ashtray_bliss
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domenica 27 dicembre 2015
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il regalo perfetto e' la vendetta.
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The Gift, nulla a che vedere con il ben piu' noto omonimo film con la Blanchet, e' un opera interamente scritta, diretta e interpretata dal ormai affermato attore australiano Joel Edgerton, che rivediamo sempre con piacere sui nostri schermi. Edgerton cresce sempre di piu' ruolo dopo ruolo e lo troviamo sempre piu' impegnato a trasportare ruoli e storie complicate sullo schermo. Il Regalo (come avrebbe dovuto essere tradotto), non fa' eccezione e con un equilibro perfetto riesce a mettere in piedi una storia che sconfina tra il dramma e il thriller, ma con risvolti psicologici inquetanti che ci costringe a riflettere su determinate tematiche, cosi come sulle relazioni interpersonali che costruiamo e gli effetti che le nostre azioni possono avere sugli altri.
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The Gift, nulla a che vedere con il ben piu' noto omonimo film con la Blanchet, e' un opera interamente scritta, diretta e interpretata dal ormai affermato attore australiano Joel Edgerton, che rivediamo sempre con piacere sui nostri schermi. Edgerton cresce sempre di piu' ruolo dopo ruolo e lo troviamo sempre piu' impegnato a trasportare ruoli e storie complicate sullo schermo. Il Regalo (come avrebbe dovuto essere tradotto), non fa' eccezione e con un equilibro perfetto riesce a mettere in piedi una storia che sconfina tra il dramma e il thriller, ma con risvolti psicologici inquetanti che ci costringe a riflettere su determinate tematiche, cosi come sulle relazioni interpersonali che costruiamo e gli effetti che le nostre azioni possono avere sugli altri.
Si parte dunque con una coppia benestante, Robyn e Simon, che si trasferisce in un quartiere residenziale appena fuori L.A. per ritrovare tranquillita' e tentare di metter su famiglia. La loro normalita' verra' pero' sconvolta dall'arrivo di Gordo, un ex compagno di scuola di Simon, il quale incontra accidentalmente la coppia in un negozio e ne memorizza l'indirizzo. Da quel momento in poi, Gordo, inizia a mandare diversi regali ai due e tenta di stringere amicizia con Robyn, mentre la sua presenza all'interno della quotidianita' della coppia, nonostante il dissenso di Simon, diventa quasi una costante. Ad un certo punto, entrambi stanchi delle attenzioni morbose che ricevono da Gordo, oltre che infastiditi dal suo atteggiarsi come uno stalker, decidono di parlagliene e affrontare il problema. Ma da quel momento in poi la situazione precipita gradualmente, vecchi segreti sepolti tornano alla luce e le maschere dei protagonisti iniziano a cadere. In un crescendo di tensione, che si costruisce progressivamente e lentamente, la pellicola riesce sempre a mantere inalterato l'interesse dello spettatore, sapendo disseminare caparbiamente suspence e colpi di scena manmano che i nodi vengono al pettine, e le vere intenzioni dei protagonisti svelate. I rispettivi ruoli di vittima e carnefice si scambiano e anche questa volta nessuno ne esce vincitore, piuttosto, ognuno paga salato il prezzo delle azioni passate.
Da questo punto di vista, il film, affronta temi sociali importanti e piu' che mai attuali, quali lo stalking e il bullismo, cercando di collegarli all'impatto psicologico che possono avere sugli individui, anche da adulti, e di come questi traumi possano perpetrarsi nelle dinamiche sociali interpersonali, portando talvolta ad azioni particolarmente crudeli. Vendette e rivincite personali si mescolano in un abile gioco di specchi, dove ogni regalo funge da indizio o adirittura da minaccia di un passato mai morto. Arrivando al finale, dove tutto viene rivelato e si pecepisce come la vendetta finale di Gordo arrivi sotto forma di 'regalo', pur inaspettato, per la coppia di coniugi. Un finale drammatico e inquietante al tempo stesso che si presenta come ottimo colpo di scena per concludere la pellicola.
Punto di forza del film e' che sin da subito scava nella psicologia dei suoi personaggi, soretti da tre bravi interpreti quali la Hall, Bateman e lo stesso Edgerton, donando quindi la giusta profondita' e introspezione ai protagonisti e all'intreccio delle loro esistenze e azioni. Ovviamente non e' esente da alcune lacune e banalita' strutturali (alcuni colpi di scena sono prevedibili), alcune parti forse andavano approfondite e chiarite meglio (ad esempio il rapporto tra Simon e Gordo durante l'adolescenza) e parzialmente viene penalizzato dal ritmo narattivo lento che potrebbe scoraggiare qualcuno nel proseguire la visione.. La regia e la sceneggiatura sono comunque attente e sapienti e riescono egregiamente a mettere in evidenza il disagio psicologico e sociale di chi resta ultimo in tutto; nella vita, nel lavoro, nelle relazioni sentimentali quindi la rabbia mista a gelosia che si crea in questi individui in cerca di riscatto personale.
