rita branca
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venerdì 4 luglio 2014
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le contorsioni dell’anima di rita branca
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“E la chiamano estate” (2012) film di Paolo Franchi con Jean-Marc Barr, Isabella Ferrari, Filippo Nigro, Caterina Valente, Eva Riccobono, Luca Argentero, Romina Carrisi, Annarita del Piano, Christian Burruano, Jean-Pierre Lorit, Anita Kravos, Maurizio Donadoni
Film dal ritmo lentissimo e dal contenuto sconcertante e non convenzionale adatto ad un pubblico adulto e maturo.
Il titolo riprende quello di una canzone degli anni sessanta che fa da sottofondo inizialmente, in cui si sottolineava il vuoto di un’estate senza l’amata. In realtà nel film il protagonista, Dino, un affermato medico anestesista, che dice di amare sommamente la moglie Anna, interpretata da Isabella Ferrari, ce l’ha accanto, ma la tormenta e si logora nel tormento, consapevole dell’infelicità che le causa, ignorandola dal punto di vista fisico e procurandosi emozioni estreme con rapporti occasionali anche piuttosto trasgressivi e che lo soddisfano solo momentaneamente e parzialmente.
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“E la chiamano estate” (2012) film di Paolo Franchi con Jean-Marc Barr, Isabella Ferrari, Filippo Nigro, Caterina Valente, Eva Riccobono, Luca Argentero, Romina Carrisi, Annarita del Piano, Christian Burruano, Jean-Pierre Lorit, Anita Kravos, Maurizio Donadoni
Film dal ritmo lentissimo e dal contenuto sconcertante e non convenzionale adatto ad un pubblico adulto e maturo.
Il titolo riprende quello di una canzone degli anni sessanta che fa da sottofondo inizialmente, in cui si sottolineava il vuoto di un’estate senza l’amata. In realtà nel film il protagonista, Dino, un affermato medico anestesista, che dice di amare sommamente la moglie Anna, interpretata da Isabella Ferrari, ce l’ha accanto, ma la tormenta e si logora nel tormento, consapevole dell’infelicità che le causa, ignorandola dal punto di vista fisico e procurandosi emozioni estreme con rapporti occasionali anche piuttosto trasgressivi e che lo soddisfano solo momentaneamente e parzialmente.
Nel tentativo di accendere in sé un interesse sessuale totalmente assente verso la moglie, pur definendola bellissima, Dino non solo si umilia senza ritegno, contattando gli ex di lei e proponendo loro rapporti sessuali che quelli rifiutano, ma è contento, quando lei ha relazioni extraconiugali.
“E la chiamano estate” è un film molto triste e sui cui protagonisti occorrerebbe l’intervento di un buon psicoanalista in grado di aiutarli ad uscire dai tormenti delle contorsioni suscitate da chissà quali lontani trascorsi.
Rita Branca
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c.bianchi
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mercoledì 25 giugno 2014
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ma perché la gente è così conformista?
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Rispondo alla critica letta. Premetto che non sono fan di questo regista ma ne apprezo il coraggio. C'è chi ha scritto che ci sono autori in Italia fuori dal coro... Rare eccezioni mi sembra... Alice Rorwacher e pochi altri... Franchi è coraggioso e gli attori famosi li usa in modo del tutto inedito per loro e innovatore... La gente è troppo assuefatta al cinema di regime. E la chiamano estate almeno è un film contro, anarchico, contro il sistema... Vi pare poco col cinema italiano che, a parte casi rari, sembra tutto uguale?
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litty
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martedì 24 giugno 2014
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il film d'autore è altra cosa
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Non bastano quattro scene di sesso (neanche troppo esplicite) contrasti cromatici banali (bianco della stanza e nero del mare), inquadrature sfocate, e silenzi o parole volgari per fare un film d'autore!!! Gli sguardi vuoti e il faccino triste della Ferrari non meritano certo il premio ricevuto. L' escamotage delle diapositive poteva essere carino ma la didascalia così esplicita che racconta e spiega i personaggi fa si che gli stessi appaiano vuoti e gli attori siano solo delle marionette inutili che si aggirano nell'inquadratura. Il contenuto del film poi è del tutto irreale! L'angoscia, il mal di vivere, l'apatia emotiva sono rappresentate da un uomo che ama (ma da cosa altro si deduce il loro amore se non dalle parole abusate "ti amo" ?!?!??!) ma non desidera la sua compagna, bensì disprezza ma desidera altre donne.
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Non bastano quattro scene di sesso (neanche troppo esplicite) contrasti cromatici banali (bianco della stanza e nero del mare), inquadrature sfocate, e silenzi o parole volgari per fare un film d'autore!!! Gli sguardi vuoti e il faccino triste della Ferrari non meritano certo il premio ricevuto. L' escamotage delle diapositive poteva essere carino ma la didascalia così esplicita che racconta e spiega i personaggi fa si che gli stessi appaiano vuoti e gli attori siano solo delle marionette inutili che si aggirano nell'inquadratura. Il contenuto del film poi è del tutto irreale! L'angoscia, il mal di vivere, l'apatia emotiva sono rappresentate da un uomo che ama (ma da cosa altro si deduce il loro amore se non dalle parole abusate "ti amo" ?!?!??!) ma non desidera la sua compagna, bensì disprezza ma desidera altre donne.... Mah... Per me rimane un film noioso e pretenzioso e mi fa arrabbiare che venga scambiato per film d'autore quando in Italia bravi registi ce ne sono, capaci di rappresentare i sentimenti umani senza nascondersi dietro ad attori famosi!
