carloalberto
|
giovedì 14 giugno 2018
|
gli sguardi al cuore
|
|
|
|
Realismo e intimismo sono coniugati perfettamente in questa commovente, bellissima opera prima di due giovanissimi fratelli gemelli, Fabio e Damiano D’Innocenzo, che, come due ragazzi qualsiasi, cresciuti in una famiglia normale, il padre giardiniere e la madre casalinga, vengono da una delle tante periferie romane per raccontarcela, desolata, nella Terra dell’abbastanza, alla maniera realistica e cruda del Garrone di Gomorra, ma con qualcosa in più, l’espressività degli sguardi e la speranza del riscatto. Bravissimi Andrea Carpenzano, già visto in Tutto quello che vuoi e uno sconosciuto Matteo Olivetti, protagonisti di questa storia di due ragazzi qualsiasi di una borgata qualunque, diventati criminali per caso, senza vocazione, per il gusto di comprare abiti alla moda alle fidanzatine, per riempire il frigorifero e la dispensa della madre con buste e buste di spesa, per fare regali costosi alla sorellina, per sentirsi, insomma, normali e bene inseriti nella società dei consumi.
[+]
Realismo e intimismo sono coniugati perfettamente in questa commovente, bellissima opera prima di due giovanissimi fratelli gemelli, Fabio e Damiano D’Innocenzo, che, come due ragazzi qualsiasi, cresciuti in una famiglia normale, il padre giardiniere e la madre casalinga, vengono da una delle tante periferie romane per raccontarcela, desolata, nella Terra dell’abbastanza, alla maniera realistica e cruda del Garrone di Gomorra, ma con qualcosa in più, l’espressività degli sguardi e la speranza del riscatto. Bravissimi Andrea Carpenzano, già visto in Tutto quello che vuoi e uno sconosciuto Matteo Olivetti, protagonisti di questa storia di due ragazzi qualsiasi di una borgata qualunque, diventati criminali per caso, senza vocazione, per il gusto di comprare abiti alla moda alle fidanzatine, per riempire il frigorifero e la dispensa della madre con buste e buste di spesa, per fare regali costosi alla sorellina, per sentirsi, insomma, normali e bene inseriti nella società dei consumi. Nel cast, Max tortora, calatosi in maniera convincente per la prima volta in un ruolo drammatico, è il padre che getta il figlio nella tragedia per cinismo e ottusa disperazione di esistere e Milena Mancini, attrice dal volto e gli occhi molto espressivi, è madre che guarda impotente la caduta del figlio. Descrizione iperrealistica di spazi urbani vuoti e abbandonati, sfruttamento della prostituzione, smercio della droga, assassinii e violenze. Ma lo sguardo è al cuore. Attraverso gli sguardi incantati di bimbi di madre e di figlio che si specchiano sognanti nella vetrinetta della pasticceria alla scelta della pastarella preferita, nello sguardo della madre che, nel tinello di casa, si volta spontanea come sempre al richiamo del figlio ormai grande come se fosse il bambino di ieri, il film esprime il nostalgico rimpianto della quotidianità onesta e innocente della gente umile di un tempo, fatta di povere cose, di affetti sinceri e genuini, ormai perduta. Ma non per sempre perduta, per i fratelli registi, che da poco abbandonata l’adolescenza, nel riscatto dei protagonisti, a differenza del disincantato maturo Garrone, lasciano spazio alla speranza di un futuro ritorno.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a carloalberto »
[ - ] lascia un commento a carloalberto »
|
|
d'accordo? |
|
emanuele27087
|
domenica 9 agosto 2020
|
avere occhi e anima
|
|
|
|
Sull'attuale successo di "Favolacce" mi sono recuperato "La terra dell'abbastanza", pellicola d'esordio dei fratelli D'Innocenzo che ho trovato profondo e intenso almeno quanto la nuova opera. La trama del film segue la storia di due giovani ragazzi nella periferia romana, affascinati come molti dalla criminalità, sfruttano un'occasione per entrare in un losco giro di lavori criminali ricordando molto il recente "Non essere cattivo" che a sua volta richiama il pensiero Pasoliniano.