Si tratta, dunque, di una pellicola notevole, che poteva sicuramente essere svilluppata meglio e prestare piu' attenzione ad alcuni particolari, ma nel complesso e' un film ben riuscito, sicuramente interessante e a tratti originale per le tematiche che vengono affrontate e il modo in cui sono trattate. Notevole sforzo registico, insomma, di un bravo attore che ci terra' sicuramente occupati anche in futuro.
Piu' che sufficiente. Da vedere e riflettere.
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(di flaw54)
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galex
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venerdì 11 marzo 2016
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avete chiuso bene a chiave le ante dell'armadio?
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Ci potrebbe essere uno scheletro che non vede l'ora di uscire!
Simon Callen (Jason Bateman) non l'ha fatto e un segreto rimasto nascosto sin dai tempi del liceo ha un nome e cognome: Gordon Mosley detto "Gordo"(Joel Edgerton).
La nuova vita di Simon, insieme alla moglie Robyn (Rebecca Hall), viene sconvolta dalla presenza di Gordon, che con continui regali e visite inaspettate perseguita la coppia.
Le situazioni grottesche che accadono ai Cullen stravolgono la coppia, facendoci riflettere sulla domanda: “quanto conosciamo realmente le persone più vicine a noi e ci si può davvero lasciare il passato alle spalle? ”.
The Gift è un thriller realistico, senza ombra di paranormale, ma con una solida base di paranoia, gelosia e mistero.
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Ci potrebbe essere uno scheletro che non vede l'ora di uscire!
Simon Callen (Jason Bateman) non l'ha fatto e un segreto rimasto nascosto sin dai tempi del liceo ha un nome e cognome: Gordon Mosley detto "Gordo"(Joel Edgerton).
La nuova vita di Simon, insieme alla moglie Robyn (Rebecca Hall), viene sconvolta dalla presenza di Gordon, che con continui regali e visite inaspettate perseguita la coppia.
Le situazioni grottesche che accadono ai Cullen stravolgono la coppia, facendoci riflettere sulla domanda: “quanto conosciamo realmente le persone più vicine a noi e ci si può davvero lasciare il passato alle spalle? ”.
The Gift è un thriller realistico, senza ombra di paranormale, ma con una solida base di paranoia, gelosia e mistero.
L'ottima interpretazione di Joel Edgerton nei panni di Gordon dà vita un personaggio reale e concreto, ma allo stesso tempo inquietante ed enigmatico.
La pellicola scritta e diretta dallo stesso Joel Edgerton, al suo debutto alla regia di un lungometraggio, crea una tensione che si sviluppa sin dall'inizio, in un crescendo di paranoia che sconvolgerà la vita quotidiana dei protagonisti.
Una regia magistrale e senza sbavature, una fotografia adatta ed una sceneggiatura ben scritta si amalgamano a creare un thriller solido dal ritmo veloce ma non sincopato.
Alta tensione e alcuni colpi di scena che vi faranno fare un salto sulla poltrona.
Regali da uno sconosciuto – The Gift è un film da non perdere!
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filippo catani
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martedì 15 marzo 2016
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thriller bellissimo e incalzante
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Una coppia decide di cambiare città per cercare di superare un momento difficile e per una nuova opportunità di lavoro dell'uomo che un giorno casualmente si imbatte in un ex compagno di liceo che riempie la coppia di attenzioni e regali. Per quale motivo?
Un bellissimo e incalzante thriller è la pellicola d'esordio di Edgerton. La trama è veramente coinvolgente e avvincente in quanto crea una tensione via via più alta semplicemente attraverso l'espediente dei continui regali fatti alla coppia. Segreti, bugie e difficoltà della coppia emergeranno drammaticamente. Inoltre ci sono un paio di sequenze degne di un horror che fanno letteralmente sobbalzare dalla sedia.
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Una coppia decide di cambiare città per cercare di superare un momento difficile e per una nuova opportunità di lavoro dell'uomo che un giorno casualmente si imbatte in un ex compagno di liceo che riempie la coppia di attenzioni e regali. Per quale motivo?
