katherine.k.
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sabato 23 giugno 2012
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lottare per un misero brandello di esistenza
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Lottare per un misero brandello di esistenza.
E’ questa la giustificazione, forse eccessivamente melodrammatica ma per nulla scontata, che George DuRoy, un ex soldato inglese, utilizza come campo espiatorio per tutto quello che ha fatto nella sua vita. Povero, senza mezzi, DuRoy incontra la sua fortuna quando rivede un vecchio compagno di armi che, ingenuamente, gli offre la possibilità di cenare a casa sua. Circondato da bellissime donne, Bel Ami, come presto cominceranno tutte a chiamarlo, si rende conto del fascino che possiede e di come esso influisca sull’altro sesso. Ne fa una propria arma e un’efficace difesa. Seduce Clotilde, una giovane donna, sposata, buona d’animo e generosa, che s’innamora di George quando ancora non possiede nulla, provando affetto per lui senza il condizionamento del denaro.
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Lottare per un misero brandello di esistenza.
E’ questa la giustificazione, forse eccessivamente melodrammatica ma per nulla scontata, che George DuRoy, un ex soldato inglese, utilizza come campo espiatorio per tutto quello che ha fatto nella sua vita. Povero, senza mezzi, DuRoy incontra la sua fortuna quando rivede un vecchio compagno di armi che, ingenuamente, gli offre la possibilità di cenare a casa sua. Circondato da bellissime donne, Bel Ami, come presto cominceranno tutte a chiamarlo, si rende conto del fascino che possiede e di come esso influisca sull’altro sesso. Ne fa una propria arma e un’efficace difesa. Seduce Clotilde, una giovane donna, sposata, buona d’animo e generosa, che s’innamora di George quando ancora non possiede nulla, provando affetto per lui senza il condizionamento del denaro. Ma, proprio mentre le squallide prostitute e le birre da pochi spiccioli si trasformano in dame riccamente vestite e bicchieri di cristallo stracolmi di champagne, George si lascia trasportare dall’avidità e dall’ambizione. Prima sposa la moglie del deceduto amico, sperando di trovare in lei una donna da amare ma scoprendo, presto e brutalmente, che lei ha per lui un trasporto minore di quello che lui prova per Virginie, un’altra ricca dama che seduce con il suo charme.
Ma l’ambizione, se mal gestita, non è mai un buon investimento. Anche DuRoy lo capisce quando si rende conto che tutta la sua carriera era stata basata su un complotto governativo e lui non era nient’altro che una pedina in un gioco di cui non conosceva le regole. Giocandosi il tutto per tutto, un’ultima volta, farà sfoggio del suo fascino per conquistare la bella e ricca figlia del direttore del Giornale che l’ha ingannato, prendendosi la sua rivincita. Eppure tutto ha un prezzo e, pur avendo lottato con ardore per diventare “qualcuno che conta”, ben presto George si renderà conto di aver perso - anche se solo in parte – qualcosa di ben più importante: se stesso.
Un cast giovane, dinamico, intrigante e seducente come pochi: un Robert Pattinson al meglio della sua forma, circondato dalla talentuosa Uma Thurman, l’esperta Kristen Scott Thomas e la bella Christina Ricci, oltre un cast di tutto rispetto che include nomi più o meno conosciuti.
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ultimoboyscout
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lunedì 1 ottobre 2012
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una storia di colpa senza redenzione.
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Il titolo rimanda ad un protagonista maschile (Pattinson) ma ad emergere sono solo i personaggi femminili (Thurman, Ricci e Scott Thomas): qualcosa vorrà pur dire e qualche domanda tocca farsela! Tratto da un romanzo di Guy de Maupassant, racconta la storia di un ex soldato della guerra d'Algeria, Georges, che tenta la scalata sociale nella Parigi di fine Ottocento. Pur di arrampicarsi più in alto possibile nelle gerarchie della miglior borghesia parigina non lesina compromessi diventando il centro di un trinagolo amoroso ai cui vertici stanno tre donne, tutte diversissime, che non sono altro che specchi rivelatori dell'anima vuota di Georges che nessuna delle tre riesce a colmare.
