Ore 15:17 - Attacco al treno |
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Un film di Clint Eastwood.
Con Anthony Sadler, Alek Skarlatos, Spencer Stone, Jenna Fischer.
continua»
Titolo originale The 15:17 to Paris.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 94 min.
- USA 2018.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 8 febbraio 2018.
MYMONETRO
Ore 15:17 - Attacco al treno
valutazione media:
2,18
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Anche il mitico Clint può sbagliare un colpo
di Emiliano Morreale La Repubblica
Clint Eastwood chiude piuttosto ingloriosamente la sua "trilogia degli eroi". Nuovi figli dell'America Vera dopo American Sniper, nuovo esorcismo di una strage come in Sully. La curiosità è che a interpretare i protagonisti sono personaggi reali: Spencer Stone, Alek Skarlatos e Anthony Sadler, che nel 2015 sul treno Amsterdam-Parigi immobilizzarono un terrorista armato fino ai denti e salvarono la vita a un passeggero gravemente ferito. Tre ragazzoni californiani in vacanza in Europa, visti con occhio paterno e affettuoso, si trovano al posto giusto nel momento giusto. L'azione vera e propria, come in Sully, si svolge in pochi minuti, ma in quel caso Eastwood costruiva andirivieni e sviluppi sul processo successivo all'atterraggio, e alla fine realizzava una specie di autoritratto di un vecchio eroe crepuscolare che rivendica il fattore umano nell'era delle tecnologie digitali: in pratica un autoritratto. Invece qui gira in tondo, accumula episodi girati in maniera sorprendentemente piatta, senza invenzioni, senza sfumature. Dopo un'introduzione sui tre ragazzini problematici e innamorati della guerra in una scuola cristiana di Sacramento, passiamo al tentativo fallito di arruolarsi negli aerosoccorritori da parte di uno dei tre (mentre un altro finisce in Afghanistan), e infine seguiamo tutto il tour in Europa, da Roma a Venezia alla Germania ad Amsterdam; infine, a un quarto d'ora dalla fine del film, il fatidico treno. Ma davvero la vicenda non ha interesse, perché a Eastwood non sembra interessare la suspense, né d'altronde la serie di episodi ha una sua autonomia, come se fosse un riempitivo un po' tirato via: infatti ogni tanto arriva qualche brevissimo salto cronologico in avanti, sul treno, per ricordarci dove andremo a parare. Ma perfino la scena-clou del salvataggio, girata con intenti realistici e anti-spettacolari, non funziona. Sono divertenti giusto un paio di dettagli: la guida tedesca che spiega che Hitler è stato assediato dai russi e non dagli americani, e la scena in cui uno dei tre americani (Sadler) irrompe in una carrozza del treno dopo aver sventato l'attentato, e i passeggeri terrorizzati si nascondono istintivamente sotto i sedili, perché lo vedono armato e con la pelle scura. Eastwood è sempre stato grande quando di sé ha raccontato i dubbi più che le certezze. Qui, preoccupato di rendere omaggio ai suoi eroi americani, nel finale ci infligge una preghiera dopo il salvataggio, tutto il discorso di Hollande che conferisce la Legion d'onore e i festeggiamenti ai tre tornati negli Usa. Ma anche la retorica è stanca, senza vero pathos.
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