La terra dell'abbastanza |
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Un film di Damiano D'Innocenzo, Fabio D'Innocenzo.
Con Andrea Carpenzano, Matteo Olivetti, Milena Mancini, Max Tortora.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 96 min.
- Italia 2018.
- Adler Entertainment
uscita giovedì 7 giugno 2018.
MYMONETRO
La terra dell'abbastanza
valutazione media:
3,50
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Gli sguardi al cuoredi carloalbertoFeedback: 51365 | altri commenti e recensioni di carloalberto |
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giovedì 14 giugno 2018 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Realismo e intimismo sono coniugati perfettamente in questa commovente, bellissima opera prima di due giovanissimi fratelli gemelli, Fabio e Damiano D’Innocenzo, che, come due ragazzi qualsiasi, cresciuti in una famiglia normale, il padre giardiniere e la madre casalinga, vengono da una delle tante periferie romane per raccontarcela, desolata, nella Terra dell’abbastanza, alla maniera realistica e cruda del Garrone di Gomorra, ma con qualcosa in più, l’espressività degli sguardi e la speranza del riscatto. Bravissimi Andrea Carpenzano, già visto in Tutto quello che vuoi e uno sconosciuto Matteo Olivetti, protagonisti di questa storia di due ragazzi qualsiasi di una borgata qualunque, diventati criminali per caso, senza vocazione, per il gusto di comprare abiti alla moda alle fidanzatine, per riempire il frigorifero e la dispensa della madre con buste e buste di spesa, per fare regali costosi alla sorellina, per sentirsi, insomma, normali e bene inseriti nella società dei consumi. Nel cast, Max tortora, calatosi in maniera convincente per la prima volta in un ruolo drammatico, è il padre che getta il figlio nella tragedia per cinismo e ottusa disperazione di esistere e Milena Mancini, attrice dal volto e gli occhi molto espressivi, è madre che guarda impotente la caduta del figlio. Descrizione iperrealistica di spazi urbani vuoti e abbandonati, sfruttamento della prostituzione, smercio della droga, assassinii e violenze. Ma lo sguardo è al cuore. Attraverso gli sguardi incantati di bimbi di madre e di figlio che si specchiano sognanti nella vetrinetta della pasticceria alla scelta della pastarella preferita, nello sguardo della madre che, nel tinello di casa, si volta spontanea come sempre al richiamo del figlio ormai grande come se fosse il bambino di ieri, il film esprime il nostalgico rimpianto della quotidianità onesta e innocente della gente umile di un tempo, fatta di povere cose, di affetti sinceri e genuini, ormai perduta. Ma non per sempre perduta, per i fratelli registi, che da poco abbandonata l’adolescenza, nel riscatto dei protagonisti, a differenza del disincantato maturo Garrone, lasciano spazio alla speranza di un futuro ritorno.
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