renato volpone
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sabato 23 febbraio 2013
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la forza dei sentimenti
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Un film davvero coraggioso, un'opera profondamente teatrale che si svolge su di un palcoscenico, dentro ad un quadro, in uno scenario surreale. Bellissima la scelta di stile che ne fa un capolavoro, tanto che si perdona la mancanza di temperamento "russo" dei personaggi. Joe Wright riesce a far emergere con forza le emozioni e i sentimenti raccontati da Tolstoj, anche se il film rimane fondamentalmente "british". Il regista ci apre la scena in un teatro e lì, sul palcoscenico, dietro le quinte, sui soppalchi, nei sotterranei si volge la storia che si apre di volta in volta nella scena successiva, nei palazzi, sulla campagna, nella stazione, sorprendendo lo spettatore che non riesce a capacitarsi di tanta bravura e di tanta bellezza.
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Un film davvero coraggioso, un'opera profondamente teatrale che si svolge su di un palcoscenico, dentro ad un quadro, in uno scenario surreale. Bellissima la scelta di stile che ne fa un capolavoro, tanto che si perdona la mancanza di temperamento "russo" dei personaggi. Joe Wright riesce a far emergere con forza le emozioni e i sentimenti raccontati da Tolstoj, anche se il film rimane fondamentalmente "british". Il regista ci apre la scena in un teatro e lì, sul palcoscenico, dietro le quinte, sui soppalchi, nei sotterranei si volge la storia che si apre di volta in volta nella scena successiva, nei palazzi, sulla campagna, nella stazione, sorprendendo lo spettatore che non riesce a capacitarsi di tanta bravura e di tanta bellezza. I sentimenti ci sono tutti: la forza dell'amore, il contrasto tra l'amore puro e l'amore profano e quanto sottile è la linea che li separa, così come fragile è l'animo umano di fronte alla gelosia, al pregiudizio, all'orgoglio. Incredibilmente lo spettatore si trova a difendere la posizione di ogni personaggio perché ciascuno ha la propria verità e il proprio perdono, solo Anna è condannata da tutti e più di tutti da se stessa, incapace di godere di tutto il grande amore che la circonda. Ogni trasformazione nei sentimenti e nell'animo di Anna è sottolineato dai colori, il bianco, il rosso e il blu che, contrariamente a quanto avviene di solito, ci abbaglia e annienta come annienta la protagonista. Assolutamente da non perdere
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patty morelli
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sabato 23 febbraio 2013
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un film come un quadro impressionista
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Film che ci presenta in modo magistrale, il dramma di una donna che lotta contro le crudeli leggi, fatte e pensate da uomini, in una società puritana. L'idea originale di presentare il tutto come in quadri teatrali impressionisti, in cui gli attori recitano magistralmente con espessioni e sfumature a tratti espressioniste.
Bravi!
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lolligno69
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sabato 23 febbraio 2013
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anna !
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Anna Karenina
Il regista ci conduce per mano in una coraggiosa ma riuscitissima quinta teatrale di respiro felliniano dove al sacrificio della poetica sulla natura basata sull'imdimenticabile Levin si contrappone in modo vigoroso l'introspezione dell'animo umano : primissimi piani di Anna, un ottima ,matura e filiforme Knightley che aveva fatto le prove con Cronenberg ed in Espiazione e di Karenin, magistralmente affidato ad un profondo Jude Law.
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Anna Karenina
Il regista ci conduce per mano in una coraggiosa ma riuscitissima quinta teatrale di respiro felliniano dove al sacrificio della poetica sulla natura basata sull'imdimenticabile Levin si contrappone in modo vigoroso l'introspezione dell'animo umano : primissimi piani di Anna, un ottima ,matura e filiforme Knightley che aveva fatto le prove con Cronenberg ed in Espiazione e di Karenin, magistralmente affidato ad un profondo Jude Law. La trama ,grazie al visionario ma empirico set, si trasforma fin dall'inizio in rappresentazione archetipa e universale ; da tragedia greca a tragedia russa ; i cambi di scena - piani sequenza da godersi liberamente-tengono la tensione degli animi sempre in primo piano cogliendo così l'enorme pathos emotivo del libro,così difficilmente narrabile. Tutto scorre. Vronskj,l'amante di Anna, ha occhi blu liquidi e coinvolgenti e la moretta Anna vi scivola dentro sospinta dalla sua passione travolgente. Non ci sono esterni ma anche i campi di grano sono vassalli dell'animo. Le due scene madri : la corsa dei cavalli e la mietitura sono affrontate rispettosamente ma con occhio originale e ad altezza uomo. Il grandissimo respiro dell'opera - un libro meraviglioso che con energia mi preme la testa tutt'oggi verso Guerra e Pace- fluttua quindi completamente tra le emozioni pure dei protagonisti. L'amore filiale e' uno scarno lettino in una scena vuota ,ma non abbiate paura delle angoscie di Dogville, qui la protagonista tiene la scena con ingombrante fisicita' , tesa all'imminente amplesso che l'aspetta.