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Il titolo rimanda ad un protagonista maschile (Pattinson) ma ad emergere sono solo i personaggi femminili (Thurman, Ricci e Scott Thomas): qualcosa vorrà pur dire e qualche domanda tocca farsela! Tratto da un romanzo di Guy de Maupassant, racconta la storia di un ex soldato della guerra d'Algeria, Georges, che tenta la scalata sociale nella Parigi di fine Ottocento. Pur di arrampicarsi più in alto possibile nelle gerarchie della miglior borghesia parigina non lesina compromessi diventando il centro di un trinagolo amoroso ai cui vertici stanno tre donne, tutte diversissime, che non sono altro che specchi rivelatori dell'anima vuota di Georges che nessuna delle tre riesce a colmare. Il film si riempie di inutili picchi melodrammatici, la narrazione è poco coerente e tutto è sacrificato all'appeal di Pattinson, che stecca l'interpretazione: il fascino ci sarebbe, o meglio c'è, peccato per la cronica, latitante espressività. Fanno un figurone, invece, le tre co-protagoniste, con menzione specialissima per la colta e sfuggente Uma. La storia è affascinante, il sesso è potere e la celebrita un'ossessione (i tempi non erano poi così diversi da oggi...), il vero talento sta nell'arrivare in cima senza avere alcun talento in una città corrotta, dove un governo corrotto, sorretto da una stampa corrotta, copre tutte le malefatte di una politica corrotta. Racconto ironico e crudele, più moderno di quanto si creda, diretto da due esordienti alla regia cinematografica ma veterani del teatro. Forse è proprio questo a zavorrare l film, che non respira e non decolla per un centinaio di minuti di gelo. E pensare che potevano essere un centinaio di minuti di fuoco!
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annu83
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martedì 1 maggio 2012
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il vampiro seduttore...
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La premessa è doverosa, ed è la seguente: non ho mai nemmeno preso in mano il libro di Guy de Maupassant, quindi sarebbe ridicolo e senza senso fare paragoni. Però un paio di considerazioni prettamente cinematografiche si possono azzardare.
Già di suo la storia di un arrampicatore sociale è sempre identica a sè stessa, verrebbe almeno da pretendere che la faccia dell'attore principale sia un po' più espressiva, che sappia dare colore a un ruolo meschino e stereotipato, che quindi rischia, a prescindere, di non piacere allo spettatore. Ma nulla, Parkinson (se guardate il film capirete che non si tratta un refuso) non è in grado di fare ciò che gli si chiede.
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La premessa è doverosa, ed è la seguente: non ho mai nemmeno preso in mano il libro di Guy de Maupassant, quindi sarebbe ridicolo e senza senso fare paragoni. Però un paio di considerazioni prettamente cinematografiche si possono azzardare.
Già di suo la storia di un arrampicatore sociale è sempre identica a sè stessa, verrebbe almeno da pretendere che la faccia dell'attore principale sia un po' più espressiva, che sappia dare colore a un ruolo meschino e stereotipato, che quindi rischia, a prescindere, di non piacere allo spettatore. Ma nulla, Parkinson (se guardate il film capirete che non si tratta un refuso) non è in grado di fare ciò che gli si chiede. Il film scorre abbastanza rapidamente, ma certamente non grazie a lui, né alla sua “biespressività” (capacità di ottenere dal suo volto solamente due tipi di espressioni, nota di chi scrive). Tutto sembra fuori posto, le espressioni, i toni della voce, gli sguardi, le movenze. Si fa davvero fatica a non riconoscerci il figlio dei Cullen, soprattutto perché continua a digrignare i denti come lui.
Possiamo azzardare un paragone? E’ un po’ la maledizione che colpisce il nostro Scamarcio. E forse i due hanno più di quel che si pensi in comune, soprattutto la quasi totale assenza di talento recitativo (liberi di cambiare idea appena ce ne sarà l’occasione).
Il film, di suo, non è brutto, ma con un attore capace avrebbe sicuramente avuto una resa migliore. I costumi, i giochi di luce e le ambientazioni a volte luminose e spaziose e sfarzose, a volte cupe e costrette si alternano bene e aiutano anche a capire situazioni e stati d’animo. Il vampiro, invece, fallisce l'ennesima prova dopo quel “Remember me” che sembrava un bel film, fino a quando non si è mostrato al pubblico, e in attesa della prova definitiva di “Cosmopolis”. Altra possibilità quindi, ma, ad oggi, che non si lamenti se lo si identifica solo con Edward della saga di Sfigalight (e purtroppo, mea culpa, so anche di cosa stiamo parlando).
