Perfidia |
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Un film di Bonifacio Angius.
Con Stefano Deffenu, Mario Olivieri, Noemi Medas, Alessandro Gazale.
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Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 103 min.
- Italia 2014.
- Il Monello Film
uscita giovedì 22 gennaio 2015.
MYMONETRO
Perfidia
valutazione media:
3,50
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La "Perfidia" di Angius in corsa per il Pardo d'Oro
di Roberto Nepoti La Repubblica
Fa piacere poter dire che l'unico titolo italiano in concorso di questa edizione, Perfidia, è un ottimo film. Diretto da un trentenne, Bonifacio Angius, racconta una storia che per certi versi evoca l'epocale I pugni in tasca. Sono passati cmquant'anni ma, come l'Alessandro di Marco Bellocchio, anche il protagonista Angelo vegeta in una provincia che è un natìo borgo selvaggio: una Sassari sonnolenta e senza prospettive, dove però serpeggia una violenza latente; e dove, come nell'altro film, si crea l'humus per commettere "delitti di famiglia". Ciò che lo rende notevole è il profondo senso di malessere che traversa le immagini di Angius, specchio di una società abulica e "desencantada" che ha azzerato il dialogo tra padri e figli.
Peppino, il padre, impartisce ad Angelo lezioni di vita che il ragazzo non può condividere, e neppure capire; intorno, una politica intesa solo come clientelismo (con cui l'uomo anziano vorrebbe risolvere i problemi di lavoro del giovane) e una religione senza religiosità, rappresentata dalle prediche radiofoniche che traversano tutto il film. Di chi è, dunque, la "perfidia" del titolo? «Di tutti e di nessuno», risponde Angius, precisando che la scelta è anche un omaggio alla canzone resa celebre da Nat King Cole. «E' nella quotidianità stagnante, nella mancanza di aspirazioni, nella solitudine, nella disoccupazione e nel vuoto culturale dei nostri giorni. Non si tratta di mettersi a giudicare chi è buono e chi è cattivo, come pretende invano di fare Angelo». Bravi gli attori, tutti sardi, con in testa il giovane Stefano Deffenu (che per interpretare il figlio siè ispirato al più alto dei modelli: Charlot) e il veterano Mario Olivieri, proveniente dal teatro («minacciai di suicidarmi se Angius non mi avesse dato la parte del padre»). Certo non è un film consolatorio Perfidia; però sa amalgamare con sapienza il malessere e i lampi di humour, il dramma e l'ironia dolente. Potrebbe a ragione aspirare al Pardo d'oro; ma il trofeo più ambito sarebbe probabilmente una distribuzione nelle sale italiane, che non ha ancora trovato.
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