donatella
|
giovedì 28 maggio 2020
|
per non dimenticare. mai.
|
|
|
|
Una volta nella vita ogni essere umano nato libero e con la fortuna di essere rimasto tale dovrebbe provare ad immedesimarsi nella paura, nel terrore, nella disperazione, nell’umiliazione.
La paura di rimanere soli, di non avere più nessuno a cui appoggiarsi, a cui aggrapparsi.
Il terrore negli occhi di chi annega.
La disperazione di un padre costretto a separarsi dai propri figli; di un figlio che non si ricorderà più che odore avesse sua madre; di una madre che non saprà mai che fine ha fatto la propria sorella.
L’umiliazione di essere spogliato dei propri abiti e, con essi, della propria identità.
[+]
Una volta nella vita ogni essere umano nato libero e con la fortuna di essere rimasto tale dovrebbe provare ad immedesimarsi nella paura, nel terrore, nella disperazione, nell’umiliazione.
La paura di rimanere soli, di non avere più nessuno a cui appoggiarsi, a cui aggrapparsi.
Il terrore negli occhi di chi annega.
La disperazione di un padre costretto a separarsi dai propri figli; di un figlio che non si ricorderà più che odore avesse sua madre; di una madre che non saprà mai che fine ha fatto la propria sorella.
L’umiliazione di essere spogliato dei propri abiti e, con essi, della propria identità.
Una volta nella vita ogni essere umano dovrebbe leggere, a voce alta, il Giuramento di Mauthausen per “conservare nella nostra memoria la solidarietà internazionale del campo e trarne i dovuti insegnamenti...”
Una volta nella vita ognuno di noi dovrebbe avere una Anne Gueguen come docente per credere che la conoscenza sia l’unica arma possibile alle ottusità razziste.
Una volta nella vita è un film che andrebbe proiettato in tutte le scuole, per non dimenticare.
Mai.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a donatella »
[ - ] lascia un commento a donatella »
|
|
d'accordo? |
|
riccardo tavani
|
venerdì 25 novembre 2016
|
l'europa in una classe
|
|
|
|
Liceo Léon Blumdi Créteil, città nella banlieue sud-est di Parigi. Una goccia d’Europa, ma una goccia che riflette tutto l’immenso cielo sopra di essa.
“L’Europa si presenta a noi con due volti. Uno, quello della discarica dei più complicati problemi dell’epoca, quali l’immigrazione. L’altro, quello delle grandi possibilità insite in essa”. Questa la definizione del celebre sociologo e filosofo polacco Zygmund Bauman.
Esattamente tale doppia faccia presenta quel liceo francese, non solo nel film ma nella realtà, poiché si tratta di una storia vera.
[+]
Liceo Léon Blumdi Créteil, città nella banlieue sud-est di Parigi. Una goccia d’Europa, ma una goccia che riflette tutto l’immenso cielo sopra di essa.
“L’Europa si presenta a noi con due volti. Uno, quello della discarica dei più complicati problemi dell’epoca, quali l’immigrazione. L’altro, quello delle grandi possibilità insite in essa”. Questa la definizione del celebre sociologo e filosofo polacco Zygmund Bauman.
Esattamente tale doppia faccia presenta quel liceo francese, non solo nel film ma nella realtà, poiché si tratta di una storia vera. Al suo interno, una classe esplosiva – la seconda E – con più difficoltà culturali e sociali delle altre. La principale difficoltà è proprio la sua composizione multietnica. Tra veli, cappelli, simboli religiosi, violente intromissioni di alcuni ragazzi sul modo di vestire delle ragazze, aggressioni razziste, prof afferrate per il collo, e messe a tacere spalle al muro, zuffe e cori da stadio in classe, le/gli insegnanti devono far rispettare al massimo il regolamento teso a mantenere il carattere laico della scuola pubblica francese.
Anne Gueguen, professoressa di storia e letteratura, e coordinatrice del gruppo interclasse di storia dell’arte, decide di giocare la carta delle possibilità proprio là dove sembra più acuto l’aspetto della discarica di problemi irrisolvibili. Proprio a quella difficile, maledetta seconda propone di partecipare al concorso scolastico nazionale sulla resistenza e la deportazione.
Puntare sulle possibilità significa offrire delle possibilità di esprimersi a chi di solito non sono date. Molti insegnanti, compreso il preside, infatti, hanno già catalogato quella classe come irrecuperabile, una pura grana. La professoresse Guegeun, però, punta proprio su un tema alto, quello del razzismo, che così cruciale è stato per l’Europa del secolo scorso. La Shoah, ossia lo sterminio di milioni di ebrei e la riduzione dell’umano al sub umano nei campi di concentramento, si è manifestata proprio nel continente dove la civiltà, la cultura, l’arte, la scienza avevano raggiunto il livello più alto.
