el cinefilo
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sabato 22 febbraio 2014
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ci sono quei film che emozionano...
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Ci sono quei film che, oltre all'aspetto prettamente tecnico, sono in grado di emozionare e di lasciare qualcosa di indefinito dentro a ciascuno di noi e a parer mio (parere certamente modesto), questo è il caso di Lone Survivor.
Il Cinema "bellico" nel proseguo degli anni ha donato a noi pubblico, molto pretenzioso, capolavori appartenenti a diversi filoni, dai due film capolavoro per antonomasia per me che sono "Platoon" e "Black Hawk Down", al grande "Salvate il Soldato Ryan", fino ad arrivare a film a sfondo militare dove il Vietnam (tema sistematicamente trattato dai più grandi) la fa da padrone e dove spiccano "Apocalypse Now", "Il Cacciatore", "Nato il 4 Luglio" e il precedente nominato "Platoon" appunto.
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Ci sono quei film che, oltre all'aspetto prettamente tecnico, sono in grado di emozionare e di lasciare qualcosa di indefinito dentro a ciascuno di noi e a parer mio (parere certamente modesto), questo è il caso di Lone Survivor.
Il Cinema "bellico" nel proseguo degli anni ha donato a noi pubblico, molto pretenzioso, capolavori appartenenti a diversi filoni, dai due film capolavoro per antonomasia per me che sono "Platoon" e "Black Hawk Down", al grande "Salvate il Soldato Ryan", fino ad arrivare a film a sfondo militare dove il Vietnam (tema sistematicamente trattato dai più grandi) la fa da padrone e dove spiccano "Apocalypse Now", "Il Cacciatore", "Nato il 4 Luglio" e il precedente nominato "Platoon" appunto.
Questi sono i film che per me meritano di essere ricordati, che mi hanno emozionato per regia, fotografia, musiche e interpretazioni talmente toccanti da renderti partecipe delle sofferenze dei protagonisti.
Ora non voglio risultare irriverente, ma "Lone Survivor" mi ha toccato allo stesso modo, cullando dentro me sensazioni che vanno dalla serenità iniziale, fino ad arrivare alla più totale ansia che culmina in una profonda sensazione di tristezza e di rispetto. Si signori rispetto...avendo visto il trailer del film sono andato molto prevenuto aspettando la più colossale americanata con i grandi Eric Bana e Mark Wahlberg in prima linea, invece nonostante il film sia tratto da un libro derivante da un'esperienza reale di guerra, si da a Cesare quel che è di Cesare non facendo di tutta l'erba un fascio, non criminalizzando un'intera popolazione ma bensì solo una fazione, onorando chi di dovere.
La pellicola si apre con la dimostrazione di filmati di addestramento dei Navy Seal, soldati che possono sembrare macchine ma che nel film si dimostrano maledettamente umani e reali nella loro "grandezza" e grande merito va dato alle grandi interpretazioni dei quattro sfortunati protagonisti, cioè un maturo e davvero brillante Mark Wahlberg e i suoi compagni davvero adatti alla parte e a tratti toccanti, cioè Taylor Kytsch, Ben Foster e Emile Hirsch.
I quattro soldati si imbattono in una sfortunata operazione, che li porterà a dover scegliere se rischiare le loro vite o sacrificare dei civili e chiaramente in base a questa scelta, il loro destino cambierà radicalmente. Dopo, è una concatenata "esplosione" di scene violente, cadute rocambolesche, e ansia, tanta ansia, c'è un grande spazio per il lato più sentimentale del film dove tutti gli attori protagonisti contribuiscono in maniera a mio avviso eccelsa.
Non aspettatevi un Eric Bana alla Black Hawk Down, rimarrete delusi. Avrete la vostra scarica di adrenalina e di scontri a fuoco, ma con i piedi per terra, ed è per questo che ho amato questo film, una goduria per gli occhi e per il cuore. E' un film americano e chiaramente si vede ma non è una forzatura come qualcuno ha riferito con a parer mio una certa incompetenza. Tecnicamente niente da ridire, gli scontri a fuoco sono una vera goduria per gli occhi e per la bocca dello stomaco, a buon intenditore...