Fortunatamente, però, il film non è solo la storia di Georges Duroy, ma anche (e forse soprattutto) delle 3 donne che si invaghiscono di lui. Anche perché a Parigi le persone che contano di più sono le donne. Una bravissima Thurman nel ruolo della vedova decisa, una brava Kristin Scott Thomas che viene fatta vivere di confusione e smarrimento, e una Christina Ricci in gran forma capace di far parlare i suoi bellissimi occhi e il suo volto delicato.
Il film è uscito da una ventina di giorni, e per ora i numeri del botteghino non sorridono certamente. Con un po’ di fortuna, ma soprattutto facendo leva sul fascino (?) di Pattinson, sarà in grado di risollevarsi leggermente?
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mariraika
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martedì 7 agosto 2012
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noisissimoooooooo
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La presenza di Pattinson e soprattutto di Uma thurman faceva presagiare una spettacolarità assolutamente inesistente.
Questo film è noiosissimo, incosistente e deludente, i colpi di scena sono inesistenti, Pattinson di dimostra un attore che ha ancora troppo da imparare.
Altamente sconsigliato, almeno che non piacciano i deja vu rigurdo al sesso negli ambienti borghesi.
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vales.
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venerdì 20 aprile 2012
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lineare e godibile
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Girato due anni fa, questo film ha avuto una lunga post-produzione, non priva di problemi legati alla distribuzione, e continua ad essere sfortunato oggi per quanto riguarda gli incassi. La scarsa promozione e i diffusi pregiudizi verso l’attore protagonista contribuiscono agli scarni risultati al botteghino. Tuttavia l’opera prima dei registi Donnellan e Ormerod merita almeno una visione e non è sicuramente pessima come la maggior parte dei critici l’ha definita. Obiettivamente la regia non eccelle per originalità, abbondano i primi piani e alcuni stacchi da una scena all’altra sono un po’ bruschi. Ma è comunque un buon lavoro, considerata la provenienza teatrale dei registi che qui esordiscono al cinema.
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Girato due anni fa, questo film ha avuto una lunga post-produzione, non priva di problemi legati alla distribuzione, e continua ad essere sfortunato oggi per quanto riguarda gli incassi. La scarsa promozione e i diffusi pregiudizi verso l’attore protagonista contribuiscono agli scarni risultati al botteghino. Tuttavia l’opera prima dei registi Donnellan e Ormerod merita almeno una visione e non è sicuramente pessima come la maggior parte dei critici l’ha definita. Obiettivamente la regia non eccelle per originalità, abbondano i primi piani e alcuni stacchi da una scena all’altra sono un po’ bruschi. Ma è comunque un buon lavoro, considerata la provenienza teatrale dei registi che qui esordiscono al cinema. La sceneggiatura, per chi non ha letto il libro omonimo di Guy de Maupassant, da cui è tratta la pellicola, può apparire in certi punti vuota o poco chiara. Soprattutto le questioni politiche e sociali sono trattate in modo meno approfondito rispetto all’opera letteraria e le sequenze finali sono un po’ sbrigative. Ma la trama è lineare e neppure così complessa, dunque non c’è il rischio di “perdere il filo”. Rispetto al libro, emerge più che altro il rapporto del protagonista con le donne. Il cast, per i nomi noti, è sicuramente il punto forte della pellicola. E non delude. Pattinson è ancora lontano da una recitazione soddisfacente al 100%, ma bisogna tenere conto del fatto che ai tempi delle riprese aveva solo 23 anni e non poteva contare su dei registi eccellenti. Comunque sia, riesce a far dimenticare il vampiro Edward Cullen, sfoggia espressioni nuove ed è più credibile quando esprime i sentimenti più forti. Si mostra - quasi -integralmente nudo con disinvoltura e appare più maturo fisicamente, dunque diverso da tutti gli altri ruoli e più vicino al personaggio del libro ( nel quale non viene detto esattamente quanti anni abbia, ma di sicuro non è un ventitreenne). Il George Duroy di Maupassant è prima ingenuo e rozzo, poi insensibile e spietato e così appare anche sullo schermo. La scalata sociale è il suo unico obiettivo, dall’inizio alla fine. Quando subisce l’ennesima umiliazione, capisce come funziona il mondo della politica e degli affari ed è sempre più deciso a lasciarsi alle spalle l’umile ex soldato figlio di contadini.