Un bellissimo e incalzante thriller è la pellicola d'esordio di Edgerton. La trama è veramente coinvolgente e avvincente in quanto crea una tensione via via più alta semplicemente attraverso l'espediente dei continui regali fatti alla coppia. Segreti, bugie e difficoltà della coppia emergeranno drammaticamente. Inoltre ci sono un paio di sequenze degne di un horror che fanno letteralmente sobbalzare dalla sedia. Semplice e ben recitato, The Gift è la conferma che si può ancora fare dell'ottimo cinema di genere senza necessariamente imbottirlo di sparatorie o trame arzigogolate. Consigliatissimo.
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dabar
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venerdì 18 marzo 2016
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quando con il passato abbiamo un conto in sospeso…
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E’ proprio il caso di dirlo:”Nella vita chi la fa, l’aspetti…’’.
La vita di Simon e Robyn è quella di una felice e benestante coppia, che decide di cambiare vita, trasferendosi in un’altra città con il loro cane, conoscere nuova gente e chiudere i conti con un passato doloroso.
Un giorno in un centro commerciale i due protagonisti si imbattono in un tipo strano, si tratta di Gordon, una vecchia conoscenza di Simon che risale ai tempi delle scuole superiori. Così, dopo le presentazioni del caso e un po’ di imbarazzo iniziale, dovuto al fatto che Simon sembra non ricordarsi di Gordon, i tre decidono di incontrarsi una sera a cena in nome dei vecchi tempi.
Successivamente, a causa del comportamento ambiguo e anche invadente di Gordon, dovuto soprattutto ad una sua stravagante abitudine di lasciare regali alla coppia davanti alla porta di casa, Simon decide di affrontarlo e gli chiede senza preamboli di non cercarli più,in quanto la sua presenza a casa loro non è più gradita.
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E’ proprio il caso di dirlo:”Nella vita chi la fa, l’aspetti…’’.
La vita di Simon e Robyn è quella di una felice e benestante coppia, che decide di cambiare vita, trasferendosi in un’altra città con il loro cane, conoscere nuova gente e chiudere i conti con un passato doloroso.
Un giorno in un centro commerciale i due protagonisti si imbattono in un tipo strano, si tratta di Gordon, una vecchia conoscenza di Simon che risale ai tempi delle scuole superiori. Così, dopo le presentazioni del caso e un po’ di imbarazzo iniziale, dovuto al fatto che Simon sembra non ricordarsi di Gordon, i tre decidono di incontrarsi una sera a cena in nome dei vecchi tempi.
Successivamente, a causa del comportamento ambiguo e anche invadente di Gordon, dovuto soprattutto ad una sua stravagante abitudine di lasciare regali alla coppia davanti alla porta di casa, Simon decide di affrontarlo e gli chiede senza preamboli di non cercarli più,in quanto la sua presenza a casa loro non è più gradita.
Da quel momento inizieranno ad accadere fatti inspiegabili,che inevitabilmente spingeranno la coppia a confrontarsi con un passato che non è mai morto.Verranno fuori le vere personalità di ognuno,buttate giù le maschere, messe a nudo le anime, evidenziati i veri pregi e difetti di ogni personaggio, con le proprie debolezze e le proprie fragilità, messi in discussione gli equilibri di un rapporto che dura da una vita.
In ognuno dei due ex compagni di scuola il passato ha determinato in maniera significativa ciò che sono diventati da adulti: i successi e gli insuccessi, il carattere forte (e senza scrupoli) e quello dimesso.
Così, dopo quasi 20 anni di silenzi, il destino decide di metterli a confronto nuovamente, dandogli la possibilità di chiarirsi, di chiedere scusa a chi ha sbagliato, oppure di rivalersi per chi ha subito, perchè il passato ci presenta sempre o l’occasione per redimerci da una colpa o il conto da pagare.
Trama per niente scontata, che inchioda il telespettatore alla poltrona, soprattutto nelle scene iniziali; il ritmo è incalzante e gli attori interpretano in maniera credibile i loro personaggi.
Il finale ci lascia con un dubbio che non verrà chiarito, senza vincitori, perchè in fondo la vendetta, una volta compiuta, lascia solo un profondo stato di amarezza, senza restituirci ciò che non abbiamo mai avuto o che abbiamo perso.
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r.a.f.
