The Human Centipede 3 (Final Sequence)

L'ultimo capitolo di una delle trilogie più estreme e sconvolgenti di sempre.Il regista,che appare nel ruolo di se stesso,e produce come sempre con la moglie Ilona(che interpreta l'autista del governatore)lo considera il più estremo di tutti.Ma lo è solo nel senso peggiore:se nelle intenzioni voleva essere una critica feroce sui carceri americani,e i politici a stelle e strisce,nei fatti è una pessima autoparodia dei film precedenti,dei quali sono recuperati i 2 villain e utilizzati nel peggiore dei modi.Laser è un demente esaltato che urla una battuta si e l'altra pure,insopportabile già dai primi 30 secondi(e il film dura 20 minuti in più rispetto agli altri. [+]

L'ultimo capitolo di una delle trilogie più estreme e sconvolgenti di sempre.Il regista,che appare nel ruolo di se stesso,e produce come sempre con la moglie Ilona(che interpreta l'autista del governatore)lo considera il più estremo di tutti.Ma lo è solo nel senso peggiore:se nelle intenzioni voleva essere una critica feroce sui carceri americani,e i politici a stelle e strisce,nei fatti è una pessima autoparodia dei film precedenti,dei quali sono recuperati i 2 villain e utilizzati nel peggiore dei modi.Laser è un demente esaltato che urla una battuta si e l'altra pure,insopportabile già dai primi 30 secondi(e il film dura 20 minuti in più rispetto agli altri....)mentre Harvey guadagna capelli,baffetti e la parola,riciclandosi in una triste e sfiatata macchietta del sottoposto-schiavetto.Idem per i detenuti o la segretaria(interpretata dall'ex-pornostar Bree Olson) o il governatore(un incartapecorito Eric Roberts,in scena per 10 minuti scarsi),non suscitano emozioni se non noia o disprezzo.Neanche l'ombra della cupezza del primo o dell'atroce violenza stomachevole del secondo.Le efferatezze a base di torture carcerarie sono poche e nemmeno lasciano il segno(se si è rodati a questo genere di cinema),ma quel che è peggio è che l'ormai rispauta operazione e risultato(che coinvolge 500 persone)si vedono pochissimo.Ergo,si perde l'intero senso del film,ridotto all'esibizione diegli urlacci del protagonista.La sorpresina finale che rende circolare l'intera trilogia è il classico espediente telefonato da "non avevo idee e non volevo scervellarmi troppo".Che dire,una pessima conclusione che oltre a non disgustare più non diverte nemmeno.Tempo buttato.Paradossalmente,è l'unico dei tre film ad aver ottenuto una (breve)distribuzione nelle sale,non da noi naturalmente. [-]

ATTENZIONE: PUO' CONTENERE SPOILER


 
Il capitolo finale, per sua stessa ammissione. Ma dopo due capitoli diversissimi fra loro, cosa girare?

Tom Six ha la sua risposta, e ce la fa gustare con originalità e freschezza.

E siccome il Centopiedi è, come ogni mostro dell'orrore, un'idea sociale, Six ci porta in quella che oggi è forse la realtà sociale per eccellenza: il carcere. Questo non solo per i numeri (siamo negli Stati Uniti d'America, in uno Stato che ha tutta l'aria di essere il Texas), ma per la diffusa metodica e idealizzazione a canone del bello dell'aggressività, della prevaricazione, della violenza in ogni forma e ambiente, nonché dell'idea stessa di carcere come non-luogo, funzionale al solo allontanamento dalla società civile. [+]

ATTENZIONE: PUO' CONTENERE SPOILER


 
Il capitolo finale, per sua stessa ammissione. Ma dopo due capitoli diversissimi fra loro, cosa girare?

Tom Six ha la sua risposta, e ce la fa gustare con originalità e freschezza.

E siccome il Centopiedi è, come ogni mostro dell'orrore, un'idea sociale, Six ci porta in quella che oggi è forse la realtà sociale per eccellenza: il carcere. Questo non solo per i numeri (siamo negli Stati Uniti d'America, in uno Stato che ha tutta l'aria di essere il Texas), ma per la diffusa metodica e idealizzazione a canone del bello dell'aggressività, della prevaricazione, della violenza in ogni forma e ambiente, nonché dell'idea stessa di carcere come non-luogo, funzionale al solo allontanamento dalla società civile.

In un carcere intitolato a George Bush senior (sic!), il tirannico direttore Bill Boss (Dieter Laser) e il suo goffo assistente Dwight (Laurence R. Harvey) affrontano seri problemi di costi, violenza ed insubordinazione dei detenuti. E il Governatore vuole una soluzione entro due settimane.

Anche stavolta si va ben oltre il capitolo precedente. Praticamente ogni battuta è ad effetto, ogni frase o imprecazione caricata fino all'estremo, le situazioni raggiungono livelli demenziali, sia attraverso gli effetti che attraverso trucchi di montaggio e giochi di inquadrature che non fanno mai perdere ritmo (è interessante notare come siano stati usati benissimo, fra l'altro, alcuni filmati di microstock).

Il centopiedi. Per evitare di appesantire il film scoprendo subito la carta più attesa, Tom Six sceglie un'altra strada. Per oltre metà del film, infatti, il fantozziano Dwight cercherà di convincere il suo capo della fattibilità della "soluzione finale" del problema carcerario facendogli vedere i due film precedenti. Senza mai perdere il fil rouge che collega questo film alla saga, siamo così liberi di apprezzare i metodi a dir poco cruenti che Bill Boss metterà in pratica sui detenuti (con buona pace delle spese mediche e del "dottor" Jones, medico del carcere senza licenza).

Fra torture e mutilazioni, cannibalismo, stupri in vagine "alternative", sfruttamento sessuale della sexy segretaria Daisy (Bree Olson), rivolte carcerarie e un'epifania dello stesso Six nei panni di sé stesso (nonché della sorella Ilona nei panni dell'autista del Governatore), l'idea sociale del centopiedi prende forma. Bill Boss ci metterà del suo, con risultati magnifici e agghiaccianti nello stesso tempo.

Non mancano quelli che paiono rimandi al Vietnam, in un carcere dalle cui tapparelle nell'ufficio del direttore filtrano al tramonto i raggi di un sole rosso, rosso come rossa di sangue è la testa rasata del Boss dopo l'ennesima tortura.

Per la terza volta, The Human Centipede riesce a fare Cinema e a sorprendere, e se pure l'ha chiamato Final Sequence egli stesso, Tom Six ne potrebbe girare altri cento senza mai ripetersi.

Da vedere assolutamente.