Non è il capolavoro per antonomasia del genere, ma un grande film... grande davvero! Guardatelo senza pregiudizi e ne resterete affascinati, con un profondo senso di riflessione e senza odio per chi non lo merita... perché non tutti i soldati americani sono dei Terminator, ma soprattutto, non tutti sono dei fottuti talebani!!!
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aleturoni
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giovedì 20 febbraio 2014
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senso etico
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E' un film unico nel suo genere. Solo in apparenza può sembrare ipocrita e di propaganda. E' anzi un film profondo sul senso etico e dell'onore. Valori che in alcuni rari casi vengono ancora percepiti superiori a quelli della stessa vita. La sig.ra Gandolfi ha capito ben poco di questo film forse troppo influenzata dalla retorica buonista. Non si tratta di fare il tifo per una parte (essendo anche una stario vera) ma di riconoscere il valore di uomni come i Pashtun che non sono "i nostri" che hanno sacrificato la loro vita per non venir meno al loro codice etico. Fosse anche un'apologia, quest'ultime non sono né belle nè brutte, come suggerisce la critica ufficiale (imabarazzante).
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E' un film unico nel suo genere. Solo in apparenza può sembrare ipocrita e di propaganda. E' anzi un film profondo sul senso etico e dell'onore. Valori che in alcuni rari casi vengono ancora percepiti superiori a quelli della stessa vita. La sig.ra Gandolfi ha capito ben poco di questo film forse troppo influenzata dalla retorica buonista. Non si tratta di fare il tifo per una parte (essendo anche una stario vera) ma di riconoscere il valore di uomni come i Pashtun che non sono "i nostri" che hanno sacrificato la loro vita per non venir meno al loro codice etico. Fosse anche un'apologia, quest'ultime non sono né belle nè brutte, come suggerisce la critica ufficiale (imabarazzante).
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eufel
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martedì 28 ottobre 2014
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critico la critica
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Ho visto la prima volta il film in aereo nel volo da Dubai a Hong Kong, lo scorso settembre. Assieme ad altri cinque o sei. Il bello dei viaggi in aereo è che puoi vedere film che non saresti portato a vedere o film che in Italia non circolano (russi, asiatici, etc.). Lone Survivor è l'unico dei film che mi ha lasciato qualcosa. Per questo l'ho rivisto in DVD BR ieri sera. Ho letto nel frattempo un po' di recensioni. Da Nepoti in giù sembra che la critica abbia preso una posizione unanime: i Navy Seals appaiono come dei supereroi, quasi invincibili, capaci di prendersi 6/7 colpi di proiettile e lanciarsi da burroni per poi rialzarsi. I taliban sono il male. Il film viene bocciato perché il dolore e il sangue sono solo degli americani "buoni", mentre i taliban cadono come gli indiani nei vecchi film western.
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Ho visto la prima volta il film in aereo nel volo da Dubai a Hong Kong, lo scorso settembre. Assieme ad altri cinque o sei. Il bello dei viaggi in aereo è che puoi vedere film che non saresti portato a vedere o film che in Italia non circolano (russi, asiatici, etc.). Lone Survivor è l'unico dei film che mi ha lasciato qualcosa. Per questo l'ho rivisto in DVD BR ieri sera. Ho letto nel frattempo un po' di recensioni. Da Nepoti in giù sembra che la critica abbia preso una posizione unanime: i Navy Seals appaiono come dei supereroi, quasi invincibili, capaci di prendersi 6/7 colpi di proiettile e lanciarsi da burroni per poi rialzarsi. I taliban sono il male. Il film viene bocciato perché il dolore e il sangue sono solo degli americani "buoni", mentre i taliban cadono come gli indiani nei vecchi film western. Bene, scrivo questa recensione perché non sono d'accordo. Semplicemente il film prende il punto di vista dei Seals, quasi fosse una GoPro montata su uno dei loro berretti. Anche perché il film è tratto dal libro autobiografico dell'unico sopravvissuto e ha avuto la sua supervisione. Con che diritto o presunzione lo sceneggiatore e il regista avrebbero dovuto inventarsi il punto di vista dei taliban? E poi ricordiamoci che è un film, non un documentario o un libro di storia. Quindi ci stanno anche le cadute spettacolari, tanto criticate. Lone Survivor ci ricorda - questo è il suo valore - che dietro a dei soldati ci sono prima di tutto delle persone, con delle famiglie e dei sentimenti, e che la guerra è una delle cose peggiori e incomprensibili che oggi ci possano ancora essere.