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mercoledì 11 settembre 2019
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la vendetta è un piatto che va consumato freddo
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Nella vita apparentemente perfetta di una giovane coppia piomba dal passato un ex compagno di liceo, deciso a vendicarsi dei torti subiti ai tempi della scuola. Detto così, potrebbe sembrare un banalissimo thriller, già visto e rivisto in tutte le salse. Ma questo film è assolutamente originale, dotato di una suspense sapientemente dosata e di un’analisi psicologica approfondita che rivela i personaggi gradualmente, svelandone le sfaccettature più nascoste e finendo per ribaltare abilmente i ruoli di vittima e carnefice. Quello che all’inizio sembra solo un balordo, con qualche difficoltà a dimenticare il passato, si rivela più intelligente e astuto del previsto, e quello che appare un onesto e realizzato uomo d’affari si svelerà ad amici e colleghi, nonché all’incredula mogliettina, come un meschino vigliacco, imbroglione e opportunista.
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Nella vita apparentemente perfetta di una giovane coppia piomba dal passato un ex compagno di liceo, deciso a vendicarsi dei torti subiti ai tempi della scuola. Detto così, potrebbe sembrare un banalissimo thriller, già visto e rivisto in tutte le salse. Ma questo film è assolutamente originale, dotato di una suspense sapientemente dosata e di un’analisi psicologica approfondita che rivela i personaggi gradualmente, svelandone le sfaccettature più nascoste e finendo per ribaltare abilmente i ruoli di vittima e carnefice. Quello che all’inizio sembra solo un balordo, con qualche difficoltà a dimenticare il passato, si rivela più intelligente e astuto del previsto, e quello che appare un onesto e realizzato uomo d’affari si svelerà ad amici e colleghi, nonché all’incredula mogliettina, come un meschino vigliacco, imbroglione e opportunista. Ma la magia di questo film sta nella sapiente regia dello stesso Edgerton, incredibilmente qui al suo debutto dietro la macchina da presa, che dosa i colpi di scena con il giusto ritmo, senza mai esagerare, e firma una delle più raffinate ed inquietanti vendette della storia del cinema, quasi senza spargimento di sangue, ma infliggendo ferite profonde e insanabili. Il finale in realtà è aperto, ma le alternative che lascia allo spettatore sono comunque drammatiche e terribili. Per i più curiosi, il DVD contiene tra gli extra un finale alternativo che spiega tutto nei dettagli.
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dabar
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venerdì 18 marzo 2016
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quando con il passato abbiamo un conto in sospeso…
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E’ proprio il caso di dirlo:”Nella vita chi la fa, l’aspetti…’’.
La vita di Simon e Robyn è quella di una felice e benestante coppia, che decide di cambiare vita, trasferendosi in un’altra città con il loro cane, conoscere nuova gente e chiudere i conti con un passato doloroso.
Un giorno in un centro commerciale i due protagonisti si imbattono in un tipo strano, si tratta di Gordon, una vecchia conoscenza di Simon che risale ai tempi delle scuole superiori. Così, dopo le presentazioni del caso e un po’ di imbarazzo iniziale, dovuto al fatto che Simon sembra non ricordarsi di Gordon, i tre decidono di incontrarsi una sera a cena in nome dei vecchi tempi.
Successivamente, a causa del comportamento ambiguo e anche invadente di Gordon, dovuto soprattutto ad una sua stravagante abitudine di lasciare regali alla coppia davanti alla porta di casa, Simon decide di affrontarlo e gli chiede senza preamboli di non cercarli più,in quanto la sua presenza a casa loro non è più gradita.
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E’ proprio il caso di dirlo:”Nella vita chi la fa, l’aspetti…’’.
La vita di Simon e Robyn è quella di una felice e benestante coppia, che decide di cambiare vita, trasferendosi in un’altra città con il loro cane, conoscere nuova gente e chiudere i conti con un passato doloroso.
Un giorno in un centro commerciale i due protagonisti si imbattono in un tipo strano, si tratta di Gordon, una vecchia conoscenza di Simon che risale ai tempi delle scuole superiori. Così, dopo le presentazioni del caso e un po’ di imbarazzo iniziale, dovuto al fatto che Simon sembra non ricordarsi di Gordon, i tre decidono di incontrarsi una sera a cena in nome dei vecchi tempi.
Successivamente, a causa del comportamento ambiguo e anche invadente di Gordon, dovuto soprattutto ad una sua stravagante abitudine di lasciare regali alla coppia davanti alla porta di casa, Simon decide di affrontarlo e gli chiede senza preamboli di non cercarli più,in quanto la sua presenza a casa loro non è più gradita.
Da quel momento inizieranno ad accadere fatti inspiegabili,che inevitabilmente spingeranno la coppia a confrontarsi con un passato che non è mai morto.Verranno fuori le vere personalità di ognuno,buttate giù le maschere, messe a nudo le anime, evidenziati i veri pregi e difetti di ogni personaggio, con le proprie debolezze e le proprie fragilità, messi in discussione gli equilibri di un rapporto che dura da una vita.