Uma Thurman convince nella parte dell’aristocratica Madeleine Forestier, prima moglie di Duroy, indipendente e gelida. Cristina Ricci è naturale e deliziosa nel ruolo dell’annoiata Clotilde de Marelle, l’amante fedele ed innamorata di George. Ben calata nei panni di Virginie Rousset Kristin Scott Thomas, interprete della patetica amante matura, che strappa anche qualche sorriso. Troppo poco spazio ha avuto la graziosa Holly Grainger, che da vita alla seconda moglie di George, la candida Suzanne, figlia di Virginie. I personaggi secondari si vedono poco, ma se la cavano. Impeccabili costumi e scenografia. Musiche poco presenti, ma buone. Nel complesso dunque, non un film eccellente, ma godibile e tutto sommato ben fatto.
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michela papavassiliou
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martedì 17 aprile 2012
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bel ami vezzi vizi e umane virtu'
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Un uomo di spalle davanti ad una grande vetrata di un ristorante alla moda parigino osserva la scena. La fine del 1800 e' alle porte e nella capitale francese c'e' tutta l'euforia di immaginare che in un luogo simile ogni cosa sia possibile, il raggiungimento di traguardi ambiziosi, la sensazione di avere una chance per il riscatto della propria vita. La guerra in Algeria si e' da poco conclusa e Charles Duroy, giovane e spiantato ex combattente non viaggia certo economicamente in buone acque. Pochi spiccioli in tasca e una smisurata rabbia verso questa condizione da reietto del mondo, sara' la molla che lo spronera' all'ambiziosa rivincita e scalata sociale. L' incontro casuale, in un bordello, dell'amico e commilitone Forrestier, sara' la mano che il destino allunghera' al protagonista.
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Un uomo di spalle davanti ad una grande vetrata di un ristorante alla moda parigino osserva la scena. La fine del 1800 e' alle porte e nella capitale francese c'e' tutta l'euforia di immaginare che in un luogo simile ogni cosa sia possibile, il raggiungimento di traguardi ambiziosi, la sensazione di avere una chance per il riscatto della propria vita. La guerra in Algeria si e' da poco conclusa e Charles Duroy, giovane e spiantato ex combattente non viaggia certo economicamente in buone acque. Pochi spiccioli in tasca e una smisurata rabbia verso questa condizione da reietto del mondo, sara' la molla che lo spronera' all'ambiziosa rivincita e scalata sociale. L' incontro casuale, in un bordello, dell'amico e commilitone Forrestier, sara' la mano che il destino allunghera' al protagonista.Cosi questo attraente ragazzo mettera' presto in campo tutte le piu' sofisticate arti della seduzione, godendo dell'aiuto di una schiera di potenti dame tra cui Madeleine, una brava Uma Thurman, la delicata Clotilde de Marelle e l'attempata Virginie. Le sedurra' tutte e tre implacabilmente per raggiungere fama e potere. Bel Ami, un intrigante Robert Pattinson, partecipera' alla vita mondana dei salotti che contano e sara' a fasi alterne baciato dalla fortuna. Sposera' infine la figlia dell'editore per il quale lavora, assicurandosi in dote una fortuna. Tratto dal romanzo di Guy de Maupassant, questo film, pur nel limite di riferire episodi di storia infarciti di pettegolezzi e affari di letto, ha il pregio di intrattenere il pubblico su vezzi e vizi da sempre compagni dei limiti umani. Discreto. Michela Papavassiliou
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ladyalexandra
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martedì 17 aprile 2012
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bel amì: storia di un seduttore sedotto
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Con un budget di 7, 5 milioni di sterline (9 milioni di euro), Declan Donnellan e Nick Ormerod portano sullo schermo le vicende tormentate di George Duroy, giovane soldato in congedo, senza arte né parte, di bell’aspetto ma costretto a vivere in una pensione fatiscente che sembra più un nido per topi e bacarozzi che un alloggio a norma.
Robert Pattinson ha le fattezze di un personaggio in cui si ravvisa lo stesso Maupassant e si muove sulla scena con una grazia dispotica, privato di quei baffi alla garibaldina che all’epoca della stesura contribuivano all'eleganza del gentiluomo. Per quanto i puristi possano aver trovato deprecabile una simile scelta, bisogna dire che Pattinson, con o senza baffi, entra di peso nella pellicola e lo fa dal primo istante, trascinandosi appresso le sue tasche vuote e uno stipendio da impiegato nelle Ferrovie che a stento basta a garantirgli un misero pasto giornaliero.