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ultimoboyscout
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domenica 17 maggio 2015
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l'uomo sulla montagna.
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Lasciando da parte ogni discorso politico e propagandistico, è un gran bel film. E' la storia della missione denominata "Redwing" del 2005 e basata sul libro dell'unico sopravvissuto Marcus Luttrell, che narra di quattro Navy Seals spediti dal loro comandante sulle impervie montagne dell'Afghanistan per intercettare un pericolosissimo leader talebano. Dopo una sanguinosa battaglia, in cui i suoi tre commilitoni troveranno la morte, Luttrell sarà l'unico a salvarsi grazie al suo valore, al suo coraggio e al fondamentale quanto inaspettato aiuto degli abitanti di un villaggio sperduto tra i monti. "Lone survivor" ha di suo un valore importante perchè è il primo film americano in assoluto ad affrontare l'Afghanistan, in più colpisce forte per ritmo, azione e realismo crudo e assoluto, in particolare nelle scene di guerriglia.
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Lasciando da parte ogni discorso politico e propagandistico, è un gran bel film. E' la storia della missione denominata "Redwing" del 2005 e basata sul libro dell'unico sopravvissuto Marcus Luttrell, che narra di quattro Navy Seals spediti dal loro comandante sulle impervie montagne dell'Afghanistan per intercettare un pericolosissimo leader talebano. Dopo una sanguinosa battaglia, in cui i suoi tre commilitoni troveranno la morte, Luttrell sarà l'unico a salvarsi grazie al suo valore, al suo coraggio e al fondamentale quanto inaspettato aiuto degli abitanti di un villaggio sperduto tra i monti. "Lone survivor" ha di suo un valore importante perchè è il primo film americano in assoluto ad affrontare l'Afghanistan, in più colpisce forte per ritmo, azione e realismo crudo e assoluto, in particolare nelle scene di guerriglia. Il film riesce a prendere allo stomaco per come viene affrontata l'inevitabile morte dal commando dei Marines, Foster è assolutamente eccezionale ma Wahlberg incarna in maniera clamorosamente perfetta i valori di lealtà, passione e senso dell'onore anche se Berg esagera con la retorica (difficile comunque trovare film del genere che non ne abbiano in quantità industriale). E', molto probabilmente, il miglior film del regista nonostante un'esagerata enfasi patriottica e diverse cadute di gusto, ma vanno riconosciute a Berg una grandissima capacità di mantenere altissima la tensione per le due ore di durata del film e soprattutto la maniera pressochè perfetta di esplicitare la ferocia dell'uomo in guerra. Film che lascia in bocca il sapore cattivo della morte violenta (e in pellicole del genere è un altro merito del regista), che mostra i soldati americani lacerati, feriti e con le ossa che fuoriescono dal corpo come solo "Salvate il soldato Ryan" aveva fatto, non ci sono censure o ripuliture di sorta e a ben vedere più che la battaglia stessa (comunque fondamentale per lo svolgimento del film) sono i dilemmi morali ad accompagnare e ad alimentare i quattro soldati nel loro accidentato cammino. Molto belli e commoventi i titoli di coda, con le immagini del vero Luttrell, dei suoi commilitoni e di Mohammad Gulab, l'afgano che a rischio della propria vita lo ha salvato. L'apoteosi è l'abbraccio sincero tra i due uomini, icona non assolutamente scontata in film di genere. Di contro appaiono didascalici, machisti e a volte patetici i dialoghi in un vortice di follia a stelle e strisce.
