La cuoca del Presidente |
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Un film di Christian Vincent.
Con Catherine Frot, Jean D'Ormesson, Hippolyte Girardot, Arthur Dupont.
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Titolo originale Les Saveurs du Palais.
Biografico,
durata 95 min.
- Francia 2012.
- Lucky Red
uscita giovedì 7 marzo 2013.
MYMONETRO
La cuoca del Presidente
valutazione media:
2,78
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Pietanze tiepide di emozionidi donni romaniFeedback: 23283 | altri commenti e recensioni di donni romani |
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lunedì 11 marzo 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il cinema da sempre entra in cucina con grazia e passione ("Il Pranzo di Babette", Mangiare Bere Uomo Donna" e tanti altri) ma in questo caso la grazia sconfina nell'inconsistenza e la passione si trasforma in manierismo confinando il film di Vincent nell'ambito del compitino ben eseguito ma privo di emozione e di calore, tangente al film di contenuto ma sempre algido e mai computo nonostante le magnifiche pietanze che vengono inquadrate con sapienza ed eleganza. La storia di Hortense Laborie - ispirata alla vera avventura vissuta da Danièle Delpeuch - è quella di una entusiasta cuoca in un agriturismo nel Perigord che viene improvvisamente chiamata a Parigi dall'entourage del presidente Mitterand per diventare la cuoca privata dell'inquilino dell'Eliseo, in aggiunta allo chef ufficiale che lavora per tutti gli altri impiegati, che fa subito sentire la sua autorità e l'anzianità di servizio e che cercherà in ogni modo di far capire ad Hortense la sua ostilità e la sua invidia. Lei va dritta per la sua strada, sceglie i fornitori, instaura un rapporto amichevole con il Presidente fatto di dialoghi a base di ricordi e arte culinaria, ma dopo due anni di gelosie professionali, sabotaggi e gesti meschini da parte dei colleghi cederà le armi, rifugiandosi in una base scientifica in Antartide, salvo andarsene anche da lì un anno dopo, alla volta di una nuova avventura in Nuova Zelanda dove realizzare il sogno di impiantare una tartufaia. Catherine Frot entra con misura e simpatia nel personaggio, le ambientazioni sono molto curate e anche alcuni personaggi di contorno risultano simpatici, ma il plot resta imbalsamato, senza pathos e senza brividi, su tutto i dialoghi fra Hortance ed il vecchio Mitterand - caricaturale e macchiettistico oltre ogni immaginazione - che nelle intenzioni del regista avrebbero dovuto essere l'anima calda e naif del film e invece risultano inconcludenti (i sapori del passato, i ricordi dell'infanzia, ma a ben vedere niente di simbolico, di metaforico o di toccante) e la sensazione generale è che il film navighi sempre in una calma piatta che non giova all'insieme e che paradossalmente, in una pellicola dove i sapori abbondano, lascia con l'amaro in bocca, una pietanza tiepida che mai si fa flambè, e che mai accende l'empatia oltre una timida condiscendenza.
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