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Con un budget di 7, 5 milioni di sterline (9 milioni di euro), Declan Donnellan e Nick Ormerod portano sullo schermo le vicende tormentate di George Duroy, giovane soldato in congedo, senza arte né parte, di bell’aspetto ma costretto a vivere in una pensione fatiscente che sembra più un nido per topi e bacarozzi che un alloggio a norma.
Robert Pattinson ha le fattezze di un personaggio in cui si ravvisa lo stesso Maupassant e si muove sulla scena con una grazia dispotica, privato di quei baffi alla garibaldina che all’epoca della stesura contribuivano all'eleganza del gentiluomo. Per quanto i puristi possano aver trovato deprecabile una simile scelta, bisogna dire che Pattinson, con o senza baffi, entra di peso nella pellicola e lo fa dal primo istante, trascinandosi appresso le sue tasche vuote e uno stipendio da impiegato nelle Ferrovie che a stento basta a garantirgli un misero pasto giornaliero.
Robert ha espresso meravigliosamente questo stato d'animo, la combutta di un Duroy che orrebbe di più che qualche patacca sulla giubba. Un Duroy che la fame la sniffa, al contrario dei suoi ex compagni che la miseria l'hanno contemplata appena di striscio.
Ogni singola scena di questo film l'ho adorata. La rivedo in questo momento, scrivendo in modalità compulsiva e adesso, quegli articoli battuti dall'ansa che alla Berlinale denigravano il film e l'interpretazione dell'attore, mi fanno soltanto ridere.
Cruciale nei momenti di ira e perfetto in quelli in cui pare guardare un punto morto davanti a se, perché tutto il mondo ha cessato di esistere nella sua originaria forma e gli amici, le donne non sono altro che "cose" da prendere e birilli da abbattere.
L'ho odiato come non avrei mai potuto odiarlo.
Avrei voluto vederlo in carcere oppure languire nella miseria, come un ratto di fogna. Non lo si può amare, anche se le azioni di George sono la conseguenza diretta dell'invidia di quelli che cospirano per eliminarlo. Lui è solo contro tutti ma la sua incisività, la sua voglia di vendicarsi e di essere qualcuno in un formicaio di avvoltoi spingono lo spettatore a desiderare per Duroy una brutta fine.
Ben servite le musiche, la fotografia, gli scenari, le comparse.
Uscendo dal cinema, rifletti sui politici di oggi che, sedendo in Parlamento, decidono del futuro dei nuovi poveri re non puoi fare a meno di constatare quanto poco siano cambiati i loro propositi rispetto alle congetture e ai pateracchi dei ricconi del 1890.
I tagli, purtroppo, falciano la pellicola in alcuni punti.
Ahimé, con una mezz'oretta in più ci avremmo guadagnato tutti ma alle regole funzionali del budget spesso si è obbligati a sottostare. E anche se 9 milioni di euro appaiono una cifra enorme non sono che spiccioli se paragonate alle cifre da record che vengono investiti in film da blockbuster.
Diciamo che il film scorre ugualmente bene, con i suoi lenti e le sue introspezioni e considerando i numerosi tagli e cuci subiti da due anni a questa parte è già miracoloso che si sia ottenuto un prodotto soddisfacente.
Bel Amì non è affatto una pellicola maschilista. Ognuno è alla sua maniera seduttore e sedotto, un oggetto di compravendita messo al servizio di un altro oggetto di compravendita.
Un tornaconto regolare, insomma.
Tu dai, io prendo. Io prendo e tu dai.
George non è il bastardo simpatico delle fiabe ma le sue donne non sono sante e possedevano attributi che oggi abbiamo acquisito perdendo la nostra femminilità.
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[+] perfetta!
(di orpheo incantatore)
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isyde83
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domenica 15 aprile 2012
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ma sicuro che fosse george duroy ?