Anche la regista, nel realizzare il suo film, usa lo stesso metodo che la prof Gueguen ha usato nella realtà: dà una possibilità alle ragazze e ai ragazzi che lo interpretano, aiutandoli a esprimersi in una recitazione sempre spontanea, dinamica, autentica.
Uno dei temi del film è quello del passaggio dalla frammentazione, contrapposizione, contrasto tra i vari gruppi, anche durante la ricerca, all’amalgama, alla sintesi, al mettere insieme le sensibilità e le potenzialità di ognuno. La prof – coadiuvata da un’altra insegnante – è tenace, paziente, ma su questo cruciale punto è netta, dice parole chiare e mette la classe di fronte a una responsabilità, a una scelta precisa.La regista ricorre a una tecnica di montaggio che incrocia continuamente, in maniera fluida, fusionale, i diversi piani di ripresa dei ragazzi. Dalle inquadrature di due, tre di loro, ai primi piani di uno, ai campi d’insieme, noi abbiamo la percezione di un lavoro di ricerca, composizione, formazione intellettuale e del carattere che irradia da una sintonia intrapersonale, che non annulla, ma esalta le potenzialità individuali, imparando innanzitutto ad imparare.
Proprio quello delle immagini è un altro tema del film. Perché in un’epoca e in una società disseminata di immagini e grandi, piccoli schermi la semplice e chiara lezione della prof Gueguen torna sempre utile all’Europa, dentro e fuori ogni aula scolastica.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a riccardo tavani »
[ - ] lascia un commento a riccardo tavani »
|
|
d'accordo? |
|
pablasono
|
domenica 7 febbraio 2016
|
bene
|
|
|
|
ottimo film,da vedere e consigliare
|
|
[+] lascia un commento a pablasono »
[ - ] lascia un commento a pablasono »
|
|
d'accordo? |
|
francesca50
|
mercoledì 3 febbraio 2016
|
film didascalico
|
|
|
|
Il film è bem condotto, anche se il tema tratttato, quello dell'insegnante appassionato che recupera la classe, è stato già raccontato e riraccontato.
Viene la snoah ad essere resa in modo didascalico come una lezione di storia. In questo senso il film è interessante perché molto documentaristico.
Per il resto possiamo dire che i ragazzi presi dalla strada esprimono se stessi, ma certo non rendono il film niente più che un buon film.
|
|
[+] lascia un commento a francesca50 »
[ - ] lascia un commento a francesca50 »
|
|
d'accordo? |
|
flyanto
|
martedì 2 febbraio 2016
|
la shoah insegnata e raccontata dai ragazzi
|
|
|
|
Tratto da un fatto realmente accaduto "Una Volta nella Vita" presenta come in una scuola francese situata nella periferia di Parigi sono stati insegnati e conseguentemente appresi gli avvenimenti della Shoah. Grazie ad una professoressa (Ariane Ascaride) dotata di molta buona volontà e di ottimi propositi, una classe di una scuola superiore composta da ragazzi appartenenti a numerose etnie ed assai indisciplinata e con scarsa voglia di apprendere e di applicarsi in ogni modo allo studio, inizia ad entusiasmarsi ad un progetto letterario, con premiazione finale, indetto dal Ministero della Pubblica Istruzione francese. Quello che essi dovranno fare è esprimere con i loro mezzi e a loro scelta i fatti deplorevoli e quanto mai tristi della Shoah, prendendo come analisi la terribile realtà vissuta dai bambini e dagli adolescenti deportati, non quella degli adulti.
[+]
Tratto da un fatto realmente accaduto "Una Volta nella Vita" presenta come in una scuola francese situata nella periferia di Parigi sono stati insegnati e conseguentemente appresi gli avvenimenti della Shoah. Grazie ad una professoressa (Ariane Ascaride) dotata di molta buona volontà e di ottimi propositi, una classe di una scuola superiore composta da ragazzi appartenenti a numerose etnie ed assai indisciplinata e con scarsa voglia di apprendere e di applicarsi in ogni modo allo studio, inizia ad entusiasmarsi ad un progetto letterario, con premiazione finale, indetto dal Ministero della Pubblica Istruzione francese. Quello che essi dovranno fare è esprimere con i loro mezzi e a loro scelta i fatti deplorevoli e quanto mai tristi della Shoah, prendendo come analisi la terribile realtà vissuta dai bambini e dagli adolescenti deportati, non quella degli adulti. Dopo le prime ritrosie, tutti i componenti della suddetta classe iniziano a provare un reale ed acceso interesse per l'argomento, rimanendone ovviamente anche molto sensibilizzati, e cominceranno tutti a poco a poco a collaborare gli uni con gli altri all'adempimento del progetto, riuscendo a costruire un'opera fatta di immagini e di raccolte di testi e testimonianze varie che li porterà all'insperata, almeno all'inizio, e meritata premiazione.