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muttley72
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lunedì 3 marzo 2014
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alcuni dettagli non mi convincono...
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Il film è basato su una storia vera(...ma non sappiamo quanto, dove e in che modo il film sia stato "romanzato" rendendolo difforme dalla realtà, per meglio "adattarlo" allo schermo): quella di un reparto dei Navy Seals che si infiltra nel territorio montano afgano per localizzare un capo dei Taliban (da eliminare). Localizzati per colpa di alcuni pastori locali, incontrati per caso (e che i Seals scelgono di rilasciare, anziché eliminarli, essendo civili), i Seals verranno braccati dai guerriglieri (che li superano di molto in numero). Inizia così uno scontro che vede i militari USA in fuga e sempre più senza speranza (come si capisce anche dal titolo del film, che allude ad un "solo superstite"), anche poiché le radio satellitari non riescono a stabilire un contatto con la base (per chiedere i rinforzi aerei).
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Il film è basato su una storia vera(...ma non sappiamo quanto, dove e in che modo il film sia stato "romanzato" rendendolo difforme dalla realtà, per meglio "adattarlo" allo schermo): quella di un reparto dei Navy Seals che si infiltra nel territorio montano afgano per localizzare un capo dei Taliban (da eliminare). Localizzati per colpa di alcuni pastori locali, incontrati per caso (e che i Seals scelgono di rilasciare, anziché eliminarli, essendo civili), i Seals verranno braccati dai guerriglieri (che li superano di molto in numero). Inizia così uno scontro che vede i militari USA in fuga e sempre più senza speranza (come si capisce anche dal titolo del film, che allude ad un "solo superstite"), anche poiché le radio satellitari non riescono a stabilire un contatto con la base (per chiedere i rinforzi aerei). Il salvataggio dell'unico sopravvissuto sarà merito di alcuni locali, quasi a voler "compensare" il comportamento ostile di chi aveva precedentemente "segnalato" ai Taliban gli americani. Il film NON mi è piaciuto in alcuni suoi "aspetti" (che non so se veritieri o aggiunti dallo sceneggiatore): quello dei Seals che si buttano (...più volte, non una) da ripidissime scarpate venendo così inevitabilmente "maciullati" dalle rocce (pur essendo stati "tagliati fuori" dagli inseguitori non mi sembra comunque una cosa sensata), inoltre non è chiaro (nel film), perché la squadra non riesca a sfuggire ai Taliban che avevano alle costole, ma su cui avevano un discreto vantaggio, nè perchè non si proteggano con mine "Claymore" (che in genere sono portate in missioni simili), magari attestandosi in un punto più elevato ( nel film si mettono da soli in svantaggio entrando, durante il ripiegamento, in una ripida scarpata (dando così modo ai nemici di bersagliarli dall'alto), sembra infine strano che i Seals non dispongano almeno di un'arma di squadra (es. una mitragliatrice leggera). Nel film si vedono alcune sequenze (introduttive) con l'addestramento dei veri Seals e anche immagini dei veri protagonisti della storia, non mancano armi ed equipaggiamenti (tutti ormai già stra-noti ai patiti di cose militari). Al film (ma solo perché mi piace il genere) posso dare 3 stelle, ma "scarsine" e ciò per il sospetto (...non ne ho la certezza) che l'adattamento del film lo abbia forse troppo cambiato rispetto alla realtà in alcuni aspetti non secondari per chi ami i film che raccontino un fatto storico in modo (molto) accurato. Nulla esclude la possibilità che invece le mie sensazioni siano errate e che i fatti siano proprio andati così...
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[+] la missione... (!)
(di hollyver07)
[ - ] la missione... (!)
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(di astromelia)
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[+] astromelia - la guerra... roba da... muli...!
(di hollyver07)
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kronos
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martedì 19 novembre 2019
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lone rangers vs pellerossa
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Attenzione: contiene spoilers!
Ennesima produzione di propaganda stelle strisce che sembra pensata per una campagna di reclutamento nei reparti speciali dell'esercito.