Casting azzeccato,gran lavoro.
Consigliato per chi non ha letto il libro,assolutamente da vedere per gli altri. Unico neo un certo rallentamento nella seconda parte , salvata però da un sorprendente Jude Law nella parte della vita.
Quando sarò grande farò un film su Levin,ma questa e' un'altra storia...
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fausto soregaroli
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sabato 23 febbraio 2013
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in due parole
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Semplicemente spettacolare...
Fausto Soregaroli
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pinko pinko
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venerdì 22 febbraio 2013
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anna karenina
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un bellissimo film specialmente per la sontuosità dei costumi
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marinabelinda
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venerdì 22 febbraio 2013
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amore e morte nel teatro della vita
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Viene da dire 'etico' o 'didascalico'. Ma questo film e' molto di piu'.
Un po' Moulin Rouge, un po' Romeo + Juliet. Sprazzi di Kenneth Branagh, di Cabaret e dell'Opera da tre soldi. E' un'esperienza visiva forte e intelligente, dove compaiono immagini come i quadri degli impressionisti o di Klimt.
Quello che pero' colpisce maggiormente e' la scelta di raccontare la storia, con sostanziale fedeltà, nel contesto del metateatro: i protagonisti non si muovono nella città, ma dietro le quinte di un teatro e la vita diventa uno spettacolo, diretto come un balletto. Tutti recitiamo una parte e, tutto quello che facciamo, e' sotto gli occhi di tutti.
Già questo spiazza per intuizione e genialità.
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Viene da dire 'etico' o 'didascalico'. Ma questo film e' molto di piu'.
Un po' Moulin Rouge, un po' Romeo + Juliet. Sprazzi di Kenneth Branagh, di Cabaret e dell'Opera da tre soldi. E' un'esperienza visiva forte e intelligente, dove compaiono immagini come i quadri degli impressionisti o di Klimt.
Quello che pero' colpisce maggiormente e' la scelta di raccontare la storia, con sostanziale fedeltà, nel contesto del metateatro: i protagonisti non si muovono nella città, ma dietro le quinte di un teatro e la vita diventa uno spettacolo, diretto come un balletto. Tutti recitiamo una parte e, tutto quello che facciamo, e' sotto gli occhi di tutti.
Già questo spiazza per intuizione e genialità. Anna vestita di nero e Kitty vastita di bianco, Anna spesso vestita di rosso accesso e passionale. Anche queste scelte cromatiche sono di un impatto notevole.
Ma in questo teatro che e' la vita, invero un po' logoro agli stipiti, scrostato e polveroso, la scelta di Anna diventa un paradigma. Lo scandalo ricercato ed esibito da certa nobilita' non e' lo scopo del tradimento di Anna, donna virtuosa che ha avuto la disgrazia di innamorarsi pur essendo madre e moglie. Disgrazia. L'amore come colpa? Agli occhi degli spettatori del teatro si'. Anzi il tradimento e' prima indotto, suggerito, favorito. Poi, messo all'indice e condannato. Ma per Anna l'amore e' soprattutto sofferenza. Vronskj e' l'assassino della felicita': l'amore e' diventato un peso, ha fatto cadere Anna nella ricerca dello stordimento (alcol e morfina) e nel sospetto sulla effettiva fedeltà del suo amante. Ne valeva la pena? La fine del percorso e' come l'inizio (si puo' svelare: la storia e' nota) e la morte -come scelta consapevole- sembra essere l'unica scelta possibile per trovare la pace. Nessuno dei soggetti coinvolti nel tradimento si salva, solo i bambini, nella bellissima sequenza finale, in cui la vita (il prato), prevale sulla rappresentazione teatrale.
Comunque sia, Anna, archetipo della donna, e' sempre mortificata, sia che tradisca, sia che sia tradita o esibita come una bambola dal marito.