A prima vista, sicuramente il film risulta troppo semplicistico nella vicenda che, iniziata sotto i peggiori auspici, termina con una saggia presa di coscienza da parte degli alunni i quali nel corso del progetto si riscattano nella condotta e nell'adempimento dei propri doveri scolastici. Ma quello che è importante evidenziare non è tanto la trama sicuramente semplificata, ma il lodevole impregno e la pazienza che l'insegnante ha messo nel volere trasmettere ad una classe di studenti, ritenuti in pratica senza più alcuna speranza, un'intensa e drammatica pagina di storia e soprattutto nel riuscire ad entusiasmarli, nonchè ad essere profondamente toccati, all'apprendimento di questa. Ed è proprio in questo modo, si evince dal film, che la scuola dovrebbe funzionare ed agire nella realtà, con insegnanti aperti al dialogo ed alla comprensione ma anche alla punizione, quando necessaria, nel caso di condotte comportamentali disdicevoli. E l'insegnamento delle varie materie dovrebbe vertere più che su sterili nozioni su un apprendimento basato sul dialogo e sulla discussione atti a far riflettere e conseguentemente maturare gli studenti. Probabilmente esistono nella realtà insegnanti di questo tipo, dal momento che la pellicola, ripeto, è stata tratta da un fatto realmente accaduto, ma si è anche ben consapevoli che purtroppo nella maggioranza dei casi una scuola di questo tipo risulta un'utopia e che non tutti i docenti sono strutturati di così larghe vedute e soprattutto buona volontà ed amore per il proprio lavoro di insegnanti come quella interpretata dall'ottima, come sempre nelle sue performances cinematografiche, Ariane Ascaride.
Interessante.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a flyanto »
[ - ] lascia un commento a flyanto »
|
|
d'accordo? |
|
letizia
|
lunedì 1 febbraio 2016
|
da vedere,ottimo film.
|
|
|
|
Film molto interessante,agile,che mostra come la passione di una prof.capace di dare fiducia
ai suoi alunni disastrati, riesca a vincere l'apatia,il disinteresse,la conflittualita',l'in
dividualismo di questa terribile seconda superiore della periferia parigina.
L'esistenza di classi cosi' problematiche è purtroppo reale in certe periferie degradate
di metropoli;conosco persone che hanno abbandonato l'insegnamento per la difficolta' di operare
in contesti cosi' difficili.
La prof. del film riesce con grande professionalita'e passione a motivare i suoi alunni intor
no al tema dello sterminio nei campi di concentramento nazisti.
Alla fine la classe vince un importante premio,contro le aspettative di tutti, ma soprattutto,
esce finalmente motivata e coesa dal punto di vista umano.
[+]
Film molto interessante,agile,che mostra come la passione di una prof.capace di dare fiducia
ai suoi alunni disastrati, riesca a vincere l'apatia,il disinteresse,la conflittualita',l'in
dividualismo di questa terribile seconda superiore della periferia parigina.
L'esistenza di classi cosi' problematiche è purtroppo reale in certe periferie degradate
di metropoli;conosco persone che hanno abbandonato l'insegnamento per la difficolta' di operare
in contesti cosi' difficili.
La prof. del film riesce con grande professionalita'e passione a motivare i suoi alunni intor
no al tema dello sterminio nei campi di concentramento nazisti.
Alla fine la classe vince un importante premio,contro le aspettative di tutti, ma soprattutto,
esce finalmente motivata e coesa dal punto di vista umano.
Constato che spesso i film francesi sono di ottimo livello.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a letizia »
[ - ] lascia un commento a letizia »
|
|
d'accordo? |
|
eugenio
|
martedì 26 gennaio 2016
|
pubblico e giudizi
|
|
|
|
Sera di martedì 26 gennaio 2016, ore 21:20. Il film "Una volta nella vita" di Marie-Castille Mention-Schaar è programmato dalla distribuzione per uscire il 27 gennaio. Quindi non è ancora nelle sale. Con quale criterio qualcuno del potenziale pubblico già, da oggi, ha espresso il dissenso/assenso con la recensione/presentazione del film in questo sito?
|
|
[+] lascia un commento a eugenio »
[ - ] lascia un commento a eugenio »
|
|
d'accordo? |
|
|