In ognuno dei due ex compagni di scuola il passato ha determinato in maniera significativa ciò che sono diventati da adulti: i successi e gli insuccessi, il carattere forte (e senza scrupoli) e quello dimesso.
Così, dopo quasi 20 anni di silenzi, il destino decide di metterli a confronto nuovamente, dandogli la possibilità di chiarirsi, di chiedere scusa a chi ha sbagliato, oppure di rivalersi per chi ha subito, perchè il passato ci presenta sempre o l’occasione per redimerci da una colpa o il conto da pagare.
Trama per niente scontata, che inchioda il telespettatore alla poltrona, soprattutto nelle scene iniziali; il ritmo è incalzante e gli attori interpretano in maniera credibile i loro personaggi.
Il finale ci lascia con un dubbio che non verrà chiarito, senza vincitori, perchè in fondo la vendetta, una volta compiuta, lascia solo un profondo stato di amarezza, senza restituirci ciò che non abbiamo mai avuto o che abbiamo perso.
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gianleo67
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venerdì 1 aprile 2016
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dono d'amore...con delitto
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Trasferitosi da Chicago nella piccola cittadina di provincia dov'è cresciuto, il manager di successo Simon vorrebbe iniziare con la bella moglie Robyn una nuova vita ed un nuovo stimolante lavoro, ma la presenza di un episodio scomodo ed ingombrante del suo passato si materializza con la comparsa del suo ex compagno di scuola Gordo, che inizia ad assillare la coppia con regali e visite tanto inattese quanto indesiderate. La realtà però è molto diversa da come appare. Sorpresa finale.
I topoi del thriller psicologico come facili espedienti per un esordio alla regia che vorrebbe apportare al genere il suo contributo di originalità ed immancabili citazioni d'autore (da Hitchcock a Kubrik, da Scorsese ad Haneke solo per citarne alcuni); questo l'assunto principale di un film che fa della scrittura e dei funzionali accorgimenti della messa in scena il suo principale biglietto da visita (al botteghino) con tanto di inquadrature fisse in campo medio (chi ci starà osservando?) e gli insinuanti piano-sequenza negli angusti spazi di una casa-trappola da antologia cinefila.
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Trasferitosi da Chicago nella piccola cittadina di provincia dov'è cresciuto, il manager di successo Simon vorrebbe iniziare con la bella moglie Robyn una nuova vita ed un nuovo stimolante lavoro, ma la presenza di un episodio scomodo ed ingombrante del suo passato si materializza con la comparsa del suo ex compagno di scuola Gordo, che inizia ad assillare la coppia con regali e visite tanto inattese quanto indesiderate. La realtà però è molto diversa da come appare. Sorpresa finale.
I topoi del thriller psicologico come facili espedienti per un esordio alla regia che vorrebbe apportare al genere il suo contributo di originalità ed immancabili citazioni d'autore (da Hitchcock a Kubrik, da Scorsese ad Haneke solo per citarne alcuni); questo l'assunto principale di un film che fa della scrittura e dei funzionali accorgimenti della messa in scena il suo principale biglietto da visita (al botteghino) con tanto di inquadrature fisse in campo medio (chi ci starà osservando?) e gli insinuanti piano-sequenza negli angusti spazi di una casa-trappola da antologia cinefila. Suddiviso idealmente nelle tre parti di una partita a scacchi col passato, questo dramma dell'assedio comincia con la sordina di un incontro apparentemente casuale, prosegue con una parte centrale di polarizzazione dei caratteri per chiudersi un un revenge-ending che ribalta ruoli e situazioni nel classico colpo di scena che ti aspetteresti.