[+]
Sull'attuale successo di "Favolacce" mi sono recuperato "La terra dell'abbastanza", pellicola d'esordio dei fratelli D'Innocenzo che ho trovato profondo e intenso almeno quanto la nuova opera. La trama del film segue la storia di due giovani ragazzi nella periferia romana, affascinati come molti dalla criminalità, sfruttano un'occasione per entrare in un losco giro di lavori criminali ricordando molto il recente "Non essere cattivo" che a sua volta richiama il pensiero Pasoliniano.
Tecnicamente per essere un film d'esordio ci troviamo davanti a un'opera realizzata ottimamente, se la storia appare come vista e rivista, il modo in cui viene narrata si discosta dal solito filone di genere, merito anche del protagonista (Mirko, Olivetti), bravissimo nel dare spessore agli sfoghi di rabbia e sofferenza improvvisi empatizzando con lo spettatore ogni emozione. Mancanze, scelte sbagliate, amici sbagliati e inconsapevolezza sono le principali tematiche che i due fratelli incorniciano nelle immagini di una periferia attuale e troppo vicino a noi.
Mi piacciono molto le storie che affrontano il mondo criminale in questo modo, dove non c'è violenza gratuita e sopratutto non c'è spazio per l'ammirazione.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a emanuele27087 »
[ - ] lascia un commento a emanuele27087 »
|
|
d'accordo? |
|
felicity
|
venerdì 15 maggio 2020
|
la storia di un’amicizia attraverso il crimine
|
|
|
|
Un film fondamentalmente istintivo che si fa forte di una bravura di getto.
I fratelli D’Innocenzo hanno un’idea molto chiara di regia, prima viscerale e solo dopo mentale, con totali colmi di parcheggi vuoti e primi piani invasivi, attaccati ai visi dei giovanissimi protagonisti, deformati dagli avvenimenti.
Due presenze, ambiente e personaggi, vanno spontaneamente di pari passo senza prevalere l’uno sull’altro, tutto è parte di questa triste storia, magistralmente interpretata.
E’ film poeticamente scomodo, straordinariamente girato per essere un esordio, pur perfettibile per drammaturgia.
C’è un’idea di cinema ambiziosa, una tensione formale non doma, un anelito di libertà in catene.
[+]
Un film fondamentalmente istintivo che si fa forte di una bravura di getto.
I fratelli D’Innocenzo hanno un’idea molto chiara di regia, prima viscerale e solo dopo mentale, con totali colmi di parcheggi vuoti e primi piani invasivi, attaccati ai visi dei giovanissimi protagonisti, deformati dagli avvenimenti.
Due presenze, ambiente e personaggi, vanno spontaneamente di pari passo senza prevalere l’uno sull’altro, tutto è parte di questa triste storia, magistralmente interpretata.
E’ film poeticamente scomodo, straordinariamente girato per essere un esordio, pur perfettibile per drammaturgia.
C’è un’idea di cinema ambiziosa, una tensione formale non doma, un anelito di libertà in catene.
Bel tappeto sonoro e musicale, bel passo a uno in una periferia che è prima di tutto morale, La terra dell’abbastanza offre sequenze disturbanti perché immediate, senza filtri, vere: qui c’è sporcizia, nitore, dolore, negli occhi, volti e gesta amorali.
La telecamera a mano che per tutto il film si fissa sui volti dei protagonisti e una sorprendente recitazione da parte di due attori così giovani, La terra dell’abbastanza è di certo uno dei migliori esordi dell’anno.
I due registi hanno uno stile preciso, in linea con il cinema contemporaneo e in grado di essere esportato fuori dai confini nazionali.
Viene raccontato un tema universale (come l’amicizia fraterna) tramite qualcosa squisitamente territoriale come il crimine organizzato della periferia romana.
