ultimoboyscout
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mercoledì 3 giugno 2015
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il museo ha chiuso i battenti.
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Dopo otto anni e circa un miliardo di dollari incassati in tutto il mondo coi primi due episodi, la saga si chiude con questo terzo capitolo nel quale il guardiano notturno Larry Daley si reca a Londra, al British Museum, per impedire che l'incantesimo svanisca. Nella capitale inglese verrà accolto da un'esilarante guardia, l'esplosiva Rebel Wilson, e si troverà di nuovo fianco a fianco con vecchi e nuovi personaggi che magicamente prendono vita quali Theodore Roosvelt (con Robin Williams alla sua ultima interpretazione), Jedidah Smith, Ottaviano, il faraone Merenkahre e il cavaliere Lancillotto (il Dan Stevens di "Downtown Abbey"), forse la new entry migliore e di più grande impatto del film.
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Dopo otto anni e circa un miliardo di dollari incassati in tutto il mondo coi primi due episodi, la saga si chiude con questo terzo capitolo nel quale il guardiano notturno Larry Daley si reca a Londra, al British Museum, per impedire che l'incantesimo svanisca. Nella capitale inglese verrà accolto da un'esilarante guardia, l'esplosiva Rebel Wilson, e si troverà di nuovo fianco a fianco con vecchi e nuovi personaggi che magicamente prendono vita quali Theodore Roosvelt (con Robin Williams alla sua ultima interpretazione), Jedidah Smith, Ottaviano, il faraone Merenkahre e il cavaliere Lancillotto (il Dan Stevens di "Downtown Abbey"), forse la new entry migliore e di più grande impatto del film. Lo humour è sempre quello che ha contraddistinto l'intera trilogia così come il tono scanzonato, il ritmo è sempre alto e crescente e il cambio di location permette di dare una sferzata di energia alla saga dopo il secondo episodio in chiara flessione rispetto al primo. Probabilmente anche questo episodio è un tantino sofferente, con la sceneggiatura che sembra fatta apposta per infilarci quante più gag possibili, a volte pure già viste. Stiller non lascia ma anzi raddoppia grazie al primitivo quasi sosia che gli permette di dar sfogo al suo lato più demenziale ma sono i suoi soci ad essere ormai intrappolati in se stessi e in situazioni assolutamente artificiose. Si salvano, come detto Stevens, e Hugh Jackman in un simapticissimo quanto breve cameo in cui interpreta se stesso a teatro. Il clima che si avverte è inevitabilmente quello dell'ultimo giorno di scuola in cui la classe appare stanca e arranca in attesa del suono della campanella. Il divertimento si mescola ad un'infarinatura di Storia, film che piacerà sicuramente ai più giovani e farà storcere il naso ai più grandi, senza dimenticare Mickey Rooney, anch'egli alla sua ultima interpretazione, morto durante le riprese poco dopo aver girato una scena con Dick Van Dyke e Bill Cobs. Inevitabile non provare una certa malinconia per lui e per il già citato Robin Williams.
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giorpost
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venerdì 28 dicembre 2018
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quant'è dura dire addio a peter pan
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Larry Daley è tornato, e con lui l'intera mandria di personaggi storici e "naturalistici" che (puntualmente) rispondono presente per aiutare il custode museale più avventuroso del pianeta.
Stavolta il palcoscenico principale non è la Grande Mela con il suo Museo di Storia Naturale: si parte, infatti, dalla piana di Giza, in Egitto, negli anni '30 e si passa alla Londra odierna dove la storia si svolge -soprattutto- nel British Museum.
Nella terza (magica) avventura occorrerà capire il segreto che si cela dietro la mitica tavoletta d'oro, e per farlo non mancheranno, a fungere ora da ostacolo, ora da supporto, figure leggendarie come Lancillotto, Faraoni egizi o la Scala di Escher, per salvare l'allegra comitiva di Larry, stavolta impreziosita dalle new entries di un suo clone di Neanderthal ed il figlio Nick.
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Larry Daley è tornato, e con lui l'intera mandria di personaggi storici e "naturalistici" che (puntualmente) rispondono presente per aiutare il custode museale più avventuroso del pianeta.
Stavolta il palcoscenico principale non è la Grande Mela con il suo Museo di Storia Naturale: si parte, infatti, dalla piana di Giza, in Egitto, negli anni '30 e si passa alla Londra odierna dove la storia si svolge -soprattutto- nel British Museum.
Nella terza (magica) avventura occorrerà capire il segreto che si cela dietro la mitica tavoletta d'oro, e per farlo non mancheranno, a fungere ora da ostacolo, ora da supporto, figure leggendarie come Lancillotto, Faraoni egizi o la Scala di Escher, per salvare l'allegra comitiva di Larry, stavolta impreziosita dalle new entries di un suo clone di Neanderthal ed il figlio Nick.
Notte al Museo - Il segreto del Faraone (USA, 2014) esce nelle sale a pochi mesi dalla scomparsa del grande Robin Williams, che torna a vestire i panni di Roosvelt (e a dare voce ad un simpatico Garuda tibetano); per chi, come chi vi scrive, ha visto il film a notevole distanza temporale dal rilascio, lo stesso credo abbia suscitato una forte amarezza di fondo, pur essendo un prodotto di alta qualità oltre che godibile ed a tratti molto divertente.
Difatti la pellicola è in piena sintonia con i suoi due predecessori ed, in particolare, con il primo storico episodio: l'aura di malinconia è data, ovviamente, dalla consapevolezza che si sta guardando l'ultima opera interpretata da Robin, un magnifico Peter Pan che non ha voluto più prendere il volo. E la sua pare addirittura essere una scelta non casuale, visto che proprio il suo erede naturale, Ben Stiller, non solo ne prende il testimone, ma ci ricorda anche (con la sua solita verve) che crescere troppo non conviene a nessuno: restare un pizzico bambini aiuta a rendere meno pesante l'esistenza.