Tutto già visto si dirà, compreso il più classico dei moventi sociali alla base dei sani principi del modello educativo americano (fatto di perdenti e di vincenti, ma anche dell'immancabile occhio-per-occhio della tradizione biblica) e di un'attesa che centellina la tensione utilizzando espedienti narrativi che fanno dell'inverosimiglianza il loro prevedibile ammiccamento ai modelli del cinema noir. Il fatto è che se i meccanismi del genere non sono un pregiudizio alla riuscita del film, lo è invece la capacità di reggere gli onesti 108 minuti del metraggio portando dentro e fuori dalla scena i suoi personaggi senza farci accorgere che uno di questi (il più importante? il più cattivo?) deve per forsa piazzarsi anche dietro la macchina da presa, affrettandosi a girare le proprie scene ed affidando al montaggio l'onere di farlo comparire quando di dovere. Va da sè che a nostro giudizio il compitino è stato svolto poco e male se la presenza minacciosa del Weirdo Gordo più bonario della storia del cinema sembra rinunciare alle sue assillanti ripicche nel finale di una gestazione che prelude ad un parto tanto atteso quanto prevedibile e tutto si riduce all'insidia di un stalking domestico alla 'Cape Fear' dove vittima è aguzzino finiscono per scambiarsi i ruoli in un gioco sporco dove la vera vittima è l'onore ferito ed il dono piu importante può diventare l'assillo di una vita. Dimentichiamoci quindi la doppiezza del male che si traduce in personaggi leggendari per i più appassionati frequentatori del genere (dallo Joseph Cotten di Shadow of a Doubt al Bob De Niro di Cape Fear, dal Michael Caine di Dressed to Kill al Choi Min-sik di Old Boy) come pure delle atmosfere sospese e indecifrabili del Caché di Haneke, in quanto tutto viene normalizzato proprio dalla scontatezza di un finale edificante e mistificatorio che abbozza una soluzione compensatoria al dilemma etico di rito con le formulette retoriche di risaputi adagi: Non si muove foglia che Simon non voglia...Il male che gli uomini fanno...La calunnia è un venticello e... compagnia cantando. Cast azzeccato (Gordo Edgerton a parte) con un Jason Bateman più credibile come buono che falso-cattivo ed una smagliante ed atletica Rebecca Hall che sprizza sensualità da tutti i pori (soprattutto dopo aver fatto jogging!). Successone al box office e riconoscimento a Joel Edgerton come miglior attore al Sitges - Festival internazionale del cinema fantastico della Catalogna. Si sa, alla Spagna piace stran(mb)o!
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francesco55093
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venerdì 13 maggio 2016
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una storia che va oltre i schemi del thriller
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Il film si apre con una coppia che, proveniente da Chicago, si trasferisce in California in seguito all' ottenimento di un nuovo lavoro da parte di uno dei due (Simon). L' incontro con un ex compagno di liceo di Simon (Gordon) darà il via ad un rapporto ossessivo che presto obbligherà Simon (Jason Bateman) e Robyn (Rebecca Hall) a prendere la drastica decisione di interrompere ogni legame con quello che in prima istanza sembra il classico stalker dalla personalità disturbata. La scelta dei due, però, avrà delle conseguenze decisamente infelici.
L' esordio alla regia di Joel Edgerton (Gordon detto "Gordo"), che è anche sceneggiatore e attore, ci consegna una storia che non si limita ad attenersi ai tipici schemi narrativi del thriller, ma va oltre allargando lo sguardo su importanti temi di attualità, rinunciando però (e ciò è un punto a sfavore) a compiere una disamina approfondita della psiche dei personaggi che contrariamente meriterebbe di essere meglio scandagliata.
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Il film si apre con una coppia che, proveniente da Chicago, si trasferisce in California in seguito all' ottenimento di un nuovo lavoro da parte di uno dei due (Simon). L' incontro con un ex compagno di liceo di Simon (Gordon) darà il via ad un rapporto ossessivo che presto obbligherà Simon (Jason Bateman) e Robyn (Rebecca Hall) a prendere la drastica decisione di interrompere ogni legame con quello che in prima istanza sembra il classico stalker dalla personalità disturbata. La scelta dei due, però, avrà delle conseguenze decisamente infelici.
L' esordio alla regia di Joel Edgerton (Gordon detto "Gordo"), che è anche sceneggiatore e attore, ci consegna una storia che non si limita ad attenersi ai tipici schemi narrativi del thriller, ma va oltre allargando lo sguardo su importanti temi di attualità, rinunciando però (e ciò è un punto a sfavore) a compiere una disamina approfondita della psiche dei personaggi che contrariamente meriterebbe di essere meglio scandagliata. Il livello meramente registico è senza dubbio di valore, in quanto la suspense di alcune scene (come quella in cui Robyn ritrova il cane) fa sì che l' attenzione dello spettatore rimanga sempre sufficientemente alta, rivelando anche la conoscenza di certi tecnicismi del genere; anche l' uso di alcuni effetti capaci di accrescere la tensione (la sagoma che si allontana dietro il vetro della doccia) risulta rilevante, così come l' estetica di talune immagini (l' alba quando Robyn fa jogging) e la scelta di una musica che, sullo sfondo, concorre all' esasperazione nervosa che percorre il film dall' inizio alla fine. Va evidenziato finanche il montaggio,che presenta una successione di mmagini scorrevole ed una sapiente collocazione di quelle scene che sono strumentali rispetto all' esigenza dello spettatore di tirare il fiato, di prendersi una pausa tra una sequenza carica di pathos ed un' altra.