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Ero entusiasta di guardare Bel Ami, subito dopo aver letto il libro di Guy De Maupassant ma sapevo che non poteva reggere il confronto. Seppur fedele al libro, penso che una grande pecca del film sia proprio nella struttura... Ci ritroviamo davanti a un testo filmico estremamente noioso, quando il lavoro di De Maupassant è molto divertente, sarcastico, un inno alla vita. Se solo ci fosse stato un commento in prima persona, dall'inizio del film, non solo si sarebbero capite molte più cose ( che invece così potevano solo esser intuite ), ma avremmo avuto di fronte un gran bel lavoro, sicuramente più divertente. I cambi di scena non erano chiari e verso il finale è tutto troppo veloce.
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Ero entusiasta di guardare Bel Ami, subito dopo aver letto il libro di Guy De Maupassant ma sapevo che non poteva reggere il confronto. Seppur fedele al libro, penso che una grande pecca del film sia proprio nella struttura... Ci ritroviamo davanti a un testo filmico estremamente noioso, quando il lavoro di De Maupassant è molto divertente, sarcastico, un inno alla vita. Se solo ci fosse stato un commento in prima persona, dall'inizio del film, non solo si sarebbero capite molte più cose ( che invece così potevano solo esser intuite ), ma avremmo avuto di fronte un gran bel lavoro, sicuramente più divertente. I cambi di scena non erano chiari e verso il finale è tutto troppo veloce. Inoltre molto importanti sono i pensieri del protagonista, il disprezzo che prova verso la classe agiata, la sua ambizione, il suo grandissimo carisma: George Duroy era Bel Ami non solo per il suo aspetto fisico ma soprattutto grazie al suo carisma e al suo ego. Impacciato e imbarazzato all'inizio, diventa un cinico, inumano, freddo e calcolatore nobile, che sa usare le parole come un attore professionista. Purtroppo ci ritroviamo davanti un Robert Pattinson molto più simile a Edward Cullen che George Duroy... Il misterioso e silenzioso Robert non era proprio adatto a questo ruolo. Bel Ami è uno dei personaggi più intelligenti e furbi della letteratura francese, in questo film non si riesce a comprendere come faccia a salire così in alto in società. Grandi come sempre Uma Thurman e Cristina Ricci, sono riuscite a impersonare perfettamente Madeleine e Clotilde. Belle le musiche, quando c'erano.
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michela31
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giovedì 19 aprile 2012
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un ottimo pattinson in un bel film
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Tratto dal romanzo di Guy de Maupassant, il film narra l'ascesa ( ma anche a volte la discesa) sociale e lavorativa di George Duroy, soldato in congedo che arriva a Parigi alla fine dell'800 senza soldi ma divorato dall'ansia del successo. Pattinson, che interpreta ottimamente Duroy, è bravo a caratterizzare il personaggio a partire già dalla prima scena che ci mostra il protagonista affamato, ma senza i soldi per mangiare, intento a fissare la vetrina di un ristorante. Già da quel momento, e in tutto il corso del film, emerge la voglia di riscatto del personaggio che, non avendo altri talenti ,dal momento che vuole fare il giornalista ma non sa scrivere, spera di riuscire a emergere sfruttando il suo potere di sedurre le donne.
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Tratto dal romanzo di Guy de Maupassant, il film narra l'ascesa ( ma anche a volte la discesa) sociale e lavorativa di George Duroy, soldato in congedo che arriva a Parigi alla fine dell'800 senza soldi ma divorato dall'ansia del successo. Pattinson, che interpreta ottimamente Duroy, è bravo a caratterizzare il personaggio a partire già dalla prima scena che ci mostra il protagonista affamato, ma senza i soldi per mangiare, intento a fissare la vetrina di un ristorante. Già da quel momento, e in tutto il corso del film, emerge la voglia di riscatto del personaggio che, non avendo altri talenti ,dal momento che vuole fare il giornalista ma non sa scrivere, spera di riuscire a emergere sfruttando il suo potere di sedurre le donne. Ma George Duroy non riesce mai a conquistarsi il posto che vorrebbe nel mondo dal momento che, anche quando sposa la bella e potente Forestier Madeleine, resta sempre mal considerato dalle persone su cui spera di far colpo, rimane sempre il signor Forestier e gode di una considerazione ancor minore rispetto a quella di una donna. I personaggi che circondano Pattison sono soprattutto femminili e interpretano tre donne molte diverse tra di loro: Kristin Scott Thomas è la più vecchia della tre e la più innamorata e ingenua, colei che si fa sfruttare nella maniera peggiore da Duroy; Christina Ricci è forse colei di cui il protagonista si innamora o comunque è colei con lui si apre rivelandole e motivi della sua sfrenata ambizione. Uma Thurman è la donna più scaltra delle tre ed è colei che vorrebbe sfruttare George per fargli ottenere un posto di rilievo che lei in quanto donna non può ambire a ricoprire. Sicuramente il film richiama anche alla situazione presente e a tanti personaggi privi di talento ma che, sfruttando le opportune conoscenze, cercano di emergere salvo non riuscire mai a staccarsi di dosso l'etichetta di "raccomandato".