I semplici si salvano: quelli che lavorano e che hanno la capacita' di lasciare da parte i pregiudizi. E solo i semplici possono arrivare al vero amore (per il marito, per la moglie, per la famiglia), lontani dal teatro della vita mascherata e regolata da schemi rigidi quanto inutili. Di qui l'etica di una donna come Anna che non ha scelto la passione come schema di vita ed ha creduto nell'amore, magari estemporaneo, ma vissuto fino alla morte. E, non meno importante e' l'etica del contraltare di Anna, Kitty, che ha veramente sfidato le convenzioni per vivere alla luce del sole il proprio amore, maturato con fatica, ma che non e' stato un ripiego.
Non bastano queste poche righe per dire quanto questo film mi abbia colpita e mi abbia fatto ragionare su quanto sia faticoso essere noi stessi di fronte
al mondo che ci guarda, ci tenta, ci giudica e alla fine (in un modo o nell'altro) ci archivia.
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[+] la legge e le regole
(di sorella luna)
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luanaa
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venerdì 15 febbraio 2013
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inguardabile
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Dal cast ( fascino russo o comunque slavo addio!!)alla ridicola messa in scena..
Ci si chiede quante ancora innumerevoli riletture cinematografiche debbano sorbirsi queste opere evergreen della narrativa.Per esempio l'ultimo "Cime tempestose" presenta Heathcliff come un uomo di colore.
Ruotando intorno alla Marceau o alla onnipresente Keira tutto è di una superficialità disarmamte. E tutti sembrano firmati da una regia stile Zeffirelli ( già...dimenticavo quel capolavoro!!! di Jane Eyre)a parte le scelte poco classiche se non azzardate ma si sa..come si dice: gli opposti si toccano..
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lonely
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lunedì 11 febbraio 2013
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e levin dov'è?
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Un bel film, per chi non ha letto il libro.
Non discuto la scelta della sceneggiatura e della regia, de gustibus, senza dubbio originale.
Molto bravo Jude Law, e fedele al personaggio Aaron Johnson. Keira Knightley l'ho trovata troppo caricata, ma leggo che anche questa
è stata una scelta del regista, che ha preteso delle recitazioni teatrali.
Anche se la sua passione la divora il personaggio non perde lucidità, più che altro è la sua condizione insuperabile che
la porta all'impossibilità di conciliare la famiglia, l'amore e la società, e che la conduce a un destino inevitabile, unica via d'uscita.
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Un bel film, per chi non ha letto il libro.
Non discuto la scelta della sceneggiatura e della regia, de gustibus, senza dubbio originale.
Molto bravo Jude Law, e fedele al personaggio Aaron Johnson. Keira Knightley l'ho trovata troppo caricata, ma leggo che anche questa
è stata una scelta del regista, che ha preteso delle recitazioni teatrali.
Anche se la sua passione la divora il personaggio non perde lucidità, più che altro è la sua condizione insuperabile che
la porta all'impossibilità di conciliare la famiglia, l'amore e la società, e che la conduce a un destino inevitabile, unica via d'uscita.
Tutto il merito va al regista per la scelta del treno come filo conduttore.
D'altronde Anna arriva col treno, e col treno se ne va. Un cerchio che si chiude.
Non ho apprezzato come è rappresentato Levin, sarebbe stato meglio non farlo apparire.
E' appena abbozzato e tutto il suo travaglio interiore non si capisce e risulta appeso senza senso.
Mentre Levin è l'altro grande protagonista del libro, è Tolstoj stesso, e le sue riflessioni sull'amore, sulla vita e sulla morte.
Nel romanzo la storia d'amore viene meno di fronte alla grandezza morale di un personaggio come Levin.
Buono il ritmo della storia d'amore che trova il suo culmine e l'inizio del suo declino,allo stesso tempo, nella corsa dei cavalli.
personalmente non l'ho amato ma ho tentato di rimanere obiettiva.
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[+] non per chi ha letto il libro
(di gengiskahn)
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ashtray_bliss
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venerdì 8 febbraio 2013
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errori battitura
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Colonna !!! e non collona!!! Mi dispiace che sempre nelle mie recensioni vi siano errori di battitura ma ho molto poco tempo a disposizione e quindi non posso (per via del limite di tempo) di rileggere ed eventualmente correggere tali errori.
Grazie a tutti per le utili segnalazioni! E grazie per la vostra comprensione in merito ;-)
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handsome
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mercoledì 6 febbraio 2013
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lezioso.
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Certamente la scenografia, i costumi e le acconciature sono grandiose, la fotografia é stupenda e molto curata, ma nel complesso il film mi é sembrato solo formale, vuoto e impersonale. Non é certo per la lontananza temporale dei fattu di cui si parla, la versione sonora con la Garbo é lontana sia come ambientazione che come realizzazione, ma tutto mi sembra finto e lezioso....come la Knightley....
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