Tuttavia, è l'evoluzione della sceneggiatura l' aspetto di maggior pregio del film: quella che all' inizio sembra la vicenda di un maniaco ossessionato dalle sue vittime, con il suo solito decorso narrativo, si trasforma in un racconto sulla meschinità dell' uomo contemporaneo nella sua corsa verso il successo. Ciò è evidente scavando nei trascorsi adolescenziali di Simon. Il suo passato, infatti, rivela un tratto caratteriale che è anche un aspetto strutturale delle nostre società: il cinismo e la spietatezza applicati come regole di vita, anche quando essi non sono funzionali al raggiungimento di uno scopo. Su questo punto, però, il finale del film sottende una denuncia, una presa di posizione dell' autore e può finanche essere letto come un richiamo alla speranza. Tra i temi affrontati nel film vi è anche quello degli effetti che le nostre azioni possono avere sulla vita altrui. Su questo punto, c'è una esortazione a riflettere, a rinunciare alla leggerezza quando si compiono delle scelte che hanno un impatto nella sfera personale degli altri. Lo "scherzo" che Simon fa a Gordon ha degli sviluppi che sfuggono alla capacità di previsione dello stesso Simon, mentre invece una maggiore sensibilità avrebbe prodotto effetti certamente diversi. Questo aspetto, a proposito del quale è evidente il rimando ad un tema attuale come quello del bullismo, contribuisce ad impreziosire una trama già ricca ed imprevedibile ed a fare di questa pellicola un' opera che sollecita alla riflessione.
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francesco55093
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lunedì 16 maggio 2016
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una storia che va oltre i schemi del thriller
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Trasferitisi da Chicago, Simon (Jason Bateman), manager nel campo dei sistemi di sicurezza informatici, e Robyn (Rebecca Hall), designer freelance, cercano di farsi una nuova vita in California. L’ incontro con Gordon detto “Gordo”, ex compagno di liceo di Simon, sarà per la coppia l’ inizio di un rapporto opprimente che presto li obbligherà a prendere la drastica decisione di interrompere ogni legame con quello che in prima istanza sembra chiaramente rientrare nello stereotipo dello stalker dalla personalità disturbata. La scelta dei due però, avrà delle conseguenze infelici.
L’ esordio alla regia di Joel Edgerton (Gordon Mosley), che è anche sceneggiatore ed attore, ci consegna una storia che non si limita a conformarsi agli schemi narrativi del thriller, ma va oltre ampliando lo sguardo su alcuni importanti temi d’ attualità, rinunciando però ad una disamina approfondita della personalità dei personaggi che invece meriterebbero di essere meglio scandagliate.
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Trasferitisi da Chicago, Simon (Jason Bateman), manager nel campo dei sistemi di sicurezza informatici, e Robyn (Rebecca Hall), designer freelance, cercano di farsi una nuova vita in California. L’ incontro con Gordon detto “Gordo”, ex compagno di liceo di Simon, sarà per la coppia l’ inizio di un rapporto opprimente che presto li obbligherà a prendere la drastica decisione di interrompere ogni legame con quello che in prima istanza sembra chiaramente rientrare nello stereotipo dello stalker dalla personalità disturbata. La scelta dei due però, avrà delle conseguenze infelici.
L’ esordio alla regia di Joel Edgerton (Gordon Mosley), che è anche sceneggiatore ed attore, ci consegna una storia che non si limita a conformarsi agli schemi narrativi del thriller, ma va oltre ampliando lo sguardo su alcuni importanti temi d’ attualità, rinunciando però ad una disamina approfondita della personalità dei personaggi che invece meriterebbero di essere meglio scandagliate. Il livello registico è senza dubbio di valore, in quanto la suspense di alcune scene ha un impatto decisamente positivo sull’ attenzione dello spettatore, rivelando anche una certa perizia nell’ uso di taluni tecnicismi del genere; anche la ricerca di alcuni effetti (la sagoma che si allontana dietro il vetro della doccia) risulta rilevante, così come l’ estetica di alcune immagini (l’ alba ripresa mentre Robyn fa jogging) e l’ impiego di una colonna sonora che, sullo sfondo, concorre al pathos che percorre il film dall’ inizio alla fine. Il montaggio merita anch’ esso di essere evidenziato, con una successione scorrevole delle immagini ed una sapiente collocazione di quelle scene che sono funzionali all’ esigenza dello spettatore di tirare il fiato, di prendersi una pausa tra un momento pregno di emotività ed un altro.