I soliti eroici e indefessi bistecconi americani che stavolta portano la civiltà, sulle punte dei loro proiettili blindati, nel ridente Afghanistan.
Liberamente ispirato a fatti realmente accaduti, racconta con involontarie contaminazioni da fantascienza Marvel una sfortunata missione di alcuni (quasi) indistruttibili Rambos yankee alla ricerca d'un pericoloso leader talebano.
L'inizio è sobrio, forse perfino troppo, ma quando si comincia a sparare .
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Attenzione: contiene spoilers!
Ennesima produzione di propaganda stelle strisce che sembra pensata per una campagna di reclutamento nei reparti speciali dell'esercito.
I soliti eroici e indefessi bistecconi americani che stavolta portano la civiltà, sulle punte dei loro proiettili blindati, nel ridente Afghanistan.
Liberamente ispirato a fatti realmente accaduti, racconta con involontarie contaminazioni da fantascienza Marvel una sfortunata missione di alcuni (quasi) indistruttibili Rambos yankee alla ricerca d'un pericoloso leader talebano.
L'inizio è sobrio, forse perfino troppo, ma quando si comincia a sparare ... non ce n'è più per i barbuti!
Quattro Navy Seals armati di fucili e granate fanno a pezzi centinaia di talebani, che oltre agli inossidabili kalashnikov esibiscono mitragliatrici pesanti e razzi RPG a pioggia.
Ma ... niente: i maomettani mirano da far schifo pure con i bazooka e non riescono a trattenersi dal correre a braccia aperte verso i benefattori che li spediranno nel paradiso di Allah.
Dal canto loro gli eroici cowboys sembrano controfigure di Iron-Man: ogni colpo che esplodono è letale, le cartucce non finiscono mai e s'inventano sempre qualche trucco per rilanciare il divertimento.
I barbuti a forza di sparare qualche bersaglio lo centrano pure, ma i soldati americani combattono da leoni anche se crivellati di piombo e dopo aver perso ettolitri di sangue: sono di ferro!
Infine, quando le pietraie sono ormai tappezzate dai cadaveri dei nemici e dai bossoli 7.62, un solo eroe yankee è sopravvissuto.
Destino vuole che un pastore del luogo lo incontri nella boscaglia e decida d'aiutarlo per onorare un'antica tradizione Pashtun: lo porta al suo villaggio dove viene rifocillato, curato e NON consegnato ai guerriglieri che lo reclamano.
In seguito i talebani ritornano in forze per riprendersi il muscolone americano, ma i paesani continuano a rispondere picche e ... si scatena una devastante guerra fratricida!
Se arrivati a questo punto del film vi viene l'insopprimibile desiderio di cambiar canale, non vi preoccupate è normale.
Ma se amate il genere cowboys VS indiani, Rambo e i videogiochi blasta-tutto, questo film fa per voi e potete arrivare ai titoli di coda.
Voto al netto dei valori tecnici (ottimi): mezza stellina
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simone pasquali
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mercoledì 19 agosto 2020
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davvero un bel film
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A livello tecnico davvero ben realizzato (la scena dello scontro sulla montagna è da far accaponare la pelle), attori in parte (nonostante trovi un pò parodistico il cinema americano dove sembrano tutti fotomodelli) quello che apparentemente può probabilmente a causa di un titolo piuttosto infelice sembrare un B-Movie d'azione qualsiasi, scava più in profondità portandoci a interrogarci sulle scelte che chi si muove nella vita militare a volte può dover compiere, e che magari viste da un salotto di casa appaiono spesso troppo scontate.
Davvero un bel film di guerra, da vedere.
