arrivano le suggestioni, le visioni, l’immaginario di un autore. Perché quando un autore racconta davvero, racconta sempre un po’ anche di sé e per sé, in un gesto che vuol essere catartico, necessario, ma anche generoso e artificiosamente sincero. Quello che era necessario raccontare per Sorrentino, arrivato a questo punto del suo percorso, è da dove fosse partito tutto. Ne è nata una dichiarazione intima, un flusso di ricordi che si succedono liberi, e che vanno ad affrescare un diario colmo del folclore e della grande vitalità della città dell’infanzia, della formazione: Napoli. Una città che nella propria dicotomia, sempre in bilico tra allegria e disperazione, è popolata da personaggi più che da persone. Figure variopinte, caratteristiche, macchiette, uomini e donne medie alla ricerca di un figlio, di un marito, di un riscatto, della verità. In questo scenario si muove Fabietto, il protagonista, un adolescente a cui piacerebbe “fare il cinema”, che passa i pomeriggi a guardare C’era una volta in America di Sergio Leone, appassionato del Napoli e di Maradona. Il tema del calcio accompagna tutto il film e ritorna con forza nell’espressione che il regista Antonio Capuano utilizza per rivolgersi a Fabietto: “non disunirti” gli dice. Un monito che rimanda al gergo calcistico e che significa “stai concentrato sul tuo obiettivo”. E qual è l’obiettivo di Fabietto? Forse, come Sorrentino fa dire alla vecchia baronessa, è semplicemente “guardare avanti”, o forse, come fa dire al fratello di Fabietto, è “godersi l’estate, l’amore, le canne, essere felice”, o forse, come fa dire ad Antonio Capuano, è “avere qualcosa da raccontare”, o forse ancora, come ci suggerisce il finale, è allontanarsi dal dolore, consci che lo scenario di quel dolore forgerà, nonostante tutto, la propria poetica, la propria urgenza espressiva.
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