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maverik82
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giovedì 26 aprile 2012
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robert pattinson non convince...
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La trama del film è molto intrigante, la storia dell'arrampicatore sociale in povertà e disgrazia affascinato dalla bella vita dei ricchi e potenti(siamo della parigi della "Belle Epoque")e che grazie ad una occasione per riscattare la sua vita, senza nessun scrupolo utilizza ogni mezzo a sua disposizione, e in questo caso la bellezza e il suo fascino sulle donne, per raggiungere la ricchezza e il successo tanto desiderata.Però questo compito non poteva essere affidato ad un attore come Pattinson, e forse nemmeno al regista che lo ha diretto, la sua racitazione stenta a convincere e a farti scoprire realmente tutte le potenzialità del personaggio di "Bel Ami" anzi spesso le sue espressioni, che definirei smorfie facciali, vari movimenti,gesti del viso e della bocca continui, tendono a far intuire allo spettatore uno stato d'animo, il preannunciarsi di un gesto di furia, follia o passione senza che questo accada o che fosse previsto per la scena stessa.
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La trama del film è molto intrigante, la storia dell'arrampicatore sociale in povertà e disgrazia affascinato dalla bella vita dei ricchi e potenti(siamo della parigi della "Belle Epoque")e che grazie ad una occasione per riscattare la sua vita, senza nessun scrupolo utilizza ogni mezzo a sua disposizione, e in questo caso la bellezza e il suo fascino sulle donne, per raggiungere la ricchezza e il successo tanto desiderata.Però questo compito non poteva essere affidato ad un attore come Pattinson, e forse nemmeno al regista che lo ha diretto, la sua racitazione stenta a convincere e a farti scoprire realmente tutte le potenzialità del personaggio di "Bel Ami" anzi spesso le sue espressioni, che definirei smorfie facciali, vari movimenti,gesti del viso e della bocca continui, tendono a far intuire allo spettatore uno stato d'animo, il preannunciarsi di un gesto di furia, follia o passione senza che questo accada o che fosse previsto per la scena stessa. Per quanto riguarda il regista credo che abbia lasciato tutto un pò troppo scontato,già la scena iniziale trae in inganno lo spettatore facendo credere che la storia sia un FlaschBack del protagonista che ripercorre la sua vicenda, quando invece è puramente lineare,il regista o lo sceneggiatore hanno interpretato il film credendo che le scene così proposte fossero sufficenti a narrare la storia e le varie sfaccettature dei personaggi e del tempo in cui si trovano,si fà fatica a capire anche che ci si trova a Parigi se non fosse per un paio di richiami diretti con scritta in sovraimpressione, le stesse donne, tutte e tre ognuna diversa dall'altra e legate tra loro, vengono affascinati in un millisecondo senza che ci sia un gesto una battuta un movimento nei loro confronti da parte del nostro protagonista tale da far ricadere le loro attenzioni e passioni su di lui, il tutto accade come se fosse prestabilito, si innamorano tutte come destinate ad esserlo, invece ognuna di loro ripone un interesse nei suoi riguardi per tre differenti motivi,ruoli che vengono magistralmente interpretati da attrici del calibro di Uma Thurman, Kristin Scott Thomas e Christina Ricci, perfettamente calate nella loro parte tando da schiacciare completamente l'interpretazione di Pattinson. Se questo doveva essere il ruolo che lo liberava da Edward Kullen, spero che abbia altre possibilità per farlo perche questo film non è riuscito. A tutte le fun di Pattinson e a chi era interessato dal trailer alla visione di questo film, consiglio di aspettare l'uscita del DVD se lo volgiono vedere e nel weekend di dirottare gli 8€ del biglietto in altre proposte come l'intamontabile Titanic in 3D che merita ogni euro speso
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