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fabio 3121
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domenica 3 gennaio 2021
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imboscata sulla montagna afgana di "hindu kush"
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il film è basato su una storia vera narrata nel romanzo "Lone Survivor" (sopravvissuto solitario) di Marcus Luttrel interpretato da Mark Wahlberg e racconta l'operazione Red Wings che nel 2005 un gruppo di Navy Seals condussero in Afghanistan per catturare un gruppo di talebani. I 4 militari americani giunti sulla montagna di Hindu Kush si imbattono in un anziano pastore di capre con 2 ragazzi. A quel punto devono decidere se ucciderli, legarli o lasciarli andare ed in ogni caso continuare la missione. La scelta di lasciarli liberi di ritornare al villaggio sottostante l'impervia montagna si rivelerà purtroppo fatele per i Navy Seals che saranno oggetto di una vera e propria imboscata sula cima della montagna da parte di numerosi talebani armati di fucili e razzi.
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il film è basato su una storia vera narrata nel romanzo "Lone Survivor" (sopravvissuto solitario) di Marcus Luttrel interpretato da Mark Wahlberg e racconta l'operazione Red Wings che nel 2005 un gruppo di Navy Seals condussero in Afghanistan per catturare un gruppo di talebani. I 4 militari americani giunti sulla montagna di Hindu Kush si imbattono in un anziano pastore di capre con 2 ragazzi. A quel punto devono decidere se ucciderli, legarli o lasciarli andare ed in ogni caso continuare la missione. La scelta di lasciarli liberi di ritornare al villaggio sottostante l'impervia montagna si rivelerà purtroppo fatele per i Navy Seals che saranno oggetto di una vera e propria imboscata sula cima della montagna da parte di numerosi talebani armati di fucili e razzi. Si scatena, quindi, un lungo e drammatico conflitto a fuoco (che coinvolgerà l'abbattimento pure di un elicottero Chinook) alla fine del quale sopravviverà, grazie all'aiuto di un un membro della tribù Pasthun, il solo Marcus Luttrel che sarà prima curato nel villaggio e poi portato in salvo dall'intervento delle truppe americane. La regia di Peter Berg è molto efficace e realistica dando ritmo e tensione all'intera vicenda. La fotografia del film è ottima e dà luce alla montagna, ai dirupi e soprattutto ai volti dei 4 soldati che con grande coraggio e spirito di patriottismo combattono nonostante le tante ferite subite dai colpi nemici e dalle cadute sui massi. Eccellenti, infatti, gli stuntmen che hanno preso parte alla pellicola. Buona e convincente la prova dei 4 attori principali, menzione particolare per il bravo Mark Wahlberg.
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visualman
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domenica 8 giugno 2014
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una corretta rappresentazione degli eroi
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Non ho letto l'autobiografia di Marcus Luttrell, ma questo film di peter berg è una produzione in puro stile hollywoodiano, con i soldati americani, ovvero i Buoni, che vanno alla guerra in nome del loro paese e delle loro famiglie, e si scontrano i talebani, ovvero i Cattivi; nel mezzo tra le due fazioni troviamo la popolazione autoctona, ritratta spudoratamente in chiave romantica per differenziarla dai terroristi. Il copione segue strade rigorosamente prestabilite secondo i canoni dei moderni film dedicati alla guerra, non indugiando però sul sentimentalismo gratuito ma evidenziando, invece, e qui sta il principale, se non l'unico motivo di interesse di questa pellicola, il fatto che per essere un eroe devi essere disposto a farti molto male, fino anche a morire, e possibilmente, come nel caso dei Navy Seals, addestrato in maniera maniera durissima per vendere cara la pelle.
