Visages, villages

Artisti molto ingenui carini e girovaghi (ma un po' a casaccio sembra) realizzano foto gigantesche di soggetti "popolari" e li affiggono per le strade e nei luoghi in cui questi vivono. L'operazione vorrebbe: creare amicizia e fratellanza attraverso incontri casuali con la "gente", portare una nuova consapevolezza nella vita delle persone elevando la loro quotidianità ad opera d'arte. Non che siano premesse disprezzabili, ma i gioco è condotto senza approfondire realmente nulla (un tema, un territorio...). Per di più, man mano che il documentario prosegue si perde completamente il filo e i soggetti del documentario diventano gli stessi autori, senza che la qualità migliori purtroppo. L'ultimo incontro decisamente autocelebrativo con il "vecchio amico" Godard va a vuoto (trovano proprio la porta chiusa!) e la signora Varda giustamente se ne risente molto... ma a che scopo inserire questo triste episodio nel film? Boh. Mi sono profondamente annoiata e quasi addormentata. Ho trovato l'intero film vuoto e stucchevole. (Bella però l'animazione nei titoli di testa).