Questo grande film documentario va visto per almeno due validi motivi. Il primo è che pur essendo un documentario è realizzato come una spy-story, con tanto di suspense e colpi di scena: solo che a parlare sono tutti i veri protagonisti di questa grande caccia all’uomo della Cia e della rocambolesca fuga della spia spasmodicamente ricercata. Il secondo motivo è che attraverso la ricostruzione così meticolosa di questa vicenda noi capiamo davvero cos’è in ballo ai vertici politici e segreti del pianeta in termini di democrazia. Edward Snowden non ha neanche trent’anni quando - lavorando per la NSA (National Security Agency) - si rende conto della gigantesca piovra di controllo mondiale illegale messa su dal suo paese, gli Usa, e dall’Inghilterra. PRISM e Tempora sono i due programmi secretati di sorveglianza elettronica mondiale, attraverso cui qualsiasi device, ossia aggeggio di comunicazione, telefono fisso, mobilie, pc, tablet di ogni singolo cittadino, ma anche di governi e istituzioni, è monitorato segretamente, illegalmente, 24 acca. Snowden capisce che non è solo per prevenzione antiterroristica che questo sistema è stato installato e si è mostruosamente sviluppato. Esso è diventato una regola di governace planetaria, al di fuori di qualsiasi legittima autorizzazione e possibilità controllo democratico. È la democrazia 2.0 dell’era tecnologica, ossia è il declino, se non proprio il collasso della democrazia. Snowden entra in contatto con Glenn Greenwald, un giornalista del prestigioso quotidiano britannico “The Guardian”, il quale – nel 2013 – comincia regolarmente a pubblicare le informazioni-denunce di Snowden. Questo giornale è lo stesso che nel novembre del 2010 inizia a pubblicare i file inviati da Julian Assange dal sito WikiLeaks. Snowden, cosciente del rischio che ormai sta correndo fugge e si nasconde a Honk Kong. E lì – da una piccola camera d’albergo – riesce ad entrare in contatto proprio con Assange, il quale elabora un geniale quanto calcolato al cronometro piano di fuga verso la Russia. Un piano che riesce a beffare tutta la mastodontica rete diplomatica e spionistica tessuta dagli Usa per intrappolare il fuggitivo. Uno degli episodi più sbalorditivi di questa vicenda è l’atterraggio forzato, al limite del dirottamento, fatto compiere in Austria all’aereo del presidente boliviano Evo Morales, a bordo del quale la Cia riteneva fosse salito Snowden. Un’ultima notazione. Un film di fiction funziona bene quando contro il protagonista si staglia la figura di un potente antagonista. Tale regola è fondamentale anche per la riuscita dei documentari. Si erge, infatti, in questo film, contro la figura del giovane Snowden, quella della consumata volpe di Michael Hayden, ex direttore della NSA. È proprio attraverso le sue parole che riusciamo a capire bene la posta in gioco nella partita di democrazia e libertà. “Come può Snowden, ossia un singolo, questo, – afferma Hayden – avere la presunzione di imporre un proprio valore morale, contro quello che l’America, lo Stato, i suoi apparati hanno ritenuto e stabilito come buono?”
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