Visages, villages |
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Un film di JR, Agnès Varda.
Con Agnès Varda, JR, Jeannine Carpentier, Clemens Van Dungern.
continua»
Documentario,
Ratings: Kids+13,
durata 90 min.
- Francia 2017.
- Cineteca di Bologna
uscita giovedì 15 marzo 2018.
MYMONETRO
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L'immaginazione al potere
di FabioFeliFeedback: 25659 | altri commenti e recensioni di FabioFeli |
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mercoledì 21 marzo 2018 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Questo film parte da lontano e arriva lontano. Agnes Varda, unica donna tra i registi della Nouvelle Vague, nel 1931 aveva 13 anni e aveva imparato la canzone del porto di Le Havre: la canta ancora leggera e con grazia, nonostante sia alla soglia dei 90 anni con gli occhi che non mettono più a fuoco e i piedi che faticano a fare il loro lavoro. Il ricordo torna subito alla magnifica canzone di Cleo dalle 5 alle 7 (film di Agnes del 1962), Sans toi (Senza te), ascoltata solo due volte dalla protagonista Corinne Marchand, ma subito scolpita nella memoria fino all’ultima nota e all’ultimo sussurro. Nel peregrinare della Varda, brava anche come fotografa, insieme a JR nella Francia provinciale, lontana dalla megalopoli parigina, si colgono persone, luoghi e momenti irripetibili: ci si chiede come sarà senza te, Agnes, questa Francia se nessuno ne saprà narrare come fai tu; e sarà più difficile anche per te, con piedi e occhi che non fanno il loro dovere, anche se ormai viaggiano in fotografia su di un treno verso luoghi mai visti e percorsi a piedi … Il pretesto per interagire col presente e con le persone è la fotografia. Agnes e JR mettono a loro agio persone diversissime tra loro, con un occhio attento alle loro storie e al contesto in cui vivono: un agricoltore che da solo coltiva 800 ettari di terra (!); un postino; una donna che resiste allo sfratto in un paese vicino a miniere abbandonate; Pony, un artista con la pensione minima; allevatori di capre senza corna e con le corna; il sindaco di un paese della Normandia dove un bunker tedesco è crollato “artisticamente” sulla spiaggia di sassi; le mogli dei lavoratori del porto di Le Havre, protagoniste su una grande facciata di container. Il paese dei bisnonni di JR, protagonisti di una lontana storia d’amore, si fregia di una mega-foto dei due, ricavata da una stampa color seppia di un dagherrotipo. Persino un paese abbandonato e diroccato si anima di persone in festa per un picnic. Solo una giovane donna fotografata con un ombrellino bianco, come in un quadro di Monet, non ama la sua immagine gigantesca. E poi c’è la delusione del dispetto di un appuntamento mancato da Jean-Luc Godard, ostinatamente assente dal suo rifugio a Rolle, in Svizzera. Una piccola chicca – soprattutto per i fotografi – il minuscolo cimitero dove riposano Cartier-Bresson e sua moglie, neanche 10 lapidi tra ciuffi di lavanda turchina. L’immaginazione è al potere, come e più che nel 1968, perché le onde della nouvelle vague battono ancora sull’indifferenza delle coste di pietra della Normandia, cancellando – come è giusto – il passato che torna in una fotografia. Rimane una spinta per continuare a sognare: il mondo è sempre una visione da scoprire, una storia da raccontare di persone “comuni”, gioiosa o triste, certo, ma sempre poetica. Ed una foto o una pellicola che commuovono nel profondo non sono mai cose effimere ed inutili. Grazie, Agnes, grazie, JR: un film da non mancare assolutamente. Valutazione **** e ½ FabioFeli
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