Euforia |
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Un film di Valeria Golino.
Con Riccardo Scamarcio, Valerio Mastandrea, Isabella Ferrari, Valentina Cervi.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 115 min.
- Italia 2018.
- 01 Distribution
uscita giovedì 25 ottobre 2018.
MYMONETRO
Euforia ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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La morte scotomizzata
di cardclauFeedback: 14682 | altri commenti e recensioni di cardclau |
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mercoledì 31 ottobre 2018 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nel film Euforia (dal dizionario Treccani, euforia: sensazione, reale o illusoria, di benessere somatico e psichico che si traduce in un più vivace fervore ideativo, maggiore recettività per gli aspetti positivi o favorevoli dell'ambiente circostante e degli eventi, con tendenza a interpretazioni ottimistiche) la regista Valeria Golino, all’esatto contrario, si confronta con le fantasie più cupe dell’essere umano, e direi molto spesso così intollerabili da essere rinnegate, che è il viaggio, tuo o quello di uno a noi vicino, verso l’oscuro signore, la morte. Si fa presto ad andare col pensiero alla stessa impresa che aveva affrontato Ingmar Bergman nel Settimo Sigillo, o Lev Tolstoj nel racconto La morte di Ivan Illich, ma li cito non per fare un confronto, ma per dire che affrontare questo tema è impresa poderosa. La storia narra di Matteo (Riccardo Scamarcio), omosessuale, ricco e con un grosso appannaggio mensile, che non si capisce bene da dove provenga, forse dal mercato moderno dell’opera d’arte, che ha come ultima preoccupazione come spendere i soldi, che scorrono a fiumi. Matteo deve avere dei sospesi con la madre e il fratello Ettore (Valerio Mastandrea), e non solo per l’omosessualità non ancora completamente digerita dalla madre (Marzia Ubaldi), forse brava soprattutto a fischiettare. Matteo scopre che il fratello Ettore, per accertamenti medici in relazione a particolari sintomi, è affetto da metastasi cerebrali di melanoma maligno, del quale non si riesce ad identificare il sito primario. Ettore, un tranquillo professore della provincia romana, viene quindi preso, a sua insaputa, sotto l’ala protettiva di Matteo, nel suo sontuoso alloggio a Roma, per le cure perché si tratta di una grossa “cisti”, una bazzecola, comunque prevedibilmente palliative. Nel prendersi cura di Ettore, Matteo cerca di prendersi cura dell’angoscia e dello sgomento che quel viaggio gli provoca, ma per farlo è obbligato a costruire un mondo di falsità che non permette alcuna vera intimità. Non nego che ci siano dei momenti intensi e divertenti nel contempo, come quando Ettore ha il coraggio di chiedere, e non lo aveva mai fatto, a Matteo sulla sua sessualità. E Valerio Mastandrea come se la cava nel suo ultimo viaggio? Lui è un bravissimo attore, probabilmente il migliore del cast, ma il compito che deve affrontare risulta più grande delle sue oneste possibilità. La malattia sarebbe rapidamente invalidante, e terribilmente disturbante, sia per lui, per coloro a lui vicino, ma anche, e soprattutto, per lo spettatore. La morte una liberazione. Ma non preoccupatevi, ciò non succede: Ettore, malgrado qualche sporadico sintomo, riesce a stare sufficientemente bene fino alla fine del film, non mettendo in seria difficoltà nessuno. Lo spettatore viene quindi consolato, e facilmente, ma l’evento dal contenuto così penoso e sgradevole risulta fondamentalmente oscurato.
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