Titolo internazionale | Tropicália |
Anno | 2012 |
Genere | Documentario |
Produzione | Brasile, USA, Gran Bretagna |
Durata | 87 minuti |
Regia di | Marcelo Machado |
Attori | Gilberto Gil, Caetano Veloso . |
Tag | Da vedere 2012 |
MYmonetro | 3,23 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento venerdì 16 novembre 2012
Il documentario racconta le battaglie di una corrente culturale nata in Brasile, alla fine degli anni Sessanta, come reazione alla musica popolare e al nazionalismo in voga in quel periodo.
CONSIGLIATO SÌ
|
Contaminarono i ritmi trascinanti della musica popolare brasiliana tradizionale con l'energia trasgressiva del rock'n'roll americano, dando vita a un'autentica rivoluzione. Una rivoluzione danzante e colorata, ma in grado di travolgere un'intera società con la sua dirompente carica anticonformista. Gli artefici furono i giovani artisti che diedero vita a un movimento chiamato Tropicália. Una corrente culturale figlia del proprio tempo: la seconda metà degli anni Sessanta. Il documentario diretto da Marcelo Machado ricostruisce la breve ma significativa storia di quel movimento, attivo dal '67 al '69, alternando fotografie e filmati di repertorio alle interviste ai suoi protagonisti, in particolare ai due musicisti che ne furono considerati i leader: Caetano Veloso e Gilberto Gil.
Epoca di agitazioni sociali e fermenti creativi che non si sono più ripetuti, il '68 non si fermò all'Europa e agli Stati Uniti, ma travolse anche un Brasile in pieno clima oscurantista. Fu in un paese tenuto ostaggio dalla dittatura militare che i musicisti Veloso, Gil e Tom Zè, gli scrittori Torquato Neto e Rogerio Duarte, l'arrangiatore Rogerio Duprat, il trio Mutantes, le cantanti Gal Costa, Nara Leao e Rita Lee, il regista Glauber Rocha e il drammaturgo Zé Celso scoprirono di essere accomunati dallo stesso spirito di ribellione nei confronti dell'ideologia nazionalista e antimperialista dominante.
Un'ideologia che veniva propugnata dal regime anche attraverso la manipolazione dell'audience degli show televisivi, che iniziavano a prendere piede e di cui i festival musicali divennero una delle espressioni più popolari, con il genere della bossa nova che andava per la maggiore. I musicisti di Tropicália si proposero di superarla, dando vita a un'originale fusione tra le tradizionali sonorità folk e l'anima graffiata del rock 'n' roll, grazie all'accostamento creativo di strumenti a percussione e chitarre elettriche. Così, in una sorta di cannibalismo che si alimentava di culture diverse, propugnando un'elegia delle contraddizioni, gli artisti di Tropicália riuscirono a esprimere il loro anelito di libertà, al motto hippy di "proibito proibire".
Chiaro che la dittatura non avrebbe tollerato la diffusione di un messaggio così sovversivo. Gli esponenti del movimento iniziarono a essere perseguitati dal regime. Ma anche gli studenti, che nel '68 si organizzarono per contestare il governo autoritario, non vedevano di buon occhio questi artisti, accusati di promuovere l'americanismo. Nel '69 Veloso e Gil furono arrestati nel corso di una manifestazione. Dopo quattro mesi di carcere, furono costretti a lasciare il paese. Fu la fine di Tropicália. Ma i suoi fermenti musicali avrebbero attraversato il mondo, generando influenze tuttora evidenti.
Il documentario di Machado, coinvolgente diario di viaggio di quell'utopia, ben trasmette le sensazioni di effervescenza che l'hanno caratterizzata, grazie all'uso di un montaggio serrato sulle immagini in bianco e nero, colorate qua e là da sprazzi sgargianti di verniciature pop e inserti grafici da fumetto, a simboleggiare la vitalità culturale di un'epoca raccontata a tempo di musica. Straordinaria colonna sonora di un paese che i giornali e la tv dipingevano come ebbro di leggerezza, in profondo contrasto con le immagini di povertà e oppressione violenta mostrate dal documentario.
Alla fine, resta la sensazione di nostalgia per un fervore che ha segnato un'epoca. La stessa nostalgia che, nella sequenza di chiusura, segna il volto di Gil e Veloso, mentre si rivedono, giovani, a esibirsi insieme sulle note di un brano che hanno ancora ben impresso nella mente. E si sorprendono a canticchiarlo. Come se il tempo si fosse fermato per sempre.