Forte di un ottimo montaggio, il film non cala mai. Non si perde in eccessivi sentimentalismi o in retorica.
Sembra un film fatto da due veterani tanto è sicuro di sé e convinto del suo modo di essere; invece è di Fabio e Damiano D’Innocenzo, due ragazzi di 29 anni.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a felicity »
[ - ] lascia un commento a felicity »
|
|
d'accordo? |
|
flyanto
|
martedì 19 giugno 2018
|
un'inevitabile 'discesa agli inferi'
|
|
|
|
”La Terra dell’Abbastanza” , felice esordio registico dei fratelli Damiano e Fabio D’Innocenzo, racconta la storia cruda di due ragazzi di periferia che, avendo una notte investito con la propria auto un uomo, non hanno il coraggio di denunciarne l’accaduto e, seguendo il consiglio sbagliato del padre di uno di loro, il giorno dopo si comportano come se nulla fosse successo, sebbene con un grande senso di colpa dentro. Alla notizia che la vittima era un latitante di un importante clan malavitoso e che pertanto l’incidente si è rivelato quasi ‘provvidenziale’ ai fini dell’ eliminazione del suddetto criminale, sempre il suddetto padre decide di far fruttare l’accaduto e di ottenere così una sorta di ricompensa da parte del clan nemico della vittima.
[+]
”La Terra dell’Abbastanza” , felice esordio registico dei fratelli Damiano e Fabio D’Innocenzo, racconta la storia cruda di due ragazzi di periferia che, avendo una notte investito con la propria auto un uomo, non hanno il coraggio di denunciarne l’accaduto e, seguendo il consiglio sbagliato del padre di uno di loro, il giorno dopo si comportano come se nulla fosse successo, sebbene con un grande senso di colpa dentro. Alla notizia che la vittima era un latitante di un importante clan malavitoso e che pertanto l’incidente si è rivelato quasi ‘provvidenziale’ ai fini dell’ eliminazione del suddetto criminale, sempre il suddetto padre decide di far fruttare l’accaduto e di ottenere così una sorta di ricompensa da parte del clan nemico della vittima. E’ così che in breve tempo i due giovani, a turno, iniziano ad entrare a far parte di una cosca romana malavitosa che, dietro ovviamente facili e ragguardevoli compensi in denaro, commissiona loro spietate e fredde uccisioni di individui che in qualche maniera non hanno rispettato i patti stabiliti e ponendo loro anche a capo di un giro di giovani prostitute. Ben presto e sempre di più i due protagonisti sono allettati da tale stile di vita ma avverrà una successione di fatti che velocemente e negativamente farà precipitare la situazione per entrambi ….
Una storia cupa e fosca, ambientata in una squallida e degradata periferia romana, che coinvolge improvvisamente ed in fretta due ragazzi che, in maniera del tutto sconsiderata ed amorale, sono animati solo dal ‘miraggio’ e dalla volontà di arricchirsi in maniera facile e veloce. Nel proprio intimo, in realtà, i due protagonisti, non sono di indole cattiva, bensì parecchio sprovveduti e privi di una famiglia solida alle loro spalle che possa controllare ed intervenie sulle loro azioni sconsiderate. Pertanto, in questo ambiente scevro di qualsiasi etica e di totale ignoranza i due giovani si muovono rimanendone sopraffatti e sconfitti e i fratelli D’Innocenzo riescono in maniera quanto mai efficace a descriverne la veloce e drammatica ‘discesa agli Inferi’ analizzando in profondità e con realismo il degrado ambientale ed i caratteri. Più che nelle scene in sé, “La Terra dell’Abbastanza” risulta un film crudo per ciò che concerne il contenuto: la realtà che, infatti, i Fratelli D’Innocenzo ritraggono in questa loro opera cinematografica non è, purtroppo, una realtà isolata od eccezionale, bensì, piuttosto comune negli ambienti emarginati della città.