Tuttavia, è la sceneggiatura a rappresentare il punto di forza della pellicola: quella che all’ inizio sembra la vicenda di un maniaco ossessionato dalle sue vittime, con il suo tipico decorso narrativo, si trasforma in un racconto sulla meschinità dell’ uomo contemporaneo nella sua corsa verso il successo. Ciò è evidente nei trascorsi adolescenziali di Simon. Il suo passato, infatti, rivela un tratto caratteriale che è anche un aspetto strutturale delle nostre società: il cinismo e la spietatezza applicati come regole di vita, alimentati come sono da una competitività esasperante. Su questo punto, però, il finale sottende una denuncia, una presa di posizione dell’ autore e può finanche essere letto come un invito alla speranza. Tra i temi affrontati vi è pure quello degli effetti che le nostre azioni possono avere sulla vita altrui. Su questo punto, il film sembra esortare a riflettere ed a rinunciare alla leggerezza quando si compiono delle scelte che possono investire la sfera personale degli altri ed avere un impatto sul loro destino; una questione questa che è ben esplicitata dal segreto di Simon che ha origine ai tempi del liceo e che lo stesso Simon tenta di tenere celato, soprattutto nei confronti di Robyn (ma che in realtà tenta di rimuovere anche dalla propria mente). La scoperta di tale segreto da parte di Robyn rappresenta una svolta nel film, poiché dà il via ad una nuova fase pregna di mistero e di inquietudine che, insieme ad altri segmenti della trama, partecipa all’ imprevedibilità di un’ opera che assicura intrattenimento ed allo stesso tempo un’ apertura su rilevanti questioni sociali.
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elgatoloco
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mercoledì 15 marzo 2017
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the gift un film eccelso in quanto atipico
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Assolutamente al di fuori dei canoni accettati convenzionalmente quanto consunti del genere"thriller", questo"The Gift"di Edgerton, che non ha scene eclatanti di violenza, né effettacci, né cadute nel"gore"(anche la sequenza dei pesci uccisi-avvelenati viene più raccontata, invero, che"vista"), è appunto un film "de paura"psicologico, che coglie l'interiorità, il vissuto profondo, rimontando non tanto, freudianamente, all'infanzia, ma all'adolescenza, a quell'età liminale in cui si consumano terribili traumi e non pochi"delitti". Così, accettando in pieno quanto detto nella"recensione ufficiale"sottolineerei ulteriormente la dialettica servo-padrone e il suo rovesciamento, dove, ovviamente, non fornisco altri elementi per non togliere la sorpresa a chi non abbia ancora visto il film.
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Assolutamente al di fuori dei canoni accettati convenzionalmente quanto consunti del genere"thriller", questo"The Gift"di Edgerton, che non ha scene eclatanti di violenza, né effettacci, né cadute nel"gore"(anche la sequenza dei pesci uccisi-avvelenati viene più raccontata, invero, che"vista"), è appunto un film "de paura"psicologico, che coglie l'interiorità, il vissuto profondo, rimontando non tanto, freudianamente, all'infanzia, ma all'adolescenza, a quell'età liminale in cui si consumano terribili traumi e non pochi"delitti". Così, accettando in pieno quanto detto nella"recensione ufficiale"sottolineerei ulteriormente la dialettica servo-padrone e il suo rovesciamento, dove, ovviamente, non fornisco altri elementi per non togliere la sorpresa a chi non abbia ancora visto il film...Pellicola al di fuori di particolari"influenze ricevute", ritengo sia però degna di Hitchcock(un valore assoluto, maestro di cinema senza riserve, in quanto tutta la sua produzione, sia inglese-Hitch conservò per tutta la vita il suo passaporto britannico, orgogliosamente e quasi"ostentatamente")- o dei miglior De Palma, senza che siano, però, rilevabili influenze particolari, ossia di un film in particolare, il che appare particolarmente significativo. Decisamente un film in controtendenza, anche perché notevolmente alieno da quella"velocizzazione"che sembra coinvolgere, come moda(rincorsa al genere"action", credo, anzi ne sono convinto, ma anche concessione alla"dromologia"imperante), tutto il cinema d'oggi. Anche gli interpreti, cosa rara nel cinema degli anni presenti, sono particolarmente efficaci, in liniea con un film che, non fosse per la solita"combine"hollywoodiana e per pregiudizi inveterati, godrebbe di premi e di riconoscimenti che invece vanno preferenzialmente ad altri, fill e autori. El Gato
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