Da questo plot leggero e fantastico traspare un altro filone: lasciare i propri figli al loro destino è sempre difficile, ma necessario.
Una pellicola che non delude le attese, con la quale si ride molto per alcune sequenze (la foto di gruppo fatta dai due ragazzini nel bus, la custode inglese che danza sulle note di Dirty Dancing) e ci si commuove spesso, anche per un prolungato bacio tra la scimmia cappuccina (Dexter) e il protagonista.
Nel consueto epilogo concitato ci si imbatterà persino in una piece teatrale con un Hugh Jackman (quello vero) in versione simpatica con tanto di auto-citazione wolweriniana e in un truccatissimo Ben Kingsley calato nel piccolo ma fondamentale ruolo del faraone.
La dedica finale, a metà dei titoli di coda, è rivolta prima a Mickey Rooney, poi a Williams, ed è davvero emozionante: "la magia non finirà mai".
È proprio vero, almeno per chi ha amato (e ama tutt'ora) l'attore de L'attimo fuggente: il suo sorriso buono, i suoi occhi dolci, la sua corporatura compatta e goffamente amorevole non potranno mai essere dimenticati e la magia della sua straordinaria sensibilità non cesserà mai di farci ridere e piangere, grazie a quella importante mole di interpretazioni che sono il suo lascito.
Grazie Robin.
Ben, ora tocca (anzi, è sempre toccato) a te.
Voto: 8
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giorpost
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venerdì 28 dicembre 2018
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quanto è difficile dire addio a peter pan
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Larry Daley è tornato, e con lui l'intera mandria di personaggi storici e "naturalistici" che (puntualmente) rispondono presente per aiutare il custode museale più avventuroso del pianeta.
Stavolta il palcoscenico principale non è la Grande Mela con il suo Museo di Storia Naturale: si parte, infatti, dalla piana di Giza, in Egitto, negli anni '30 e si passa alla Londra odierna dove la storia si svolge -soprattutto- nel British Museum.
Nella terza (magica) avventura occorrerà capire il segreto che si cela dietro la mitica tavoletta d'oro, e per farlo non mancheranno, a fungere ora da ostacolo, ora da supporto, figure leggendarie come Lancillotto, Faraoni egizi o la Scala di Escher, per salvare l'allegra comitiva di Larry, stavolta impreziosita dalle new entries di un suo clone di Neanderthal ed il figlio Nick.
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Larry Daley è tornato, e con lui l'intera mandria di personaggi storici e "naturalistici" che (puntualmente) rispondono presente per aiutare il custode museale più avventuroso del pianeta.
Stavolta il palcoscenico principale non è la Grande Mela con il suo Museo di Storia Naturale: si parte, infatti, dalla piana di Giza, in Egitto, negli anni '30 e si passa alla Londra odierna dove la storia si svolge -soprattutto- nel British Museum.
Nella terza (magica) avventura occorrerà capire il segreto che si cela dietro la mitica tavoletta d'oro, e per farlo non mancheranno, a fungere ora da ostacolo, ora da supporto, figure leggendarie come Lancillotto, Faraoni egizi o la Scala di Escher, per salvare l'allegra comitiva di Larry, stavolta impreziosita dalle new entries di un suo clone di Neanderthal ed il figlio Nick.
Notte al Museo - Il segreto del Faraone (USA, 2014) esce nelle sale a pochi mesi dalla scomparsa del grande Robin Williams, che torna a vestire i panni di Roosvelt (e a dare voce ad un simpatico Garuda tibetano); l'opera mi ha suscitato una forte amarezza di fondo, pur essendo un prodotto di alta qualità oltre che godibile ed a tratti divertente. Una pellicola in piena sintonia con i suoi due capitoli precedenti ed, in particolare, con il primo storico episodio: l'aura di malinconia è data, ovviamente, dalla consapevolezza che si sta guardando l'ultima opera interpretata da Robin, un magnifico Peter Pan che non ha voluto più prendere il volo.
E la sua pare addirittura essere una scelta non casuale, visto che proprio il suo erede naturale, Ben Stiller, non solo ne prende il testimone, ma ci ricorda anche (con la sua solita verve) che crescere troppo non conviene a nessuno: restare un pizzico bambini aiuta a rendere meno pesante l'esistenza.
Da questo plot leggero e fantastico traspare un altro filone: lasciare i propri figli al loro destino è sempre difficile, ma necessario.
Una pellicola che non delude le attese, con la quale si ride molto per alcune sequenze (la foto di gruppo fatta dai due ragazzini nel bus, la custode inglese che danza sulle note di Dirty Dancing) e ci si commuove spesso, anche per un prolungato bacio tra la scimmia cappuccina (Dexter) e il protagonista.
Nel consueto epilogo concitato ci si imbatterà persino in una piece teatrale con un Hugh Jackman (quello vero) in versione simpatica con tanto di auto-citazione wolweriniana e in un truccatissimo Ben Kingsley calato nel piccolo ma fondamentale ruolo del faraone.
La dedica finale, a metà dei titoli di coda, è rivolta prima a Mickey Rooney, poi a Williams, ed è davvero emozionante: "la magia non finirà mai".
È proprio vero, almeno per chi ha amato (e ama tutt'ora) l'attore de L'attimo fuggente: il suo sorriso buono, i suoi occhi dolci, la sua corporatura compatta e goffamente amorevole non potranno mai essere dimenticati e la magia della sua straordinaria sensibilità non cesserà mai di farci ridere e piangere con il suo corposo lascito.
Grazie Robin.
Ben, ora tocca (anzi, è sempre toccato) a te.
Voto: 7,5
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