I magnifici sette |
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Un film di Antoine Fuqua.
Con Denzel Washington, Chris Pratt, Ethan Hawke, Vincent D'Onofrio, Byung-Hun Lee.
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Titolo originale The Magnificent Seven.
Azione,
Ratings: Kids+13,
durata 132 min.
- USA 2016.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 22 settembre 2016.
MYMONETRO
I magnifici sette
valutazione media:
2,75
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Nessuna novità sul westerndi Domenico AstutiFeedback: 1538 | altri commenti e recensioni di Domenico Astuti |
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martedì 11 ottobre 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Giudizi più contrastanti non poteva ricevere questo I magnifici 7, da inguardabile ad ottimo remake, dal confronto con Tarantino a quello con John Sturges. Il vero problema di questo film guardabile è che non propone niente di nuovo nel panorama del western- action, tutto è già visto, tutto prevedibile e non c’è nemmeno l’idea di omaggiare un genere cinematografico che tanto ha dato. Se poi si confrontano gli attori, pur bravi, ma con poco carisma, con gli attori del precedente film come Steve McQueen, Charles Bronson, James Coburn o Eli Wallach, allora questo film diventa piccolo piccolo, anche perché non c’è nemmeno il tentativo di psicologizzare i caratteri e far interagire con gli altri i sette protagonisti. Quasi come se guardassero solo la punta del proprio naso e la pistola, come e tutto fosse stato già detto e analizzato. Unico distinguo dal precedente e dal genere è che il capobranco è un nero ( Denzel Washington ), ha una morale e porta con sé le conseguenze della violenza forse anche razzista; come il personaggio femminile che prende spazio e non resta solo una bella donna di contorno, forse pretestuoso è l’inserimento di un indiano apache disonorato dalla sua tribù e un orientale che sembra troppo civilizzato e consapevole per trovarsi nel selvaggio west. Il cattivo, poi, è così cattivo ma anche così sfocato nella narrazione che fa solo il malvagio e sembra rifarsi fragilmente ai personaggi dissociati emotivamente dei film di Tarantino o di Besson. Tuttavia se ci rechiamo alla visione senza grandi aspettative o pensando al confronto con il film di Sturges – tantomeno con il primo, originale, di Kurosawa – ci godiamo un film girato bene, senza pause e senza indugiare su morti e sulle sofferenze. Certo, tuttavia, noi continuiamo a preferire la lunga scena finale ( che indugia sugli ammazzamenti ) di Peckinpah de Il Mucchio Selvaggio piuttosto della prolungata ma veloce scena finale di questo film, ma sappiamo bene che il Cinema di Hollywood, e non solo di oggi, è spesso ossessionato dal politicamente corretto. Un film che si fa vedere, con una buona regia, con belle scene di azione e un cast d’attori all’altezza. Un po’ meno interessante la sceneggiatura e la colonna sonora che risulta un po’ enfatica e lontana per efficacia da quella originale.
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