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c.bianchi
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venerdì 4 aprile 2014
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film denso e scarno.
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Doloroso. Denso. E scarno. Diaristico. Il film più casto che abbia mai visto pur nello stile esplicito di quel sesso senza amore. Volutamente non finito. Recuperato in dvd, non sembra davvero un film italiano e neanche europeo. Sembra orientale per il tono, lo stile. Franchi ha dato il suo meglio in "Nessuna qualità agli eroi", capolavoro assoluto. Questo è un film minore ma strisciante. Profondo. Solo per gli amanti del cinema.
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marco rossini
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sabato 29 marzo 2014
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il nulla
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Il nulla se non fosse per il sesso, ho notato peraltro tutti i commenti sono maschili non a caso, consiglierei di risolvere più velocemente con un altro genere. Comunque per esprimere un parere tecnico e oggettivo direi che questo film sarebbe una cafonata se non fosse una enorme boiata. Enorme. E tengo a sottolineare che per questo film il mio è un parere sofisticato e tecnico.
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ralphscott
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mercoledì 26 marzo 2014
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algido
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Film elegante e freddo. Il bianco dominante,i dialoghi scarni,ma anche la distanza che si crea tra la messa in scena e lo spettatore,orfano di un accenno che chiarisca i perché della sofferenza di Anna e,soprattutto,di Dino. Filippo Nigro perfetto nel ruolo del vizioso scambista.
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antoniofremonti
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domenica 20 ottobre 2013
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un film fuori dagli schemi italiani
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Molto convincente. Attori davvero in ottima performance. Ellittico, circolare. La citazione a L'anno scorso a marienbad è quasi ovvia. Un po' presuntuso ma il risultato eccellente. Non consigliato a chi è abituato a film di schema televisivo. Per chi ama le immagini.
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bryant
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domenica 13 ottobre 2013
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bel film!
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Ne ho già scritto... Benissimo... Ma leggo tra le recensioni, alcune (l'ultima che parla di una certa sonia...) che non valutano il film quanto parlano male della gente che vi lavora... Sembrano livori personali, di persone che hanno dei rancori personali... che peccato... Al di la di gente rancorosa che non fa recensioni, invito tutti a vedere questo film singolare e romantico... La fotografia è struggente e bellissima. Azzardata come il film!
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hulk1
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mercoledì 21 agosto 2013
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sonia
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Da anni rimango lontano dal cinema italiano, la commediaccia figlia di Zelig ha fagocitato quasi tutto, ma l 'indignazione di Sonia Raule,' Coproduttrice dell'opera insieme a pantalone ovvero NOI' difronte alle critiche , all'indifferenza del pubblico, mi ha incuriosito, Già spettatore della spettatrice, ho visionato l'opera in dwd, buttando ovviamente i miei soldi, L'opera è indegna del tardo e lugubre ultimo Antonioni, non si tratta dello shame italico, la Ferrari sempre biotta, un protagonista ex bello ora statua di sale, completamente fuori dal film, si limita ad attraversare i vari set, privo di ogni emozione un montaggio a casaccio, come viene viene, dialoghi assurdi ed incomprensibili 'In particolare la Fogliazza, che non sa recitare, ma ripeto mostra solo il culo e la patatina'.
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Da anni rimango lontano dal cinema italiano, la commediaccia figlia di Zelig ha fagocitato quasi tutto, ma l 'indignazione di Sonia Raule,' Coproduttrice dell'opera insieme a pantalone ovvero NOI' difronte alle critiche , all'indifferenza del pubblico, mi ha incuriosito, Già spettatore della spettatrice, ho visionato l'opera in dwd, buttando ovviamente i miei soldi, L'opera è indegna del tardo e lugubre ultimo Antonioni, non si tratta dello shame italico, la Ferrari sempre biotta, un protagonista ex bello ora statua di sale, completamente fuori dal film, si limita ad attraversare i vari set, privo di ogni emozione un montaggio a casaccio, come viene viene, dialoghi assurdi ed incomprensibili 'In particolare la Fogliazza, che non sa recitare, ma ripeto mostra solo il culo e la patatina'. Per non parlare del commento del regista, il quale dovrebbe andare a lavorare in miniera insieme alla signora Tatò, per restituire i soldi fregati ai contribuenti.
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marc3000
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domenica 18 agosto 2013
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film bellissimo e originale!
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Da consigliare agli amici. Cinefili ma non solo. E' un film così toccante e doloroso. Prima volta che Isabella Ferrari mi coinvolge... Jeanmarc Barr è bravissimo... Certo dopo il film ci stai dei giorni a pensare a quello che hai visto... Non lo dimentichi, non ti scorre via come l'acqua sull'impermeabile, come quasi tutti i film italiani... Cinque stelle! Bravissimi anche i comprimari. Eccezionale Argentero, la Riccobono sembra uscita da un film di Ferreri... Bravi!
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