E la chiamano estate |
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Un film di Paolo Franchi.
Con Isabella Ferrari, Jean-Marc Barr, Luca Argentero, Filippo Nigro, Eva Riccobono.
continua»
Drammatico,
durata 89 min.
- Italia 2012.
- Officine Ubu
uscita giovedì 22 novembre 2012.
- VM 14 -
MYMONETRO
E la chiamano estate
valutazione media:
2,26
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Quegli echi moraviani per un autore appartato
di Paolo D'Agostini La Repubblica
In rete già circolano i peggiori lazzi sul conto di E la chiamano estate di Paolo Franchi. Non è da escludere che lo stesso regista lo avesse messo in conto. Assumiamoci il compito, in parte obiettivamente impervio, di difendere il suo film. Il terzo, dopo La spettatrice e Nessuna qualità agli eroi, di un autore che se non fosse una formula abusata definiremmo appartato. Anomalo in un panorama dominato dalle variazioni sul linguaggio della commedia. Con la cadenza dell' inchiesta che ricostruisce gli antefatti di un drammatico esito e facendo ricorso con evidenza consapevole ad abbondanti echi moraviani nel profilare situazionie personaggi (il protagonista si chiama Dino come nel romanzo La noia ), il film indaga il nodo della non corrispondenza tra amore e sesso. Dino ama pazzamente Anna ma non l' ha mai sfiorata, gli è impossibile, e cerca soddisfazione in altre situazioni mercenarie, promiscue, torbide qui rivelandosi il contrario dell' uomo parossisticamente rispettoso della donna che è nei confronti di Anna. La quale, pur soffrendo questo rapporto incompiuto, è altrettanto presa da Dino e trae da questa santificazione un effetto gratificante. Accurato nella sua scelta stilistica algida e "antonioniana" (il bianco sparato della camera da letto dove i due si scambiano tenerezze senza seguito) Franchi, che ha personalità, non manca di apprezzabile imprudenza, di un anelito anche un po' esaltato al superamento di una moderazione che rischia spesso di appiattire tutto. Isabella Ferrariè molto funzionale al compito di icona che le viene affidato, mentre dell' interprete francese Jean-Marc Barr si può dire che abbia ecceduto oltre il limite nel nutrire di sgradevolezza il suo personaggio.
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