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Non ho letto l'autobiografia di Marcus Luttrell, ma questo film di peter berg è una produzione in puro stile hollywoodiano, con i soldati americani, ovvero i Buoni, che vanno alla guerra in nome del loro paese e delle loro famiglie, e si scontrano i talebani, ovvero i Cattivi; nel mezzo tra le due fazioni troviamo la popolazione autoctona, ritratta spudoratamente in chiave romantica per differenziarla dai terroristi. Il copione segue strade rigorosamente prestabilite secondo i canoni dei moderni film dedicati alla guerra, non indugiando però sul sentimentalismo gratuito ma evidenziando, invece, e qui sta il principale, se non l'unico motivo di interesse di questa pellicola, il fatto che per essere un eroe devi essere disposto a farti molto male, fino anche a morire, e possibilmente, come nel caso dei Navy Seals, addestrato in maniera maniera durissima per vendere cara la pelle. Sulla base di queste premesse, la rappresentazione del sangue e delle ferite che segnano progressivamente i corpi del manipolo di soldati mandati in missione in afghanistan non è a mio avviso gratuita, ma è strettamente funzionale agli intenti degli autori. solo in un momento il film offre spunti di riflessione presi dalla cronaca recente, in cui i seals si interrogano sulla conseguenza che avrebbe uccidere i pastori afghani che li hanno scoperti durante l'appostamento. Oltre questo, Lone surivor è un normalissimo film di intrattenimento che tende ad emozionare lo spettatore con scene al ralenti, l'aiuto inaspettato da parte dei "nemici" e l'arrivo della cavalleria. solo prima della sigla finale, con la sequenza delle foto dei veri protagonisti della missione Red Wings, si ha la sensazione che le vicende narrate siano veramente accadute ma, francamente, dopo quasi due ore votate allo spettacolo senza un degno approfondimento psicologico dei personaggi principali e dei loro avversari, e mancando a peter berg il tocco di paul greengrass, si fa fatica ad immesimarsi in ciò che devono avere realmente vissuto Luttrell e i suoi compagni
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domenica 12 giugno 2016
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buon film esente dall'ipocrita retorica pacifista
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Un film che non ti fa distrarre e ti incolla allo schermo è sempre riuscito per più della metà. Il film ci dovrebbere far riflettere come gli interventi militari americani finalizzati a neutralizzare individui o strutture nefaste come, qui per esempio, i talebani, siano profondamente condizionati dal clamore mediatico. Ci fa vedere come , anche una volta individuato il carnefice, non si possa intervenire sommariamente ma si debba attendere ordini lontani e balbettanti, così rendendo nulla o gravemente compromessa la missione militare. In effetti la logica imponeva, anche se a malincuore di uccidere i tre pastori. La guerra è guerra ed ha delle regole precise: non servono "le regole d'ingaggio".
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Un film che non ti fa distrarre e ti incolla allo schermo è sempre riuscito per più della metà. Il film ci dovrebbere far riflettere come gli interventi militari americani finalizzati a neutralizzare individui o strutture nefaste come, qui per esempio, i talebani, siano profondamente condizionati dal clamore mediatico. Ci fa vedere come , anche una volta individuato il carnefice, non si possa intervenire sommariamente ma si debba attendere ordini lontani e balbettanti, così rendendo nulla o gravemente compromessa la missione militare. In effetti la logica imponeva, anche se a malincuore di uccidere i tre pastori. La guerra è guerra ed ha delle regole precise: non servono "le regole d'ingaggio". La guerra serba in se gia tutte le regole che servono; non necessita di altre regole, specialmente se prodotte da società autocolpevolizzanti e pregne di dannoso pietismo, come il pietismo da cui deve diffidare un buon medico per evitare l'infezione della piaga"!! In alcuni tratti il film sintetizza perchè gli americani, dal Vietnam e forse dalla Corea in poi, hanno perso le guerre: per colpa dei media e delle ricadute emotive su politici e su molte categorie come artisti, cantanti, operatori umanaitari etc che, allucinate dall'utopia della "pace sempre e ad ogni costo" urlano e disprezzano qualsiasi intervento militare anche se giusto, benevolo, teso a combattere criminali e delinquenti di ogni risma. Tale atteggiamento che secondo me è il fenomeno sociale che sta facendo declinare l'Occidente intero, si riscontra nelle critiche del Morandini che bolla come "propagandistici" tutti i film che in qualche modo onorano gli americani e mettono in risalto il nefasto nemico da combattere. Chissà , forse un film fatto dai talebani o dall'Isis godrebbe di una milgiore critica dal Morandini.::!!! Sulla stessa linea , purtroppo, è la critica d'apertura di Marzia Gandolfi.
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[+] un comandante che vorrei solo come amico
(di ramses1972)
[ - ] un comandante che vorrei solo come amico
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