In conclusione, il film risulta ottimamente girato, con un andamento asciutto e rigoroso, ma esso è anche ben recitato dai due giovani attori Andrea Carpenzano (peraltro già ammirato in “Tutto Quello che Vuoi” a fianco del grande regista/attore Giuliano Montaldo) e Matteo Olivetti che ben impersonano i ragazzi protagonisti.
Del tutto consigliabile.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a flyanto »
[ - ] lascia un commento a flyanto »
|
|
d'accordo? |
|
maumauroma
|
sabato 23 giugno 2018
|
la terra dell' abbastanza
|
|
|
|
Sorprendente debutto alla regia dei giovani fratelli gemelli Damiano e Fabio D' innocenzo. La Terra dell' Abbastanza descrive la tragica parabola esistenziale di due ragazzi dell' estrema periferia romana, che tra il degrado e la sopraffazione cercano giorno dopo giorno di dare un senso alle loro vite e una speranza al loro futuro. E la svolta a queste vite arriva inaspettatamente una notte, quando, in seguito a un tragico e fortuito incidente. Manolo e Mirko investono e ammazzano con la loro auto un criminale pentito della piu' potente famiglia mafiosa della zona, che lo braccava da tempo per eliminarlo. Grazie al' intermediazione del padre traffichino di uno dei due, i giovani finiscono per essere " assunti", a mo' di ringraziamento per l' uccisione del pentito, dal capo della banda e utilizzati come sicari per eliminare chi non paga il pizzo, chi non vuole sottomettersi alle regole del clan, nonche' per sorvegliare il lavoro delle prostitute appartenenti al giro della " famiglia".
[+]
Sorprendente debutto alla regia dei giovani fratelli gemelli Damiano e Fabio D' innocenzo. La Terra dell' Abbastanza descrive la tragica parabola esistenziale di due ragazzi dell' estrema periferia romana, che tra il degrado e la sopraffazione cercano giorno dopo giorno di dare un senso alle loro vite e una speranza al loro futuro. E la svolta a queste vite arriva inaspettatamente una notte, quando, in seguito a un tragico e fortuito incidente. Manolo e Mirko investono e ammazzano con la loro auto un criminale pentito della piu' potente famiglia mafiosa della zona, che lo braccava da tempo per eliminarlo. Grazie al' intermediazione del padre traffichino di uno dei due, i giovani finiscono per essere " assunti", a mo' di ringraziamento per l' uccisione del pentito, dal capo della banda e utilizzati come sicari per eliminare chi non paga il pizzo, chi non vuole sottomettersi alle regole del clan, nonche' per sorvegliare il lavoro delle prostitute appartenenti al giro della " famiglia". La loro capacita' di uccidere e l' indifferenza con cui compiono gli omicidi finiscono per stupire persino i vertici dell' organizzazione mafiosa, meravigliati e quasi attoniti essi stessi di fronte alla totale apatia affettiva e morale dimostrata dai due giovani. Ma chi decide di entrare nel tritacarne della violenza finisce ineluttabilmente prima o poi per esserne stritolato, e i due finiranno per bruciare tragicamente le loro vite disgraziate.
