Tutto tutto niente niente

...che amarezza! Quando un film stenta a decollare è penoso, ma quando continua a rullare sulla pista e ai titoli di coda è ancora lì in prossimità del gate allora è fastidioso, non ti impedisce di non considerare come avresti potuto diversamente impiegare quei quasi dieci euro in cui riponevi speranze di ilarità e amare considerazioni. Manfredonia gira un lungometraggio pretenzioso ed inconcludente, butta in scena un caravanserraglio patinato d'eco felliniana (solo d'eco, per carità!) che offusca e spreca la bravura di Albanese e di Bentivoglio. Persa l'aura rustica e surreale del primo girato di Cetto Laqualunque, triplica i protagonisti e li innesta in ambientazioni livide e pseudo-circensi,  emuli più di Boldi&De Sica che di Peter Sellers... Risultato: l'amaro in bocca. Peccato, un vero peccato. Di "Tutto tutto" in sala non troverete nulla, ma di "Niente niente"...