All' opera prima di due fratelli si puo' imputare qualche ingenuita' nella sceneggiatura che appare un po' carente nell' approfondimento caratteriale dei protagonisti, ma e' sicuramente da apprezzare l'abilita' in cabina dei regia dei D ' Innocenzo, che con un originale taglio delle riprese e dei primi piani, e con una grande abilita' nel gestire i ritmi e i tempi della vicenda, regalano al loro film grande tensione e drammatica vitalita'. Belli i dialoghi in presa diretta, caratterizzati da un romanesco " borgataro" di rara efficacia e spontaneita'. Bravissimi tutti gli attori e coinvolgenti le musiche
[-]
|
|
[+] lascia un commento a maumauroma »
[ - ] lascia un commento a maumauroma »
|
|
d'accordo? |
|
belliteam
|
giovedì 30 aprile 2020
|
un esordio che lascia il segno
|
|
|
|
Opera prima dei fratelli D'Innocenzo, che si addentra nelle gang della periferia romana, con un linguaggio crudo, diretto, a tratti sgradevole, mettendo in risalto le angosce, le speranze, di 2 ragazzi che cercano di migliorare il proprio tenore di vita entrando nelle grazie di malavitosi che li sfrutteranno fino ad un inevitabile epilogo. Bravi gli attori e ottima la regia che indugua spesso in primi piani dei protagonisti. Un film italiano finalmente da vedere senza dubbio e che ci riporta al cinema senza grandi budget ma dalle idee molto chiare e ben realizzate
|
|
[+] lascia un commento a belliteam »
[ - ] lascia un commento a belliteam »
|
|
d'accordo? |
|
maurizio.meres
|
sabato 9 giugno 2018
|
vero,crudo e violento
|
|
|
|
Ottimo spaccato esistenziale,crudo,violento e maledettamente vero,i bravissimi fratelli
D'Innocenzo al loro esordio cinematografico rivolto al grande publico,inquadrano perfettamente la vita di due ragazzi fondamentalmente normali sicuramente un po' sulle righe a livello comportamentale e con un linguaggio così detto da coatti,ma con la prospettiva di finire la scuola e con il desiderio di trovarsi un lavoro.
Famiglie inesistenti,lasciati al loro destino,per caso si ritrovano coinvolti in un omicidio e vengono assunti se così si può dire da una organizzazione criminale,la loro debolezza mentale farà di loro due criminali,l'analisi che il secondo del boss fa su di loro e il perfetto quadro della loro personalità,due cani sciolti senza ideali,spinti dalla voglia di arrivare senza sapere dove,in una debolezza psichica di chi cerca il mentore della loro vita,due macchine che prendo ordini senza chiedere mai perché.
[+]
Ottimo spaccato esistenziale,crudo,violento e maledettamente vero,i bravissimi fratelli
D'Innocenzo al loro esordio cinematografico rivolto al grande publico,inquadrano perfettamente la vita di due ragazzi fondamentalmente normali sicuramente un po' sulle righe a livello comportamentale e con un linguaggio così detto da coatti,ma con la prospettiva di finire la scuola e con il desiderio di trovarsi un lavoro.
Famiglie inesistenti,lasciati al loro destino,per caso si ritrovano coinvolti in un omicidio e vengono assunti se così si può dire da una organizzazione criminale,la loro debolezza mentale farà di loro due criminali,l'analisi che il secondo del boss fa su di loro e il perfetto quadro della loro personalità,due cani sciolti senza ideali,spinti dalla voglia di arrivare senza sapere dove,in una debolezza psichica di chi cerca il mentore della loro vita,due macchine che prendo ordini senza chiedere mai perché.
Le famiglie sono il vero traino negativo per questi ragazzi spinti nel delinquenziale proprio per non essere come loro,anche se le colpe sono di una socialità istituzionale assente e non in grado di gestire i principi fondamentali costituzionali,sicuramente le vecchie gestioni parrocchiali dove tanti ragazzi sono cresciuti erano una valida alternativa.
Ambientazione in una periferia Romana,degradata ,abbandonata da tutti,dove regna la legge del più forte,senza un alternativa sociale in grado di sopperire alla maleducazione e ad una ignoranza voluta.
Le riprese sono intense,tutte in presa diretta e in primo piano per creare la perfetta simbiosi con il publico catapultandolo direttamente nella scena.
Film da vedere,da valutare nella realtà in cui viviamo,il muro che separa le periferie degradate ad una vita più tranquilla sta diventando sempre di più invalicabile,la scena finale diventa una speranza che forse si può cambiare,sperando che chi si rivolge alle istituzioni possa attraversare quella strada.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a maurizio.meres »
[ - ] lascia un commento a maurizio.meres »
|
|
d'accordo? |
|
luca barker
|
martedì 18 agosto 2020
|
romanzo per immagini
|
|
|
|
Radicale e minimale frutto di un travaglio esistenziale, le piaghe di Favolacce sono state dapprima soffi freddi adolescenziali che esalano un senso acuto di desolazione, indulgono nella suggestione della solitudine, ossessionate dalla caducita` di tutte le cose. La crisi umana e` già arrivata al punto di non ritorno: la trama e` un bisbiglio dimesso, la concisione delle scene ha del maniacale, la fotografia allucinante. I due protagonisti Andrea Carpenzano e Matteo Olivetti sono criptici e penetranti frammenti di un delirio ormai prosciugato. Vedendo La terra dell’Abbastanza e Favolacce, i Fratelli D’Innocenzo si fanno a soli 29 anni testimoni di spettrali dichiarazioni d'amore che vivono di un romanticismo schizoide.
[+]
Radicale e minimale frutto di un travaglio esistenziale, le piaghe di Favolacce sono state dapprima soffi freddi adolescenziali che esalano un senso acuto di desolazione, indulgono nella suggestione della solitudine, ossessionate dalla caducita` di tutte le cose. La crisi umana e` già arrivata al punto di non ritorno: la trama e` un bisbiglio dimesso, la concisione delle scene ha del maniacale, la fotografia allucinante. I due protagonisti Andrea Carpenzano e Matteo Olivetti sono criptici e penetranti frammenti di un delirio ormai prosciugato. Vedendo La terra dell’Abbastanza e Favolacce, i Fratelli D’Innocenzo si fanno a soli 29 anni testimoni di spettrali dichiarazioni d'amore che vivono di un romanticismo schizoide. L'apice tetro e maestoso della loro filosofia si trova nelle elucubrazioni surreali di Mirko e Manolo, mentre un treno scandisce il tempo (‘Ci hai mai pensato a quello che è successo? Che bello, vero? Pensa se stavamo ancora consegnando le pizze’ dirà Manolo, prima di togliersi la vita poche scene più avanti) in una delle sequenze piu` depresse di ogni tempo, parabola terrificante sulla solitudine in mezzo al cemento.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a luca barker »
[ - ] lascia un commento a luca barker »
|
|
d'accordo? |
|
franco django
|
martedì 1 settembre 2020
|
favolacce atto primo
|
|
|
|
Se Favolacce ha rivelato il talento dei suoi autori recuperate il loro esordio e scoprirete che questo film non ha nulla da invidiare alla loro opera più famosa.
La terra dell'abbastanza è un film più lineare, con i due protagonisti definiti fin dal principio, e una parabola shakespeariana molto classica ma inappuntabile. Mal di vivere (se si possiede una sensibilità), conflitti generazionali, il rapporto traumatico col territorio: La terra dell'abbastanza è il primo atto di un filo che prosegue con Favolacce. Poesia.
|
|
[+] lascia un commento a franco django »
[ - ] lascia un commento a franco django »
|
|
d'accordo? |
|
rosmersholm
|
lunedì 14 settembre 2020
|
acquattato
|
|
|
|
I fratelli D'Innocenzo hanno stoffa e si vede. Il film è ben girato, gli attori sono convincenti ma la sceneggiatura è davvero ai minimi termini, oltre ad essere l'ennesima variazione di film già visti. Un plauso ai registi, ma viene da chiedersi se non è ora di mirare verso orizzoni più ampi, osare di più dal punto di vista drammaturgico invece di continuare ad acquattarsi nell'ombelico di queste periferie gomorro-suburbiane che tanto fanno tendenza nel cinema italiano. Come se fuori non esistesse altro, un mondo, una società più variegata e complessa. Coraggio...
|
|
[+] lascia un commento a rosmersholm »
[ - ] lascia un commento a rosmersholm »
|
|
d'accordo? |
|
|